Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    22/03/2013    6 recensioni
La mia prima fics Athos/Aramis con la presenza come solo comprimario stavolta, di d'Artagnan.
Aramis, dopo la sconfitta di Mansonne non sa più chi è e che scopo ha la sua vita nei moschettieri. E prende una decisione difficile, se ne va per iniziare di nuovo tutto da capo, pensando che a Parigi non c'è più posto per lei. Ma dieci anni dopo quel mondo fatto di spade, complotti, moschetti, torna a bussare alla sua porta...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi, dopo mesi e mesi, finalmente a riaggiornare.

Sono successe molte cose dall'ultima volta, alcune non piacevoli. Per cominciare, in ferie ad agosto mi sono fatta abbastanza male alla spalla (lussazione) e questo mi ha impedito di scrivere per lungo tempo. Poi, crollo di ispirazione totale. Un nuovo lavoro in un nuovo ufficio che mi ha impegnata molto in questi mesi, E soprattutto, umore sotto i piedi per mesi, per la perdita del mio amatissimo cagnolino investito da un trattore mentre giocava in un campo... Ora c'è un altro cucciolo a casa mia, una piccola peste simpaticissima che ora ha cinque mesi e che ci ha aiutati a superare, almeno in parte, il dolore per la perdita di Ettore.

Ecco, questo per spiega un pò il motivo della mia lontananza da quì.

Ora sono tornata e spero di riprendere con un pò di aggiornamenti veloci, sia di questa che dell'altra storia che giace ferma da quasi un anno.

Spero ci sia qualcuno che legga ancora!

Scusate ancora per il mega-ritardo!

Un bacione e un saluto a tutti! :)







L'arrivo di d'Artagnan



Saint Marielle... Un villaggio piccolo, sperduto, sconosciuto alla maggior parte dei francesi, incastonato fra le montagne e la campagna del centro della Francia. Non ne aveva mai sentito parlare, non lo conosceva ma quel posto ormai, da qualche giorno, era diventato di vitale importanza per d'Artagnan.

L'angoscia per la scomparsa dei figli e del principe aveva lasciato spazio alla gioia di saperli sani e salvi in quel paesino sperduto, nelle mani sicure di Aramis.

Quando il capitano De Treville lo aveva informato degli ultimi avvenimenti, il moschettiere aveva faticato non poco a credere a quel racconto incredibile... I suoi figli, rapiti, erano miracolosamente salvi e il loro benefattore non era una persona qualunque ma uno dei suoi più cari amici e una delle lame migliori di Francia.

Destino o altro, d'Artagnan era assolutamente felice di come le cose si fossero sistemate. E il fatto che Athos fosse andato a dare manforte ad Aramis per la custodia dei suoi figli e soprattutto del principe, lo rincuorava ancora di più.

I suoi bambini erano salvi e sarebbero tornati a casa presto, ne era sicuro!!! Certo, gli avrebbe dato una strigliata che si sarebbero ricordati a vita ma saperli vivi, sapere che presto lui e Constance li avrebbero riabbracciati lo riempiva di gioia!

Con l'irruenza che lo contraddistingueva da sempre, dopo quella notizia era tornato a casa, aveva dato alla moglie le ultime notizie, aveva sellato il suo cavallo ed era partito a spron battuto verso Saint Marielle. Non vedeva l'ora di arrivare e sistemare quella brutta faccenda...

Era partito da Parigi talmente pieno d'impeto che non aveva realizzato però ben bene il quadro della situazione...

Certo, i suoi figli e il principe erano salvi ma... Rivedere Aramis, dopo dieci anni... Cosa avrebbe comportato ciò? Man mano che viaggiava, mille domande si affacciavano alla sua mente, mille dubbi, mille paure... Sapeva perchè se n'era andata, o almeno lo immaginava. Conosceva la sua storia ed aveva saputo leggere, nei silenzi e nella partenza frettolosa della donna moschettiere, i motivi che l'avevano spinta ad abbandonare la capitale, dopo aver portato a termine la sua vendetta contro Mansonne. In effetti, forse non aveva avuto scelta, di questo era convinto. Viveva nella menzogna, una menzogna che difficilmente sarebbe riuscita a portare avanti. E poi, portarla avanti per cosa? Per vivere una vita che forse non le apparteneva, senza un futuro, senza un obbiettivo da raggiungere... D'artagnan capiva perchè era partita, anche se lei non aveva dato spiegazioni nemmeno a lui e non lo aveva salutato, prima di lasciare Parigi e i moschettieri per sempre.

