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Autore: Esperia Jepsen    23/03/2013    2 recensioni
Niall, ragazzo irlandese, occhi azzurri come il ghiaccio, costretto a lasciar andare il suo vero amore.
Julie, ragazza irlandese, occhi blu come il mare, costretta a causa del suo ragazzo ad allontanarsi dall'irlandese.
***
"È stata la mia migliore amica al liceo, ma ormai ci sentiamo solo con un e-mail ogni tanto, magari a Natale o ai compleanni, e ciò mi fa star male." [...] ...rivolgo il mio sguardo oltre il finestrino e m’incanto a guardare una ragazza il cui volto non mi è nuovo.
Julie sta lì, davanti all'entrata del vagone che cerca di aprire il roller della valigia.
Non so per quanto tempo rimango a guardarla, ma sta di fatto che non potrò mai dimenticare il modo in cui bacia il ragazzo che l'ha chiamata, il ragazzo che l'ha costretta ad allontanarsi da me.
[...] È un attimo e lei, forse sentendosi fissata, si guarda intorno fino ad arrivare con lo sguardo dalla mia parte: quel sorriso che le dava luminosità, sparisce subito, lasciando spazio a un'espressione sorpresa. Mima con le labbra il mio nome, quando il treno ricomincia la sua corsa."
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I have seen you for the last time. 

 









 








Fermo. 
Seduto su questo sedile rosso da circa un'ora sul treno diretto a Londra. 
Sono tornato in Irlanda per stare con mia madre nel periodo natalizio, ma, ora che le vacanze sono finite, sono costretto a tornare al college.
Il mio futuro? Ancora non l'ho deciso, ma di certo non posso rimanere con le mani in mano mentre il tempo passa. 
Mi piacerebbe tanto sfondare nel mondo della musica, ma chi mai mi seguirebbe? Sono solo un timido ragazzo irlandese dagli occhi blu e dai capelli tinti. 
Con questo look mi hanno sempre considerato il tipico principe azzurro che salva le ragazze bisognose d'aiuto: descrizione che mi ha fatto sempre sorridere. Nella mia vita ho avuto due ragazze che credo di aver "salvato": una era una tossito dipendente ed è stata la prima ad attribuirmi questo titolo e anche la mia prima ragazza, mentre la seconda aveva bisogno di una casa in cui rifugiarsi siccome il padre la picchiava. Sono ancora fidanzato con lei, Annabelle, ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Ma nessuna delle due è comparabile alla ragazza che amo silenziosamente da un po’: Julie, bionda e dagli occhi azzurri, alta, magra, gambe slanciate e con un seno abbastanza prosperoso. È stata la mia migliore amica al liceo, ma ormai ci sentiamo solo con un e-mail ogni tanto, magari a Natale o ai compleanni, e ciò mi fa star male.
Mi manca.
Spesso mi capita di vedere una nostra foto che ho conservato, o meglio nascosto poiché la mia attuale ragazza è sempre stata gelosa di lei, e il cuore mi si stringe ogni volta. 
È stata la compagna di mille avventure, che sono finite troppo presto a parer mio.
 
Eravamo a mensa, quando all’improvviso vedo una chioma bionda che supera il mio tavolo. Mi alzo subito, lasciando Annabelle stupita, e la raggiungo fuori, nel cortile.
“Julie.”
“Niall che ci fai qui?” Guarda un punto dietro di me. “Dovresti stare dentro con la tua ragazza.”
Sospiro, capendo il motivo del suo comportamento in quegli ultimi giorni: “Che ti ha detto Annabelle?”
“N-niente.”
“Jul…”
Lei scuote il capo.
Le prendo la mano e la porto all’interno della scuola, nell’aula di biologia.
Lei non ha esitato quando l’ho presa per mano. Lei non ha esitato quando l’ho spinta nell’aula e soprattutto non ha esitato a ricambiare il mio abbraccio quando ha iniziato a piangere.
“Jul, spiegami che hai, ti prego.”
“Annabelle non vuole che stia con te.” Dice stringendomi più forte.
“Perché?” le sussurro tra i capelli.
“Pensa che io ti voglia tutto per me, pensa che io provi qualcosa per te.”

A quella frase il mio cuore batte più forte.
Quante volte l’ho desiderato.
Quante volte ho desiderato che fosse mia.
Quante volte ho desiderato prendere a calci il suo ragazzo.
Quante volte ho desiderato toccare quelle labbra.
Quante volte ho desiderato dirle che l’amo.
“E sai qual è il problema?” Scoglie l’abbraccio, continuando a piangere.
“Io credo di provare qualcosa per te!”



[…]

 

Julie era in camera mia, stesa sul mio letto e appoggiata al mio petto nudo.
“Dovremmo smetterla sai?” dice.
“Perché, in fondo non ci divertiamo tanto?” Lei ride, mentre dolcemente mi metto sopra di lei e le bacio il naso, le guance, la fronte e infine le labbra.
“Siamo entrambi fidanzati, Niall.” Sospira, per poi ricambiare un altro bacio. “Vorrei che fosse tutto più facile.” Aggiunge, poi, guardando il mio petto e disegnando qualcosa d’incomprensibile con le dita.
“Un modo ci sarebbe..” poggio la mia fronte alla sua..
“Non lascerò Louis, come tu non lascerai Annabelle.”Dice guardandomi negli occhi.
“Ma io amo te, Jul.”
“Anch’io ti amo, Niall, ma vedrai che arriverà il giorno in cui tutto questo finirà.”
“Allora è meglio se ce la godiamo finché possiamo, no?”
 E lei, ridendo, inverte le posizioni, per ricominciare quel nostro eterno gioco d’amore, che va avanti da un po’.

