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Autore: Ivan_    22/03/2013    1 recensioni
Tralala, Valhöll perché il Walhalla è un posto bellissimo.
Storia di un ragazzo qualsiasi che non aveva niente da fare, a voi
"Mi chiamo Ivan e questa è la storia della ragazza che amo e di come mi piacesse far annegare le formiche nel bianchetto."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter Four.

 

La scorsa volta vi ho parlato di Fra? Questa volta vi parlerò di come suonassi un violino immaginario mentre in televisione passava Johnny Depp nei panni di Jack The Ripper.

Ossia di tutte le volte che faccio il coglione per divertire gli altri.

La cosa diverte anche me, sia chiaro, non sono uno di quegli emarginati che si atteggia a giullare e intanto muore dentro; sono più uno a cui piace ridere insieme a qualcun altro.

L'umore non mi manca e questo mi ha sempre portato amicizie fantastiche -anche se poi sono sfociate in liti mortali e apocalissi di varie entità-.

Fondamentalmente però negli ultimi due anni ho soppiantato tutti i miei sentimenti malvagi e riposto nel loro cubicolo i problemi degli altri, una sorta di maniera poco efficace per non sentirmi schiacciato da un macigno di guano di gabbiano tutte le volte che mi alzo dal letto dopo una santa dormita.

Mettere i piedi a terra è sempre un trauma perchè in quel piccolo gesto è racchiuso tutto.

A volte mi figuro la scena ambientata in uno spazio chiaro, tranquillo, con la luce del sole che ti dice 'buongiorno!' e tu sei felice, per un attimo ancora in dormiveglia sei davvero felice, sospeso tra realtà e sogno dove niente di concreto importa.

E poi appena con la punta dell'alluce tocchi le assi di legno del parquet una valanga di strisce colorate, brutti ricordi e parole offensive scivolano da quell'unico punto per tutta la stanza, poi escono dalla casa, avvolgono il mondo e alla fine si riassorbono tutte, tornano dentro di te. Il tutto in pochi secondi.

La sensazione è più o meno quella di essere stato violentato in un orecchio alle prime luci dell'alba (tra parentesi è davvero un'immagine grottesca).

Logicamente a quel punto ti ricordi che se non ti sbrighi perdi l'autobus, arrivi tardi a scuola, ti segnano in ritardo e dovrai portare una giustificazione, poi ti interrogano, litigherai con tua madre perchè ti accusa di non fare nulla in casa, poi con tua sorella perchè con le sorelle ci litighi sempre, con tuo padre perchè lasci in giro le tue cose sparse a casaccio.

Finirai per prendertela col cane gridandogli contro brutte cose e che ti guarderà con gli occhioni neri e aria interrogativa.

Finirai a desiderare di implodere purchè la morsa di malessere che ti attanaglia svanisca.

Finirai per accorgerti che era meglio rimanere a letto.

Ovviamente per me tutto questo vale finchè non guardo il telefono.

In tutti i casi sto già divagando, il che ci riporta al mio classico saltar di palo in frasca, non posso farcela a mantenere lo stesso discorso 'barra' obiettivo troppo a lungo -che nel mio mondo è pari a cinque minuti, massimo dieci-.

Il mio mondo è strano, non corrisponde a quello reale. Nel mio mondo si sta un po' come a Narnia, i tempi sono diversi.

I miei cieli vorrebbero essere sempre azzurri, ma anche quando piove nel mio mondo non c'è bisogno dell'ombrello, visto che addosso non si ha nulla di importante tranne i vestiti. Nel mio mondo non fa mai troppo freddo, gli animali non si estinguono e se qualcuno mi fa arrabbiare rimane in mutande. Giuro.

Il mio mondo non ha un nome perchè i nomi condannano le cose ed essere sempre quelle che sembrano. Avete mai pensato se una roccia alla mattina si alzasse e decidesse di diventare un dromedario? Non potrebbe perchè roccia vuol dire roccia, e dromedario dromedario. Però se nel mondo non ci fosse un nome fisso allora io potrei chiamarmi volpe, o armadillo, o papera. Anche se qualche buco in questa teoria c'è.. vabè.

Ah già, non dimentichiamo che nel mio mondo tutti trovano qualcuno con cui stare bene.

Non voglio diventare noioso o ripetitivo, anche se ora il mio cervello mi sta portando -come sempre- ad un unico discorso, in pieno stile "tuttelestradeportanoaRoma" ...impazzisco quando giro per il centro della città e mi passano vicino persone con addosso uno dei tre profumi che usa sempre Elena. Per un attimo mi dico 'ora mi giro e la trovo' poi mi ricordo che sta studiando, sta preparando la cena con sua madre, è in gita.

Così tutte le volte mi rimetto a camminare annusando di nascosto l'aria per sentire ancora il suo tocco fresco sulla pelle, le sue carezzine delicate contro la nuca, i suoi graffi sulla schiena.

Se ci penso mi bruciano ancora.

Lei adora mettersi le mie felpe perchè dice 'sanno di te' o 'è come se tu fossi lì con me e mi stessi abbracciando'.

Suona un po' psico-inquietante, ma se siete stati innamorati di una persona almeno una volta nella vita mi capirete, capirete lei.

Capirete perchè molte delle storie più belle sono storie d'amore, perchè tutti a 'sto mondo cerchiamo l'anima gemella e magari anche perchè il vostro amico suona un violino immaginario davanti alla televisione mentre guardate quel film, Jack lo Squartatore, quello lì con Johnny Depp.

  
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