Libri > Red/Blue/Green
Segui la storia  |       
Autore: Jo Scrive    22/03/2013    1 recensioni
Mi è venuta in mente questa storia dopo aver letto Green, che adoro *OOO*
L'avrò letto sì e no 18273638281273271 volte :')
Comunque, eccovi la trama: Annabell Davis, giovane ragazza di Amburgo, viene catapultata in un mondo a lei tutto nuovo, dopo la morte dei genitori in un incidente stradale.
Si trasferisce a Londra a casa degli zii e dei tre cugini: Iris, Sophie, e Nathan.
Loro sono la tipica famiglia ricca di Londra, e Annabell non può certamente desiderare di meglio.
Ma tutto cambierà, la sua vita non sarà più la stessa...
Crea dipendenza, provare per credere
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
bb

Non avrei mai pensato di dirlo ma… un fantasma mi sta simpatico.

Loraine, la trapassata della mia scuola, doveva ritrovare il suo amato Ludovic, ma non sapeva da dove cominciare. Ovviamente le promisi che l’avrei aiutata.

– Com’è fatto Ludovic?

– È il giovane più bello di tutta Londra. – fece un sospiro innamorato

– Un po’ vaga come descrizione, non trovi?

– Oh, ma è un conte, lo conosci di sicuro! Il suo nome completo è Luovic Victor Joseph Farrely.

Ludovic va più che bene.

– Beh, il nome non mi dice niente, Loraine… – suonò la campanella dell’ultima ora – scusami, ora devo tornare in classe, se non ti dispiace puoi metterti vicino al mio armadietto ad aspettarmi, oggi cercheremo il tuo amato, seguimi!

– Ti porgo i miei ringraziamenti, ehm… come hai detto di chiamarti?

– Annabell.

– Oh, che bel suono… Annabell… suoni uno strumento?

Avevo accelerato il passo, ma lei mi seguiva tranquillamente – Si, beh, la musica ce l’ho nel sangue, ma il mio strumento preferito è il piano.

  Il piano? E che strumento sarebbe?

– Il pianoforte, non lo conosci?

  Oh, mi dispiace ma non ne ho mai sentito parlare, l’hai inventato tu?

– No, è stato inventato nel 1698…

– Ma mia cara ragazza, siamo nel 1521!!

Okay…

– Perdonami, riprenderemo la conversazione più tardi, rimani qui, mi raccomando!

  A più tardi, Annabell.

Ritornai in classe, scusando la prolungata assenza con un semplice “mi sono persa”. Entrò in classe la professoressa di scienze. Dopo essersi accorta dopo circa venti minuti che ero nuova si è presentata e ha iniziato a parlare subito della biosfera, ma io persi il filo dopo dieci secondi, così presi a pensare a Loraine.

Non sa dell’esistenza del pianoforte, dice di essere nel 1521… quanto tempo fa è morta? E come lo trovo io quel Ludovic se è morto nel 1500?! Io te l’avevo detto che non dovevi promettere niente! Aspetta, sto parlando da sola? Prima parlo con un fantasma nella mia scuola e ora parlo con il mio grillo parlante? Non ha senso, sto diventando pazza.

– Bell – disse Dave massaggiandosi le tempie – la potresti smettere, per favore? Tra un po’ mi scoppierà il cervello.

– Ah, vero, la storia dello scudo.

– SSSH LI’ IN FONDO! – squittì la professoressa

– Già, almeno impara come puoi evitare che “annusi” i tuoi pensieri con una barriera più grande. Graazie. – e riprese a cantare il suo motivetto sulla Ciamania.

Uuh Ciamania, me gusta la Ciamania! Uuh Ciamania me gusta la Ciamania.

Suonò finalmente la campanella di fine mattinata. Mi stiracchiai.

– Mmh, pensieri proibiti a ore dodici, fuori dalla scuola, qualcuno ti vuole stuprare.

– Eh?!