In quei dieci anni d'Artagnan aveva mantenuto il suo segreto, non era mai venuto a meno alla promessa fattale a Belle Ile, quando aveva scoperto tutto. Era stato difficile i primi tempi, soprattutto davanti alla disperazione e alle mille domande che si facevano Athos e Porthos per quella partenza frettolosa.

Poi il tempo era passato, si erano rassegnati, si era sposato ed erano nati i suoi figli e la vita aveva preso a scorrere per tutti in maniera diversa... E Aramis era diventata un dolce ricordo lontano che non avrebbe influito più sulle loro vite.

E invece, il destino, unito a tre bambini pestiferi, aveva rimescolato le carte...

Non sapeva cosa le avrebbe detto rivedendola, non sapeva come lei vivesse, se da uomo o da donna, non sapeva come avrebbe dovuto affrontarla. O meglio, avrebbe saputo farlo se fossero stati soli perchè lui sapeva tutto di lei, le avrebbe parlato a viso aperto, da amico ad amica.

Ma...

Athos...

Il suo amico era là con lei e d'Artagnan non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo in quella casa. Era abbastanza certo che Athos fosse arrabbiato, lo era sicuramente i primi tempi quanto meno, quando Aramis era appena partita senza dire nulla a nessuno. Ma erano passati dieci anni e la mente di Athos era comunque, nonostante lo conoscesse ormai bene, imperscrutabile per certe cose, per il guascone. Athos non parlava mai dei suoi sentimenti e tante cose della sua vita rimanevano un mistero, compreso cosa pensasse di Aramis, della quale ormai non parlava più da anni. D'artagnan lo rispettava, non chiedeva, non si intrometteva nella vita dell'amico, a meno che non fosse Athos a raccontare qualcosa. Ma questo succedeva raramente perchè il moschettiere era sempre stato una persona riservata. E lo era diventato ancora di più proprio dopo la partenza di Aramis.

E quindi, trovarsi faccia a faccia dieci anni dopo, che reazione aveva risvegliato in lui? Gioia? O rabbia?

E poi, trovarsi davanti Aramis e magari scoprire il suo segreto, che effetto poteva avere avuto su Athos? Oppure, lo sapeva già e non aveva detto nulla agli altri, proprio come aveva fatto egli stesso?

D'artagnan era confuso, molto...

Ma non vedeva l'ora di arrivare! E spronava e rispronava il suo cavallo a galoppare più veloce della luce.

Per arrivare in quel villaggio, per rivedere i suoi figli e forse, per riallacciare quel rapporto di amicizia lasciato in sospeso, spezzato tanti anni prima...

Uno per tutti, tutti per uno...

Come gli sarebbe piaciuto, se fosse stato ancora vero, possibile... Ma loro, ne sarebbero stati ancora capaci?

Oppure, lontananza, silenzi, solitudine e rancori aveva intaccato per sempre quel rapporto di amicizia che sembrava indissolubile?

Non lo sapeva e quasi aveva paura a chiederselo... Ma non si fermava e galoppava senza sosta, con la stessa temerarietà e tenacia di quando era giunto, sedicenne ed inesperto, a Parigi...


...


A Demian, Julie e Luis piaceva Bazin. Era buffo, imbranato e portava una ventata di allegria in quella casa, quando arrivava al mattino a chiedere alla sua padrona di cosa avesse bisogno. Era una vera e propria boccata d'ossigeno e di ilarità con i suoi modi genuini, forse grossolani e da paesano, così diverso dai signorotti dell'alta società parigina.

Ai bambini piaceva e lo seguivano ovunque, mentre era lì a casa di Aramis. Ne erano incuriositi e soprattutto, respiravano un clima un pò più sereno quando c'era lui a distrarli.

Infatti, a nessuno dei tre era sfuggito il cambio di clima e di umore in quella casa, da quando Athos era arrivato pochi giorni prima.

Soprattutto Julie e Demian, erano rimasti spiazzati dal cambiamento di umore dello 'zio Athos', di solito sempre gentile con loro. Era cupo, musone e poco incline a dar loro retta, cosa tanto strana per lui che mai era stato uno che esternava il suo affetto platealmente ma che con piccoli gesti aveva sempre fatto capire loro quanto bene gli volesse.

E anche Aramis, l'idolo della piccola Julie, era cambiata da quando Athos era arrivato. Rimaneva sempre la donna in gamba che li aveva salvati giorni prima, ma anche lei era tesa e nervosa...

