Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: CassandraBlackZone    24/03/2013    4 recensioni
«Noioso.»
«Che?»
«I freni. Li hai tolti.»
Asia si girò verso la consolle e sbottò un sorriso. «Be’… si cambia.»
Senza girarsi, la siluriana soffocò una risata, salutò con una mano e chiuse la porta sempre dando le spalle. Di nuovo, Asia girò intorno agli innumerevoli comandi della macchina del tempo e in pochi secondi era già all’interno del vortice del tempo. Con una mano sfiorò la leva dei freni. «Dici… noioso?» con fare nostalgico, la ragazza camminò tra i corridoi del TARDIS giusto per aspettare che il suo ospite si svegliasse. Quell’ora la passò a pensare al passato.
Genere: Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 1, Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Prova a dirlo ad Asia, è sei un uomo morto. River non si smentisce mai! Ti ha mollato due bei ceffoni prima di svignarsela con Anciar senza neanche cenare con noi.»
«Ti correggo: tre. L’ultimo schiaffo era insieme alla minaccia.»
«Oh, be'… se non lo deve sapere Asia… è perfetto» Vastra sorrise sarcastica a Matt, quest’ultimo alzò la testa e la scosse allibito.«Non dirlo a River!»
«È ovvio che non glielo dirò, sciocco umano. Sono contenta di vedere che quella donna è capace di mostrare il suo lato vulnerabile.»
«Lei… si è sempre mostrata forte?»
«In questi otto anni? Sempre. Ma non lo faceva solo per se stessa: lo faceva specialmente per Asia. Non voleva mostrarsi debole davanti agli occhi di sua figlia.»
Matt sorrise. «Orgogliosa come sempre.»
«Già» La siluriana strappò con forza l’ennesimo cerotto medico dalla guancia del giovane attore che subito urlò dal dolore. «Ahia! Potevi almeno avvertirmi?!»
«Non sarebbe stato divertente. Ecco, così non dovrai massaggiarti in continuazione la faccia. Di nuovo.»
«Ma tu guarda cosa mi tocca sentire… Adesso, posso farti una domanda?»
«Dimmi pure.»
«Per quale motivo… sono legato su questa sedia e attaccato ad una macchina aliena?!»
Finito di cenare, Vastra e Jenny portarono Matt nei laboratori dei sotterranei per fare diversi test. I polsi e le caviglie erano ben legate ad una sedia d’acciaio da manette all’avanguardia e la testa era ben coperta da un casco simile a quello da football americano. Sulle braccia, invece, erano attaccati cinque o sei ventose collegate ad una sottospecie di enorme cisterna, con uno schermo che misurava le pulsazioni dell’uomo. Non vi erano altri modi se non questo, per poter finalmente scoprire cosa fossero quelle reazioni anomali.
«Vastra, ho finito di lavare i piat… Oh santo cielo!» Asia lasciò cadere un bicchiere che cadde rovinosamente a terra, rompendosi in mille pezzi. «Che cosa state facendo a Matt?»
«Asia… un aiutino?» la chiamò Matt.
«Vastra!»
«Piccola Asia, non devi preoccuparti. Vogliamo semplicemente sapere per quale motivo le sue reazioni sono state differenti da Anciar e da tutti gli altri.»
«So benissimo perché lo state facendo, ma… non c’è un altro modo?»
«L’unico metodo più veloce è questo.»
«Questo è davvero il colmo… potrei sapere che cosa mi state facendo?»
Vastra zittì Matt tappandogli la bocca con un dito «Se hai un attimo adesso te lo spiego»
L’uomo annuì e rimase in ascolto.
«Hai presente cosa è successo questa mattina ad Anciar?»
Matt ci pensò su aggrottando la fronte. Certo che si ricordava: in fin dei conti, tutte le sue perplessità iniziarono proprio da lì, quando il giovane Nitan si aggrappò a lui piangendo e disse ripetutamente Dottore. E poi… l’urlo. Dottore.
