Non avrei mai pensato di
dirlo ma… un fantasma mi sta simpatico.
Loraine, la trapassata della mia scuola, doveva ritrovare il suo amato Ludovic,
ma non sapeva da dove cominciare. Ovviamente le promisi che l’avrei aiutata.
– Com’è fatto Ludovic?
– È il giovane più bello di tutta Londra. –
fece un sospiro innamorato
– Un po’ vaga come descrizione, non trovi?
– Oh, ma è un conte, lo conosci di sicuro!
Il suo nome completo è Luovic Victor Joseph Farrely.
Ludovic va più che bene.
– Beh, il nome non mi dice niente,
Loraine… – suonò la campanella dell’ultima ora – scusami, ora devo tornare in
classe, se non ti dispiace puoi metterti vicino al mio armadietto ad aspettarmi,
oggi cercheremo il tuo amato, seguimi!
– Ti porgo i miei ringraziamenti, ehm…
come hai detto di chiamarti?
– Annabell.
– Oh, che bel suono… Annabell… suoni uno strumento?
Avevo accelerato il passo, ma lei mi
seguiva tranquillamente – Si, beh, la musica ce l’ho nel sangue, ma il mio
strumento preferito è il piano.
–
Il piano? E che strumento
sarebbe?
– Il pianoforte, non lo conosci?
–
Oh, mi dispiace ma non ne ho mai sentito parlare, l’hai inventato tu?
– No, è stato inventato nel 1698…
– Ma mia cara ragazza, siamo nel 1521!!
Okay…
– Perdonami, riprenderemo la conversazione
più tardi, rimani qui, mi raccomando!
– A
più tardi, Annabell.
Ritornai in classe, scusando la prolungata
assenza con un semplice “mi sono persa”. Entrò in classe la professoressa di
scienze. Dopo essersi accorta dopo circa venti minuti che ero nuova si è
presentata e ha iniziato a parlare subito della biosfera, ma io persi il filo
dopo dieci secondi, così presi a pensare a Loraine.
Non sa dell’esistenza
del pianoforte, dice di essere nel 1521… quanto tempo fa è morta? E come lo
trovo io quel Ludovic se è morto nel 1500?! Io te l’avevo detto che non dovevi
promettere niente! Aspetta, sto parlando da sola? Prima parlo con un fantasma
nella mia scuola e ora parlo con il mio grillo parlante? Non ha senso, sto
diventando pazza.
– Bell – disse Dave massaggiandosi le
tempie – la potresti smettere, per favore? Tra un po’ mi scoppierà il cervello.
– Ah, vero, la storia dello scudo.
– SSSH LI’ IN FONDO! – squittì la
professoressa
– Già, almeno impara come puoi evitare che
“annusi” i tuoi pensieri con una barriera più grande. Graazie. – e riprese a
cantare il suo motivetto sulla Ciamania.
Uuh Ciamania, me gusta
la Ciamania! Uuh Ciamania me gusta la Ciamania.
Suonò finalmente la campanella di fine
mattinata. Mi stiracchiai.
– Mmh, pensieri proibiti a ore dodici,
fuori dalla scuola, qualcuno ti vuole stuprare.
– Eh?!
– Menomale che non senti! UUUUUH che
sfacciato! Come può pensare queste cose?!?!
–
Ehm, sì Dave. Scusa, devo andare.
– Aspettami, tanto vengo anche io!
– D’accordo, muoviti però.
Uscimmo dalla scuola e feci cenno a
Loraine di seguirmi ovunque, avevo bisogno di spiegazioni, dovevo capire
qualcosa della sua storia se volevo trovare Ludovic.
– L’hai trovato?
– Loraine, non saprei dove cercarlo… mi
darai informazioni più dettagliate, d’accordo?
– Con chi parli?
– Oh, con Lora… – mi ricordai che era un
fantasma – è una canzone! LORAAAAAAINEEE!
Alla ricerca del suo luuuui, canta e sentiraaai, sentiraaai, il calore del tuo
Ludovic sentiraaaai.
– Uau, che bella voce che hai!
– Ehm, grazie, Dave.
– Vorrei anche sentire quella di tuo
cugino, non credo sia altrettanto melodiosa.
– Io credo di sì, dopotutto è anche lui
una nota, no? Mi ha detto di aver vinto numerosi concorsi canori qui…
– Ah, è vero. Il primo lo vinse a sette
anni.
– Come lo sai?
– Ho fatto le mie ricerche.
– Fantastico, allora lo sai meglio di me.
– Beh, allora Bell ci si vede domani!
– Ciao Dave! – lo salutai con un gesto della
mano. Lui si allontanò cantando la mia improvvisata canzoncina su Loraine e il
suo lui.
– Hai davvero una splendida voce. Sembra
la mia, ma non è così potente.
– In che senso, scusa?
–
La tua voce emette magia, credo. Non ne sono sicura, ma l’avverto.
LUDOVIC!!
– Che cosa vorresti di… Jason?
– È lui! È proprio lui! Il mio Ludovic è tornato da me, lo sapevo!