Non capivano cosa succedesse attorno a loro ma speravano che d'Artagnan arrivasse il prima possibile a prenderli per mettere fino a tutto ciò...

Julie e Demian ne erano certi, il loro papà sapeva risolvere tutti i problemi! E anche Luis riponeva grande fiducia nel moschettiere che da sempre ammirava con venerazione.

"Io mi annoio!!!" - esclamò Julie, sedendosi per terra e borbottando rumorosamente.

Aramis, intenta a lucidare la sua spada, la osservò dalla sedia. "Non puoi trovarti qualche gioco da fare con tuo fratello e con il principe?" - rispose, indicando i due bambini che parlottavano tranquilli fra loro sul letto nella camera.

Julie scosse la testa. "Io non voglio giocare tutto il giorno coi maschi, io voglio giocare all'aperto!!!" - si lamentò la bimba.

Aramis scosse la testa, guardando fuori dalla finestra. Il tempo era pessimo e pioveva a dirotto. "Non vedi che piove? Purtroppo per oggi, sarà impossibile uscire!" - le disse con tono gentile, capendo quanto noiosa dovesse essere quella situazione per una bimba.

"E quando smette?" - insistette Julie.

Athos, spazientito da quei lamenti, batté con forza un pugno sulla spalliera della poltrona dov'era seduto. "Ora basta Julie!!! Quì nessuno comanda il tempo e nessuno, a parte te, si sta lamentando!!! Finiscila di fare capricci o mi farai arrabbiare sul serio!!! Questa situazione è già abbastanza pesante così com'è, senza che tu la peggiori ulteriormente! Se ve ne foste stati buoni a Parigi, ora non saremmo quì! Se davvero non sai cosa fare, pensa ai tuoi errori e medita su come non ripeterli in futuro!".

Julie spalancò gli occhi e arretrò. Ci era rimasta male... Cos'èra quel tono freddo, arrabbiato, aggressivo? Athos... Lo zio Athos... Stentava a credere che si trovasse di fronte a lui. Era così diverso dal moschettiere gentile che aveva imparato a conoscere da quando era nata. Certo, le era capitato diverse volte di vederlo teso quando aveva affrontato, con suo padre, missioni pericolose ma MAI le aveva parlato così bruscamente... "Zio Athos..." - mormorò con timore, mentre calde lacrime si affacciavano ai suoi occhi.

Aramis guardò Athos con sguardo furente invece. "Non ti ricordavo tanto maleducato! Ti sembra il modo di parlare ad una bambina?".

Athos non si scompose e riaffondò nella poltrona, irritato. "Conosco Julie da quando è nata e so meglio di te come parlarle! E come agisco, non sono affari tuoi, se permetti..." - sibilò con cattiveria, piantando il suo sguardo in quello della donna.

In quel momento si sentì il rumore di un cavallo che giungeva, nella pioggia, al galoppo. Aramis si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra per vedere se era Bazin che era arrivato. E fu grande la sua sorpresa quando, invece del suo servitore, vide una faccia conosciuta, che non incontrava da dieci anni. Il cuore prese a batterle forte, all'impazzata. Era lui, proprio lui!!! Quanto lo aveva pensato, aspettato da quando quella storia era iniziata, con l'incontro coi suoi figli! D'artagnan, il ragazzo coraggioso dal cuore puro, che aveva protetto come un fratellino nei suoi anni parigini, che aveva visto crescere e diventare uomo, battaglia dopo battaglia, che conosceva il suo segreto e che mai l'aveva tradita. Gioia, emozione di rincontrare quel ragazzino diventato adulto... "D'artagnan!" - esclamò.

"D'artagnan?!" - ripeté Luis saltando giù dal letto e correndo alla finestra.

Anche Demian e Julie corsero a vedere. "E' arrivato papà!!!" - esclamarono in coro.

Julie saltò fra le braccia di Aramis, felice. "E' arrivato il mio papà, è arrivato il mio papà finalmente!!!" - urlò abbracciandola, eccitata.

Aramis le strizzò l'occhio, sorridendole. "E allora sù, corrigli incontro!".

I bimbi spalancarono la porta e corsero fuori mentre Aramis e Athos, soli, si scambiarono uno sguardo in cagnesco. "Non gli vai incontro?" - chiese la donna, con freddezza, vedendo che il moschettiere non si alzava dalla poltrona.

Athos alzò le spalle. "Non vedo perchè dovrei fargli tanti cerimoniali..." - rispose con freddezza, in tono di sfida.