Quella parola gli risuonava così strana, ma sentiva il bisogno di ripeterla ancora. E ancora. Eccolo. Quel sibilo leggero era ritornato e come un disco rotto ripeteva Dottore. Di nuovo quella voce dal tono incerto.
«Dottore»
Sullo schermo della macchina aliena prese a lampeggiare una scritta a lettere cubitali rosse: IN FUNZIONE.
Le pulsazioni cardiache di Matt accelerarono sempre di più. «Dottore!»
«Oh, no! Di nuovo!»
«Vastra! Ferma subito la macchina!»
«Non posso! I comandi non funzionano!» La donna-rettile tentò di spegnere i sistemi ma senza risultati, poiché venne allontanata da una scintilla. «I valori sono impazziti! Anche questo non è normale!»
«C’è poco da fare» Facendo attenzione agli sprazzi di luce, Asia si avvicinò alla sedia di Matt nel tentativo di fargli riprendere il controllo «Matt! Ascoltami! Sono Asia»
«Dottore…» Il giovane attore sembrava non sentirla, si divincolava a più non posso finendo quasi col ferirsi i polsi. Le lacrime scendevano copiosamente dagli occhi.
«Ti prego Matt! Non mollare!» Asia posò le sue mani sul volto dell’uomo e cercò invano in quei occhi spenti e sbarrati dal terrore  un segnale che Matt la sentisse. La quattordicenne pensò ad una sola alternativa: quella sarebbe stata la sua prima volta, ma leggendo diversi scritti che sua madre le aveva dato a dodici anni, imparò qualche piccolo trucco che solo i Signori del Tempo sapevano fare. Valeva la pena tentare. «Ascoltami… ora proverò a entrare nella tua testa e… Ahhhhh!»
«Asia!»
La mente di Asia venne invasa da milioni di pensieri tutti insieme e tutti collegati ad una stessa parola. «Perché… perché c’è di mezzo il nome di mio padre?!»
Era come se lei si trovasse in mezzo ad un brainstorming, immersa da parole che aumentavano e la confondevano sempre di più. «TARDIS. Tempo. Collasso. Crepa. Universo. Rottura…. Ahhh! La testa mi scoppia!»
«Asia!Staccati da lui! Sta andando tutto in cortocircuito!» una spessa cortina di fumo stava ormai pervadendo il laboratorio che indusse sia Vastra che Jenny ad allontanarsi «Asia!»
«Signora Vastra, dobbiamo almeno nasconderci!»
La ragazza cominciò a sentirsi debole, la sua vista ad offuscarsi e il dolore alla testa aumentava sempre di più. Non poteva più resistere ad un simile sforzo e l’unica cosa che voleva fare era arrendersi. «Matt, ti prego… Non ce la faccio più. Ascoltami…» ormai era pronta a svenire
«dati»
«Co....Cosa?»
«Fidati»
Asia sbatté un paio di volte le palpebre e rimase a bocca aperta dallo stupore. Matt la stava guardando con un sorriso malizioso, due occhi decisi con una luce completamente diversa. Di certo non era per le scintille attorno a loro; sembrava proprio un’altra persona. «Matt?»
«Fidati di me» Il sorriso di Matt si allargò ulteriormente mostrando una fila bianchissima di trentadue denti. D’impulso Asia rispose a tono sorridendo a sua volta.
«Credo… di aver capito.» la ragazza si avvicinò alla testa di Matt e appoggiò la fronte sulla sua, si concentrò al massimo e tutte quelle parole vennero risucchiate via: la mente dell’uomo era ritornata quella che era, ovvero colma di sole immagini della sua vita.
«Ecco… continua così.»
Lo schermo della macchina smise di lampeggiare, il fumo cessò e le pulsazioni di Matt ritornarono normali. Vastra e Jenny uscirono allo scoperto più tranquille.

