Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: MissZombie    10/10/2007    9 recensioni
Una luce accecante.
Poi il buio.
E poi mille altri flash, potenti come i fari di un'auto prima di un terribile incidente frontale.
Il cuore che accellera impetuosamente il suo battito,
mozzando il respiro tra il petto e la gola.
Ogni sensazione che si amplifica all'altezza delle tempie,
le membra come atrofizzate.
La lotta contro il successo nonostante l'amore per le sue comodità,la musica e quattro ragazzi diciottenni alle prese con una realtà un po' diversa grazie alla loro nuova fotografa.
Abbiate pazienza,ma faccio schifo con le introduzioni ^^ vietato introdurre tag br doppi. Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KAPITEL 5   .Was Hast Du Mit Mir Gemacht? .



Es beginnt jeden Morgen es klingelt um 7
der Wecker und ich bleiben erstmal schön liegen
Ich bin immer zu spät



- Berlino. Strauss Hause. Ore 09:00 -


Antje si rigirò per l'ennesima volta nel suo letto, affondando il viso assonnato nel cuscino candido e morbido e aprendo lentamente un occhio per sbirciare la sveglia sul suo comodino..
"Le nove.. E' l'alba.." borbottò, richiudendo gli occhi e tirandosi le coperte rosse fin sopra il naso, ma una vocina stridula e fastidiosa all'interno della sua testa le diceva di aprire gli occhi, canticchiando "Le nove, le nove, è tardi Antje, sono le nove..".
"COSA? SONO LE NOVE???" urlò la ragazza di colpo, mettendosi a sedere e scalciando via le lenzuola dai suoi piedi, inciampando in esse e finendo sul pavimento.
Con il fiato corto e il cuore in gola allungò una mano verso il comodino, afferrando il suo cellulare e trovandovi ben cinque chiamate senza risposta del suo capo.
"Merda... Merdamerdamerda, io uccido i Tokio Hotel, e Tom Kaulitz me lo tengo per ultimo, così posso riservargli una morte lenta e crudele.." disse, alzandosi e aprendo l'armadio per poi estrarvi un paio di jeans neri e una camicetta bianca, ovvero le prime orribili cose che le capitarono in mano, per poi dirigersi verso il bagno saltellando con una gamba già infilata nei jeans e l'altra ancora nuda.
"Però alla fine se non fosse stato per loro sarei arrivata a casa ancora più tardi e magari non mi sarei nemmeno svegliata questa mattina.." continuò, pensierosa, chiudendosi la porta del bagno alle spalle e osservando la sua immagina riflessa nello specchio sopra il lavandino: i semi-boccoli castani le cadevano arruffati sul viso e sulle spalle, mentre un paio di occhiaie le sottolineavano gli occhi scuri e una smorfia le incurvava un angolo delle labbra carnose.
"Certo che se non fossi stata costretta a seguirli fino al Columbiahalle per quelle stupide foto magari sarei tornata a casa presto e mi sarei anche ricordata di mettere la sveglia." concluse, sciacquandosi il viso con vigore e sbuffando sonoramente.
Antje odiava i ritardi, eppure era sempre ed inesorabilmente in ritardo. A volte la sveglia non suonava, a volte le capitavano imprevisti, a volte semplicemente perdeva tempo inutilmente e finiva con il ritardare e rischiare il licenziamento ogni santa volta.. Se non fosse stato per Alaric sicuramente si sarebbe già trovata a dormire insieme a qualche barbone per le strade di Berlino..
Con una mano iniziò a passarsi la matita nera attorno agli occhi, con l'altra ad abbottonarsi la camicetta, mentre il cellulare ricominciava a squillare.
"Vita maledetta sappi che ti odio!" sbraitò, finendo di truccarsi alla velocità della luce e rispondendo al cellulare un istante prima che questo smettesse di trillare.
