Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: xtomx95    21/03/2013    3 recensioni
Come dice Enrique Iglesias, c'è una linea che si oltrepassa quando abbiamo perso qualcuno.
Sfortunatamente per Icaro, dopo una vita piena di disastri, riesce ad oltrepassarla. Sarà in quel momento della sua vita che arriverà Engaño, l'alieno con cui stipulerà un contratto.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Angel Gem
 
Io e Ahorro eravamo seduti al tavolino ad attendere il nostro turno per cantare. Erano circa venti minuti che nessuno dei due spiccicava parola; del resto io mi ero scordato di come fosse avere vent’anni e di quali fossero gli argomenti di discussione a quell’età. La noia mi stava uccidendo, ma Ahorro pensò bene di interrompere quel silenzio dicendo:
-Ok… In genere sei un tipo abbastanza silenzioso, ma non con me! Quindi le cose sono due: O hai la febbre, o hai litigato di nuovo con tuo padre. Fammi sentire la fronte!-
Allungò il braccio verso la mia fronte ad una velocità tale che sembrava volesse picchiarmi, così per difesa istintiva la respinsi con un movimento rapido del braccio e gridai:
-Ho litigato con mio padre, ma non mi picchiare!-
-Uh che novità!- Disse Ahorro con tono sarcastico, poi continuò –Ti va di parlarne?-
La guardai in malo modo, dicendole:
-Sul serio? Vuoi davvero che parli di mio padre? Eppure lo sai come divento quando lo faccio.-
Dopo aver sentito queste parole, Ahorro decise saggiamente di chiudere l’argomento dicendo:
-No! Fai finta che non ti abbia chiesto niente.-
Effettivamente non avevo un bel rapporto con mio padre.
Lui è stato un cantante di successo ancor prima di me, e per questo continuava a dirmi che facevo pena a cantare e che non ero abbastanza bravo per poter entrare nel mondo della discografia. A quanto pare, però, si sbagliava, e a dimostrarlo erano i vent’anni di successo che avevo deciso di cancellare il giorno prima. Pensate che per il mio primo provino mi è toccato persino cambiare cognome da Martinez a Ferdinandez per non farmi scoprire da quell’essere che la natura ha voluto che fosse mio padre.
 
Ahorro stette zitta per ancora qualche secondo creando quasi un silenzio di tomba, poi mi fece ancora un’altra domanda:
-Che canzone hai scelto?-
-Non te lo dico.- Le risposi con un sorrisetto –Deve essere una sorpresa.-
La mia amica fece una faccia stupita, e mi chiese:
-In che senso una sorpresa?-
-Guarda, è semplice: Io non ti dirò che canzone canterò, di modo di che sarai tu sola a scoprirlo. In genere è così che funzionano le sorprese-
A questa burla lei rispose con ironia dicendo:
-Ah ah ah, quanto sei spiritoso.- Io risi e le chiesi:
-Tu invece? Cosa canti?-
-Che faccia tosta!- Urlò lei –non dici a me cosa canterai e pretendi che io faccia l’opposto?-
-Vedo che ancora la perspicacia non l’hai persa.- Dissi io, prendendola ancora in giro.
Allora lei si imbronciò e mi disse:
-Io invece noto che riesci ancora a farmi arrabbiare!-
E non scherzava: Si era davvero arrabbiata, ma sapevo che le sarebbe passato tutto in pochi minuti. Così mi misi a ridere ancora di più di prima e dissi con sincerità:
-Oh mio Dio! Devo ammettere che mi mancavano le serate passate insieme alla mia migliore amica.-
-A parte che l’ultima sera che siamo usciti insieme è stata una settimana fa, e poi a me non sei mancato per nulla.- Rispose lei tutta orgogliosa.
-Anch’io ti voglio bene.-
Detto questo, Ahorro si girò verso il palco (che era alla sua destra) e incrociò le braccia mantenendo uno sguardo furioso. Ero sadicamente divertito da ciò, perché si arrabbiava veramente per poco (fortuna che perdonava per ancora meno).
M’approfittai di questa situazione guardarla. Non fraintendetemi: Era la mia migliore amica e non altro per me, ma la sua bellezza era notevole.
Aveva una pelle bianca e delicata, e il suo viso (nonostante fosse contratto per la rabbia) infondeva un non-so-che di tranquillità. I suoi occhi erano di un celeste profondo, e le sue labbra non erano né eccessivamente carnose, né troppo sottili. Dalla sua testa partiva una lunga cascata di capelli biondi e mossi che riuscivano a coprirle le spalle e metà schiena. Il suo fisico era perfetto, e l’abbigliamento era… Beh… Una simpatica contraddizione: Portava una camicia bianca da donna che riusciva a far capire tutte le sue curve, ma ma la teneva del tutto agganciata per non far notare la sua scollatura. Portava, poi, una gonna nera lunga almeno fino alle ginocchia, ma con un “taglio” dalla parte destra che partiva da metà coscia fino alla fine della gonna.Da questa spaccatura si vedevano benissimo le gambe, coperte per metà, da calze scurissime e da stivali marroni con la chiusura a lampo aperta.
Guardandola meglio, poi, mi resi conto di un bozzolo che aveva sul petto.
-Cos’hai lì?- le chiesi indicando, appunto, il petto.
Lei cambio espressione e tornò sorridente. Si sganciò i bottoni della camicia e in seguito afferrò un filo sottile che attorniava il suo collo e lo alzò. Facendo ciò, fece spuntare una gemma a forma di uovo contornata da un filo di metallo che, con risvolti eleganti andavano a formare due ali che si spiegavano verso l’esterno. Quel filo di metallo reggeva anche un piccolo triangolo di vetro rivolto verso il basso, posto davanti alla gemma.
La guardai e mi sorse un dubbio: Mi sembrava uguale a…
-Per caso quella collana ha un nome tipo “Soul Gem”?- Le chiesi.
-No, ma quasi: Si chiama “Angel Gem”. Me l’ha regalata un amico- il suo sorriso le si illuminò ancor di più alla parola “amico” -E dice che quando un Angelo la tocca, questa gemma si illumina.-
 
