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Autore: Michelle92    22/03/2013    2 recensioni
"Io e Yoko siamo sempre così, a volte capitano questi episodi di “leggera litigata” e ci sfottiamo anche per ore, ma non abbiamo mai avuto bisticci pesanti …ci vogliamo un gran bene, ci veniamo sempre incontro e ci consideriamo sorelle separate alla nascita; Senza di lei sarei persa."
"Vederlo tra le braccia di un'altra mi faceva star male, era come se un pugnale mi colpisse al petto:ma perché? che sentimento stavo provando? forse la risposta mi era abbastanza chiara ma non volevo vederla"
"Pregavo con tutta me stessa, non so a chi, ma continuavo imperterrita a chiedere pietà e aiuto perché il dolore mi stava soffocando : non ero pronta a perdere il mio amico che camminava in bilico tra la vita e la morte, non poteva lasciarci così; Paul, Yoko e io ci stringemmo in un abbraccio perché il dolore ci stava sgretolando..non eravamo forti abbastanza"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera ragazze! :) 
Nuovo aggiornamento fresco fresco! Spero vi piaccia..
Questo capitolo lo dedico ai 50 anni di Please Please Me, compiuti oggi 22 marzo
Buona lettura!
Un bacio <3



Finite le lacrime, la tristezza si trasformò in rabbia…
Quei due ragazzi non potevano permettersi di prenderci in giro, no.
 
-Senti Yoko, io avrei un’idea- avevo  il solito sguardo che si palesava quando mi veniva in mente qualche piano malefico
-Oddio! Ci risiamo…Michelle, io non voglio finire nei pasticci!-
-Dai ma questa volta è lecito! E poi non è niente di così pericoloso e di difficile…-
-Ti ascolto, ma questo non vuol dire che parteciperò alle tue stramberie-
-Allora, hanno nominato un certo “Cavern”?-
-Si, mi pare di si, e quindi?-
-Bene, John ha fatto intendere che è un locale che frequentano quindi noi potremo…-
-Non pensarci nemmeno! Tu sei pazza secondo me-
Yoko capì subito le mie intenzioni, spalancò gli occhi e cominciò a gesticolare freneticamente
-Scordatelo Michelle! Io non seguo nessuno...-
Quando reagiva così, significava solo una cosa: avrebbe ceduto, come ogni volta…
-Ma noi li pedineremo solo “teoricamente”- enfatizzai la parola –“praticamente” saremo due ragazze che escono normalmente e vanno in un locale…-
-Ti sei dimenticata un particolare…-
-Sarebbe?-
-Tutto questo dovrà essere fatto di nascosto Michelle, ti rendi conto che figuraccia ci facciamo se ci beccano mentre li seguiamo?-
-Quello era scontato… Ovviamente non dovranno vederci, nemmeno quando saremo al Cavern, altrimenti salterà il piano e non scopriremo come si comporteranno realmente-
-Non sappiamo nemmeno dov’è questo caspita di locale!-
-Non ti preoccupare, questo lo scopriremo presto…-
-Accidenti a te! Guarda, se finiamo nei casini  giuro che non la passi liscia…-
-Grazie Yoko- la stritolai in un abbraccio fortissimo
-Lasciami andare scema!-
-So che anche tu muori dalla curiosità di vedere che combina John, quindi smettila di fare l’acida!- le feci la linguaccia e mi sedetti sul suo letto
-E se vedessimo qualcosa che non vorremmo vedere?-
Adesso capivo tutta la titubanza da parte sua; non sapevo che rispondere perché la domanda mi colse impreparata…
-Ricordati che non sono gli unici ragazzi sulla terra- improvvisai queste parole, troppo scontate e banali che non convissero nemmeno me stessa; Paul e John erano insostituibili
-Ma si, al diavolo! Di certo non mi deprimerò per loro-
Ci guardammo negli occhi,  raccontavano cose molto diverse dalle parole: se avessimo visto disgraziatamente Paul e John fare i galletti con altre ragazze ci saremo rimaste malissimo…
-Domani è sabato- ruppi il silenzio immacolato che si era creato –forse sarebbe il giorno perfetto per mettere in pratica il piano-
-Usciamo a comprare qualche vestito nuovo allora- Yoko mi prese per un braccio e mi tirò in piedi..
-Come facciamo con i ragazzi? Insomma, avevamo promesso di andarci-
-Io direi di lasciarli a mani vuote sta sera, non gli farebbe male-
-Quanto sei perfida Yoko- sorrisi maliziosamente, perché aveva ragione; mi piaceva pensare che si sarebbero strizzati il cervello per capire il motivo della nostra assenza
 