"Alaric TUT MIR LEID, i ragazzi mi hanno riportata a casa tardi ieri sera e la sveglia non è suonata, e sono per strada, sto arrivando, così sviluppo le foto e avrai tutto pronto entro due ore, te lo prometto!" esclamò, senza prendere fiato nemmeno per un istante e chiudendo gli occhi preparandosi a una strigliata dal suo capo.
"Tranquilla piccola, mi hanno avvertito, ero solo preoccupato.. Allora ti aspetto! Ah, ha chiamato David Jost per informarmi che il prossimo concerto è tra due giorni ad Amburgo, a dopo!" ridacchiò il vocione possente di Alaric, lasciando poi spazio al "tu-tu tu-tu" che segnalava la fine della chiamata.
Antje a volte proprio non riusciva a capire quell'uomo..
Corse come un fulmine fino alla sua camera, infilandosi un paio di stivali neri sopra ai jeans e la sua giacca doppiopetto, afferrando la sciarpa con una mano e la sua "borsa da lavoro" con l'altra, correndo poi fuori dall' appartamento..
Il cielo sopra Berlino era grigio e cupo nonostante non ci fosse la presenza di una sola nuvola, e il freddo era assolutamente secco, probabilmente presto avrebbe iniziato a nevicare..
Antje sorrise, sistemandosi la tracolla e tirandosi la sciarpa sopra al naso, aumentando il passo e dando qualche spallata alla gente che camminava per le vie del centro.. Le piaceva la neve, la trovava romantica e le metteva tranquillità.. "E poi sarebbe bello se nevicasse così tanto da coprire la porta di casa mia, così dopodomani non dovrò andare a fotografare quei quattro.." si ritrovò a pensare, lanciando una veloce occhiata ad una signora con tanto di pelliccia bianca addosso che l'aveva appena urtata e nemmeno le aveva chiesto scusa.. Antje adorava vivere a Berlino, ma a volte era difficile sopportare la gente che passava nella zona del Zoologischer Garten, dove si trovava l'ufficio dove lavorava..
Erano già le dieci, e pensare che avrebbe dovuto iniziare a lavorare alle otto la fece solo innervosire, mentre aumentava il passo iniziando quasi a correre, ma qualcuno che era appena uscito dal negozio di Armani sulla sua destra le finì addosso, facendola quasi cadere sul marciapiede..
"Idiota, mi hai fatto cadere tutte le borse per terra!" la rimproverò il qualcuno che le era finito addosso, che si era chinato per raccogliere le quattro borse sparse per il marciapiede.
"Scusi, non stavo guardando dove andavo.." farfugliò Antje, raccogliendo un paio di borse e porgendole alla persona davanti a lei.. Aveva lunghi capelli neri striati di biondi che ricadevano morbidi sulle sue spalle, un cappotto nero e una sciarpa a righe, e un paio di enormi occhiali da sole firmati Chanel nonostante in cielo ci fosse tutto tranne che il sole..
"Certo che c'è gente strana a Berlino.." pensò Antje, alzando una mano in cenno di saluto e voltandosi per poi correre verso il suo ufficio, era decisamente in ritardo.

"Eccola qui la mia piccola fotografa preferita!" esclamò l'omone biondo non appena Antje mise piede dentro l'ufficio.. Con un sorriso lo salutò, appoggiando la borsa sul tavolo di vetro e togliendosi la sciarpa. "Dovresti abbassare il riscaldamento, fa troppo caldo qua dentro rispetto al freddo che c'è fuori.." borbottò, togliendosi anche la giacca e alzando un sopracciglio. "Sei di cattivo umore?" chiese curioso Alaric, sedendosi su una sedia rivestita di pelle nera che fece uno strano rumore sotto il peso dell'uomo.
"No, è che non volevo arrivare in ritardo, e giù in strada sono pure finita addosso a una ragazza che usciva dal negozio di Armani e mi avrebbe volentieri uccisa, credo.." spiegò lei, aprendo la sua tracolla ed estraendovi i rullini da sviluppare. "E poi giù di sotto mi è anche toccato svegliare Angela perchè stava dormendo con la testa appoggiata alla scrivania e il telefono in mano." concluse, riferendosi alla segretaria che si trovava nel suo ufficio di fianco all'entrata.