Asia era ancora dentro i pensieri del giovane attore, che si ritrovò a vagare tra enormi schermi che rappresentavano alcuni momenti vissuti da lui stesso, e mossa dalla curiosità, di tanto in tanto si fermava a guardare.
Il giorno del suo decimo compleanno. I tempi del liceo. La scoperta della spondilosi che lo portò ad abbondare il calcio. La sua attuale carriera da attore.
«Caspita… ne ha combinate di cose. E quello? Che cos’è?» La ragazza notò tra le immagini una porta bianca senza la maniglia: sospettosa decise di avvicinarsi, ma un alone di luce deforme le bloccò il passaggio.
«Mi spiace. Ma da qui non si passa»
«Cosa? E perché?»
«Per prima cosa: tu non dovresti essere qui. Secondo: non è ancora il momento.»
« Il momento per cosa?»
Il quel piccolo istante di silenzio la ragazza si immaginò quell’alone sorridere alle sue spalle «Stai…. Ridendo?»
«Oh? Si notava così tanto?»
«Non sei divertente.»
«Be', allora tanto vale che te ne vada.»
«Mi devi ancora dire che cosa succederà.»
«Aspetta e vedrai, piccola Asia. Aspetta.»
Dall’alone si materializzò una mano di luce che sfiorò le tempie della ragazza.

Aperti gli occhi, Asia si trovò di schiena sul pavimento. «Ahia…»
«Asia! Asia, sbrigati a togliermi da questa sedia!»
Un po’ disorientata, Asia si alzò massaggiandosi la nuca e al richiamo dell’uomo balzò in piedi. «Che? Matt? Sei sveglio!»
«Sì sì, ok! Adesso liberami!»
«Non possiamo farlo» Vastra cercò di riavviare il sistema della macchina aliena ma senza risultati. «Si è fuso tutto.»
Matt imprecò a bassa voce «Ok, non importa… Asia! Guarda nelle mie tasche!»
«Perché?»
«Guarda e basta!»
Matt pareva irritato e impaziente, qualcosa che le due donne e la ragazza non si aspettavano, ma nonostante tutto Asia obbedì e frugò nella tasca della giaccia. «Fai presto!»
«Ci sto provando! Vedi di darti una calmat… Ma… questo è …» le dita di Asia sfiorarono qualcosa di freddo e metallico. Afferrato l’oggetto lo tirò fuori: era un cacciavite sonico molto simile a quello usato dal padre, ma che era decisamente più piccolo. Quello fu il primo oggetto che costruì lei a otto anni.
«Che ci faceva nella vecchia giacca di papà?»
«Non lo so, ma me ne ero accorto durante la cena, adesso liberami!»
«Ok ok!»
Il leggero ronzio dell’attrezzo smagnetizzò il blocco e liberò sia i polsi che le caviglie di Matt. Quest’ultimo appena liberato prese per il braccio Vastra e si fece guidare ai comandi centrali dei piccoli e maxi schermi. «Dobbiamo fare il più in fretta possibile, Vastra. Ora siediti qui e presta attenzione a tutto quello che ti dico»
La siluriana annuì e prese posto alla sedia girevole. Il giovane attore sussurrò all’orecchio tutto ciò che la donna-rettile doveva fare: quest’ultima scosse la testa incredula alle sue parole. «Ma non è possibile! Tutti i pianeti sono…»
«Tu fidati di me e fai come ti ho detto.»
Senza ribattere Vastra fece scivolare le dita sulla tastiera e in attimo gli schermi piccoli si accesero mostrando diversi pianeti da diverse galassie. Sul maxi schermo i puntini rossi divennero verdi e smisero di lampeggiare. «No… non può essere.»
«Oh, invece è così, mia cara Vastra. Guardate anche voi Jenny e Asia.»
Jenny e Asia si avvicinarono allo schermo centrale ancora più incredule della stessa Vastra
«Oh cavolo...»
