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Autore: phoenix_esmeralda    22/03/2013    0 recensioni
"Mille volte si era sentito morire, facendo l’amore con una donna che non faceva mai l’amore con lui, una donna che lo amava ad occhi chiusi per non accorgersi di chi aveva nel letto. Ogni notte si era fatto violenza per non baciarla e si era costretto a non parlare per non infrangere, con la sua voce, l’illusione in cui Asbell amava cadere. Non c’era peggior dolore che toccare il corpo di una donna senza averne l’anima. "
Quarta classificata al contest "A volte l'amore è crudele" di Cloe901s Prima classificata al contest "Baci un po' ovunque" di AchiSama. Prima classificata a "Il contest dei cliché" di Exoticue/Fanny_Rimes
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 - 8 -
Riavvolgendo il passato



 

 
Asbell se ne va portando via con sé la luce, quella della candela e quella che gli si è accesa nel cuore.
Va bene così.
Ora ha la certezza di aver lasciato in lei almeno un’infinitesimale parte di sé: per gratitudine, per rabbia o per rimpianto, Asbell non lo scorderà.
Si avvolge nella coperta che accenna al profumo di lei, chiude gli occhi e rivive il bacio che le ha imposto.
Imposto...
Sorride, pensando al modo in cui ha risposto al suo approccio.
Rivivrà quei minuti infinite volte nei prossimi giorni, saranno i ricordi che lo accompagneranno alla morte.
 
Asbell si accascia davanti al caminetto della sua stanza, rinfocola le fiamme e rimane ipnotizzata a fissarne il saettare dei bagliori. Il loro calore pian piano scioglie il gelo delle prigioni, un gelo da cui Kristan non potrà difendersi.
Che sciocca è stata, cieca e superficiale! Ora che conosce i sentimenti del giovane, la sua mente torna indietro e si sofferma su tutti quei dettagli che avrebbero dovuto rivelarle la verità e che invece solo in questa notte, questa oscura orribile  notte, acquisiscono un senso.
Il ritratto di Arras ribaltato a faccia in giù sul comodino, più e più volte. E lei, ingenuamente, che pensa di dover cambiare un supporto difettoso.
La tristezza negli occhi di Kristan, sempre, costantemente, anche quando sarebbe stato normale vederlo allegro, anche quando il resto del suo corpo rideva.
Le volte in cui si svegliava all’improvviso e lo scopriva a osservarla. E quella bizzarra notte in cui, dopo aver fatto l’amore, aveva scorto sul viso di lui la scia luccicante di una lacrima.
Mi bruciano gli occhi, si era giustificato; anche se la spiegazione l’aveva lasciata perplessa.
Sciocca, sciocca che sono!
Con un gemito, Asbell si rammenta di due mesi prima, in quella stanza, sdraiati sul letto nudi.
- Domani è il tuo compleanno – gli aveva detto – Esprimi un desiderio.
Lui stava fissando il soffitto assorto, i pensieri distanti da lei.
- Non ho desideri, da quando vivo qui non mi manca nulla.
- Allora vuoi fare qualcosa di particolare? Vuoi tornare a casa, vuoi... non saprei, ci sarà qualcosa no?
Si era immaginata chissà che cosa: che domandasse un cavallo tutto per sé, o qualcosa per i suoi fratelli più piccoli. Ma lui, senza perdere quell’espressione pensosa, aveva sussurrato – Mi piacerebbe che tu per una volta facessi l’amore con me.
Così aveva detto, in un soffio. Poi si era riscosso e Asbell aveva capito che era sul punto di rimangiarsi ciò che gli era sfuggito.
- Ho capito – l’aveva interrotto, perché pensava davvero di averlo fatto – Hai ragione. Io... non ci avevo pensato, ma per un uomo deve essere davvero mortificante quello che ti sto chiedendo. Non intendevo ferire il tuo orgoglio.
- Il mio orgoglio è al tuo servizio – aveva replicato lui, scuotendo la testa – Dimentica la mia richiesta, ti prego.
Ma lei non l’aveva fatto. Il giorno dopo era uscita dalla vasca da bagno avvolta in un telo e si era diretta da lui in camera; l’aveva raggiunto e, lasciando cadere a terra la stoffa, l’aveva abbracciato guardandolo dritto negli occhi.
- Questo è il mio regalo di compleanno? – aveva sussurrato lui e non si era tirato indietro.
Avevano fatto l’amore proprio lì, su quel tappeto davanti al caminetto, alla luce del fuoco. Si era approcciata a lui, credendo di offrire un risarcimento al suo orgoglio ferito... ma poi, quel pomeriggio, per la prima volta aveva respirato l’odore di Kristan, aveva giocato con la sua pelle, aveva ascoltato le sfumature della sua voce e, anche se non gli aveva permesso di baciarla, non aveva mai chiuso gli occhi.
Asbell ricorda bene l’emozione di quella notte, sa che da quel momento le cose sono iniziate a cambiare. Sa che da allora è la pelle di Kristan che ha desiderato, il suo corpo, il suo respiro. Dopo quella volta, anche se Kristan non l’ha mai saputo, ha fatto sempre più l’amore con lui e sempre meno con Arras.
Si prende il volto fra le mani, dilaniata.
Kristan, perché non mi hai detto quello che provavi?
Rammenta  un’altra sera: lei che, rientrata all’improvviso nelle sue stanze dopo un oltraggio subito da Thenna, scivolava a terra scoppiando in lacrime. Kristan che le si accoccolava accanto – Cosa succede?
- Non sei pagato per fare l’amico del cuore! – L’aveva aggredito, vergognandosi dello stato in cui si trovava.
- Ma posso farlo gratuitamente.
E l’aveva fatto, come nessun altro.
Aveva trascorso lunghe ore ad ascoltarla, a sostenerla, a consigliarla. C’erano state numerose notti in cui, in preda allo sconforto, si era aggrappata a lui.
Era lì solo per me, per proteggermi.
Era lì perché mi amava.
Come può perdonarsi di essere stata tanto frivola?
Lasciava cadere di bocca parole leggere come nuvole senza avvedersi di come lo straziavano sotto pelle, fra le viscere, fino al cuore.
E, con l’animo sanguinante, lui le ha dato comunque se stesso. Ricorda l’energia con cui l’ha difesa, il tono con cui si è opposto a suoi accusatori, la forza con cui si è posto fra lei e Dogan.
Asbell si alza in piedi barcollando e raggiunge il comodino, afferra il ritratto di Arras osservando i tratti di quel volto ostinato e ribelle che per mesi l’ha ossessionata.
- Tu e io gli abbiamo fatto troppo male – bisbiglia. Ha osannato quell’immagine come un talismano per lunghe settimane: all’inizio con fervore, poi con malinconia, infine con la familiarità dell’abitudine; ma agli occhi di Kristan questo non aveva fatto alcuna differenza.
Asbell ritorna al camino e getta il ritratto nel fuoco. Lo saluta senza rimpianto, perché la sua testa è già affollata di nuove immagini.
Kristan le ha chiesto di cercarsi un nuovo amante, di scegliere quell’Helois; le ha rivelato che un intero schieramento di uomini di tutte le classi sociali è dalla sua parte e intende mantenerla al governo.
È il momento di sfruttare quella situazione per volgerla a suo vantaggio.

  
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