– Quello non si chiama Ludovic, il suo
nome è Jason.
– Ti dico che è lui, so riconoscere il mio amato. Eppure come si è conciato!
Ma quello è solo Jason…
beh, solo. Mamma mia dovrebbe andare in giro sempre conciato in quel modo.
Potrebbe anche evitare di sorridermi. No, non lo fare, non metterti la mano nei
capelli… l’ha fatto! Non ci posso credere! Com’è bello!
– Cugina!
Sobbalzai. – Madò, sei scemo? Mi hai fatto
prendere un colpo!
Nathan rise – Beh, per lo meno ora sei ancora in questo
mondo! – non appena spostò lo sguardo oltre di me e vide Jason vicino al
cancello cambiò espressione. – Cosa ci fa lui
qui?
Basta, sto sentendo
troppi lui, non ne posso più!
– Conrad, cosa ci fai tu qui? – domandò
Loraine a Nathan, che ovviamente non sentì.
– Conrad?
– Cugino, non dovresti essere anche tu
come me, ora? Perché nemmeno Ludovic è come me? – Loraine sembrava davvero
triste.
– Loraine, ne parliamo dopo, ti posso
spiega… – Nathan mi guardò male – LORAAAAAAINEEE!
Alla ricerca del suo luuuui, la voce del destino udiraaaaaai, se nel tuo cuore,
a fondo cercheraaaaaaaaai. – aggiunsi una strofa alla mia canzone non
ancora scritta. Nathan fece spallucce.
– Ora vado da lui e lo spezzo in due.
– Cugino, è lui che ci deve insegnare a
dominare i nostri poteri, mi dispiace, ma non appena sapremo le basi faremo da
soli, okay?
– Non può insegnarceli Dalton?
– Ma se è proprio Dalton che ha incaricato
Jason di insegnarci!
– Conrad… – Loraine sembrava veramente
ferita, ora. – tu non puoi… vedermi… – si strofinò il naso con la manica del
vestito. Stava per piangere, nello stesso modo in cui lo facevo io.
– Loraine… – mi avvicinai a lei – stai
tranquilla, ritroveremo il tuo Ludovic, e rimarrai con lui per l’eternità, te
l’ho promesso e ora te lo giuro. Hai sofferto per secoli la solitudine, sei
così simile a me, non mi permetterò che tu soffra ancora.
Loraine scoppiò in lacrime come avrei
fatto io, peccato che non potessi consolarla. Non so che cosa mi legava a lei,
ma era forte. Avrei trovato Ludovic, a ogni costo.
– Gr… grazie Annabell… – disse lei, rimanendo
al suo posto, tremando per il pianto.
– Su, vieni con noi… rimani con me. – le
sorrisi, lei annuii, piangendo.
Solo in quel momento mi ricordai che ero
in mezzo al cortile della scuola e c’erano delle persone che mi fissavano,
compreso Nathan, ad occhi sbarrati.
– Cugina… con chi stai parlando?
– Ahm… con nessuno, pensavo! Ho parlato?
– Si, hai nominato una certa Loraine…
– Largo, largo! Non c’è niente da vedere
qui! – Jason ruppe la folla, le ragazze si strofinarono gli occhi farfugliando ma è vero? o cose di questo genere.
– Annie, è meglio andare prima che ti
credano davvero una pazza scatenata.
Loraine vide Jason così vicino e cercò di
toccarlo, ma non ci riuscì e ricominciò a piangere. Mi si strinse il cuore. Lui
provò invece a toccare me, ma Nathan mi si parò davanti.
– Non la toccare.
Eccoli, ricominciano.
– Ragazzi, non ci provate nemmeno.
Andiamo, altrimenti mi incazzo.
– D’accordo. – Jason fece spallucce ma mi
tese comunque la mano. Nathan gli tirò uno schiaffo sopra e mi mise un braccio
sulle spalle, stringendomi. Io alzai gli occhi al cielo.
– Anche Conrad si comporta così con
Ludovic… – disse Loraine – e io mi comportavo esattamente come te. – mi sorrise
Sorrisi anche io – LORAAAAAAINEEEE! Vieni con noi, alla ricerca del tuo luuui, lo
troveremo insieeeeemeee. – le cantai. Sorrise di nuovo.
– Allora, Annie, pronta? – mi chiese
Jason, ignorando lo sguardo di mio cugino.
– Andiamo. – dissi, dopo un profondo
respiro.
Ci venne a prendere Dalton con un Suv. Ci
portò alla Gran Loggia dove mangiai solo un panino al salame, e
successivamente, Jason iniziò con le basi.
– Innanzitutto il potere principale di una
nota è quello di viaggiare nei secoli attraverso degli speciali portali.
– Che io posso vedere.
– Esatto. Tu li puoi vedere, Annie, ma li
puoi anche creare. Se li vedi è perché loro ti stanno chiamando, e ti
porteranno nel secolo corrispondente alla nota che senti risuonare.
– Oh, capito. E perché Nathan non li può
vedere?
