PROLOGO
La pioggia
cadeva fitta su Spinners Ends rendendo quel luogo ancora più
macabro e triste
di quanto già non fosse.
Le strade
erano desolate e il vento vorticava fra i vicoletti trascinandosi
dietro le
foglie strappate dagli alberi. I rami ondulavano minacciosamente sulle
rive del
fiume.
Niente
lasciava presumere che fosse estate, giugno, il 14 giugno per la
precisione.
Ad un tratto
il solo fragore della pioggia fu interrotto dal rumore di tacchi a
spillo che
correvano veloci sull’asfalto bagnato.
Un esile figura avvolta
in un lungo mantello
nero, camminava speditamente guardandosi attorno, con fare circospetto,
e
arricciando il naso di tanto in tanto. Nonostante la pioggia diventasse
sempre
più forte di minuto in minuto, il suo nero mantello era
ancora completamente
asciutto e la pioggia sembrava scivolarle addosso senza lasciarvi
alcuna
traccia.
La
misteriosa figura voltò l’angolo e, raggiunta
l'ultima di una fila di case
sporche e consunte, dopo essersi guardata nuovamente attorno,
bussò ad un
vecchio portone di legno e attese battendo il piede destro, con fare
impaziente, sullo stretto marciapiede di ruvida pietra grigia.
L’uomo che
venne ad aprire assomigliava sorprendentemente ad un pipistrello. I
capelli
lunghi e neri incorniciavano il viso pallido e degli occhi neri come la
pace che,
alla vista della persona che gli stava davanti, si spalancarono di
amaro
stupore.
“E tu cosa
ci fai qui?” chiese con astio.
“Posso
entrare Severus?” l’insegnante emise un verso di
totale disappunto ma, suo
malgrado, spalancò la porta e face passare
l’ospite all’interno della sua
dimora. Diede un’ultima occhiata veloce sulla strada deserta
per poi
richiudersi velocemente la porta alle spalle.
Dritto di
fronte a lui il suo ospite si era sfilato il mantello rivelando il
corpo di una
giovane donna avvolta in un abito rosso splendente. Aveva lunghi
capelli scuri,
due profondi occhi verdi e un delizioso naso alla francese.
Ad un primo
sguardo sarebbe potuta sembrare una normalissima donna, certo, molto
affascinate ma di certo niente che non si fosse già visto.
Ma ad uno sguardo
più attento si poteva notare qualcosa di diverso in lei: la
pelle era molto
chiara e aveva una strana luce negli occhi, una luce vecchia di secoli
che
trasmetteva forza e saggezza. Uno sguardo determinato, anche troppo per
una
ragazza che dimostrava circa 28 anni.
C’era
qualcosa di dannatamente strano in lei, o sbagliato, a seconda dei
punti di
vista, si intende.
“È
sempre un
piacere rivederti Severus” sorrise mostrando una fila di
denti perfettamente
bianchi.
L’uomo non
diede segno di scomporsi “Te l’ho già
chiesto e te lo ripeto. Che cosa ci fai
tu qui?” il sorriso sul volto della ragazza si spense. Si
voltò, con infinita
calma raggiunse il vecchio divano logoro e si accomodò.
“Se fossi un
gentiluomo, Severus, per lo meno mi offriresti qualcosa da
bere”
Il mago le
sorrise con perfidia “Niente in questa casa sarebbe di tuo
completo gradimento,
non è forse così?” la ragazza
ricambiò il sorriso e i sui denti brillarono alla
debole luce della vecchia lampada che pendeva dal soffitto scrostato.
“Tu
dici?”
Sul volto di
Piton balenò una strana impressione, fra lo stupito, lo
spaventato e lo
stizzito.
Dalla bocca
della giovane donna uscì una risata cristallina che
risuonò per tutta la
stanza.
“Rilassati
Piton, non c’è bisogno di essere
così… “ si fermò
osservandolo per un istante
come a cercare un suggerimento “…
rigido” concluse, accavallando le gambe e
arricciando leggermente le labbra scarlatte, apparentemente fiera di
aver
trovato un aggettivo adatto. Severus la ignorò e si diresse
verso un piccolo
mobiletto di legno scuro con le ante in vetro che mostravano il suo
contenuto.
Bibite di ogni tipo erano disposte in modo ordinato e i contenuti
brillavano nelle
bottiglie di vetro.
Piton
afferrò una bottiglia dal contenuto dorato, con un movimento
di bacchetta fece
apparire due bicchieri e li riempì porgendone poi uno alla
donna che lo afferrò
riluttante per poi berlo tutto d'un fiato.
“Comunque,
giusto per rispondere alla tua
domanda, sono qui perché mi è giunta voce che un
certo mago oscuro è tornato…”
i suoi occhi si puntarono seri sul volto inespressivo dell’ex
mangiamorte
“giusto qualche settimana fa” concluse alzandosi
dal divano e cominciando a
camminare avanti e indietro per la stanza
“Ora, quel
che io voglio sapere da te, Severus, è: Lui è
tornato o no?” si fermò a
guardarlo, le braccia tese lungo il busto.
Calò il
silenzio per qualche minuto nei quali i due si scrutarono attentamente
finché
Piton non interruppe quel silenzio
divenuto insostenibile “Si, il Signore Oscuro è
tornato”.
La ragazza
si sedette nuovamente sul vecchio divano
“E immagino che Silente non abbia intensione di starsene con
le mani in mano,
nevvero?” disse sospirando senza attendere una vera risposta
“Ed ecco il motivo
per cui sono qui oggi”.
Piton
spalancò gli occhi “Non dirmi che vuoi unirti
all’ordine?”
Rachel
spalancò le braccia con fare teatrale
“Cos’ho da perdere?”
“Beh, anche
durante la prima guerra magica non avevi niente da perdere eppure non
ti sei
mai schierata” Rachel si alzò dal divano, si
sistemò le pieghe del vestito e si
avvicinò al professore “Dettagli, Severus.
Dettagli”. Lo superò dirigendosi
verso l’ingresso. Recuperò la sua mantella nera e
se la infilò lentamente.
“Domani
davanti ai Tre manici di scopa alle nove in punto, ho bisogno di
parlare con
Silente”
“E se io non
ne avessi voglia?” le chiese Piton sprezzante e alterato dal
comportamento della ragazza che, dal canto suo, lo ignorò
completamente. Si
tirò su il cappuccio e aprì la porta di legno
permettendo a qualche goccia
d’acqua di introdursi fastidiosamente in casa.
“Mi
raccomando Piton, non tardare”
“Silente
è
un uomo molto impegnato, che ti fa pensare che domani si trovi ad
Hogwarts?” le
chiese.
La giovane
sorrise mesta “Ho come la sensazione che ci
sarà” Severus la guardò male ma
ancora una volta lei lo ignorò “A domani
Severus”
“A domani
Rachel” rispose il professore prima che questa sparisse sotto
la pioggia.
Beh...
eccomi qua in questa nuova avventura. Non ho ancora molto da dire se
non che questo prologo è un po' un'esperimento su una storia
che mi frullava in testa già da parecchio tempo ma che non
ho mai avuto il coraggio di scrivere. Mi emoziona abbastanza
pubblicarla qui perciò spero che vi piaccia e vi
incuriosisca almeno un po'. Ho voluto lasciare il tutto molto vago per
adesso in modo da introdurre solamente alcuni elementi senza entrare
però nel dettaglio ma non preoccupatevi se è poco
chiaro... lo diventerà già dai primi capitoli.
Alla
prossima.