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Autore: Karen_Aiko    22/03/2013    3 recensioni
I pensieri che fino a un momento prima occupavano la mente di Sakura si erano ormai dissolti alla vista del ragazzo solitario, che alla pallida luce della luna le appariva di una bellezza indescrivibile. Le ricordava lui, il ragazzo che l’aveva abbandonata lasciando il villaggio alla ricerca di un modo per diventare più forte. Al ricordo di Sasuke calde lacrime scivolarono prepotenti sulle sue guance e un insolito sapore di mare le bagnò le labbra. Se fosse stato davvero lui, tutto sarebbe tornato come un tempo e la sua vita avrebbe ripreso le sembianze di quella vecchia foto ormai ingiallita della squadra sette.
Cosa succede quando i pensieri confusi di una ragazza si scontrano con un'inaspettata dichiarazione d'amore al chiaro di luna?
[Accenni NaruHina e SasuSaku]
Per la mia dolce geme Akemi_Kaires
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Confessioni al chiaro di luna




Sakura passeggiava tranquilla assaporando il delizioso profumo dei ciliegi in fiore. L’aria fresca le accarezzava i capelli corti e muoveva i rami degli alberi, le cui ombre sembravano danzare seguendo la melodia di una musica nascosta e inudibile all’orecchio umano. Il sole stava ormai scomparendo dietro le colline e le tinte rosate del cielo lasciavano il posto al blu scuro della notte. Quando arrivò in prossimità del bosco, le prime stelle brillavano già limpide nel firmamento. In lontananza, un gufo dall’aspetto severo bubolava nel buio. La ragazza, infastidita da quel suono incessante, raccolse una pietra da terra e la scagliò nel luogo da cui proveniva il verso: un improvviso battito d’ali, seguito da un grido acuto, confermarono la fuga del volatile verso un luogo meno ostile al suo canto.
Quella sera Sakura era decisa a non abbandonarsi a distrazioni, voleva restare da sola in assoluto silenzio per concentrarsi e riflettere meglio, perciò la pace della notte non doveva essere in alcun modo disturbata. Ritrovata la quiete, la giovane dagli occhi color smeraldo riprese a camminare, questa volta con passo più svelto e impaziente, come tentasse di seguire il ritmo dei pensieri confusi che le vorticavano in mente come fili di matasse ingarbugliati tra loro.
Giunta ai piedi del suo albero preferito –una maestosa quercia dalla corteccia dura e resistente -, si fermò per un momento nel tentativo di riordinare le idee. A occhi chiusi respirò profondamente l’aria pulita del bosco e assaporò quella calma innaturale che permeava ogni fibra del suo essere.
Concentrandosi maggiormente con la testa rivolta verso terra e le dita premute con forza sulle tempie, la ragazza scoprì un errore in quella sublime perfezione che l’aveva appena travolta, come un pezzo guasto negli ingranaggi di un orologio creato dal più bravo degli artigiani: il silenzio non era ancora totale. Un rumore di sottofondo che alle sensibili orecchie di Sakura giungeva come un suono ovattato ma insistente, simile a un continuo sbuffare, le impediva di dedicarsi completamente ai suoi pensieri. Decisa a smascherare l’artefice delle sue distrazioni, la ragazza salì sull’imponente masso dal quale si scorgeva un’ampia parte di Konoa e in fondo, nel piccolo lago dove lei e le sue compagne solevano bagnarsi nelle giornate più calde, vide un ninja che si allenava.
Muovendosi sollevava grandi quantità di acqua, tanto che alcuni schizzi arrivavano a bagnare perfino il viso di Sakura, seduta molto in alto. Si muoveva con abilità ed eleganza, ma allo stesso tempo dimostrava di possedere grande forza e determinazione.
I pensieri che fino a un momento prima occupavano la mente di Sakura si erano ormai dissolti alla vista del ragazzo solitario, che alla pallida luce della luna le appariva di una bellezza indescrivibile. Le ricordava lui, il ragazzo che l’aveva abbandonata lasciando il villaggio alla ricerca di un modo per diventare più forte. Al ricordo di Sasuke calde lacrime scivolarono prepotenti sulle sue guance e un insolito sapore di mare le bagnò le labbra. Se fosse stato davvero lui, tutto sarebbe tornato come un tempo e la sua vita avrebbe ripreso le sembianze di quella vecchia foto ormai ingiallita della squadra sette.
