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Autore: Princess of Dark    23/03/2013    6 recensioni
Incontrare Johnny Depp è il sogno di tutte noi donne, o almeno era il sogno di Denise.
E lei credeva di stare veramente sognando quando lo incontrò.
Denise ha un lavoro noioso, una migliore amica un po' pazzerella, una vocina maligna nel suo cervello, un "fidanzato" e un sogno nel cassetto. Johnny sarà lì per renderlo vero.
ATTENZIONE:Johnny Depp dovrebbe essere illegale, ma visto che non lo è, va preso come minimo preso a piccole dosi. E' veramente rischioso per la vostra salute una meraviglia così!
Se anche voi lo amate, questa è la ff giusta per voi...aspetto le vostre recensioni!!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=rLHOJc3yhPM
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi divertii a percorrere il profilo del suo viso con le dita, accarezzandola delicatamente. La guardai dormire profondamente e mi tirai su per poterla osservare meglio e lei sospirò, accostandosi a me e stringendosi al mio petto. Sorrisi, le accarezzai i capelli, le bacia il capo e chiusi anche io gli occhi. Ora capivo perché avevo passato così tante notti insonni ultimamente: Denise era la sola cosa che poteva farmi stare bene. Sentire il calore del suo corpo, il profumo della sua pelle, il suono del suo respiro era ciò che desideravo più di ogni altra cosa. Presi a baciare la sua guancia, accarezzandole le braccia, pensando che sarebbe stata per sempre mia. Quella donna semplice, piccola e minuta conteneva il mio universo intero, la mia felicità: nel suo ventre c’era nostro figlio, nella sua anima la mia. Come ero stato così stupido da pensare che avrei potuto rinunciare a lei?

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Aprii gli occhi e venni travolta dai baci di Johnny che mi frastornarono, togliendomi il respiro per qualche secondo.
«Buongiorno», mi sussurrò e ricambiai con un sorriso languido, avvinghiandomi al suo petto nudo e godendomi il suo profumo.
«Temevo fossi un sogno», farfugliai ancora stordita e assonnata, richiudendo gli occhi. Lo sentii ridere, mentre tornava ad accarezzarmi i capelli.
«Stavo pensando…», accennò e io sollevai il capo per poterlo guardare. «Lui è un maschio, giusto?», disse infine. Lo guardai perplessa per qualche secondo prima di capire ciò che mi stava dicendo.
«Oh… uhm… sì», farfugliai confusa. Lui sorrise ancora.
«Hai già pensato a come chiamarlo?»
«Speravo di farlo con te», gli sorrisi, iniziando a giocherellare sul suo petto, disegnando tanti piccoli cerchietti. Mi cinse per le spalle, iniziando a sfiorarmi le braccia. «A te che nome piace?»
«Non saprei», mormorò lui. «Io ancora non ci credo… è passato così tanto tempo dall’ultima volta che…»
«…che hai passato le notti in bianco a cambiare pannolini puzzolenti?», gli suggerii ridendo e lui con me.
«Quello lo farai tu, mammina!», borbottò.
«Sei tu quello che ha già avuto due figli!»
«Non è una scusa valida», sussurrò sulle mie labbra, accarezzando poi il mio ventre. «David, Michael, Robert... ce ne sono tanti di nomi carini», aggiunse, tornando a fissare il soffitto. Mi stiracchiai, sbadigliando.
«Ci penseremo tra un paio di mesi», farfugliai, rigirandomi nel letto.
«Ma io voglio già chiamarlo con un nome!»
«Chiamalo Baby Depp per ora», dissi, prima di scoppiare a ridere. «Tim lo chiama così», aggiunsi.
«Davvero?», rise lui. Ci furono alcuni minuti di silenzio. «Non ho mai ascoltato ciò che avevi da dire, riguardo quello che è successo…»
«Non avevi detto che volevi ricominciare da capo?», lo canzonai e lui si poggiò con la testa su un palmo della mano per fissarmi meglio.
«Sì, ma voglio sapere la verità», insistette. Sospirai, scostandogli un ciuffo adorabile di capelli.
«Non c’è nulla da sapere, Joh. Fred e Vanessa si erano messi d’accordo per mandare all’aria il nostro futuro», dissi amaramente, sorridendo anche perché non c’erano affatto riusciti. Johnny s’irrigidì.
«E cosa c’entra Vanessa in tutto questo?!»
«Ha pagato Fred per farlo venire qui e farsi fotografare dai paparazzi», borbottai, alzando gli occhi al cielo. Johnny, come se veramente non ne sapesse nulla, sgranò gli occhi sorpreso.
«Che puttana», sussurrò incredulo ed io risi, allacciando le dita intorno al suo collo ed attirandolo alle mie labbra. «Non sarai come lei tra una decina d’anni, vero?»
«Mmh e chi lo sa se diventerò una mogliettina gelosa», sussurrai al suo orecchio, divertita. Rise di gusto.
 