Alaric si alzò, scuotendo il capo. "Non mi dire che ieri sera si è di nuovo ubriacata e ha intenzione di dormire tutto il giorno sulla scrivania!" esclamò, fingendosi arrabbiato e afferrando il cordless dal tavolo. "Nein, l'ho svegliata io, non ti preoccupare." lo rassicurò Antje, riavviandosi i capelli dietro la schiena e allineando i rullini sulla superficie pulita del tavolo, nel quale essi si riflettevano.
Era proprio curiosa di vedere come erano venute le foto, doveva ammettere di essersi divertita parecchio a fotografare i ragazzi mentre sbadigliavano, mentre ridevano e mentre facevano piccole lotte tra di loro invece che fotografarli unicamente quando questi si mettevano in posa con dei sorrisi falsissimi e patetici stampati in volto..
Il cordless che Alaric teneva in mano iniziò a squillare, distraendo Antje dai suoi pensieri e facendola voltare verso il suo capo, curiosa. Di solito non ricevevano chiamate la mattina.
"Oh.. Angela.. Chi? Oh.. Okay, fallo salire, tranquilla.." Antje si avvicinò ad Alaric, chiedendogli con il labiale chi fosse, ma lui la ignorò deliberatamente.
"E guai a te se ti addormenti ancora!" aggiunse, minaccioso, chiudendo la chiamata e giocherellando con il cordless facendoselo scivolare da una manona all'altra.
"Bhè? Chi sta salendo?"  chiese Antje, mettendosi le mani sui fianchi.
L'uomo si limitò a fare un cenno con il capo verso la porta d'entrata, che si stava aprendo timidamente.
"Ehm.. E' permesso?" chiese un voce insicura, mentre una scarpa da ginnastica bianca e nera faceva capolino da uno stipite della porta, lasciando poi spazio a delle lunghe gambe fasciate da dei jeans scuri, un busto magro coperto da un cappotto nero, e un viso delicato e simpatico che faceva capolino da una sciarpa a righe.
"E tu cosa ci fai qui??" chiese Antje, spalancando gli occhi e appoggiandosi con le mani ai bordi del tavolo.
Bill si tolse gli occhiali da sole e sorrise, salutando con un cenno della mano Alaric e poi Antje.
"Ehm.. Mi sei venuta addosso mentre uscivo da un negozio e ho pensato di seguirti.. Ti spiace?" chiese, appoggiando a terra le sue borse.
Antje rimase un attimo ad osservarlo, perplessa.. Prima l'aveva scambiato per una ragazza, e soprattutto non l'avrebbe mai e poi mai riconosciuto senza i capelli sparati in aria con litri di lacca e con così poco trucco attorno agli occhi.. Sembrava quasi un altra persona, un semplicissimo ragazzo dai lineamenti fini e dal sorriso bellissimo, e non una rockstar senza difetti, odiosa nella sua perfezione.
"No, non mi spiace.." rispose, finalmente, osservandolo come fosse stato un alieno.
"Bene, perfetto.. Perchè volevo invitarti a prendere una cioccolata calda, offro io!" esordì lui, con gli occhi che brillavano.
Antje lasciò che il suo stomaco facesse una capriola, poi si strinse nelle spalle.. Avrebbe voluto uscire con Bill, così avrebbe avuto modo di conoscerlo un po' meglio e scambiarci due parole dato che sembrava una persona interessante, ma era arrivata tardi a lavoro e non poteva accettare..
"Io.. Mi piacerebbe molto, ma devo lavorare.." farfugliò, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro e abbassando lo sguardo.
"Su, non scherzare, ci penso io a sviluppare le foto, tu prenditi un bel giorno di riposo e goditi la cioccolata calda con questo bel giovanotto!" esclamò Alaric, alzandosi di colpo e sorridendo amabilmente ad Antje mentre i suoi occhi esultavano perchè l'interesse di un cantante per la sua piccola fotografa non poteva che essere una buona cosa.
