Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: AllePanda    22/03/2013    0 recensioni
Il canto della rivolta. Epilogo della trilogia. Ho provato ad immaginare eventi diversi a partire da circa metà della storia, dal capitolo 17 in poi. Katniss non riesce a convincere la Coin a farla partecipare alla battaglia finale contro Capitol City. Questo modificherà un bel po' gli eventi che di seguito verranno. Un finale diverso, ma forse neanche tanto... Ovviamente non sarò mai all'altezza dell'autrice, ma ho deciso di scriverlo più per me che per altri... Auguro comunque Buona lettura. Sperando di non farmi odiare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Presidente Coin, Presidente Snow
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
 


 

"PARTENZA"

 

Salve a tutti coloro che hanno avuto la pezienza di aspettare per leggere questo capitolo. Non ho intenzione di smettere di scrivere, anzi! Però devo confessare che fare "un bel lavoro" con questa storia è difficile. Non è un'idea semplice da elaborare, ma mi diverto molto a provare ad immaginare come sarebbe andata se... per cui, abbiate pietà nel caso le mie idee non vi sembrino soddisfacenti, ma non potrò mai eguagliare la Collins! Un bacio a tutti e sepro che questo capitolo vi piaccia, anche se forse è un capitolo "di passaggio"


Controllo il borsone per l’ennesima volta. Ci ho messo tutto, credo. L’orologio segna le 23.30. Come dei veri fuggiaschi, ce ne andremo dal Distretto 13 a mezzanotte in punto. Me ne sto sono seduta sul mio letto d’ospedale ormai da un’ora.  E’ buffo, ma questa piccola porzione di spazio, sepolta sotto metri di terra, adesso mi fa sentire sicura, proprio come un’animale deve sentirsi all’interno della propria tana. So che non appena metterò un piede fuori di qui, la mia vita, anzi, molte altre vite potranno cambiare. Sento lo stomaco che si contrae a causa dell’ansia. Mi fanno ancora male le costole quando respiro troppo profondamente, ma non posso fare a meno di inalare aria a pieni polmoni, per cercare di calmaremi. Respiro, inspiro. Prima di entrare nell’Arena, la prima volta, sono riuscita a controllarmi molto meglio. Adesso invece sto per avere una specie di attacco di panico. Mi dico che andrà tutto bene e mi alzo per sciacquarmi il viso nel piccolo bagno che sta a qualche metro di distanza. Con mani tremanti trovo l’asciugamano e lo afferro in una stretta tale da farmi diventare bianche le dita delle mani. Decido di sfogare così la mia ansia, per poi impormi di nuovo di stare calma. Riacquistata un po’ di lucidità rimango lì in piedi, ad aspettare. Haymitch ed io abbiamo concordato con il Dottor Aurelius un discreto piano di fuga. Questo pomeriggio, dopo la nostra conversazione al refettorio, ho finto un attacco isterico davanti a Gale e la Coin, durante una piccola discussione in cui lei ha voluto chiedermi per l’ennesima volta di girare un nuovo promo. In realtà, a parte la solita rabbia, non sarei arrivata al punto di schiumare, se Haymitch non mi avesse detto di esagerare. In questo modo, ho di nuovo una scusa per non presentarmi in giro e così si spera che nessuno noti la mia assenza, almeno per qualche giorno. Ufficialmente sono sotto stretta sorveglianza del Dottor Aurelius nel suo reparto di ospedale. Haymitch a sua volta, si è incaricato di aiutarlo a farmi rinsavire, per cui probabilmente non noteranno nemmeno la sua assenza. Getto un’ennesima occhiata frenetica all’orologio. Mancano dieci minuti. La cosa più difficile è stata parlare con Gale. Haymitch lo ha convinto a venirmi a trovare all’ospedale dopo il mio finto ricovero, dicendogli che il dottore aveva in mente di aiutarmi tramite un suo intervento. - Che posso fare?-  aveva chiesto subito Gale, smarrito. - Che vuoi che ne sappia io, il Dottore è lui - era stata la risposta seccata di Haymtich mentre due infermieri scortavano me in barella fino alla mia stanza. Entrambi mi avevano seguita a ruota. Una volta soli, non mi è stato affatto facile trovare le parole giuste per cominciare un discorso con Gale.
- Ehi Catnip - erano state le sue prime parole, quando mi aveva vista aprire gli occhi, la voce tormentata.
