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Autore: hearmepayne    23/03/2013    4 recensioni
Questa è una one-shot per dare forza a chi non crede più che il giorno in cui realizzerà il proprio sogno arriverà. E' una one-shot per chi, come me, non vedrà i ragazzi a maggio. Continuiamo a sperare.
Dal testo:
Mi giro e mi rigiro, ma quella busta mi attrae; forse è colpa del suo colore giallo, spiccante.
Mi alzo svogliatamente, evitando lo specchio -devo essere un mostro, con le occhiaie e i capelli che si ribellano alle leggi della fisica- poi accendo la lampada, prendo la busta e mi siedo sul letto.
La apro, senza neanche guardare il mittente, e spiego il foglio. Ma quanto è lunga?!
Sospiro, poi inizio a leggere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Keep hoping





15 maggio 2013, Londra


Esco dall’auto e mi avvio verso la cassetta della posta, di una vernice rossa, che forse una volta era lucida, ma che adesso è rovinata dal tempo, da scritte, adesivi e locandine.
Mi fermo davanti ad essa e rigiro tra le mani la busta gialla, nuova. La osservo per l’ultima volta e un sorriso si dipinge sul mio volto, come se fosse la cosa più bella di sempre. E forse in un certo senso lo è davvero, forse è la cosa più bella che io abbia mai fatto per gli altri, forse è la cosa più bella che io abbia mai fatto per le mie bambine: una speranza, un barlume di felicità, o almeno spero sarà così.
Chi sono le mie bambine? Beh, le mie bambine, e sottolineo mie, sono le fan della band in cui canto, famosa ormai in tutto il mondo.
‘Bambine?’ direte voi. Sì, qualche piccolina c’è -e dovreste vedere quanto sono carine!- ma sono le mie bambine non perché sono tutte piccole ma perché sono estremamente dolci e io sento il dovere di prendermi cura di loro.
Non che io ne sia ossessionato, sia chiaro, ma se la nostra band è qui, adesso, è solo grazie a loro.
Hanno realizzato il mio sogno, e mi fa terribilmente male sapere che io non posso realizzare il loro, almeno non di tutte.
E quindi infilo questa lettera nella buca della posta estera, sperando di farle sorridere.





