CAPITOLO 11: Lui, lei...l'altra?????
-Siamo
quasi arrivati.- disse Psyche sporgendosi in avanti per leggere il nome della
via –Dopo scendo a chiamarla e la faccio sedere accanto a te, così potete
parlare tranquillamente.-
Tuomas
le lanciò un’occhiataccia che tradiva però un pizzico di terrore –Non puoi
farmi questo! Non riuscirei a spiccicare parola!- protestò –E poi si capirebbe
troppo.-
-Perché,
credi che non l’abbia capito nessuno che vi piacete voi due?- domandò la
cameraman con un sopracciglio alzato. Tuomas non rispose, limitandosi a
guardarla in apprensione. –Però è una tua scelta: davanti o dietro?-
-Dietro.-
decise immediatamente il tastierista –Almeno questa volta.-
Psyche
sospirò slacciandosi la cintura mentre Tuomas frenava davanti a casa di
Meredith –Sei stato molto più ardito quando le hai dato la macchina fotografica
nuova dicendole che lei valeva la pena per una regalo così costoso!-
Tuomas
spalancò gli occhi –E tu che ne sai?-
-Ho
i miei informatori…- ammiccò la ragazza prima di scendere dalla vettura.
Tuomas
si appoggiò totalmente allo schienale del sedile, ancora sorpreso: possibile
che fosse stata Meredith a dirglielo? Allora, forse, anche lui non era
totalmente indifferente alla fotografa. Si sentiva un idiota a fare dei
ragionamenti da adolescente insicuro; aveva 30 anni, che si comportasse da uomo
e si facesse avanti invece di rimanere lì imbambolato a fare congetture sui se
e sui ma! La vista di Meredith che usciva dalla porta di casa, tuttavia, fece
perdere al tastierista qualsiasi proposito maturo e coraggioso. Le sue corde
vocali sembravano non aver sentito l’effetto benefico dell’acqua per decenni
quando si sforzò di rispondere al saluto della rossa.
-Qual
è il programma di oggi?- domandò Meredith sedendosi comodamente sul sedile
posteriore e inserendo il volto tra i due sedili anteriori per meglio
comunicare con gli altri due. Tuomas cominciò a sentirsi nervoso: la vicinanza
del suo viso al suo e il respiro di lei che si scontrava leggero contro il suo
collo non lo aiutavano certo a mantenere un controllo saldo sulle sue emozioni.
Tutto quelle che avrebbe voluto fare era girarsi e baciare la ragazza.
Fortunatamente la voce squillante di Psyche lo riportò alla realtà.
-Io
devo girare qualche scena del video con gli attori che abbiamo reclutato,
quindi non sarò reperibile prima delle 13h00 quando avrò finalmente la pausa
pranzo.- disse la cameraman –Quindi hai ben quattro ore durante le quali puoi
sbizzarrirti quanto ti pare con la tua nuova macchina fotografica!-
A
quelle parole lo sguardo di Meredith scattò involontariamente su Tuomas che a
sua volta stava guardando accigliato Psyche. Perché quello era uno sguardo
accigliato, vero? Non aveva motivo di essere un altro sguardo…
-Avrò
solo due ore comunque, le altre due torna Thabita con un’altra intervista solo
per Bam riguardo al video. L’altra volta lei e Ville hanno perso tempo a
litigare e quindi non è riuscita a trovare il tempo per finire l’altra.- disse
la fotografa spostandosi leggermente verso la parte della cameraman.
Psyche
si mollò una sberla sulla fronte –Merda, è vero! Ci devo andare anche io
all’intervista mi ha detto Bam!- esclamò –Questo vuol dire che la mia pausa
pranzo dovrà ridursi notevolmente se voglio finire le riprese e andare a casa
presto!-
-Ti
devo portare a casa io, dopo?- domandò Tuomas riuscendo finalmente a far
nuovamente funzionare le sue corde vocali e assumendo un’aria più rilassata.
Meredith guardò allarmata Psyche: possibile che, nonostante quello che le aveva
detto, la cameraman stesse abbordando Tuomas? Perché doveva portarla a casa
lui? Ah, giusto, perché Psyche non aveva la macchina quel giorno… ma se si
erano messe d’accordo perché fosse Psyche a passare a prenderla, perché lei si
era fatta venire a prendere da lui??
-Non
ti preoccupare, Tuomas, prendo il tram. Tu basta che riaccompagni a casa
Meredith.- rispose la cameraman.
Psyche
gli lanciò uno sguardo stralunato. La mente di Meredith, già sconvolta di suo
per la presenza del tastierista, cominciò a dar forma a delle storie che
stavano solo al suo interno. In fondo Psyche e Tuomas erano andati subito
d’accordo, passavano parecchio tempo insieme e si vedeva chiaramente che
avevano creato uno stretto legame di amicizia… ma era sicuro che fosse solo amicizia?
-Non
importa, Tuomas, io finisco dopo voi due. Non voglio farvi aspettare, torno in
tram.- insistette Psyche considerando chiuso il discorso .Ormai erano arrivati
sul set del video.
Non
appena furono tutti scesi dall’auto, Tuomas afferrò Psyche per un braccio
avvicinandola per parlarle senza farsi sentire da Meredith –Non puoi farmi questo,
Psyche! Se torno a casa da solo con lei faccio la figura del pesce lesso!-
protestò.
Psyche
ridacchiò abbracciandolo teneramente sotto gli occhi fantasiosi di Meredith che
li guardava da lontano senza farsi notare. –Ti adotterei da quanto mi fai tenerezza,
a volte!- disse la cameraman –Secondo me riuscireste a parlare senza problemi,
una volta avviata una conversazione. Basta che non vi mettiate a parlare del
tempo!-
Tuomas
sorrise, anche se l’inquietudine non gli era passata per niente –Mi sento un liceale…-
-Allora
dimostra a te stesso che sei una uomo e invitala fuori, no?- sorrise Psyche.
Per Meredith che non sentiva una parola di quella conversazione tutto si
riduceva a uno scambio di abbracci e sorrisi.
Tuomas
sospirò sconfitto infilandosi le mani in tasca –Prima o poi lo farò, promesso.-
disse.
-Ottimo!
Io ora devo andare prima che Bam Bam mi fucili. Divertitevi, voi due!- lo
salutò Psyche dirigendosi verso la postazione del regista e salutando anche
Meredith.
Tuomas
trasse un sospiro di incoraggiamento e si diresse verso la fotografa, pronto a
dar vita a una conversazione in attesa dell’arrivo degli altri. –Scusa se non
ho parlato molto in macchina, è che la mattina ci metto un po’ a ingranare.-
disse. Cristo santo, quante balle poteva inventarsi più grosse di quella?!
La
fotografa annuì appena –Psyche invece ha sempre la parlantina facile.-
Tuomas
rise: effettivamente Psyche non si poteva definire un tipo taciturno, anzi, si
vedeva che amava parlare, anche se fortunatamente mai a sproposito. –Senti,
intanto che aspettiamo gli altri, ti va di fare colazione con me?-
Meredith
lo guardò un po’ spaesata: a che gioco stava giocando? Prima era tutto
cicì-cocò con Psyche e adesso la invitava
a fare colazione con lui? Tuttavia decise di accettare –Di solito non faccio
mai colazione, ma per questa volta farò un’eccezione.- disse. Tuomas le sorrise
radioso porgendole il braccio con fare galante. Se ogni colazione portava a
questo, Meredith avrebbe volentieri cambiato le sue abitudini.