Aramis si morse il labbro. Non capiva, era confusa... Athos ce l'aveva con lei e questo poteva avere senso... Ma con d'Artagnan, che problemi c'erano? Cosa era successo ai suoi amici mentre lei non c'era? Aveva mille domande da porre ma non era ne il luogo ne il momento per farle... Uscì senza aggiugere altro e appena fuori, vide il guascone circondato dai tre bambini che gli saltavano attorno eccitati.

Appena d'Artagnan la vide, sorrise e le si avvicinò felice. Era vestita con abiti maschili che però non nascondevano la sua vera natura. La camicia bianca di seta metteva ben in evidenza il suo petto prosperoso e Aramis era rimasta la bella donna di dieci anni prima. Beh, almeno sapeva come viveva e come si era presentata ad Athos... "Aramis, che piacere..." - le sussurrò appena la ebbe davanti, con un tono misto di felicità, stupore per quella situazione e imbarazzo. "O dovrei dire... Renèe?".

La donna sorrise. "Aramis va benissimo d'Artagnan! Sono felice che tu sia quì" – gli rispose, andandogli incontro.

I bimbi corsero vicino ai due e Julie prese la mano del padre. "Papà, sai che questa signora sa combattere bene con la spada come te?".

D'artagnan annuì alla piccola. "Oh, lo so! Io la conosco bene".

Julie sorrise e fece per replicare ma Aramis la bloccò. "Su, entriamo in casa o ci bagneremo come pulcini, con questa pioggia!".

I tre bimbi annuirono e corsero dentro velocemente, lasciando soli per pochi istanti Aramis e d'Artagnan. Il guascone guardò la donna. "Sai, non potevo credere alle mie orecchie quando De Treville mi ha detto dov'erano i miei figli e cosa era successo!".

Aramis ridacchiò. "Oh, non lo dire a me! Ero incredula quando ho scoperto chi erano quei tre mocciosetti!".

D'artagnan annuì. "Già...". Poi guardò verso l'uscio pensieroso. "Athos è quì?" - chiese preoccupato, non vedendo l'amico arrivare.

Il viso di Aramis si rabbuiò. "Sì, è dentro... Devo dire che il suo carattere è davvero peggiorato in questi dieci anni... Quì con lui, non è stato il massimo del divertimento in questi giorni, se devo essere onesta e...".

D'artagnan fece per replicare e chiedere spiegazioni ma i bimbi presero a chiamarli dall'uscio e dovette rimandare le domande che aveva in testa. Che diavolo stava succedendo in quella casa? In che rapporti erano i suoi due amici, dopo dieci anni di lontananza e silenzio? Un pò lo immaginava ma non riusciva a farsene un'idea chiara in testa.

Entrarono in casa e Athos, osservando l'amico entrare, non si alzò ne si scompose. Si limitò ad annuire serio in segno di saluto, senza tirarsi su dalla poltrona. "Era ora d'Artagnan! Credevo ti fossi perso per strada!" - disse, con freddezza. In quel momento era arrabbiato, ora ne era conscio, rivedendo il guascone! Con Aramis e anche con d'Artagnan, sì!!! Con la prima, perchè aveva tradito l'amicizia profonda che li aveva uniti, col secondo perchè... Non lo sapeva ancora bene il perchè ma in quel momento vedere d'Artagnan lo irritava! Forse era perchè stava facendo una carriera migliore della sua, forse perchè conosceva e condivideva un segreto con la loro vecchia compagna d'avventure, un segreto che Aramis non aveva voluto rivelare a nessuno eccetto che a lui... O forse, semplicemente era irritato e basta! Qualunque cosa fosse, Athos sapeva di avere un umore pessimo in quel momento.

"Ho fatto prima che ho potuto Athos, sono partito appena De Treville mi ha informato sugli ultimi sviluppi!" - rispose con calma forzata il guascone, onde evitare che Athos peggiorasse il suo tono di voce ulteriormente. Dalle poche parole che gli aveva rivolto, l'aveva ben capito che Athos era di umore nero. Ma non aveva voglia ne di polemizzare con lui ne di litigarci, soprattutto non a casa di Aramis e non con i suoi bambini presenti. E soprattutto, non aveva voglia di litigare con uno dei suoi migliori amici, senza sapere il motivo di tanto rancore. D'artagnan poteva forse capire appieno la tensione fra Athos e Aramis ma non capiva perchè l'amico, a quanto sembrava, ce l'avesse anche con lui.