«Lo sapevo che tutto si sarebbe sistemato», sorrise Marylin, abbracciandomi.
«Anche se ci hai messo il tuo zampino…», accennai e lei abbassò lo sguardo imbarazzata.
«Scusami, gli ho inviato quei documenti di nascosto ma… sapevo che con quelli sarebbe sicuramente tornato», mi spiegò, lanciando un’occhiata a Johnny che stava parlando con Charlie nel parcheggio. «Dove state andando?», aggiunse ed io sospirai.
«Da mia madre. Aspetto un bambino e presto mi sposerò, direi che è ora di presentarle i-»
«Cosa?! Ti sposi?»
«Sì»
«E quando avevi pensato di dirmelo, stronza!», esclamò e ridemmo, prima che mi circondasse con un enorme abbraccio. «Sono felicissima per te», aggiunse.
«Ti voglio bene».
 
Tornai in quel vicolo in periferia della città, quello nel quale ero stata raramente negli ultimi anni. Venni investita da un brivido di paura nel ritrovarmi davanti a quella porta di legno laccato. Johnny mi aveva dato un bacio e aveva detto che mi avrebbe aspettato fuori ed io avevo annuito, bussando il campanello della porta di mia madre.
Sono ancora in tempo per scappare.
Affronta i fantasmi del passato, per una buona volta!
Forse è meglio lasciarli dove sono questi fantasmi…
Stai per sposarti, per diventare madre… lei lo deve sapere.
Ogni mandata della chiave nella toppa era un tocco al cuore e quando la porta si aprì temetti di morire d’infarto. Una donna dai capelli biondi e arruffati venne ad aprire: indossava una maglia viola prugna un paio di taglie più grandi della sua, un pantalone nero e si ripuliva le mani con uno strofinaccio da cucina malridotto, fissandomi con la bocca socchiusa e gli occhi sbarrati. Questa era mia madre, la donna che amava trascurarsi, che detestava il trucco e qualsiasi altra cosa che potesse mettere in risalto la bellezza femminile.
«Denise?», sussurrò, come se avesse paura che non fossi io.
«Ciao mamma», sorrisi malinconica, sentendo il nodo alla gola attorcigliarsi intorno alle tonsille e soffocarmi. Lei tentennò per qualche secondo, poi sospirò e si gettò tra le mie braccia.
«Non posso credere che sei qui», sussurrò tra un singhiozzo e l’altro che io dovetti sforzarmi di non crollare anch’io. Se iniziavo a piangere, era la fine e  non ce l’avrei fatta a dire tutto ciò che avevo sulla punta della lingua da giorni.
«Ho parecchie cose da dirti», mormorai timorosa, rigida come una mazza da biliardo. Lei mi sorrise e spalancò la porta di casa, accogliendomi.

“Sarò felice di spalancare di nuovo la porta di casa davanti ai tuoi occhi, Denise, il giorno che cambierai idea e ritornerai: non ce la farò a portarti rancore.”

