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Autore: La_Sakura    10/10/2007    3 recensioni
E' uno strana vita, quella di Tsubasa in Brasile... che avrà fatto in questi 6 anni? Perchè è così? Sembra quasi che un'ombra copra il suo cuore e gli impedisca di vivere sereno... Sanae è pronta a scoprirlo, aiutata da Genzo e Taro... ma far luce sul passato di Tsubasa potrebbe essere doloroso... chi è Miki?
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Se non ti conoscessi bene direi che c’è qualcosa che non va, Miki…-

-Se non ti conoscessi bene direi che c’è qualcosa che non va, Miki…-

-Non è niente, Marcelo, ho solo avuto una giornata particolare…-

-Hai parlato con Tsubasa?-

-Beh… sì…  non è andata come speravo, però forse c’è una speranza di… per lo meno rimanere amici… o provarci…-

-Sei rimasta davvero scottata da quel giapponese…- mormorò l’uomo, sorridendole dolcemente.

-Una vera cotta, ma di quelle che bruciano tanto… anche se forse definirla “cotta” è un po’ riduttivo. Per me lui era qualcosa di più, eravamo molto più intimi.-

-Com’è quella Sanae? Intendo, cosa ci trova lui? Cos’ha più di te?-

-Non ha niente di più, e neanche niente di meno… semplicemente è una ragazza diversa da come lo sono io. E lo ama da impazzire.-

-Anche tu.-

-Sì… anche io…-

 

-Due birre medie per il tavolo 7!-

-Ciao Miki!-

-Genzo! Che ci fai qui?-

-Un giro…- mormorò il ragazzo.

-Aspetta, porto queste due birre al tavolo e torno subito.-

Il portiere la osservò mentre si allontanava e si guardò un po’ attorno per saggiare la situazione. Non notava nulla di strano, ma in fondo era la seconda volta che ci entrava.

-Eccomi! Dai, mi prendo 5 minuti di pausa, così esco a fumare una sigaretta. Vuoi qualcosa da bere? Una birra?-

-Vada per una birra.-

Uscirono dal locale fumoso e si misero da una parte: mentre Miki fumava la sigaretta, Genzo sorseggiava la sua birra, entrambi in silenzio.

-Come stai?- chiese improvvisamente il nipponico.

-Perché questa domanda?-

-Ho sentito delle voci sul tuo conto…- disse sorridendo.

-Ah davvero? Beh, chissà che tipo di voci…-

-Voci che mi dicevano che non stai bene… che sei un po’ in crisi…-

Miki lo ringraziò mentalmente per aver scelto quella frase e non essere entrato troppo nel dettaglio: aspirò una boccata di fumo, lo soffiò fuori dalle narici e riprese a parlare:

-Sto che la persona che amo ha scritto la parola fine alla nostra relazione, e non ho nessuna possibilità di riconquistarlo, sto che mi trovo impelagata in una situazione più grande di me e in più sono una spogliarellista quindi puoi immaginare che considerazione ha di me la gente che mi conosce!-

-Sicuramente ti considerano un’ottima persona…-

-Stai flirtando con me, Wakabayashi?- domandò ad un tratto Miki, socchiudendo gli occhi con aria indagatrice.

-Può darsi…- rispose il ragazzo bevendo un lungo sorso dalla sua birra.

-Hai sbagliato persona: non sono il tipo adatto per un calciatore.-

-Esiste un tipo adatto ai calciatori?-

-Sì, è il modello Sanae: quella è la persona adatta, ma non lo dico come critica…-

-Di Sanae ce n’è una sola, e sappiamo entrambi a chi è interessata lei… non usciresti mai con me se ipoteticamente ti invitassi fuori?-

-Genzo…- mormorò lei, arrossendo dolcemente.

-Accidenti, non sapevo che le ballerine di lapdance arrossissero così facilmente!-

-Devo rientrare a lavorare…-

-Posso aspettare… stacchi verso le 3, dico bene?-

Miki lo fissò: non riusciva a capire se dicesse sul serio o se la stesse prendendo in giro.