- Gale…- avevo esordito con tono greve, ben sapendo che una sola parola sbagliata avrebbe potuto significare averlo al mio fianco oppure contro di me  -ho bisogno di te… Sei ancora mio amico vero?- . Forse la situazione in cui mi trovavo ha giocato a mio favore perché l’ho subito visto annuire e avvicinarsi al mio letto. - Come ti saltano in mente certe domande? Certo…Adesso però devi stare tranquilla ok? Noialtri stiamo per andare a Capitol City e ti giuro che poteremo a termine la nostra missione, riusciremo a rovesciare il Governo e… -. La mia mano fredda posata sulle sue labbra lo ha messo a tacere quasi subito. - Gale…Haymitch dice che la Coin non ha intenzione di fermare gli Hunger Games- gli ho detto senza troppo girare attorno alla questione. Il mio cuore ha battuto più in fretta mentre scrutavo nei suoi occhi grigi. Silenzio.  - Ma che dici Katniss? Haymitch deve avere capito male, oppure è impazzito o magari deve aver trovato il modo per ubriacarsi anche senza liquore…-  ha tentato di tagliar corto Gale, ma io non glielo ho permesso. Così, dopo minuti interminabili, sono riuscita a convincerlo che quanto dicevo era vero. Alla fine gli ho anche raccontato del piano di fuga. Per un paio di secondi, ammetto che ho temuto di aver commesso un errore nel parlargliene. Guardandolo in viso, ho immaginato che mi avrebbe mandata al diavolo e impedito di attuare ogni proposito. La nostra conversazione nella casetta vicino a lago, nel Distretto 12, mi è riaffiorata alla mente, forte coma un pugno nello stomaco. In quel momento ho pensato che Haymitch avesse ragione sul suo conto, che lui sapesse tutto fin dall’inizio o che addirittura potesse essere favorevole. Sono stata una stupida, ancora me ne vergogno. Gale infatti, ha subito avuto un attacco d’ira, che ha mascherato malissimo, solo per tentare di non farmi agitare di più. - Che facciamo adesso? Come la fermiamo? - mi ha chiesto. Il macigno che avevo avvertito sullo stomaco fino ad allora, è sparito tutto in una volta.  - Vieni con noi Gale…Partiamo stanotte. Io ho già una specie di copertura, tu potresti…- ma a quel punto ogni idea ha pensato bene di lasciare posto ad un vuoto cerebrale imbarazzante. “Non posso partire con voi, vi scoprirebbero subito. La mia assenza verrebbe notata nel giro di poche ore. Sono quasi sicuro che il mio programma di domani preveda diverse sessioni di allenamento, lezioni teoriche di strategie militari, nonché un paio di incontri con la Coin…Forse, vi sarei più utile dall’interno”. A quelle parole, i miei occhi hanno di nuovo scrutato nei suoi alla ricerca di un attimo di titubanza, di un’esitazione o qualsiasi altra cosa che potesse farmi intendere che stava mentendo. Non ci ho trovato niente del genere, ma soltanto una solidità ed una forza incredibili. E così, a malincuore, ho dovuto dargli ragione. Saremo soltanto io, Haymitch, il Dottor Aurelius e Peeta a raggiungere in treno la Capitale. – Almeno stavolta ho avuto la possibilità di salutarti –. Le parole di Gale mi hanno lasciata spiazzata quasi quanto l’abbraccio che ne è seguito. Ci siamo stretti forte per un po’, dopodiché se n’è andato lasciandomi un bacio sulla guancia. Finalmente mi decido ad uscire dal bagno. Non sono riuscita a salutare Prim e mia madre. E’ solo grazie ad Haymitch che ho potuto almeno recuperare la mia roba. Tengo salda tra le mani la piccola perla che Peeta mi regalò nell’Arena della Memoria. Tra pochi minuti lo rivedrò, penso. Mi sento inerme, decisamente non preparata ad affrontare anche lui. Le sue parole, cariche d’odio, risuonano ancora nella mia testa. “Sei proprio una stronza, lo sai?”. La scenata che c’è stata poi, giù al refettorio, le sue insinuazioni, il suo tentativo di farmi ingelosire dicendo che ci avrebbe provato volentieri con Annie. In tutto questo tempo, ho provato a non pensare a queste cose, ma non ci sono riuscita. Peeta mi odia ed io odio lui perché non è più lo stesso ragazzo di prima. Mi faccio schifo per questo. Lui è stato depistato! Io invece non gli ho dimostrato il mio amore nemmeno quando ne avrei avuto l’occasione e adesso mi perdo a contemplare una perla raccolta in uno dei posti peggiori che esistano, la bacio e la stringo forte come se questo piccolo gesto potesse riportarlo da me. La verità è che una parte di me non riesce ad accettare che me lo abbiano portato via per sempre, che lui non potrà più essere quello di prima. Non voglio vederlo. Non posso aiutarlo io… non ci riesco… Sto per avere l’ennesimo attacco di panico quando la porta si apre e Haymitch sembra sbucare quasi dal nulla, come fosse un fantasma. Sobbalzo. Ha in mano un arco e una faretra ce mi porge seduta stante. Dev’essere stato Gale a fargli avere delle armi, penso.
