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Autore: Hooker    22/03/2013    1 recensioni
Storia di due ragazze in un mondo non loro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cena di classe
 
7 mesi prima
 
Alessandra uscì di casa. Guardò il cellulare: erano le otto di sera, come al solito era già in ritardo. Iniziò a camminare a passo svelto e, guardando il cielo indaco, si mise a pensare a come il tempo passasse in fretta. L'estate era volata, non sarebbe stata al mare e non si sarebbe divertita con i suoi amici di vacanze per ben nove mesi, ma era felice. Stava per iniziare il terzo anno nel suo liceo e proprio quella sera avrebbe rivisto tutti i suoi compagni nella classica cena di classe la domenica precedente al primo giorno di scuola.
Presa da un momento di euforia iniziò a correre, rischiando più volte di essere travolta dagli automobilisti in ritorno da trasferte domenicali. Così, appoggiatasi tutta affannata sulla porta della pizzeria, si chiese come mai nessuno fosse ancora arrivato.
"ALEX!" urlò una voce dietro di lei, aprendo improvvisamente la porta che le colpì violentemente la testa.
"Hey Foxy! Che cretina che sei! Neanche un secondo che mi sei vicina e già mi hai fracassato il cranio!" disse Alessandra ridendo e massaggiandosi la testa dolorante. Non per niente la sua amica veniva chiamata "Foxy", pensò. Era infatti un sarcasmo che alludeva alla sua intelligenza, che non era esattamente come quella di una volpe.
"Alex siamo tutti dentro... non è colpa mia se fai sempre ritardo!" disse la ragazza trascinando l'altra per mano nel locale.
All'arrivo delle due, tutti si precipitarono per salutare Alessandra che rispose raggiante, porgendo la mano ad ognuno di loro come era solita fare. Una volta terminati i convenievoli, guardò il tavolo per cercare un posto libero, raggiungendo a capotavola l'unica persona che era rimasta seduta al suo arrivo, e che continuava a non mostrare alcun interesse, guardando con aria truce il piatto vuoto.
"Ciao Marina! Posso sedermi? Questo posto è l'unico non occupato..."
"Hey Alessandra... si, si siediti!" rispose Marina alzando lo sguardo e tornando poco dopo a fissare davanti a sè senza un apparente fine.
Alessandra si sedette osservando la sua vicina. Come al solito Marina era sempre perfettamente truccata, con i capelli biondi piastrati, un vestito blu mare ed i sandali con tanto di tacchi che, comunque, le permettevano di arrivare a stento ad una altezza normale. Questo fece scappare una risatina ad Alessandra, che era completamente a suo agio indossando i suoi amati jeans ed una felpa, con le sue "volgari" scarpe da ginnastica.
Del resto lei e la bionda non erano mai andate molto d'accordo neanche a scuola, anzi! Non l'aveva mai sopportata fin dal momento in cui volle imporsi come rappresentante di classe l'anno prima, ruolo che aveva sempre ricoperto lei con tanta dedizione. Da allora era sempre stata una competizione per i voti, per gli amici, per  qualsiasi minima sciocchezza.
"Che pizze prendete signorine?" esordì un giovane cameriere,  ricevendo l'attenzione di Alessandra.
"A me una quattro formaggi e a lei... Marina che pizza vuoi? Marina? MARINA?!"
La bionda non sembrava aver sentito affatto ma, dopo essersi fatta riempire il bicchiere di vino, si rivolse finalmente al cameriere.
"Una margherita, grazie." disse, prima di portarsi alle labbra il bicchiere e facendo sparire il liquido rosso in un sorso.
"Beh allora... come hai passato le vacanze?" chiese Alessandra, cercando di iniziare una conversazione dato che tutti gli altri compagni erano impegnati ad ingozzarsi.
"Mah... così..." rispose l'altra con aria rattristata. "Vado un attimo fuori..." disse, dopo aver bevuto un altro paio di bicchieri.
"Vai fuori? Vengo con te!" esclamò ad un certo punto Giovanna, un'altra compagna di classe, dalla parte opposta della tavola.
"Non rompere, vado da sola." fu la risposta.
Questo scatenò la perplessità di Alessandra: benchè lei e Marina non avessero buoni rapporti, con gli altri non si era mai comportata scorbuticamente. E poi lei non beveva affatto.
Così uscì anche lei dal locale e cercò la compagna per tutto il giardino. Quando la trovò questa era per terra a piangere, molto probabilmente era già ubriaca.
"Marina che hai fa..."
"LASCIAMI IN PACE!"
"Non so cos'hai e so che non me lo dirai mai. Chi sono io per aiutarti? Però non posso lasciarti qui, sei ubriaca fradicia! Forza vieni con me!" disse Alessandra prendendo la bionda e sollevandola da terra, in modo da farla sedere sulla panca vicina.
Una volta sedute, lasciò la presa, ma con sua sorpresa Marina la teneva ancora stretta a sè.
"Non abbandonarmi ti prego... mi rimani solo tu..."
"Eh si, sei proprio partita se mi parli così!" ribattè l'altra, abbozzando un sorriso pieno di dolcezza, rispondendo all'abbraccio.
"Sto benissimo. Non sto dicendo sciocchezze, non ho altro che te, la mia nemica!"
  
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