"Benissimo!" esclamò Bill, affrettandosi a prendere la giacca e la sciarpa di Antje e porgerle alla ragazza, per poi raccogliere le sue borse dal pavimento.
"Perfetto, buon divertimento, e tu Bill salutami David!" esclamò Alaric, spingendo i due ragazzi fuori dall'ufficio e sorridendo soddisfatto.


*

Ich weiß nich´ mehr, wer ich bin- und was noch wichtig ist
Das ist alles irgendwo, wo du bist
Ohne dich durch die Nacht- ich kann nichts mehr in mir finden
Was hast du mit mir gemacht?



- Berlino. Studio Fotografico Schwarz. Ore 11:00 -



"Dammi qua, ti aiuto.." disse Antje, prendendo due borse dalle mani di Bill e sorridendogli, rabbrividendo mentre una folata di vento freddo le investiva il viso..
"Danke.. Hai freddo?" chiese lui, osservando la ragazza mentre cercava di nascondere il proprio naso sotto la sciarpa di lana.
Era davvero carina nella sua semplicità accattivante, erano le prime caratteristiche che l'avevano colpito, e dopo averla incontrata per caso per le strade di Berlino mentre faceva shopping si era reso conto che forse era il momento buono per chiacchierare un po' con lei e conoscerla meglio, e magari farsi perdonare per il comportamento che suo fratello aveva avuto con lei il giorno prima.
"Eh? Freddo?" ripetè lei, alzando lo sguardo e incrociando quello di Bill, per poi abbassarlo repentinamente e sorridere appena.
"Sì, un po'..Quanto manca al bar?" chiese, guardandosi attorno.
Erano rimasti in centro, ma avevano imboccato una viuzzola nascosta dai palazzi altissimi, dove passava poca gente e non c'era ombra di traffico.
"Poco.. E' più o meno a cento metri da qui..Vedrai che la cioccolata ti farà dimenticare il fatto di aver camminato troppo!" esclamò Bill, allungando il passo e sorridendo, entusiasta.. Finalmente giunsero davanti ad una vetrina enorme e pulitissima, dalla quale si intravedevano dei tendaggi scarlatti e divanetti di pelle nera.. Bill spinse la porta d'entrata, lasciando che il tintinnio che annunciava l'entrata di nuovi clienti aleggiasse fin dietro il bancone, dove un ragazzo con i capelli platinati saltò sulla sua sedia, sorridendo.
"Bill?? Cosa ti porta qui? Una giornata di shopping sfrenato??" chiese, allungandosi sul bancone per dare una pacca sulle spalle di Bill e baciarlo sulla guancia.
"Ciao Andy.. No, sono qua con una mia amica per farle provare la cioccolata migliore di tutta Berlino!" disse, solenne, facendosi da parte per far avvicinare Antje al bancone..
"Uh, piacere, io sono Andreas." sorrise il ragazzo, porgendole la mano.
La ragazza sorrise, allungando una mano e stringendo quella del biondo . "Antje, piacere.." disse, squadrandolo per qualche istante e poi spostando lo sguardo su Bill, che stava prendendo due menu da dietro il bancone. 
"Comunque era una giornata di shopping sfrenato prima che incontrasse me.." sussurrò complice ad Andreas, poi sorridendo si diresse verso un divanetto vicino alla vetrina. Il locale era molto carino, accogliente e caldo, con tende color porpora ovunque e piccole candele tonde al centro dei tavoli, e musica rock soffusa.
Bill rimase fermo di fianco al bancone, osservando ogni movimento di Antje, dal modo in cui appoggiava delicatamente le borse sul divanetto, a come si toglieva lentamente la sciarpa e si guardava attorno, sinceramente incuriosita.. C'era qualcosa in lei che lo attirava all'inverosimile, ed essendo sempre stato un tipo molto impulsivo, non voleva nemmeno rifletterci troppo sopra, era veramente felice di essere lì con lei quella mattina.