Athos si alzò dalla poltrona, spazientito forse per quel tono di voce calmo che d'Artagnan gli aveva riservato. Avrebbe preferito che gli rispondesse male, così almeno avrebbe avuto l'appiglio per attaccarlo e dare sfogo alla sua rabbia. Ma così, il guascone gli aveva tarpato in un certo senso le ali... "Se questo ritmo di viaggio è il meglio che puoi fare, credo che il corpo dei moschettieri sia nei guai...".

Nemmeno quell'ultima frecciatina sfuggì al guascone e come per la frase precedente, decise di sorvolare e di non cogliere la provocazione. "Che vuoi farci, vuol dire che sto invecchiando!" - ribatté con calma, alzando le spalle.

Athos digrignò i denti, ancora una volta battuto. Si ributtò sulla poltrona in silenzio, deciso a non proseguire ulteriormente quella conversazione.

D'artagnan lo fissò torvo per un istante, poi si inginocchiò davanti ai suoi figli, stringendoli in un abbraccio. "Julie, Demian... Voi non immaginate che paura ci avete fatto prendere, voi e il principino!" - disse, osservando il piccolo Luis seduto sulle sue ginocchia.

Demian si strinse a lui. "Papà, ci spiace! Sei arrabbiato?".

D'artagnan sospirò. "Abbastanza! Ma per ora, voglio godermi il fatto di avervi ritrovati sani e salvi! Dovreste ringraziare Aramis per quello che ha fatto per voi! Siete stati fortunati ad incontrare lei e spero che questa brutta storia vi abbia insegnato qualcosa!".

"Oh, lo spero bene!" - intervenne nuovamente Athos in tono acido – "Spero che abbiate imparato bene cosa vuol dire DISOBBEDIRE e a che conseguenze questo porti! E mi auspico che vostro padre vi punirà come meritate, invece che abbracciarvi come ha appena fatto!".

"Athos!!!". D'artagnan si alzò di scatto, ora EVIDENTEMENTE spazientito. Si sforzò di tenere un tono di voce basso ma sentiva che la pazienza lo stava abbandonando... "I miei figli saranno puniti e messi in castigo come meritano, te lo garantisco! Ma non li vedo da giorni, io e la loro madre siamo stati in ansia per notti intere, senza chiudere occhio, chiedendoci se li avremmo mai rivisti vivi! E ora, se permetti, voglio godere del fatto che siano quì con me, sani e salvi! E voglio riabbracciarli perchè credevo che forse non lo avrei più potuto fare! Il resto verrà dopo, non preoccuparti per questo!".

Athos lo fissò torvo, occhi negli occhi. "Fa quello che vuoi, non sono figli miei dopo tutto!".

Aramis si intromise fra i due, notando il disagio dei bambini in mezzo a quella strana lite. "Ragazzi, siamo molto stanchi, perchè non ci calmiamo e rimandiamo i discorsi seri a dopo? Preparo la cena e così, a pancia piena, si perlerà meglio".

Athos le lanciò uno sguardo fugace. "Io non ho fame e non ho niente da discutere! Abbiamo quì il futuro capo dei moschettieri dopo tutto, che ci pensi lui a organizzare il viaggio di ritorno a Parigi! Anzi, fatelo insieme tu e lui, siete così in SINTONIA! Io me ne vado a letto, buona notte a tutti!". Si avviò alla porta della sua camera, la chiuse dietro di se e scomparve dalla sala.

Julie abbassò lo sguardo, nuovamente turbata dal comportamento di Athos. "Papà..." - sussurrò al genitore, in cerca di risposte.

D'artagnan le sorrise, forzatamente. "Lo zio Athos ha un caratteraccio, lo sai bene! Vedrai che con una bella dormita, domani sarà più simpatico e gentile!". Poi si voltò verso Aramis, in cerca egli stesso di risposte.

La donna scosse la testa. Non sapeva cosa dirgli. Gli fece cenno di attendere di essere soli e forse, insieme, avrebbero capito cosa stava succedendo ad Athos. Avevano dieci anni di lontananza da raccontarsi poi, sarebbe stato bello chiaccherare insieme. Aramis fissò il giovane guascone davanti a lei. Era diventato un uomo, era cresciuto non solo nel fisico ma anche nella mente. Lo aveva capito vedendolo coi suoi figli e soprattutto, per come aveva tenuto testa ad Athos durante il loro battibecco, non cedendo alle sue provocazioni. Sarebbe stato un buon capitano per i moschettieri, ne era certa...




  
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