 
Trovare qualcosa che ci piacesse fu un’impresa; tre ore passate dentro ad un negozio per acquistare due vestiti erano decisamente abbastanza
-Forse finalmente ci sono!- Yoko si avvicinò a me con un vestito in mano
-Waw! Sembra carino, dovresti provarlo però-
-E con questo siamo almeno a 20, speriamo bene-
-Lo spero anch’io, sono stanca di stare qua dentro…intanto continuo a cercare qualcosa che mi interessi-
Yoko sparì dietro la tenda rossa del camerino e io continuai a rovistare tra le file di vestiti appesi davanti a me
Dopo alcuni minuti, vidi dei colori che attirarono la mia attenzione…e fu amore a prima vista
Il vestito che avevo adocchiato era nero con motivi floreali sul rosso, rosa e bianco
Mi precipitai in camerino e, fortunatamente, quel vestito carinissimo mi stava perfettamente…era aderente, arrivava a metà coscia e le spalline erano rigide
Mentre facevo la sfilata con il vestito nuovo davanti allo specchio anche Yoko uscì fuori: quel vestitino blu che indossava era come se gli fosse stato cucito addosso, aderente come il mio e con la stessa lunghezza
-Ci siamo Michelle! Guarda che belle quelle due tizie davanti a noi-
Indicò lo specchio che ci stava riflettendo, e nonostante lo avesse detto con tono ironico, a me quelle due tizie piacevano davvero tanto
 
Passeggiavamo lungo il piccolo porto di Liverpool con le buste dello shopping in mano mangiando un gelato; quella sera di fine settembre era abbastanza fresca, nel cielo sereno e rossastro il sole stava tramontando e illuminava  debolmente tutto il paesaggio rendendolo romantico
Eravamo sfinite, così decidemmo di dirigerci verso casa…
Mentre camminavamo vidi una coppia di ragazzi seduti su una panchina che si scambiavano coccole e tante effusioni, gli stavo invidiando perché desideravo trovarmi al posto loro ma con Paul; lui che mi teneva sulle sue gambe e io che mi stringevo forte al suo petto accarezzando i suoi morbidi capelli e rubando baci dalle sue labbra… Lui che mi sorrideva come se non ci fosse un domani, lui che mi chiedeva di diventare la sua ragazza, lui che mi chiedeva di sposarlo…
All’improvviso sentì una presa forte sul mio braccio che mi trascinò violentemente via e mi buttò a terra
-Ehi! Ma a che diamine stai pensando? Ti vuoi suicidare per caso?-
-Ma che cavolo fai? -
-Ti ho appena salvato le penne; se non fosse stato per me quella macchina ti avrebbe messo sotto…-
Mentre cercavo di alzarmi Yoko mi rimproverava
-Non so che hai per la testa proprio!-
Non  risposi e feci un sorriso a cento denti; mi sentivo una sciocca per quello che era appena successo
-No! Non dirmi che sei quasi morta perché stavi pensando a Paul-
-Ma come cavolo fai? Sei una strega e non me lo hai mai detto?-
-Può darsi; ma se la matematica non è un’opinione due più due fa quattro, perciò: testa fra le nuvole e sorriso da deficiente! Non è difficile da intuire..-
Non riuscivamo mai ad essere serie: Yoko provò a mostrarsi incazzata, ma non resistette a lungo perché la sua espressione arrabbiata si trasformò in un sorriso, non riuscì a trattenersi ed io cominciai a ridere di gusto insieme lei fino alle lacrime, non potevamo smettere...se ci avrebbe visto qualche psichiatra sicuramente saremo finite in una camera imbottita
-Hai ragione, sono proprio una stupida- dissi cercando di non far cadere le parole nel vortice della risata che ancora teneva
-Ti voglio bene anche per questo!- mi prese a braccetto e continuammo la camminata verso casa
 