 

Pablo era lì, in un angolo: Miki notò lo sguardo nervoso e arrabbiato col quale l’uomo fissava lei e Genzo. Sentì un brivido lungo la schiena e un brutto presentimento si fece strada dentro di lei. Fece accomodare Genzo a banco, si raccomandò con uno dei buttafuori che lo tenesse d’occhio per evitare che gli venisse fatto qualcosa, quindi si diresse verso Pablo.

-Buonasera, mio piccolo fiore… ti ho portato un pensierino…-

Le porse una piccola rosa bianca, ancora leggermente chiusa; Miki la prese in mano e la osservò.

-È… bellissima… grazie, non dovevi…-

-Ho passato una serata meravigliosa, sai?- disse lui carezzandole una guancia. Miki si ritrasse leggermente, sempre tenendo lo sguardo basso –Che c’è? Hai paura di me? Hai ragione, forse ho un po’ esagerato… ma vedrai che stasera andrà meglio…-

Miki alzò lo sguardo e lo fissò con aria terrorizzata:

-Sta… stasera?-

-Certo, ho organizzato tutto…-

-Veramente… io… stasera non posso…-

-Ti riferisci a quel babbione nipponico che ci sta fissando?-

Miki si voltò e notò che effettivamente Genzo li stava controllando, mentre continuava a bere la sua birra.

-È un amico…-

-Lo spero, piccola puttana, perché d’ora in poi nella tua vita devo essere presente solo io, altrimenti sai che fine faranno tutti quelli che oseranno avvicinarsi a te?- e con il dito indice della mano destra fece il segno di sgozzarsi.

Miki iniziò a tremare mentre gli occhi le si riempivano di lacrime: solo ora capiva le proporzioni del disastro che aveva combinato. Facendo leva sui suoi sentimenti Pablo aveva saggiato il terreno, e ora che aveva capito qual’era il suo punto debole non si sarebbe più fermato… non si sarebbe accontentato di una notte, l’avrebbe voluta accanto a sé per tutto il tempo, fino a quando si sarebbe stancato. Aveva ceduto, ed ora si trovava in trappola… chiuse gli occhi, e così facendo le lacrime solcarono le gote. Era la fine, non poteva più fermare il circolo vizioso in cui si era ficcata. A meno che…

 

-Sono sfinita… dovrei decidermi a chiedere delle ferie…-

-Da quant’è che non ti fai una vacanza?-

Miki sorrise alla domanda del portiere:

-Ero ancora insieme a Tsubasa… secoli fa…-

-Come andavano le cose tra voi due?-

Stavano rientrando a casa, dirigendosi verso la piazzola di sosta dei taxi: Miki si voltò verso Genzo e lo fissò intensamente:

-Perché sei venuto al locale stasera? Sei stato mandato in avanscoperta o cosa?-

-Niente di tutto ciò… volevo solo stare un po’ con te…- e così dicendo si chinò in avanti per sfiorarle le labbra con un bacio. Miki impietrì a quel gesto, e quando il ragazzo si scostò per avviarsi verso l’unico taxi presente, lei si guardò intorno, terrorizzata all’idea che Pablo potesse averli visti. Il viaggio di rientro lo passarono in silenzio, entrambi assorti a fissare il panorama notturno della città: Miki aveva una gran confusione nella testa, ora anche Genzo si metteva a fare il cascamorto con lei. No, non poteva crederci, sicuramente c’era qualcosa sotto… quel ragazzo la intrigava, e aveva sicuramente un fisico eccezionale, come poté constatare guardandolo di sottecchi. Ma non era il caso di dare troppo peso alle sue parole… sicuramente mentiva… anzi, senza dubbio, soprattutto stando a quello che Tsubasa le aveva sempre raccontato… ma allora perché quando lui si era avvicinato a lei per darle quel leggero bacio si era sentita leggera?

