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Autore: pazzaviola    23/03/2013    5 recensioni
scendiamo le scale che ci porteranno al portone della scuola, discutendo su chi potrebbero essere le celebrità che ci faranno visita per la conferenza. siamo appena scese dall'ultimoi gradino e vediamo dall'altra parte della strada un grosso suv nero, con i vetri oscurati, che si ferma e parcheggia. ci guardiamo tutte e tre negli occhi , una sola idea ci balena in mente...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1


6:15 , ora di alzarsi .
  il mio sguardo , carico d’odio , cade sulla sveglia , che però continua imperterrita a suonare.
Come biasimarla, devo andare a scuola.
Ormai è tutto automatico, alle 6:53 in punto esco dalla porta di casa , che sbatto , come sempre , guadagnandomi , ancora una volta il disappunto di tutto il palazzo .
mi massaggio la testa mentre scendo le scale, “ cretina, 15 anni che vivi nella stessa casa e tutte le mattine sbatti contro le stesse porte” penso. 
Sto andando a prendere Rebecca ,  che come al solito mi raggiunge , puntualissima, sotto la banchina della fermata dell’autobus ; eccola , sta arrivando , -buongiorno!- mi saluta , -buon dì!- le rispondo con un sorriso assonnato.
Prendiamo l’autobus , arriviamo alla metropolitana e aspettiamo Erica .
–Sai  rebbi che ho fatto un sogno?- le dico, - e cosa hai sognato?- mi risponde , mi guarda come se stessi per pronunciare delle parole magiche ,-beh ,ultimamente sai che mi sto interessando agli one direction… - ammetto ,un po’ imbarazzata, -più che altro ti interessi dei loro  piccioni impagliati e delle loro camicie… - mi dice , sarcastica.
–mpf… non c’è nulla di male, comunque, ho sognato che li vedevo camminare per strada e a Louis cadeva , da non so dove poi, il mio amato Kevin!!!-      -hahaha!!! E tu?-  -io l’ho raccolto, intanto lui si era voltato e nel porgerglielo le nostre mani si sono sfiorate…-  arrossisco .
–Ah ! ma vedi che ti piace ! sei tutta rossa !!-,  -no non è vero!!- , -si ti dico!- ,  -no!-,  -si!!- ,  -Ciao ragazze !!- è arrivata erica , si fa attendere , come tutte le vere donne del resto, è sempre in ritardo , tranne qualche volta ma ciò si verifica solo in determinate circostanze.
La salutiamo e andiamo a scuola , frequentiamo il liceo artistico di brera, a milano, arrivate lì ci separiamo , loro sono in una classe ed io in un’altra.  
La prima ora , passo il mio tempo a guardare fuori dalla finestra , c’è un bel sole , finalmente la primavera è alle porte.
La campana. Ci spostiamo nell’ aula di scienze, anche qui non posso fare a meno di  guardare fuori dalla finestra ,  “perché diavolo non possiamo fare lezione all’aperto,  fa anche bene al corpo un po’ di sole…” sto per naufragare nelle mie assurde congetture  quando un repentino cambio di tono della professoressa mi riporta sulla terra: - ragazzi ascoltatemi perché vi interessa: allora  , oggi tutte le classi della scuola escono 3 ore prima perch…-    urla,schiamazzi d’ogni sorta la interrompono e passano diversi minuti dopo che tutte le manifestazioni di pura gioia cessino, -dicevo, uscite prima perché  la nostra scuola ospita delle celebrità per la notte, in quanto non siano riusciti a trovare un hotel in tutta milano che non sia sotto l’assedio delle fan…-   bisbigli di sottofondo la costringono a fermarsi ancora una volta –E…- dice a voce più alta , per zittire il brusio,-domani si esibiranno durante la conferenza tenuta in palestra di cui siete già stati informati.- termina seccata. La campanella suona. Siamo liberi, esco dalla classe salutando tutti, vado a prendere Erica e Rebecca al terzo piano ,  faccio le scale contro corrente rischiando di essere buttata giù dagli studenti che invece stavano uscendo.
Le trovo ancora in classe che si preparano , siamo le ultime , c’è uno strano silenzio in effetti…allora ce la prendiamo comoda, -quando ci ricapita un’occasione così? Sole… potremmo fare le corse con i carrelli della spesa se solo ce ne fossero…-   dico io , con la mia solita teatralità congenita,  loro annuiscono ridendo – già , vi immaginate il casino, magari c’è ancora la preside a scuola…-  un silenzio…ci attraversa la mente l’idea di finire nei guai solo per essere rimaste un po’ di più a scuola , senza il permesso, un silenzio interrotto dalle risate, siamo arrivate al portone . una macchina nera  con i vetri oscurati si ferma dall’altra parte della piccola strada della scuola. –saranno le celebrità secondo voi?- chiede Erica , che era già un po’ gasata da prima a dire il vero, -magari…- risponde Rebecca sorridendo.
 
  
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