Tuttavia era consapevole del fatto che non fosse lui, non poteva in alcun modo esserlo. Anche se lo avesse sperato con tutte le sue forze, lui non sarebbe tornato da lei. Sasuke in quel momento era da qualche parte nel mondo a vendicare la strage del clan Uchiha, mentre lei passava le serate in compagnia degli alberi a rimuginare sul comportamento di Hinata, che dimostrava chiaramente i suoi sentimenti nei confronti di quella testa quadra di Naruto. Mentre ammirava quel giovane instancabile dare prova della sua straordinaria dedizione, il cuore di Sakura aveva incominciato ad aumentare rapidamente i suoi battiti e la ragazza dai capelli rosa confetto si era lasciata andare ai ricordi che, seppur dolorosi, le permettevano di rivivere attimi passati e ormai perduti, volati via nell’impeto improvviso di un sogno di vendetta.
Persa nei suoi pensieri la giovane si accorse con sorpresa che il ninja misterioso era sparito, dissolto come nuvole in una giornata ventosa, lasciando come segno del suo passaggio grandi onde che disegnavano cerchi informi sulla superficie dell’acqua.
Mentre malediceva la sua stupidità per non aver scoperto chi fosse quell’affascinante giovane,
Qualcosa si posò delicatamente sulla sua spalla. Con la velocità che solo una ragazza può avere nel tentativo di colpire un uomo con intenzioni tutt’altro che innocenti, Sakura si voltò e prese con forza il lembo della maglia del malintenzionato, alzandolo da terra e osservandolo nella penombra cercando di mettere a fuoco i suoi lineamenti.
Questi lanciò un grido puerile e, dimenandosi per liberarsi da quella morsa di ferro, gemette:
“P-per favore Sakura, lasciami andare, sono io!”. La ragazza strizzò gli occhi per vedere meglio e con un grido di sorpresa ritrasse rapidamente la mano. Davanti a lei stava la persona che tra tutte si sarebbe aspettata meno di trovare: la timida Hinata, bagnata dalla testa ai piedi, che si massaggiava la gola dolorante. Doveva essere davvero molto buio per poterla scambiare con un ragazzo, proprio lei con le sue forme prosperose e i capelli lunghi e fluenti. Forse però Sakura
desiderava che fosse un ragazzo, o meglio ancora, il suo ragazzo. Colui che le aveva rubato il cuore e lo aveva ridotto a brandelli, lasciando una dolorosa voragine nel suo petto.
“Hi-Hinata?” balbettò indicandola con dito tremante, allontanandosi da lei come se avesse visto un fantasma. “Mi hai spaventata, baka che non sei altro!” urlò alzandosi e cercando di racimolare un po’ della sua dignità.
Hinata la guardò un po’ impaurita per la sua reazione, ma poi, coprendosi la bocca con la mano, iniziò a ridacchiare sommessamente e Sakura, dopo un attimo di esitazione, la imitò e finirono per trovarsi sdraiate sul masso a ridere a crepapelle stringendosi la pancia con le braccia. Quando la crisi di risa gli passò, Hinata si alzò e, mettendosi in ginocchio, guardò Sakura sorridendo.
“Era da tanto tempo che non ridevo così.”
“Troppo.” aggiunse Sakura sedendosi e asciugandosi le lacrime di gioia. “Adesso però mi spieghi perché diavolo ti stavi ancora allenando nonostante sia ormai notte?” Chiese la rosa guardando con curiosità il viso stanco dell’amica. Hinata prese una ciocca dei suoi capelli scuri e ci giocherellò per un po’ fissando un punto indefinito per terra. Sakura attese paziente che la ragazza parlasse, frenando il desiderio di scoprire il motivo che l’aveva portata a tanto, nonostante lo avesse già intuito.
“E’ da settimane che mi alleno senza sosta, non badando all’orario o alla mia stanchezza. Il fatto è che…” Hinata esitò e guardò gli occhi verdi della sua amica, indecisa se rivelarle il suo segreto o inventarsi una stupida scusa per evitare commenti impertinenti. Tuttavia fu il lieve bagliore lunare, o forse la consapevolezza di sapere che tutti avevano ormai compreso, a darle l’audacia necessaria a riferirle i suoi sentimenti. Forse l’unico che ancora non aveva capito era proprio il diretto interessato.
“Mi alleno per diventare più forte, voglio poter essere più di aiuto a…”
“Naruto.” Terminò Sakura sorridendo, mentre Hinata annuiva arrossendo imbarazzata, nascondendo il viso tra i lunghi capelli.
“Beh, avresti potuto dirmelo prima, così sarei venuta ad allenarmi con te.” Sakura esibì un sorriso a trentadue denti riuscendo a far ridere l’amica.
“Sakura, tu..sei ancora innamorata di Sasuke?” Hinata le pose la domanda direttamente, senza raggirare il concetto e andando dritta al punto: ciò scombussolò alquanto la rosa, a cui mancò il respiro e si sentì mancare la terra sotto ai piedi.
“M-ma si stava parlando di te Hinata-chan, perché cambi il discorso in questo modo?” le guance di Sakura si tinsero di un rosso accesso nel tentativo di sviare la domanda.
“Non è un altro discorso Sakura-chan. Stavamo parlando della persona più importante della mia vita e così volevo sapere se la tua è rimasta la stessa di un tempo o se hai cambiato idea.” La ragazza sorrise con le guance leggermente velate di rosso e prese le mani dell’amica. Sakura sospirò e volse lo sguardo verso Hinata.