Queste erano le parole che aveva detto tempo fa, l’ultima volta che ci eravamo viste. E così era stato: mi stava accogliendo di nuovo in casa sua. Lanciò lo strofinaccio sulla tavola della cucina e richiuse la porta alle mie spalle. Mi persi nei ricordi, guardandomi attorno: aveva cambiato il colore delle tende, comprato un nuovo centrino sul tavolo, ma tutto il resto era rimasto uguale, perfino quella radio antica che non funzionava da decenni ma che non aveva mai avuto il coraggio di buttare era ancora lì, come ricordavo.
«Siediti», mi disse, accompagnandomi al tavolo e sedendosi poi di fronte a me. Accennai un sorriso forzato, con il capo chino, avvertendo la pressione del suo sguardo curioso su di me. Lei non riusciva a contenere tutta la contentezza e lo si vedeva nei suoi gesti, nelle sue mani tremanti, mentre io me ne stavo immobile con lo sguardo da cane bastonato. Non riuscivo a guardarla negli occhi, mi sentivo la persona più meschina del mondo e me ne vergognavo. Sussultai quando sentii il calore della sua mano sulla mia e incrociai i suoi occhi lucidi e tremolanti. Da dove potevo iniziare?
«Ho saputo che te la stai cavando piuttosto bene», iniziò lei, vedendo che non riuscivo a parlare. Annuii lentamente e sorrisi. «Marylin come sta?»
«Bene. Tra un po’ si sposa», mormorai e un velo di stupore si tinse sul suo volto.
«La piccola Mary si sposa?», sussurrò sorridendo: aveva considerato Marylin un po’ come sua figlia.
«Aspetta un bambino», aggiunsi, aumentando il suo grado di “sorpresa”.
«Che bella notizia», rise lei dopo qualche minuto, congiungendo le mani come se volesse pregare. «E tu?», aggiunse dopo.
«Sono capitate molte cose anche a me», sorrisi amaramente, pensando a Johnny che aspettava già da quasi mezz’ora lì fuori. Ma l’avevo avvertito che ci avrei messo tempo: “tutta la giornata, se vuoi” mi aveva risposto lui sorridendomi.
«Lo so, anche se non ero presente ho seguito la tua nuova carriera. Ho visto il film e letto i giornali… non potevo crederci che avessi rotto con Fred e poi… Johnny Depp… e…»
«Partiamo dal principio», risi io.
Anche la mamma è una fan, non lo dimentichiamo.
Altrimenti da chi avrei preso le mie fissazioni?!