Dal canto suo Genzo ripensava a quel gesto… non era di certo quello che gli era stato chiesto di fare, eppure gli era venuto spontaneo… che Miki fosse una bella ragazza era indiscutibile, ma non l’aveva mai considerata da quel punto di vista. Oltretutto era una ex di Tsubasa, e lui da amico non era il tipo da fare certe cose. Non prima di averne parlato con il diretto interessato, per lo meno… si stava cacciando in un bel guaio…

 

Il giorno successivo ci fu una specie di riunione all’interno dell’appartamento: Tsubasa presentò i biglietti aerei a Sanae, Taro, Genzo e Nicole e spiegò che Pepe aveva raggiunto la madre e Francisco lo aveva accompagnato.

-Mi spiace dover accorciare la vostra permanenza qui- esordì Tsubasa –ma è necessario che torniate a casa, e che Nicole torni con voi. Miki, tu capisci che la situazione è troppo complicata per poter mettere in mezzo altra gente.-

-Ma invece che farli andar via non potrei andarmene io? In fondo è me che vogliono…-

-È te che vogliono, ma è noi che mettono in mezzo.- rispose Nicole. La rossa avrebbe volentieri evitato di dire certe cose, ma capiva la situazione e sapeva di non poter fare altrimenti.

-Allora devi andartene anche tu.- disse improvvisamente Miki, fissando Tsubasa –Se rimani sei in pericolo, anzi, forse sei quello che rischia più di tutti, quindi te ne devi andare.-

-No, io rimango, per aiutarti.-

-Io mi aiuto da sola. Ho già trovato la soluzione. Se volete andarvene, liberissimi di farlo. Io ho già affittato un appartamento in un’altra zona della città e… ho cambiato lavoro.-

-Davvero? Questa è una notizia fantastica!- esclamò Tsubasa, mostrando improvvisamente un sorriso radioso.

-Sì, ma non essere così felice: ho accettato un lavoro al White Rabbit.-

Nicole e Tsubasa impallidirono improvvisamente: la rossa non poteva credere alle parole che erano appena state pronunciate dalla sua migliore amica. Si riscosse solo quando vide Tsubasa scattare in piedi: era furibondo, poteva vederlo dal modo in cui stringeva i pugni, e i suoi occhi erano ridotti a due fessure.

-Sei solo una piccola puttana.-

L’impatto con la guancia della mora fu talmente violento che la giovane cadde a terra.

Genzo, Taro e Sanae rimasero letteralmente basiti dalla reazione del loro amico, mentre Nicole corse ad aiutare Miki a rialzarsi.

-Ma sì, picchiami, tanto non sai fare altro. Hai avuto la stessa reazione quando ho mollato la danza e ho iniziato a lavorare al Blue Moon.-

-Mi fai schifo Miki. Potevi chiederci aiuto, avremmo fatto qualsiasi cosa per te. Invece passi da spogliarellista a puttana.-

Tsubasa parlava lentamente, senza neanche guardarla in faccia. Se l’avesse fatto, se l’avesse guardata, il suo muro sarebbe crollato e sarebbe scoppiato in lacrime, implorandola di non farlo, ma non poteva cadere così in basso. Ormai era tardi, Miki con quella mossa si era giocata l’ultimo residuo di stima che Tsubasa provava per lei.

-Un giorno capirai Tsubasa.- esordì la mora –Un giorno capirai e ti renderai conto dell’errore che stai commettendo, giudicandomi così. Comunque… addio.-

 

Un grazie a tutte voi che continuate a seguirmi con tanto affetto, questo capitolo è dedicato a tutte voi.

Comunicazione di servizio per coloro che seguono “Heroe”: la preparazione del capitolo si è rivelata più difficile del previsto, quindi pazientate ancora un po’ e prometto (spero!) di non deludervi!

Bacioni a tutte

Sakura

   
 
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