«Ma… tutti quei pianeti dovrebbero essere distrutti. Strax ci ha detto che…»
«Strax non poteva sapere dal momento che non ci è stato sui pianeti per motivi di sicurezza. Così si è fidato del suo palmare e delle sue informazioni, ovvero: pianeta inesistente. Ma…» Matt si avvicinò alla consolle e digitò due tasti. Applicò uno zoom che si avvicinò su uno strano oggetto cilindrico di ferro.
«Che… cos’è quell’affare?»
«Non ne sono sicuro ma sono quasi certo che si tratta di una tecnologia da voi sconosciuta, vero?»
«Sinceramente… io non ho proprio idea di cosa sia.»
«Dici bene Vastra, perché questa è tecnologia di coloro che hanno attaccato Anciar, di quei CBM2.»
«Aspetta un attimo…» Asia si mise davanti al giovane attore con un sopracciglio inarcato. «Tu come diamine sapevi di quelle telecamere?»
Matt aprì bocca ma non parlò. Lui era solo conscio di dover dire tutte quelle cose, di dare quegli ordini e niente di più: ora che ci pensava su non sapeva neanche lui il perché e soprattutto come. «Io non lo so. So solo che dovevo dirvelo e non ho ancora finito.»
Da una delle scrivanie del laboratorio, Matt prese in mano un’asta sottile da usare come puntatore sul maxi schermo. «Se non sbaglio tutte queste luce segnano che tutti questi pianeti sono stati distrutti e che di conseguenza sono stati reputati inesistenti. Vastra, annuisci o dì di sì per confermare.»
«S-sì.»
«Bene. Aggiungerei inoltre che per colpa di questi… cosi, In qualche modo i CBM2 sono riusciti a nascondere gli interi pianeti, ma che ora col codice che abbiamo digitato sono di nuovo visibili. Jenny, invia dei messaggi veloci e contatta i superstiti dei pianeti così da farli ritornare indietro»
La giovane donna annuì, e con un sofisticato impianto di comunicazione iniziò a chiamare per dare la notizia.
«Aspetta, ma… non ha senso. Per quale motivo avrebbero lasciato i pianeti intatti?»
«Ottima domanda, ma c’è anche un’ottima risposta. Innanzitutto però c’è da chiedersi: che cosa cercavano o cercano i CBM2?»
Vastra e Asia si guardarono confuse e rimasero a lungo in silenzio. Pensandoci su si collegarono all’episodio successo con Anciar e alle parole della ragazza cibernetica. Arrivate ad una sola conclusione risposero all’unisono entusiaste:«L’elemento mancante!»
Matt annuì e sorrise «Esatto.»
«Matt sei un genio!» esultò Asia.
La siluriana e la ragazza si scambiarono due smaglianti sorrisi, ma la donna-rettile subito frenò la sua esaltazione e scosse la testa. «Oh santo cielo. Asia… cercano te.»
La ragazza si puntò un dito contro «I-io?»
«Sei tu che puoi liberare i poteri del Dottore. Perciò devi morire. Queste sono state le ultime parole prima che io mi mettessi davanti a te.» puntualizzò Matt.
«Non per pensare male… Ma perché ha usato una semplice pistola? Perché non usare un’arma più pericolosa?»
«Sono sicuro che loro in realtà non ti vogliono morta. Posso solo pensare ad una sola cosa.»
«Un avvertimento!» concluse Vastra.
«Esatto. È stato solo un modo per avvertirci che qualcosa accadrà e che ben presto verranno qui per riprendere Asia. E noi dobbiamo proteggerla.»
«E allora… che cosa dobbiamo fare?»
Matt cominciò a camminare avanti e indietro davanti il maxi schermo ticchettando il bastoncino sulla testa. «Be'… dal momento che non abbiamo molto tempo… direi che partire domani sarebbe la cosa ideale.»
«Partire?! E per dove?»
«Anche se abbiamo disattivato quegli aggeggi, funzionano ancora e un piccolo segnale possono fornircelo. Sì! Faremo così!»
