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Autore: piccola_serpe    23/03/2013    1 recensioni
Primo racconto, se così si può chiamare, che pubblico qui su EFP :)
Se lo leggete, vi prego di commentare (i consigli e le critiche costruttive sono molto graditi!)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Meg era ai margini della pista da ballo e, guardandosi attorno, storse il naso. Si sentiva come un'educanda in una spiaggia per nudisti: decisamente fuori luogo. Era circondata da corpi che si muovevano al ritmo di una musica incessante che pompava dalle casse, immersi in una coltre di fumo bianca e da puntini luminosi. Le ragazze portavano minigonne inguinali, tacchi vertiginosi e top talmente minuscoli che si sentì in imbarazzo per loro. Lei, invece, aveva optato per un paio di jeans, una maglietta colorata e gli immancabili anfibi. Spostò lo sguardo verso il bar, in cerca di Ashlee, sicura di trovarla li. E infatti fu così. Vide la sua testolina bionda che scattava da un lato all'altro mentre rideva con due sconosciuti. Meg sospirò rassegnata e si diresse verso l'amica. Una coppia le si parò davanti sbarrandole la strada e facendola arretrare bruscamente. La ragazza si reggeva a stento in piedi, visibilmente ubriaca, mentre lui la baciava con foga. Meg temette che se la mangiasse. Cercò di attirare la loro attenzione e, fallendo miseramente, diede uno strattone alla spalla del ragazzo. Lui continuò a lavorarsi la brunetta, ignorandola. Dopo un altro paio di inutili tentativi, rassegnata e visibilmente spazientita, si schiacciò tra la schiena di lui e un'altra coppia. Il bastardo le afferrò la mano e gliela accarezzò con il pollice. Meg capì le sue intenzioni e la ritrasse di scatto. Cupa in viso, faticosamente si districò da quel groviglio di corpi intrecciati, raggiungendo il bar. Ashlee, ora, era seduta sulle ginocchia di un tizio dallo sguardo viscido che  non prometteva nulla di buono. Alzò la voce per sovrastare l'assordante musica e si avvicinò all'orecchio dell'amica, sempre tenendo d'occhio il viscido. «Ash, faremmo meglio ad andarcene ora.» L'altra la guardò con sguardo assente. Era proprio andata, pensò Meg. Poi scoppiò in una squillante risatina. «Andarmene? E perché?» chiese biascicando «Non vedi che mi sto divertendo?» schioccò la lingua, un po' scocciata. Ma Meg non cedette «Andiamo, Ash, sii ragionevole.» Ash sbuffò «Ma chi sei, mia madre?» Meg odiava fare la guastafeste, ma la situazione lo richiedeva. L'amica rise di nuovo. La mano del viscido le accarezzava la coscia e si avvicinava pericolosamente all'orlo del corto vestito verde. Meg gliela schiaffeggiò e prese per le spalle Ashlee, che ora barcollava. Lui la afferrò per il gomito «Ehi, qual è il tuo problema?» il volto accigliato «Per caso sei gelosa?» le rivolse un sorriso lascivo, accarezzandole una ciocca color mogano «Lo sai che sei proprio carina?» Lui si avvicinò per farle Dio solo sa che cosa, ma lei si allontanò repentinamente lanciandogli uno sguardo torvo e sostenendo sempre Ashlee, che ora cantava a squarcia gola I CAN'T GET NO SATISFACTION. Con fatica, trascinò l'amica lontano dal bar e la fece sedere in un divanetto vuoto. Ashlee si abbandonò sula stoffa rossa con un sorriso da ebete. Anche Meg si sedette, ma solo per riprendere fiato. Non poteva portarla fuori da sola, aveva bisogno d'aiuto. Era tutta colpa di Virginia, pensò. Era stata lei ad invitare Ash a quella assurda festa. Meg non capiva che cosa ci trovasse l'amica in Virginia, che, tra l'altro, aveva un nome che non le si addiceva per niente: bionda, seno prosperoso e due occhi maliziosi che la sapevano lunga. Per non parlare dei vestiti succinti e striminziti che indossava di solito. Virginia? Meg era pronta a scommettere che la verginità la avesse abbandonata da molto, molto tempo. 
 
 
  
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