 
Julie ha sempre avuto l’arte della divinazione: infatti, dopo due mesi di quella relazione segreta, ci avevano scoperto e ci siamo dovuti allontanare.
Non ho mai capito perché Julie non ha voluto che lasciassi Annabelle, né perché lei non ha mai voluto dirlo a Louis, che è ancora il suo ragazzo.
So solo che lei amava me e che io amavo lei.
Il destino non è stato dalla nostra parte” aveva detto, prima di partire per il college ed io sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei vista.


Il treno si ferma ed io, annoiato, prendo il mio iPhone, risvegliandomi da quella serie di ricordi che fin troppo spesso ritornavano alla mia mente.
Dovrò cambiare suoneria prima o poi, penso 
Rispondo e riconosco subito la ragazza a cui appartiene quella voce squillante. 
"Niall, tesoro, dove sei?" 
"Annabelle, sai che in dieci minuti non arriverò a Londra? I treni non volano!" Le dico ridendo.
Sento la sua risata echeggiare nel telefono.
"Sai che ho paura dei treni."
" Fobia che non capirò mai." 
Lei scoppia a ridere ancora.
Un punto che abbiamo in comune è la risata facile: ci capita spesso di ridere per cose alquanto stupide o, magari, quando le cose sono fin troppo drastiche.
Ridiamo per scaricare la tensione, per far credere agli altri di star bene, anche se non è così, anche se i nostri occhi urlano altro.
"Va bene, Niall, allora ti lascio... Ci sentiamo dopo." 
"Cioè tra cinque minuti." Aggiungo ridacchiando.
Stacchiamo, dopo che lei sussurra un leggero "ti amo".
Nello stesso momento il cui poso il mio telefono nella tasca e rivolgo il mio sguardo oltre il finestrino, m’incanto a guardare una ragazza il cui volto non mi è nuovo. 
I capelli biondi, coperti da un capellino marrone, in tinta con la leggera giacca che indossa, le incorniciano il volto alla perfezione. Quegli occhi pieni di curiosità e malizia che non potrò mai dimenticare, sono gli stessi che vidi un anno fa.
Gli zigomi pronunciati, il nasino piccolo e all'insù..
Mi rendo conto che non è cambiata per niente. 
Julie sta lì, davanti all'entrata del vagone che cerca di aprire il roller della valigia.
Non so per quanto tempo rimango a guardarla, ma sta di fatto che non potrò mai dimenticare il modo in cui si volta verso un ragazzo che l'ha chiamata: alto, magro, capelli lisci e castani e occhi azzurri.
Louis. 
Il ragazzo l’abbraccia e teneramente le prende la mano mentre con l'altra prende la valigia. Le si avvicina piano e le dona un casto bacio che lei ricambia, chiudendo gli occhi e portando la mano libera dietro la testa di lui e iniziando a giocare con i suoi capelli. 
Si separano sorridendo e insieme si dirigono all'uscita.
È un attimo e lei, forse sentendosi fissata, si guarda intorno fino ad arrivare con lo sguardo dalla mia parte: quel sorriso che le dava luminosità, sparisce subito, lasciando spazio a un'espressione sorpresa. 
Mima con le labbra il mio nome, quando il treno ricomincia la sua corsa. 
Ritorno alla realtà, come se fossi andato in trance: non mi sono nemmeno reso conto di essermi alzato da quel sedile. 
Mi risiedo e prendo di nuovo il mio telefono per cercare di distrarmi da quello che ho appena visto.
Poi sento qualcosa che pian piano arriva al mento per poi bagnarmi il maglione, regalatomi dalla mia ragazza.
Tocco la parte bagnata del viso e solo allora mi rendo conto delle lacrime che solcano le mie guance.























Esperia's space
E sono qui con una nuova OS, giusto perchè devo rompere le scatole a qualcuno ahah 
E' la terza che pubblico e credo che piano piano stia imparando (almeno credo). 
Ho avuto l'ispirazione, dopo aver letto una poesia meravigliosa:
Alla Stazione, di Hermann Hesse.  Diciamo che io ho cambiato i personaggi e più o meno la trama, ma il concetto è quello: lui che vede lei, lei che si gira verso l'uomo che la chiama, il treno che riparta e l'uomo che si risiede sul sediolino, mentre una lacrima gli solca il viso, perchè sa che non la rivedrà mai più -Oddio che malinconia!-
Anyway, fatemi sapere le vostre opinioni, sia positive che negative che fa sempre bene imparare! 



Se volete leggere le altre mie OS, qui ci sono i link: 

Can life change in one night? (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1115976&i=1)



e

I want to spend rest of my life with you (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1536701&i=1)


Beh, grazie a tutti coloro che leggeranno anche le altre OS.
Credo di essermi dilungata troppo...  Meglio che vada ora, altrimenti mia madre mia ammHAZZA (che simpy che sono ahahahah)

Un bacio
xx


 

   
 
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