-Michelle! Ti vuoi svegliare?-
Non capivo che stava succedendo, sentivo solo delle mani che mi strattonavano e una voce che strillava…
-Siamo in ritardo! Oggi è il primo giorno di lavoro…Ti vuoi far riconoscere pure qua?-
-Oh merda!!!- mi sedetti di scatto sul letto e realizzai tutto quanto
-Finalmente la signorina si è degnata di ascoltarmi…è mezz’ora che ti chiamo! Pensavo ti fosse venuta qualche paralisi-
Yoko si diresse verso il mio armadio e cominciò a rovistare dentro…
Estrasse fuori una camicetta a quadretti blu chiara e un paio di pantaloni di un blu più scuro; li lanciò sul mio letto
-Senti hai 15 minuti per essere pronta, datti una mossa! Io ti aspetto di sotto-
-Yoko?-
-Che c’è?-
-Hai ancora le pantofole…non sarebbero meglio un paio di ballerine?-
La mia amica si guardò i piedi e mentre si dirigeva in camera sua sbuffò, io soffocai una risata…non volevo farla innervosire perché era già abbastanza tesa
-E non ridere, ti sento!- Urlò dalla sua stanza
Mi sfilai il pigiama e infilai la camicetta che Yoko mi aveva lasciato sul letto; la roba che aveva cercato Yoko non mi convinceva perché dalla porta finestra della mia camera entrava una luce soffusa, sembrava nuvoloso…e quando era nuvoloso solitamente faceva più freddo del solito
La aprì e restai per un attimo nel balcone per poter percepire meglio che temperatura ci fosse
-Michelle! Ehi!-
-Oh, ciao Paul!- furono le prime parole che mi vennero in mente; non mi aspettavo di sentire la sua voce, e non mi aspettavo di vederlo nel suo giardino che con il naso all’insù mi guardava
-Come mai ieri non siet…..- Non terminò la frase; si morse le labbra e vidi il suo sorriso trasformarsi in malizioso, mentre con gli occhi spalancati mi scrutava dalla testa ai piedi
Che avevo di strano? Oh merda; in un attimo me ne resi conto
A parte le mutande, il reggiseno e la camicetta sganciata che indossavo ero completamente nuda; arrossì all’istante e, come se potesse coprirmi del tutto, presi la camicetta e la strinsi forte intorno al mio busto; ringraziai il cielo di avere un fisico asciutto
Paul mi guardava divertito e con occhi provocanti, mentre io cercavo di formulare qualche frase sensata nel mio cervello
-Aspetta un attimo, torno subito…-
-Ok, son qui- mentre correvo in camera, potevo giurare di aver  sentito la risata soddisfatta di Paul
Velocemente infilai i pantaloni e chiusi i bottoni della camicetta, al diavolo il tempo…era l’ultima cosa che avevo in mente in quel momento
-Eccomi, così va meglio- dissi indicando i miei pantaloni
-A mio parere andava meglio prima, stavi davvero bene-
Fulminai Paul con lo sguardo, mentre lui soffocava una risatina tenendo la mano sinistra davanti alla bocca
-Prima che mi mostrassi la tua biancheria intima, stavo per chiederti il motivo per il quale non siete venute ieri- il sorriso perdurava sulle sue labbra, era così bello che riuscì a sopraffare il mio imbarazzo
Adesso che gli dovrei raccontare? Non potevo certo dirgli tutta la verità, ma buona parte si
-Io e Yoko avevamo una voglia matta di shopping, pensavamo di non fare tardi ma purtroppo siamo tornate tardi e non ci sembrava il caso di venire a casa tua a disturbare-
Ero stata abbastanza convincente, sì, la scusa poteva sembrare logica
-Ah, capisco…potete comunque venire dopodomani! Proviamo sempre la domenica-
Paul aspettava con ansia una risposta, si poteva leggere nei suoi occhi…
-Sta sera non ci siete quindi?- In quanto oggi era sabato, volevo capire le intenzioni che avevano…una aiuto per l’organizzazione del mio piano
-Ehm, veramente no…Oggi abbiamo deciso di uscire-
Ecco, questa risposta era quella che volevo sentire
-Michelle! Sei pronta? Dai è tardi sbrigati!- le urla di Yoko giunsero fino al balcone ricordandomi che era ora di andare, non potevo permettermi il ritardo proprio oggi, no
-Paul, devo scappare adesso! Sai oggi è il primo giorno di lavoro e non vorrei far ritardo- A malincuore pronunciai quelle parole, sarei restata un secolo a parlare là fuori al freddo con Paul
-Lavoro? Non mi avevi detto niente!-
-Ti racconterò poi!-
-Buona fortuna allora, ci vediamo presto- Lui sfoggiò uno dei sorrisi che più mi piacevano e si incamminò verso la casa
-Ciao Paul-
 