- Sei pronta Katniss? Perché non abbiamo molto tempo. Aurelius ci ha spiegato che percorso seguire fino alla superficie per non essere visti dai sorveglianti. Il tuo amico Gale ed io ci stiamo tenendo in contatto. Se dovessero scoprirci, lui ci avviserà, tutto chiaro? Mettiti questa! – mi chiede. Nel mentre getta degli abiti scuri sul letto, afferra il borsone con le mie cose e se lo mette in spalla. Noto subito che è vestito in modo più sportivo del solito. Indossa una tuta simile a quelle usate da Gale e Finnick durante le loro sessioni di allenamento. Haymitch conciato così è decisamente ridicolo, ma ovviamente, non stiamo certo andando a fare una gita, per cui senza farmelo ripetere due volte indosso la mia tuta, con tanto di scarponi e cappuccio. Quando ho finito Haymitch mi dice di seguirlo. Usciamo e ci dirigiamo velocemente verso un corridoi alla nostra destra, che dovrebbe condurci ad un ascensore. – Molto bene – esordisce Haymtich – il nostro treno dovrebbe già trovarsi nei pressi del Distretto 13… Tuttavia, dal momento che parte dei binari sono stati distrutti dai bombardamenti, dovremmo percorrere qualche chilometro a piedi. Ci sei fino a qui? – mi chiede. Avrei dovuto aspettarmelo. Qualche chilometro non è poi molto, ma con il fisico dolorante che mi ritrovo, avrei preferito risparmiarmeli. Poco male. Sono una stupida a preoccuparmi di questo ormai. Probabilmente non tornerò mai indietro viva, ma proprio come prima dell’edizione della Memoria, mi devo costringere a lasciar andare le persone a me più care.  I piani che ci separano dalla superficie sono numerosi, eppure il viaggio risulta fin troppo breve e senza fatica raggiungiamo una delle entrate principali del Distretto 13. Sto per cominciare a rilassarmi un po’ quando mi rendo conto che nell’ascensore siamo soltanto io ed Haymitch. – Che ne è di Peeta? – esplodo d’un tratto, sconcertata. Lui mi lancia un’occhiata torva. Per un attimo mi dico che Haymitch deve averlo portato lassù prima di me, che per qualche strana ragione ha pensato che fosse meglio così, che diversamente lui non sarebbe venuto se ci fossi stata anche io. Ma è solo un momento, perché dagli occhi di Haymich capisco subito che non è così. Sbuffa. – Credevi davvero che avremmo portato con noi il ragazzo depistato? Non è ancora ripreso, e visto che la nostra missione è già abbastanza delicata di per sé, sarebbe stato un suicidio! L’ho fatto anche per lui! – mi sbraita contro proprio mentre il nostro ascensore giunge a destinazione. Lo sconcerto sul mio viso è inequivocabile. – Io non parto senza Peeta! Come puoi dire questo? Lo sai che cosa gli faranno quelli del 13 dopo che avranno scoperto la nostra fuga? Vuoi forse sacrificarlo di nuovo per me? – sto gridando mentre schiaccio di nuovo il pulsante che ci condurrà giù nelle profondità della terra. Haymitch inizia a gridare a sua volta – Non capisci che potrebbe ucciderti? Non è ancora pronto! Tu sei l’unica che può fermare i ribelli e distruggere Snow…Non possiamo rischiare che ti succeda qualcosa! –
Disgusto. Non provo altro che disgusto, sempre più forte. Anche lui, come tutti gli altri, non sta facendo altro che pensare ai suoi interessi personali, pronto a scavalcare tutto e tutti pur di arrivare allo scopo. – Sei come tutti loro! – replico subito – Non mi interessa cosa vuoi tu, ma io non permetterò che gli facciano ancora del male…Lo riporterò indietro! Non ci causerà alcun problema! Haymitch! L’hai detto tu che lui è sempre stato il migliore di tutti noi. Vuoi veramente sacrificarlo in questo modo, sei diventato anche tu così meschino?! –
-
Dolcezza io… - ad Haymitch mancano le parole per replicare.