Con un sospiro si strinse i menu al petto e la raggiunse, scivolando silenziosamente sulla poltroncina di fronte a lei e inclinando lievemente il capo verso sinistra.
"Tieni, i menù.. Qua fanno la cioccolata a qualsiasi gusto, ti conviene guardare con calma." le suggerì, sorridendo e aprendo poi il suo menù senza staccarle gli occhi di dosso..
Lei sembrava leggermente nervosa, ma poi si sciolse in un sorriso e alzò le spalle. "Invece sai che ti dico? Prendo quello che prendi tu.. Sono curiosa di vedere i tuoi gusti." decise, alzando le spalle e richiudendo il menù che teneva tra le mani.
Bill rimase spiazzato, dato che le uniche volte che aveva chiesto a una ragazza di uscire quelle facevano di tutto per fare scelte nei menù che lo intrigassero, e ordinavano cose come fragole e champagne facendogli sorrisini maliziosi da sopra il menù.. Antje invece non aveva fatto nulla di forzatamente interessante, aveva semplicemente risposto la prima cosa che le era passata per la testa, ed era riuscita a disorientare Bill più di quanto fosse già prima..
"Oh.. Okay.. Andy, portaci due cioccolate calde al lampone!" urlò al suo amico, che da dietro il bancone alzò i pollici e si mise a trafficare con delle tazze.
"Ottima scelta.." disse Antje, sorridendo e appoggiandosi con i gomiti sul tavolo.. Bill sorrise, torturandosi nervosamente le mani l'una con l'altra.. Non era come Tom, non sapeva come comportarsi con le ragazze, dopotutto non aveva una storia da qualcosa come tre anni e mezzo.. Che cosa avrebbe dovuto pretendere?
"Parlami un po' di te..In fondo è la prima volta che abbiamo modo di conoscerci un po'.." disse infine, appoggiandosi anche lui con i gomiti sul tavolo imitando la ragazza e osservandola, interessato.
Antje alzò le spalle "Bhè.. Cosa posso dirti?" borbottò, pensierosa..
Bill si battè con il dito indice sul mento "Fammi pensare.. Di te so che ti chiami Antje Strauss, che sei di Berlino e fai la fotografa.. Quindi regolati tu, voglio sapere tutto il resto." disse poi, alzando un sopracciglio.
Lei sembrò rabbuiarsi un po', ma poi prese fiato ed iniziò a parlare, perdendosi nelle iridi nocciola di Bill.
"Bhè, cosa posso dirti? Ho diciotto anni, vivo da sola in un appartamento, ho lasciato la mia casa in campagna qualche anno fa, quando mi sono trasferita qui a Berlino per seguire un corso di fotografia che mi ha portata fin qui.. Non ho una brutta vita tutto sommato, sono una delle fotografe più richieste dai gruppi musicali e dalle riviste, vengo pagata abbastanza bene, viaggio molto e ho la possibilità di conoscere gente famosa e partecipare a party stupendi, non ho di che lamentarmi.." disse, abbassando lo sguardo non appena notò il sopracciglio traforato dal piercing di Bill alzarsi.
Qualcosa gli puzzava, lui era bravo a leggere negli occhi delle persone.
"Non ci credo. Non che io non creda a quello che tu dici, Antje, ma..Sicuramente c'è qualcosa che non va, te lo si legge in faccia.. Hai amici? La tua famiglia? E un ragazzo?" chiese, sporgendosi lievemente verso di lei da sopra al tavolo, guardandola intensamente e sperando di poterle fare alzare lo sguardo in questo modo..
"La mia famiglia l'ho lasciata nel mio passato, amici qui non ne ho, come potrei averne, Bill? Sono sempre in giro per lavoro.. E un ragazzo anche, contando il fatto che l'ultima cosa di cui ho bisogno è stare male per amore..Sto bene così." disse, senza staccare gli occhi dalle scheggiature nel tavolo di legno..