– Menomale che non senti! UUUUUH che sfacciato! Come può pensare queste cose?!?!

  Ehm, sì Dave. Scusa, devo andare.

– Aspettami, tanto vengo anche io!

– D’accordo, muoviti però.

Uscimmo dalla scuola e feci cenno a Loraine di seguirmi ovunque, avevo bisogno di spiegazioni, dovevo capire qualcosa della sua storia se volevo trovare Ludovic.

– L’hai trovato?

– Loraine, non saprei dove cercarlo… mi darai informazioni più dettagliate, d’accordo?

– Con chi parli?

– Oh, con Lora… – mi ricordai che era un fantasma – è una canzone! LORAAAAAAINEEE! Alla ricerca del suo luuuui, canta e sentiraaai, sentiraaai, il calore del tuo Ludovic sentiraaaai.

– Uau, che bella voce che hai!

– Ehm, grazie, Dave.

– Vorrei anche sentire quella di tuo cugino, non credo sia altrettanto melodiosa.

– Io credo di sì, dopotutto è anche lui una nota, no? Mi ha detto di aver vinto numerosi concorsi canori qui…

– Ah, è vero. Il primo lo vinse a sette anni.

– Come lo sai?

– Ho fatto le mie ricerche.

– Fantastico, allora lo sai meglio di me.

– Beh, allora Bell ci si vede domani!

– Ciao Dave! – lo salutai con un gesto della mano. Lui si allontanò cantando la mia improvvisata canzoncina su Loraine e il suo lui.

– Hai davvero una splendida voce. Sembra la mia, ma non è così potente.

– In che senso, scusa?

  La tua voce emette magia, credo. Non ne sono sicura, ma l’avverto. LUDOVIC!!

– Che cosa vorresti di… Jason?

– È lui! È proprio lui! Il mio Ludovic è tornato da me, lo sapevo!

– Quello non si chiama Ludovic, il suo nome è Jason.

– Ti dico che è lui, so riconoscere il mio amato. Eppure come si è conciato!

Ma quello è solo Jason… beh, solo. Mamma mia dovrebbe andare in giro sempre conciato in quel modo. Potrebbe anche evitare di sorridermi. No, non lo fare, non metterti la mano nei capelli… l’ha fatto! Non ci posso credere! Com’è bello!

– Cugina!

Sobbalzai. – Madò, sei scemo? Mi hai fatto prendere un colpo!

Nathan rise –  Beh, per lo meno ora sei ancora in questo mondo! – non appena spostò lo sguardo oltre di me e vide Jason vicino al cancello cambiò espressione. – Cosa ci fa lui qui?

Basta, sto sentendo troppi lui, non ne posso più!

– Conrad, cosa ci fai tu qui? – domandò Loraine a Nathan, che ovviamente non sentì.

Conrad?

– Cugino, non dovresti essere anche tu come me, ora? Perché nemmeno Ludovic è come me? – Loraine sembrava davvero triste.

– Loraine, ne parliamo dopo, ti posso spiega… – Nathan mi guardò male – LORAAAAAAINEEE! Alla ricerca del suo luuuui, la voce del destino udiraaaaaai, se nel tuo cuore, a fondo cercheraaaaaaaaai. – aggiunsi una strofa alla mia canzone non ancora scritta. Nathan fece spallucce.

– Ora vado da lui e lo spezzo in due.

– Cugino, è lui che ci deve insegnare a dominare i nostri poteri, mi dispiace, ma non appena sapremo le basi faremo da soli, okay?

– Non può insegnarceli Dalton?

– Ma se è proprio Dalton che ha incaricato Jason di insegnarci!

– Conrad… – Loraine sembrava veramente ferita, ora. – tu non puoi… vedermi… – si strofinò il naso con la manica del vestito. Stava per piangere, nello stesso modo in cui lo facevo io.