18 maggio 2013, Torino


Mi sento uno schifo.
Le pareti della mia stanza mi opprimono, sto soffocando nella mia città, e non è colpa dello smog di Torino, che mi fa certamente meno male.
Il cuscino mi pesa sul viso, come a ricordarmi che soffro di claustrofobia, ma non mi importa, lo ignoro.
Lo ignoro, come faccio anche con il cellulare, che squilla ormai da ore, circa ogni dieci minuti.
Sicuramente i miei ‘amici’ mi stanno mandando gli auguri, ma non c’è proprio nulla da festeggiare.
Non pensate che io sia una sottospecie di Bella Swan, che si dispera per i propri diciotto anni -i miei sono diciassette- perché ormai è più vecchia del ragazzo che ama: un vampiro, ovviamente.
Anche perché il ragazzo che amo io non sarà mai più piccolo di me, e non sarà mai neanche un vampiro, o almeno spero.
Il ragazzo che amo io è un cantante, membro di una band, famosa in tutto il mondo. Non amo solo lui, sia chiaro, le loro voci sono tutte meravigliose, loro sono tutti meravigliosi, ma qualcosa in quel ragazzo mi ha rapita più degli altri.
Come fai ad amare un cantante? Nemmeno lo conosci!’
Affermazione scontata. Siete incredibilmente noiosi!
Lo amo, sì, e lo griderei al mondo intero, se solo potesse cambiare qualcosa.
Lo amo per il modo in cui canta, per lo sguardo che assume durante le canzoni, per i sorrisi, la dolcezza, le emozioni che mi trasmette. Emozioni che mi arrivano indirettamente, tramite due cuffie o tramite uno schermo, ma che, paradossalmente, entrano dirette nel mio cuore, nel mio sangue, e mi inebriano il corpo tutto quanto.
Ora, se solo in questo modo lui riesce a farmi sentire così, potete immaginare quanto sarebbe importante per me provare tali emozioni dal vivo?
Probabilmente no, perché siete ottusi, siete insensibili, non avete più valori.
Fatto sta che io oggi sono qui, nel mio letto, gli occhi arrossati e umidi ormai da troppo tempo, e loro cinque -lui- sono arrivati in Italia, a non molti chilometri da me, e io non potrò vederli.
Domani sera faranno un concerto, e io sarò ancora qui, nel mio letto che mi fa schifo, come tutto in questa stanza, in questa casa, in questa città.
Non potrò vederli.
Non potrò ascoltarli.
Non potrò vivere il mio sogno.
E mi sento uno schifo.
-Reby, c’è posta per te!- urla mia mamma dall’altra stanza.
Ma poi cosa urla? Viviamo in tre metri quadrati, la sentirei anche se nemmeno parlasse.
-Di’ a Maria che non accetto l’invito- rispondo, senza enfasi, sollevando di malavoglia il cuscino dal mio viso.
La porta si apre e mia mamma fa capolino, sorridendomi dolcemente.
Sa che sto male, sa il motivo e forse addirittura mi capisce, forse.
Appoggia la lettera sulla scrivania, poi esce sospirando e lasciandomi di nuovo nella penombra.
Mi giro e mi rigiro, ma quella busta mi attrae; forse è colpa del suo colore giallo, spiccante.
Mi alzo svogliatamente, evitando lo specchio -devo essere un mostro, con le occhiaie e i capelli che si ribellano alle leggi della fisica- poi accendo la lampada, prendo la busta e mi siedo sul letto.
La apro, senza neanche guardare il mittente, e spiego il foglio. Ma quanto è lunga?!
Sospiro, poi inizio a leggere.

‘Ciao Rebecca, anzi, ciao hearmepayne. Così ti chiami su twitter, giusto? Sai, ho visto un tuo tweet, penso che l’abbia retwittato qualcuno che seguo, e non so il motivo, ma ha attirato la mia attenzione e l’ho aperto. Non immagini quanto io mi sia sentito male leggendo i tuoi sentimenti. Mi dispiace che tu non possa venire al concerto, credo che ogni persona come te debba avere questa opportunità, e, più in generale, l’opportunità di realizzare il proprio sogno. Io sono stato fortunato, l’ho realizzato, e tu fai parte di quelle persone che me l’hanno permesso, e per questo ti ringrazio e vorrei fare di più, vorrei aiutarti a fare lo stesso con il tuo –di sogno- ma purtroppo non posso fare atro che scriverti questa lettera. E’ già stato difficile trovare il tuo indirizzo, e a dir la verità mi sentivo anche abbastanza stalker! Purtroppo l’unico modo per farti entrare al concerto sarebbe quello di venirti a prendere con le mie stesse mani, e ti giuro che se potessi lo farei, con le mani, con il cuore, ma il management non me lo permetterà mai, così come i tempi. Pensa tu, nessuno sa di questa lettera! Sono così mortificato, per te e per tutte le persone che sono nella tua stessa situazione. Ho scelto te perché ho letto il tuo tweet, ma vorrei chiederti un favore, ancora un altro, ancora una volta: rendi pubblico ciò che ti dirò, così che possa sollevare le mie piccole bambine. So che molte non ti crederanno, ma non importa, sono sicuro che le persone di buona fede, quelle che provano i tuoi stessi sentimenti, lo faranno. E se invece non succederà, beh, allora questo sarà il nostro piccolo segreto, e sarò felice di aver sollevato almeno te, spero.
Quindi, vorrei dirvi, bambine mie, che per ogni persona c’è un’occasione. So che le sconfitte abbattono, ma bisogna riprendersi, bisogna crederci per non perdere la battaglia contro il destino, che è scritto soltanto da noi stessi. Quanti provini ho fatto io? Non mi sono arreso alla prima sconfitta, perché il mio obiettivo era impresso davanti ai miei occhi. Non sapevo quanto fosse lontano, ma di una cosa ero sicuro: che l’avrei raggiunto. E infine ce l’ho fatta. Voi fan, poi, ci avete portato al successo mondiale, realizzando appieno il nostro sogno. Sapevamo, anzi, sappiamo che non siamo soli mai, ma sappiate anche voi di non esserlo, perché ci siamo noi. Certo, non possiamo prendervi uno per uno e portarvi al concerto, o stringervi forte fra le nostre braccia, perché siete davvero tanti –e adesso parlo sia della mie bambine sia dei maschi, a cui, ovviamente, sono grato tanto allo stesso modo- però vi aiuteremo continuando a fare musica per voi, sperando di emozionarvi ogni volta; vi aiuteremo continuando a fare concerti, ci riempiremo di date a tal punto da non ricordarci neanche il viso dei nostri familiari e verremo in ogni paesino più sperduto di tutto il mondo pur di permettere a tutti voi di realizzare il vostro sogno.
Io ve lo prometto, ma voi promettetemi che non piangerete mai per noi, non di tristezza almeno. Noi non facciamo musica per rendervi tristi, il nostro lavoro è diffondere un briciolo di gioia nelle vostre vite, per quanto sia possibile. Quindi sorridete, bambine mie, siete tutte bellissime.
E tu, piccola Rebecca/hearmepayne, so che non ho realizzato il tuo sogno, ma almeno ho colto l’invito nel tuo nome: ti ho ascoltata. Ora tu, però, ascolta me: grazie di tutto, e ci vediamo al prossimo concerto. Tornerò da te, tornerò da tutte voi, bambine mie. Lo prometto.
Con tanto affetto,
vostro Liam.