"Ne sei sicura?" insistette Bill, in un sussurro.
Antje sorrise, alzando lo sguardo. "No." ridacchiò, alzando le spalle, poi si sporse sul tavolo e con la punta di un dito sfiorò una guancia di Bill.
"Oh..Hai la matita sbavata.." disse, pensierosa, con una smorfia concentrata che le arricciava le labbra..
Bill sentì il cuore fermarsi, non sapeva dire se era per il tocco di Antje o semplicemente perchè aveva il trucco sbavato, e si portò le mani sotto agli occhi, sgranandoli.
"Oh Gott..Davvero? Dove??" chiese, ma lei scoppiò a ridere.
"Bill.. Non ti ricordi nemmeno di esserti messo pochissimo trucco stamattina e che quindi la possibilità che ti si sbavi è remota?" chiese.
"Però la possibilità che succeda c'è sempre.." disse lui, incrociando le braccia sul petto e guardandola offeso. "Quindi mi stavi sfottendo?"
"Solo un pochino.." ammise lei, ridendo, mentre arrivava Andreas e metteva sul tavolo due grosse tazze di cioccolata fumante e profumata e un cestello pieno di biscottini.
"Andy sei un mito!" esclamò Bill, uscendo dalla sua sfera di indignazione e allungandosi per prendere un biscotto e ficcarselo in bocca.
Il biondino sorrise ammiccando ad Antje e poi se ne tornò al lavoro dietro al bancone.
"Cosa pensi di me?" chiese Bill con la bocca piena, notando che la ragazza lo fissava.
"Penso che non si parla con la bocca piena.." iniziò lei, con un sorrisetto beffardo dipinto in volto, ma lui le fece cenno di continuare, sventolando una mano per aria.
"Penso che ti credevo una sorta di diva, ma allo stesso tempo molto interessante, e non mi sbagliavo." disse schiettamente, sorseggiando un po' della sua cioccolata.
Bill quasi si soffocò con un biscotto, tossicchiando e abbassando lo sguardo.
"Mi trovi interessante?" chiese, sinceramente sorpreso.
"Bill, che c'è di strano? Tutta Europa ti trova interessante, non lo sapevi?" rispose lei, ridendo.
Bill si guardò attorno, nervosamente.. Quella ragazza lo metteva in difficoltà, non riusciva a capire se lo stava semplicemente sfottendo oppure se era seria nelle sue affermazioni, magari Tom avrebbe saputo capire il vero senso delle sue frasi, ma lui no, lui aveva troppa poca esperienza in quel campo..
"Oh.. Okay.." borbottò, osservando una scheggiatura dello smalto su una sua unghia, poi alzò lo sguardo, confuso. "Ma.. Quindi scherzavi? O mi trovi interessante? Perchè sai, se tu mi trovassi interessante allora io potrei anche dirti che anche io ti trovo interessante, ma se tu mi stessi solo prendendo per il culo allora non te lo direi e me lo terrei per me, perchè.." Antje alzò una mano davanti al viso di lui, interrompendolo. "Prendi fiato, Bill! Così rischi di morire soffocato!" esclamò.
Un piccolo sbiadimento in mezzo a tutto quel colore nel cuore di Bill. Allora lo stava semplicemente sfottendo! Si rinfilò gli occhiali da sole e si alzò di scatto, con le guance arrossate dall'imbarazzo e dalla rabbia e si infilò il cappotto, sbuffando. "Dove vai?" chiese Antje, curiosa, ma Bill era già con la mano sulla maniglia della porta d'uscita, con Andreas che gli urlava dietro di pagarlo.
"E io che ero anche preso! Scheisse!" sibilò Bill, ficcandosi le mani in tasca e percorrendo il marciapiede a grandi falcate, finchè una mano non lo prese per il bordo del suo cappotto, costringendolo a voltarsi e trovarsi davanti ad Antje, ansimante per la corsa, senza cappotto che rabbrivideva sotto la sua camicetta..