– Loraine… – mi avvicinai a lei – stai tranquilla, ritroveremo il tuo Ludovic, e rimarrai con lui per l’eternità, te l’ho promesso e ora te lo giuro. Hai sofferto per secoli la solitudine, sei così simile a me, non mi permetterò che tu soffra ancora.

Loraine scoppiò in lacrime come avrei fatto io, peccato che non potessi consolarla. Non so che cosa mi legava a lei, ma era forte. Avrei trovato Ludovic, a ogni costo.

– Gr… grazie Annabell… – disse lei, rimanendo al suo posto, tremando per il pianto.

– Su, vieni con noi… rimani con me. – le sorrisi, lei annuii, piangendo.

Solo in quel momento mi ricordai che ero in mezzo al cortile della scuola e c’erano delle persone che mi fissavano, compreso Nathan, ad occhi sbarrati.

– Cugina… con chi stai parlando?

– Ahm… con nessuno, pensavo! Ho parlato?

– Si, hai nominato una certa Loraine…

– Largo, largo! Non c’è niente da vedere qui! – Jason ruppe la folla, le ragazze si strofinarono gli occhi farfugliando ma è vero? o cose di questo genere.

– Annie, è meglio andare prima che ti credano davvero una pazza scatenata.

Loraine vide Jason così vicino e cercò di toccarlo, ma non ci riuscì e ricominciò a piangere. Mi si strinse il cuore. Lui provò invece a toccare me, ma Nathan mi si parò davanti.

– Non la toccare.

Eccoli, ricominciano.

– Ragazzi, non ci provate nemmeno. Andiamo, altrimenti mi incazzo.

– D’accordo. – Jason fece spallucce ma mi tese comunque la mano. Nathan gli tirò uno schiaffo sopra e mi mise un braccio sulle spalle, stringendomi. Io alzai gli occhi al cielo.

– Anche Conrad si comporta così con Ludovic… – disse Loraine – e io mi comportavo esattamente come te. – mi sorrise

Sorrisi anche io – LORAAAAAAINEEEE! Vieni con noi, alla ricerca del tuo luuui, lo troveremo insieeeeemeee. – le cantai. Sorrise di nuovo.

– Allora, Annie, pronta? – mi chiese Jason, ignorando lo sguardo di mio cugino.

– Andiamo. – dissi, dopo un profondo respiro.

 

Ci venne a prendere Dalton con un Suv. Ci portò alla Gran Loggia dove mangiai solo un panino al salame, e successivamente, Jason iniziò con le basi.

– Innanzitutto il potere principale di una nota è quello di viaggiare nei secoli attraverso degli speciali portali.

– Che io posso vedere.

– Esatto. Tu li puoi vedere, Annie, ma li puoi anche creare. Se li vedi è perché loro ti stanno chiamando, e ti porteranno nel secolo corrispondente alla nota che senti risuonare.

– Oh, capito. E perché Nathan non li può vedere?

– Per non dire scortesie dico che non lo so.

Nathan si alzò. – Cosa intendi dire?!

– Niente, niente.

– Conrad non può vedere i portali, ma li può percepire. Lui li percepiva e io li vedevo subito dopo. Eravamo proprio una bellissima squadra. – disse Loraine, seduta di fianco a me.

– Nathan li può percepire. – dissi io

– Annie? – dissero in coro

– Che c’è?

I due si guardarono e per una volta non volevano scannarsi. Fecero di no con la testa.

– Comunque, continuiamo. Per crearli devi visualizzare l’epoca in cui vuoi andare e cantare una nota medio-alta per l’andata e medio-grave per il ritorno.

– Ehm…

– Sei una musicista, dovresti sapere cosa intendo.

– Si beh, se fossi un po’ più esplicito…

– Do, Si, La e Sol per l’andata, con le rispettive alterazioni e Fa, Mi, Re e Do per il ritorno, sempre con le sue alterazioni. – mi spiegò Loraine. Fu decisamente meglio. – Anche io non capii subito, ero come te.