«Fred mi tradiva, non eravamo fatti l’uno per l’altro senza giri di parole. È stato meglio così, perché se penso a tutto quello che ha fatto mi viene un dolore allo stomaco e un istinto omicida», ringhiai, gesticolando. Lei sorrise, annuendo.
«Non mi è mai piaciuto fino in fondo»
«Dovevo darti ascolto, quando mi dicesti che non era un tipo affidabile», mormorai annuendo. Mi scostai un ciuffo di capelli. «Johnny l’ho incontrato un po’ per caso, a dir la verità. La mia è stata una vera e propria “botta di culo”». Scoppiammo a ridere. «E poi… beh, mi ha dato modo di entrare nello spettacolo»
«E com’è stato? Insomma… io ho solamente visto nello schermo una bellissima donna che recitava accanto a Johnny Depp in una maniera assurdamente perfetta!»
«Duro lavoro, mamma, non lo immagini neanche», risi, sospirando poi malinconicamente: quanto mi mancavano quelle giornate insieme a Nicoletta e Keira, le battutina di Orlando, le imprecazioni di Robert, anche quei sguardi un po’ invidiosi di Charlene. «Dovevo imparare le battute a memoria e ripeterle in continuazione fino a quando la scena non era perfetta», sorrisi.
«Sarà stato divertente», ridacchiò e mi parve di vedere una ragazzina di sedici anni al posto di mia madre. «E… come ci sei arrivata ai giornaletti scandalistici con Depp?», aggiunse ridendo furbamente. Arrossii e mi morsi il labbro imbarazzata.
«Johnny è sempre stato così divertente, mi ha aiutato nei miei momenti di crisi con Fred, mi è stato vicino… mi ha regalato un sogno, mamma, e me ne sono innamorata», sussurrai senza più imbarazzo: era la pura verità.
«E… lui?», azzardò.
«Ha chiesto di sposarmi», sorrisi, attendendo una sua reazione. Balzò dalla sedia e diede un urlo, due secondi prima di venirmi incontro e stringermi, investendomi del suo profumo alla liquirizia che non avevo sentito prima. La sentii piangere di nuovo.
«La mia piccolina», sussurrò, stringendomi forte. «Quanto ho desiderato che ci fosse qualcuno a renderti finalmente felice, tesoro mio».
«Abbiamo deciso di sposarci anche perché… aspetto un bambino». E dopo quella mia affermazione, scoppiai anche io in lacrime.
«Lo so che non sono stata una buona madre, Denise, ma se mi permetti vorrò essere una buona nonna. Ho sbagliato, ti ho trascurata, sei stata male e ne ho pagato le conseguenze perché alla fine sei andata via… non sai quanto sono stata male, tesoro. Perché ecco… avere un figlio è la cosa più bella del mondo e quindi io-»
«Mamma», la interruppi, afferrando le sue mani e stringendole. «Lasciamo alle spalle il passato. Neanche io sono stata una figlia modello: possiamo ricominciare», sussurrai, buttando giù il groppo alla gola.
«Ti voglio bene»
«Sono felice di aver chiarito tutto: avrei dovuto farlo prima. Te ne voglio tanto anche io», mormorai. Mi diede un grosso bacio sulla fronte e poi mi guardò negli occhi.
«Ma ora… devo presentarti il mio futuro marito», sorrisi, alzandomi dalla sedia. Mi lasciai alle spalle mia madre con l’espressione imbambolata e andai a chiamare Johnny.
«Tutto bene?», sussurrò preoccupato, guardandomi, asciugandomi l'ultima lacrima che era scivolata giù lungo la mia guancia e lasciandomi una carezza con la sua mano grossa e calda. Sorrisi e annuii.
«Tranquillo, sono lacrime di gioia», mormorai. «Vieni a conoscere mia madre?». Lo trascinai senza attendere una risposta su per le scale, avvertendo la stretta della sua mano farsi più forte.
e lo portai dinanzi agli occhi di mia madre.
«Oh Dio», sussurrò con un gridolino soffocato.
«Mamma, ti presento il mio futuro maritino», ridacchiai.
«Piacere di conoscerla», sorrise Johnny, afferrando la mano che gli aveva offerto e baciandola gentilmente. Accennò una risatina e le ci volle qualche minuto per riprendersi.
Quando fummo davanti un caffè bollente, si schiarì la voce.
«Mettiamo le cose in chiaro: non mi interessa che hai quasi la mia stessa età e sorvolo anche la differenza di anni con Denise, ma se la fai soffrire e se la vostra storia finisce come tutte le altre che ti porti alle spalle, non me ne frega che ti chiami Johnny Depp e ti faccio tornare un ragazzino», minacciò, seppure risultò essere un po' acida e troppo invadente sulla sua vita privata, seppure con fare scherzoso. Lui la guardò sorpreso per qualche secondo, poi rise.
«Mi farebbe un grande piacere se mi togliesse qualche anno», bofonchiò facendola scoppiare a ridere.
«Ah, beato chi si ascolta!», esclamò.
Iniziarono a parlare vivamente, quasi mi tagliarono fuori dal discorso: dal nuovo film, al suo lavoro, ai piatti preferiti, gli hobby, la Francia. Ridevano e scherzavano come vecchi amici ed io restavo a guardarli sorridendo. Avevo l’anima in pace, ora che anche questa era sistemata: mio figlio doveva nascere in un ambiente sereno e per fortuna ora lo era. Sorridendo, passavo dal viso di Johnny a quello della mia mamma, sentendo il mio cuore scoppiare d’amore. Sarei stata una madre anche io, sarei stata esattamente come era la mia: perfetta.
Due ore dopo, stavano sul serio parlando di come cambiare pannolini.
«Potresti esercitarti sulle tue vecchie bambole», disse lei, facendo ridacchiare Johnny.
«Spero che tu non faccia sul serio, mamma», mormorai imbarazzatissima, mettendomi una mano alla fronte e cercando di nascondere il mio viso tra i capelli.




Yes, Ho aggiornato! *^* Non ho riguardato perfettamente ma avevo fretta di pubblicare; era da un po' che non lo facevo e nei prossimi giorni forse non avrei potuto quindi... beh, ecco tutto u.u
Grazie a chi ha avuto la pazienza di aspettare tanto! Spero condividiate le mie scelte: ho deciso di inserirla la mammina perché Denise stava male già da troppo tempo e deve essere tutto perfetto u.u
Scusate, ma no ho molto tempo (vado ad una festa e lo so che non vi interessa u.u) ahah quindi...
Un bacione :*

  
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