"Che c'è? Hai deciso di smetterla di sfottermi?" chiese Bill, tirando un calcio ad un sassolino sotto il suo piede.
Antje scoppiò a ridere, portandosi le mani sulle labbra per soffocare le sue risatine divertite, e Bill fu convinto che si stesse veramente divertendo a prendersi gioco di lui che invece era seriamente interessato a parlarle e la credeva diversa...
"Fottiti Antje.." disse, voltandosi, ma lei si parò davanti a lui, improvvisamente seria.
"Bill, non ti stavo prendendo in giro! Pensi che perderei tempo qui con te per prenderti in giro? Ti sembro così?" chiese, allungando una mano e togliendogli gli occhiali per poterlo guardare negli occhi..
"No.. Non mi sembri così.." rispose, confuso, giocherellando nervosamente con un lembo della sua sciarpa, malamente attorcigliata attorno al collo.
Perchè lei riusciva a farlo sentire così inadeguato nonostante fosse abituato ad interagire con ragazze e ragazzi di qualsiasi età ogni giorno??
In fondo lui era indipendente, a soli tredici anni se ne era andato ad abitare da solo con la sua band ad Amburgo sopra allo studio nel quale avevano registrato i loro album, aveva girato tutta Europa e aveva imparato a vivere contando solo su se stesso.. Bhè, anche con l'aiuto di Tom, ma eran solo dettagli.. Insomma, era indipendente e maggiorenne, come era possibile che una ragazza appena entrata nella sua vita lo sconvolgesse così tanto?
"Se non ti sembro così, vuol dire che non la sono.. Non volevo offenderti..Io penso davvero che tu sia interessante, mi piace parlare con te, tu mi capisci.." disse, sorridendogli e cercando il suo sguardo..
Bill sentì ogni punta di rabbia svanire dentro di sè, e si illuminò, sorridendo.
"Davvero?"
"Davvero." confermò la ragazza, prendendolo sottobraccio e stringendosi a lui per scaldarsi un po', mentre qualche fiocco di neve cominciava a cadere dal cielo, posandosi con delicatezza tra i capelli dei due, o sul marciapiede umido.
Bill sorrise,guardando dall'alto il naso delizioso di Antje e le sue labbra ben disegnate, poi alzò lo sguardo verso il cielo.
"Mi piace la neve.." disse.
Antje sospirò, annuendo. "..E' romantica." concluse, poi punzecchiò un fianco di Bill e lo trascinò verso il bar di Andreas.
"Però fa tanto freddo e ho bisogno di finire la cioccolata, perchè era buonissima e potrei ucciderti se mi fai prendere la febbre!" aggiunse.
Bill sorrise, socchiudendo gli occhi mentre le sue labbra, silenziosamente, formulavano una breve e impercettibile frase.
"Cosa mi hai fatto?"


*****


Ebbene sì, lo so che credevate fossi morta, invece era semplicemente morta la mia ispirazione, io tiro avanti, tranquilli ^_^
Bhè, spero di riuscire a riprendere in mano questa fanfiction e lavorarci un po' sopra nei prossimi giorni, ma evito di fare promesse perchè come avrete notato a volte sparisco per troppo tempo..
Che dire di questo capitolo? Ho messo un attimo da parte tre dei TH per lasciare un po' più di spazio a Bill, nei prossimi capitoli vedremo che succederà, anche se la Silvia (meglio conosciuta qui sopra come RubyChubb) sa già qualcosa e mi ha dato qualche suggerimento, insomma, non voglio che questa storia sia pesante o triste, è sotto "commedia" , quindi vi lascio immaginare cosa potrebbe succedere in attesa del prossimo capitolo che spero non tardi ad arrivare (capito ispirazione???? *monologo con la mia ispirazione*)
Grazie mille, comunque, a chi ha sempre recensito questa storia e spero non la abbandoni ^^
A presto.

Martina
  
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