– Grazie – bisbigliai – sei un’amica.

– Io sarei maschio… – disse Jason

– Si, si quello che è. Posso provarci?

– Conta che ti costerà molte energie le prime volte, so che sei dura di comprendonio, andremo per gradi.

– Grazie per considerarmi un’incapace.

– Prego. – mi sorrise.

– Bastardo… – bisbigliai. – Allora… provo?

– E io cosa farò? – chiese mio cugino

– Tu ti dovrai allenare con la spada, equitazione, arti marziali… – blaterò Loraine

– Tu ti dovrai allenare con la spada, equitazione, arti marziali… – ripeté Jason.

– Fiu, menomale con la spada e le arti marziali me la cavo.

– Io ti posso dare una mano con i cavalli! – mi offrii io – Di solito gli piaccio.

– Tu per ora pensa ai portali, che se ci aggrediscono spariamo davanti a loro. – mi disse Nathan – Comunque, grazie per l’interesse, cugina.

– Di nulla! Chiedi pure eh?

– D’accordo. Dove trovo un fioretto?

– Giù nella palestra ti aspetta Gerard per la divisa e per l’allenamento.

– Cosa? E lasciare Annie con te da sola?!

Jason mi passò un braccio intorno alle spalle – Beh, sono io che le insegno, no?

– Verme! Pensavi a questo dall’inizio, vero?

– Mmh… sì e no.

– Le arti marziali mi saranno davvero utili. – ringhiò Nathan a denti stretti – Torcile un capello e sarai finito, Dale.

– Ooh, guardami, tremo tutto! – Jason fece finta di tremare e recitò la parte del ragazzino pauroso. Nathan uscì a pugni stretti.

– Mi sembra di rivedere la mia vita. – disse Loraine – Era identica, credimi.

– Che scocciatore. – disse Jason – Non ti vuole proprio lasciare andare, eh? – si avvicinò pericolosamente a me, ma io lo allontanai.

– Ricordati che sei qui per insegnarmi, non per baciarmi, capito?

Mi passò le dita al lato del mento, sotto la guancia – Vuoi dire che non ti farai baciare da me, oggi?

– No. – dissi, ma non ero sicura.

Io voglio farmi baciare da te, ora, stupido.

Jason sembrò rimandare la cosa. – Beh, allora fai ‘sto portale, settima.

– Ah ah, divertente.

Feci combaciare le dita della mano come se volessi meditare come Buddha, ma cercai in me la concentrazione.

Jason non è qui, Jason non è qui…

– Cerca di sentire il tuo potere. – disse lui.

– Zitto! Mi sto concentrando.

– Chiudi gli occhi. – mi disse Loraine – Cerca la musica che c’è in te, accresci il tuo potere.

Feci come Loraine mi diceva: cercai la musica nel mio cuore, nel mio sangue. Sentii la musica della mia anima, un suono di un pianoforte. La mia anima sembrava ingigantita. Vento. Respirai profondamente.

– Così… – dissero Loraine e Jason insieme.

Non devo perdere la concentrazione, non perdere la concentrazione…

– Ora intona un Si pulito. – mi suggerii Loraine.

Feci come mi disse. Sentii una fitta dolorosa alla bocca dello stomaco. Caddi in ginocchio, riaprendo gli occhi. Jason mi aveva presa al volo.

–Sei stata bravissima. Uau, sei davvero la nota più potente di questa generazione.

– E ora il bacio. – anticipò Loraine.  

Fu esattamente quello che successe. Jason mi baciò subito dopo.  Non so perché, ma mi sentivo in colpa, peccato che il mio cuore non la pensava allo stesso modo. Jason si staccò da me.

– Cosa mi stai facendo? – mi chiese Jason, con la voce colma di tenerezza.

Io gli diedi un bacio sul naso – No, la domanda corretta è: cosa mi hai fatto tu?

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Red/Blue/Green / Vai alla pagina dell'autore: Jo Scrive