Quando arriviamo nella stanza di Peeta, è veramente un trauma riuscire a convincerlo che non stiamo tentando di fargli del male. Johanna, che riposa accanto a lui, al contrario, comincia ad insistere che vorrebbe venire con noi. Si crea una confusione pazzesca. Peeta non collabora affatto, tanto che ad un certo punto sono costretta a chiedere ad Haymitch di aiutarmi a sedarlo mentre lui oppone una cieca resistenza e fa un bel baccano, ma nessuno accorre. Probabilmente penseranno che stia avendo uno dei suoi episodi, che ormai non destano più nessuno stupore. Johanna si lamante, ma presto riesco a farle capire che la situazione è già abbastanza difficile anche senza che lei si intrometta. Non so come calmare Peeta, quando lei afferro una siringa carica di quella che so essere morfamina e me la porge, dicendomi che probabilmente quella andrà bene.  Grazie all’aiuto di Haymitch e Johanna, riesco a ficcargliela in un braccio. Soltanto dopo mi rendo conto che con quel gesto mi sono giocata tutto. Per prima cosa sarà un’impresa arrivare fino al treno, trascinandosi Peeta in spalla. In secondo luogo, la sua fiducia nei miei confronti ormai sarà sparita del tutto e prima di riuscire a “riportarlo indietro” penso che mi ci vorrà una vita intera. Tuttavia non voglio mollare. Appena potrò gli spiegherò perché l’ho fatto. Nel frattempo c’è un treno che ci attende. – Ovviamente lo porterò io in spalla, non è vero? – domanda Haymitch seccato. Vorrei tanto rispondergli che ce la faccio da sola, ma non è così. Saluto Johanna con un abbraccio, mentre il viso le si riempie di lacrime. Non l’ho mai vista così fragile prima, tanto che il mio malessere aumenta in modo esponenziale. Ci diciamo che presto ci rivedremo, in qualche modo. La lascio così, triste e sciupata in una comera d’ospedale, con il cuore in frantumi, mentre ce ne andiamo, stavolta forse per sempre, dal Distretto 13.
Circa mezz’ora dopo, io Peeta e il nostro mentore, ci troviamo già a qualche centinaio di metri di distanza dal Distretto. – Siamo in ritardo! – borbotta Haymitch – gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto! -. Peeta è ancora privo di conoscenza e lui lo sta portando in spalla. La cosa gli comporta un evidente sforzo, tanto che mi chiedo se reggerà ancora. Anni ed anni di abusi hanno decisamente debilitato il fisico di Haymicth, che tuttavia stringe i denti. – Chi sono gli altri? – chiedo, facendomi luce con una torcia mentre percorriamo la nostra strada al buio. Un vento freddo ci scompiglia i capelli, mentre percorriamo quelli che una volta erano i binari del distretto 13. – Gente amica, che come noi non ha gradito molto l’idea della Coin – taglia corto Haymtich. Per la prima volta, da non so quanto tempo, posso permettermi di scrutare il cielo. E’ pieno di stelle, meraviglioso come neanche lo ricordavo. Quando finalmente iniziamo ad intravedere un treno in lontananza, abbasso finalmente il mio arco e prego il cielo che ci possa aiutare in quella che sicuramente sarà una missione suicida. Ripenso a mio padre, a mia madre, a Prim, Gale, Johanna…e osservo i capelli spazzati via dal vento di Peeta. Lo prendo per mano mentre Haymitch si blocca per farlo scendere dalle spalle e prenderlo in braccio. – Avanti Dolcezza.. La carrozza ci aspetta! -. Saliamo, stremati, sul treno che ci condurrà in qualche modo a Capitol City, consapevoli che durante il viaggio potremo dover affrontare diverse difficoltà, dal momento che i Distretti sono tutti in rivolta e vengono costantemente presi di mira dalla capitale. Il mio ultimo pensiero, prima che il treno parta, è che farò di tutto per uccidere colui che ha innescato tutto questo. Snow, avrò la tua testa!

 

 
--------------------------------------------------------
Spazio autrice: Se l'idea vi piace, o non vi piace, se avete SUGGERIMENTI o IDEE... scrivete pure un commento. Ve ne sarei grata! :) a presto!

 
 
 
 
 
 
 
 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: AllePanda