Stavo per farle un’altra domanda, quando il presentatore annunciò:
-E ora è il turno di Icaro, con “Mentiroso”-
-Beh…- Disse Ahorro –Buona fortuna-
Le sorrisi, poi corsi sul palco.
Stare li sopra mi fece uno strano effetto, perché, ovviamente, non erano tante come nei miei concerti, ma l’emozione era la stessa.
Afferrai il microfono e iniziai a cantare, divertendomi come non facevo da vent’anni.
La canzone finì ed il pubblico mi applaudì, ma con disinteresse, come si fa con un bambino quando si esibisce in qualcosa e non lo si vuole far rattristire.
La cosa mi lasciò perplesso perché non mi era mai successa fino ad allora.
Scesi dal palco e mi diressi verso Ahorro per chiederle com’era andata la mia esibizione, ma qualcosa attirò la mia attenzione:
Engaño era lì su un tavolino.
Lo presi in braccio e gli chiesi con tono irritato e preoccupato allo stesso tempo:
-Che ci fai qui?-
-Calmati- Mi rispose lui, ma tramite il pensiero -Non mi può né vedere né sentire nessuno.-
-Ok, ma non hai risposto alla mia domanda.-
-Hai presente il nostro contratto? Adesso devi fare delle cose per me-
-E cosa potrei farti ora?-
-Anzitutto prendi questa…- e di fronte a me apparve la Soul Gem luminosa che fluttuava nell’aria. La presi prima che qualcuno la potesse notare. Poi Engaño continuò:
-Guarda in quel punto e attendi.- La creatura mi indicò un angolo del locale dove colava un liquido nero e appiccicoso. Quella si illuminò all’improvviso, e di colpo tutto attorno a me cambiò.

Note D'Autore

Mi scuso tremendemente tanto per l'attesa, ma l'ispirazione gioca brutti scherzi avvolte.
Anche questo capitolo scorre un po' lento e le descrizioni potrebbero risultare un po' pesanti, ma devo parlare in qualche modo dei personaggi della storia.
Beh, non credo di aver altro da aggiungere se non chiedervi di recensire e di non aver paura di criticare. Vi ringrazio tanto della pazienza.
Alla prossima (che spero non sia un'altra volta tra sette mesi).

xtomx95
   
 
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