Tu ami Naruto, vero?” chiese.
“Si…” rispose Hinata. Sakura scivolò giù dalla roccia e si sdraiò supina sul prato sottostante.
“Immaginavo. Il modo in cui ti sei gettata nel bel mezzo della battaglia contro Pain per aiutare Naruto è stato evidente segno di amore. Non credo che nessun altro sarebbe stato così coraggioso. Sei un eroe al pari di Naruto.” Hinata scese a sua volta dal masso e si stese accanto all’amica ad ammirare il cielo stellato.
“Non credo di essere un eroe, ma ti ringrazio Sakura-chan, davvero.” Restarono lì così, in silenzio, per un tempo che parve interminabile. Poi Sakura sentì l’irrefrenabile bisogno di dire a Hinata quello che aveva provato quando l’aveva vista allenarsi, le sembrava come potesse rivelarle tutti i suoi segreti: in quel momento sentiva di fidarsi ciecamente della sua amica. Così prese coraggio e sussurrò:
“Io devo dirti una cosa Hinata-chan. Quando ti ho vista nel lago al buio per un momento ho pensato…ti sembrerà stupido ma…” esitò e si pentì subito di aver preso quella decisione: non doveva mica confessarsi e rivelare tutti i suoi pensieri, poteva benissimo raccontarle che l’aveva scambiata per un fantasma, sarebbe stato meno imbarazzante! Non poteva dirle di essersi emozionata e di aver pianto mentre la guardava, avrebbe potuto intendere male! Diamine, si era quasi innamorata della sua amica! Baka baka baka! Però…ormai non poteva tirarsi indietro, il suo dannato orgoglio non gliel’avrebbe permesso: doveva finire quello che aveva cominciato.
“Beh… non so perché, ma mi hai ricordato Sasuke” le rivelò mentre le sue guance prendevano la sfumatura di due pomodori assai maturi.
“Sapevo che eri ancora innamorata di lui, Sakura!” esclamò Hinata contenta e in uno slancio d’affetto diede un rapido bacio sulle guance bollenti dell’amica. Sakura si sorprese di questo gesto improvviso ma la riempì di gioia.
“Sono davvero felice che tu sia innamorata di quel baka di Naruto, Hinata-chan!” Hinata storse il naso e mormorò contrariata:
“Naruto-kun non è affatto un idiota.” Sakura rise divertita per la reazione dell’amica e disse:
“Hai ragione Hinata-chan, solo...sono abituata a conoscerlo in questo modo e non riesco a credere che sia cambiato così radicalmente! In questi ultimi anni è maturato molto, è cresciuto ed è diventato un uomo. So benissimo che non è stupido e che, se non fosse stato per lui, noi ora non saremmo qui.” La ragazza si asciugò gli occhi, maledicendo l’amica per averla fatta commuovere, e continuò: “Sono io che sono una stupida, perché non riesco ad abbandonare l’idea che lui sia ancora il mio piccolo baka, il ragazzino che mi faceva tanto arrabbiare, ma verso il quale mi sono sempre sentita protettiva come una madre. Voglio tanto bene a Naruto e tu lo sai.”
Sakura sorrise sincera all’amica, mentre la vista le si appannava per le nuove lacrime che si apprestavano a scorrere. Prese forza e strizzò gli occhi, rimandandole indietro: non avrebbe di certo passato la notte a frignare come una lattante!
“E anche se è stata una pazzia, avrei fatto esattamente la stessa cosa per aiutare Sasuke.”
E mentre le stelle le guardavano da lontano, le due amiche si abbracciavano in silenzio, stringendo insieme un legame di profonda fiducia e comprensione, perché entrambe amavano ma, almeno per quel momento, non erano amate. “Perché io amo Sasuke.” Sussurrò infine Sakura e quel messaggio intriso di speranza fu raccolto dal vento che lo portò in alto, nel cielo, dove iniziò a brillare di luce propria come una nuova stella. 

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Angolo della nuova autrice gusto caffè e vaniglia:

Salve, cari lettori e lettrici!
Sono appena giunta su questa dolce isola che è EFP e questa è la mia prima storia. Naturalmente sul fandom di Naruto, il mio manga preferito. ^___^
Sono felice che abbiate letto la mia storia e spero tanto che vi sia piaciuta! Se avete voglia, le recensioni sono più che gradite, esprimete i vostri pareri e io li leggerò con gioia! Ovviamente, sono ben accette anche le critiche, se costruttive.
Grazie per per aver dedicato un po' di tempo a questa sclerotica autrice, spero che leggerete altre mie storie!
Mata ne!

Karen
  
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