PS: tanti auguri Rebecca, e se questa lettera ti arriverà in tempo, ricorda: sii felice, fallo per me, fallo per noi: è il tuo compleanno!’




8 novembre 2015, Roma



Chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare da centinaia di corpi che si muovono all’unisono, guidati dalla melodia e dalla perfezione di cinque voci meravigliose.
Le lacrime continuano a scendere, ma sono di gioia, come Liam si era fatto promettere.
Ce l’ho fatta.
Ora sono qui, con tutte le ‘bambine’ e con i miei idoli a pochi metri da me. Sorrido, perché sono bellissima, me l’ha detto Liam.
Da quel 18 maggio non ho più pianto per loro, nonostante io abbia subito altre sconfitte. Ho mantenuto la promessa, ho continuato a lottare, e ho realizzato il mio sogno.
E, ancora una volta, devo grazie solo a loro cinque.
E, ormai per sempre, sono innamorata di Liam James Payne.









SALVE! 

Eccomi qui, con una one-shot ben diversa dalle solite. 
Allora, parto col dire che non volevo pubblicare così tardi.
Oggi è stata una giornata particolare: non sono una fan di Bieber, ma leggere alcuni post di ragazze che non sono riuscite ad andare a Bologna mi ha fatto vivere anticipatamente ciò che vivrò il 19 e il 20 maggio. 
Quindi ho scritto questa 'storia' per dare forza a me e a voi che siete nella mia stessa situazione. 
Alcune cose sono reali, come il nome di twitter, il fatto che non andrò al concerto, il fatto che passerò il compleanno in quelle condizioni e il mio amore per Liam.
Altre sono inventate, come il nome e la lettera, ovviamente lol 
Spero che la leggerete e che vi piaccia, ma che soprattutto vi solleverò almeno un po', mettendomi nei panni di Liam e amandovi tutte, bambine mie. jdsfnhtrg
Quindi, sono molto contenta per chi andrà e se lo merita davvero, e, per chi non andrà: continuiamo a crederci, a combattere, a sperare. Arriverà la nostra occasione. 
Un bacione,
Greta c: 



 

   
 
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