Arrivammo davanti a una gigantesca struttura, più che struttura però era una villa enorme, bianca e contornata da un giardino verde e fiorito
-Seguimi- Yoko sapeva già la strada ma era nervosa, la sua voce tremava ed era incostante
Anche io ero abbastanza tesa, il primo giorno di lavoro è giustificabile d’altronde
-Buongiorno ragazze, come posso esservi utile?-
-Buongiorno; io mi chiamo Yoko e lei è Michelle, noi dovremmo iniziare oggi a lavorare e…-
-Ah si, si certo! Vi stavamo aspettando…- la segretaria dietro la scrivania ci sorrise e ci fece senno di seguirla
Giungemmo in una stanza molto luminosa e accogliente, le pareti erano color avorio e l’arredamento era tutto in sincrono con l’ambiente
Doveva essere l’ufficio dell’uomo che si alzò in piedi al nostro ingresso
-Salve ragazze, io sono il direttore, nonché il signor Jones- io e Yoko stringemmo la mano all’uomo mentre anche noi ci presentavamo
-Ho il contratto qui, pronto per essere firmato…- Il signor Jones estrasse due cartelle e le sistemò davanti a noi facendoci cenno di leggere
Il contratto sembrava apposto, lo stipendio era abbastanza alto per le ore che dovevamo fare al giorno
Io e Yoko firmammo, poi il direttore iniziò nuovamente a parlare
-Come avrete letto e come vi abbiamo già detto sono cinque ore al giorno, il sabato e la domenica li avete liberi e ovviamente poi usufruirete delle ferie e dei permessi che avete a disposizione quando vorrete! Iniziate oggi, quindi vi auguro buon lavoro!- il signor Jones era gentile, sembrava una brava persona leale e con la testa apposto, meglio di così non poteva andare
-Potremo avere un calendario dei turni?- chiesi esitando, avevo la costante paura di sbagliare qualcosa..
-Tranquille, ora la signorina Taylor prima di iniziare ve li consegnerà-
-Arrivederci signor Jones-
-Arrivederci- Dopo aver salutato il direttore la segretaria ci condusse verso una tromba di scale che portava al piano superiore
Guardai Yoko soddisfatta; anche lei era felice, la sua espressione era più rilassata di prima e sorrideva
Finalmente qualcosa girava per il verso giusto
-Yoko attenta!!!!!!! Stai per cadere su quel…-  Ormai era troppo tardi
-Aiiii, che male!- Come non detto, era tutto troppo bello per essere così perfetto…sperai che questo non compromettesse il contratto appena firmato
 
 
 
 

  
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