Forse
più una
flash-fic per la brevità, ma spero sia comunque abbastanza
intensa.
Buona lettura.
Sento ancora
quelle lontane parole sparse in un’anonima canzone destinata
a cadere
nell’oblio degli uomini.
Una di quelle
vecchie ballate greche in cui mito e amore si stringono in un unico
canto
soave.
La rabbia e il
dolore mi stringono prepotentemente lo stomaco e la gola, impedendomi
persino
di piangere stupide lacrime.
Adoro i giorni
di pioggia, specie quelli in cui il sole nonostante tutto continua a
farsi
strada testardo tra i banchi fumosi e plumbei.
Il sole
è
forte, come il fuoco.
Ti entra dentro
seppur tu non lo voglia.
amo quegli
sbuffi grigiastri che aderiscono alla luce del sole e anche solo per un
attimo
la tengono tutta per sé, preservandola agli occhi degli
altri.
Proteggendola
da loro e custodendola come in una preziosa prigione d’aria e
amore[Egoistico e possessivo].
Eppure, i miei
occhi, ancor più scuri di quelle nubi, non riescono a
catturare la luce emanata
dalla giada più fulgente.
Nonostante mi
sforzi, non divengono degni di accudire quella luce limpida e mite.
Rimangono
impuri, come il fango, la notte della perdizione, il peccato, la colpa.[Il tradimento.]
Scuri e vuoti,
senza quel chiarore etereo che non mi viene riservato.
Senza quel
calore che dona vita e passione.
Benedetto il
Sole che più generoso e compassionevole di te si ferma a
coccolare quelle nubi
con le proprie carezze dorate.
Ma forse,
no…meglio non avere neanche quelle.
Adesso non
potrei più accontentarmene, sapendo che mentre lasci il nido
del mio amore, già
volgi la mente e le labbra
al tuo.
E’ una
maledizione
come quella della Luna e del Sole, complementari, ma destinati a non
incontrarsi se non per brevi istanti.
Briciole che
vengono riservate senza cura.
Fratelli*
destinati a rimanere tali, a prendersi la mano per brevi momenti, al
canto
stridulo del gallo o alla melodia squillante delle campane.
Le nubi
scorrono via, lasciano liberi quei raggi di baciare la terra, i prati,
la vita.
La avvolgono
col proprio bagliore, mentre i banchi grigi in cielo osservano inerti
quel
gioioso incontro, e piangono, piangono, senza riuscire a placar il
rimpianto di
quell’amore a loro negato.
*Fratelli:Apollo e Artemide, divinità del sole e della luna sono fratelli, entrambi figli di Latona, non ho esplicitato i due nomi, in quanto Lily sarebbe più paragonabile ad Apollo, dio del sole, ma appunto è un maschio.