– Per non dire scortesie dico che non lo
so.
Nathan si alzò. – Cosa intendi dire?!
– Niente, niente.
– Conrad non può vedere i portali, ma li
può percepire. Lui li percepiva e io li vedevo subito dopo. Eravamo proprio una
bellissima squadra. – disse Loraine, seduta di fianco a me.
– Nathan li può percepire. – dissi io
– Annie? – dissero in coro
– Che c’è?
I due si guardarono e per una volta non
volevano scannarsi. Fecero di no con la testa.
– Comunque, continuiamo. Per crearli devi
visualizzare l’epoca in cui vuoi andare e cantare una nota medio-alta per
l’andata e medio-grave per il ritorno.
– Ehm…
– Sei una musicista, dovresti sapere cosa
intendo.
– Si beh, se fossi un po’ più esplicito…
– Do, Si, La e Sol per l’andata, con le
rispettive alterazioni e Fa, Mi, Re e Do per il ritorno, sempre con le sue
alterazioni. – mi spiegò Loraine. Fu decisamente meglio. – Anche io non capii
subito, ero come te.
– Grazie – bisbigliai – sei un’amica.
– Io sarei maschio… – disse Jason
– Si, si quello che è. Posso provarci?
– Conta che ti costerà molte energie le
prime volte, so che sei dura di comprendonio, andremo per gradi.
– Grazie per considerarmi un’incapace.
– Prego. – mi sorrise.
– Bastardo… – bisbigliai. – Allora… provo?
– E io cosa farò? – chiese mio cugino
– Tu ti dovrai allenare con la spada,
equitazione, arti marziali… – blaterò Loraine
– Tu ti dovrai allenare con la spada,
equitazione, arti marziali… – ripeté Jason.
– Fiu, menomale con la spada e le arti
marziali me la cavo.
– Io ti posso dare una mano con i cavalli!
– mi offrii io – Di solito gli piaccio.
– Tu per ora pensa ai portali, che se ci
aggrediscono spariamo davanti a loro. – mi disse Nathan – Comunque, grazie per
l’interesse, cugina.
– Di nulla! Chiedi pure eh?
– D’accordo. Dove trovo un fioretto?
– Giù nella palestra ti aspetta Gerard per
la divisa e per l’allenamento.
– Cosa? E lasciare Annie con te da sola?!
Jason mi passò un braccio intorno alle
spalle – Beh, sono io che le insegno, no?
– Verme! Pensavi a questo dall’inizio,
vero?
– Mmh… sì e no.
– Le arti marziali mi saranno davvero
utili. – ringhiò Nathan a denti stretti – Torcile un capello e sarai finito,
Dale.
– Ooh, guardami, tremo tutto! – Jason fece
finta di tremare e recitò la parte del ragazzino pauroso. Nathan uscì a pugni
stretti.
– Mi sembra di rivedere la mia vita. –
disse Loraine – Era identica, credimi.
– Che scocciatore. – disse Jason – Non ti
vuole proprio lasciare andare, eh? – si avvicinò pericolosamente a me, ma io lo
allontanai.
– Ricordati che sei qui per insegnarmi,
non per baciarmi, capito?
Mi passò le dita al lato del mento, sotto
la guancia – Vuoi dire che non ti farai baciare da me, oggi?
– No. – dissi, ma non ero sicura.
Io voglio farmi baciare
da te, ora, stupido.
Jason sembrò rimandare la cosa. – Beh,
allora fai ‘sto portale, settima.
– Ah ah, divertente.
Feci combaciare le dita della mano come se
volessi meditare come Buddha, ma cercai in me la concentrazione.
Jason non è qui, Jason
non è qui…
– Cerca di sentire il tuo potere. – disse lui.
– Zitto! Mi sto concentrando.
– Chiudi gli occhi. – mi disse Loraine –
Cerca la musica che c’è in te, accresci il tuo potere.
Feci come Loraine mi diceva: cercai la
musica nel mio cuore, nel mio sangue. Sentii la musica della mia anima, un
suono di un pianoforte. La mia anima sembrava ingigantita. Vento. Respirai
profondamente.
– Così… – dissero Loraine e Jason insieme.
Non devo perdere la
concentrazione, non perdere la concentrazione…
– Ora intona un Si pulito. – mi suggerii
Loraine.
Feci come mi disse. Sentii una fitta
dolorosa alla bocca dello stomaco. Caddi in ginocchio, riaprendo gli occhi.
Jason mi aveva presa al volo.
–Sei stata bravissima. Uau, sei davvero la
nota più potente di questa generazione.
– E ora il bacio. – anticipò Loraine.
Fu esattamente quello che successe. Jason
mi baciò subito dopo. Non so perché, ma
mi sentivo in colpa, peccato che il mio cuore non la pensava allo stesso modo.
Jason si staccò da me.
– Cosa mi stai facendo? – mi chiese Jason,
con la voce colma di tenerezza.
Io gli diedi un bacio sul naso – No, la
domanda corretta è: cosa mi hai fatto tu?