Asia e Vastra rimasero sempre più sconvolte dalle deduzioni decise e sicure di Matt. Specialmente agli occhi della ragazza, che ad ogni gesto e parola le sembrava una persona completamente diversa dall’uomo tremante avvolto in una coperta e a corto di caffeina: che cosa gli era successo? «Matt… quando eri sulla sedia… che cosa hai visto e sentito?»
Il giovane attore si girò verso Asia e cercò vagando con lo sguardo le parole giuste per rispondere «La solita voce. La voce che mi intasò la testa la prima volta di Dottore. Ma quella di adesso non era più una sola parola, bensì un insieme di parole tutte collegate tra di loro. All’inizio non facevano che procurarmi un’enorme emicrania ma dopo… era come se tutto mi fosse più chiaro: più si fondevano e più io capivo»
«Che cosa hai capito?»
«Io Asia, non dovrei essere qui.»
«Che vuoi dire?»
«Ricordi come sono venuto qui? Tu per prendermi hai attraversato una crepa del vortice del tempo che in qualche modo si era aperta, giusto?»
Asia si ricordò dell’esperimento di sua madre. Allora, pensò lei, il portale non era altro che una crepa del vortice del tempo. Avendo studiato per due anni tutti gli appunti della madre sui viaggi del tempo, sapeva a cosa andavano incontro: e non era niente di buono.
«Ma facendo così…»
«Facendo così si formerà una distorsione irreversibile e ciò non deve accadere. Se io non tornerò in fretta il tempo collasserà.»
Tempo, collasso, crepa. Erano parole che erano dentro al brainstorming di Asia. Le stesse identiche parole. «Senti Matt… ti sembrerà strano che io te lo dica ma…»
«Lo so, sei stata nella mia testa. Perciò sai perché non posso ancora ritornare indietro.»
Asia e Matt si guardarono intensamente negli occhi. La ragazza un po’ imbarazzata annuì. «Era una cosa strana. Ma mia madre mi parlò di questa capacità di papà, anche se la usava a dirado e così… ho tentato.»
«Hai fatto bene, Asia» Matt appoggiò le mani sulle spalle di Asia.«Hai fatto correttamente bene»
Lui sorrise alla ragazza, quest’ultima rimase sorpresa da quella frase: una frase che le pareva così familiare, eppure così nostalgica.
«Matt…»
«piace.»
«Cosa?»
«Mi… dispiace…» Matt lentamente stava perdendo i sensi ed era sul punto di cadere all’indietro, ma River lo prese in tempo appoggiandolo delicatamente sul pavimento.
«Mamma!» Vastra ed Asia si avvicinarono al corpo dell’uomo e dell’archeologa. «Mamma, che gli è successo?»
«Niente, tesoro. Credo. Dammi il cacciavite.»
«Non è ben calibrato…»
«Ma le funzioni principali funzionano che è una meraviglia» River puntò il cacciavite sonico sul corpo di Matt e lo esaminò dalla testa ai piedi. Finita la scansione tirò un sospiro di sollievo. « È tutto a posto. È solo svenuto.»
«Ma dove sei stata?»
«Ho accompagnato Anciar dalla sua famiglia e non appena ho ricevuto il messaggio da Jenny, ero certa che stavate facendo qualcosa.»
«Capisco…»
«Be'?»
«Be' cosa?»
«Avete scoperto perché nonostante le stesse reazioni di Anciar si sia ricordato tutto?»
« Ecco io…»
«I valori... non capisco! Non erano questi! Sono cambiati di botto!Adesso sembrano essere ritornati quelli di prima. Non li ha registrati!» Vastra porse dei fogli alla donna che aggrottò la fronte «Ok, non fa niente. A giudicare da questo disastro pare che il nostro caro Matt Smith abbia fatto qualcosa.»
«Che cosa?»
«È stato lui a capire che i pianeti non erano distrutti. I CBM2 sono dietro a tutto questo. È stato incredibile!» raccontò Asia entusiasta.«Prima era tipo, non so… impaurito e dopo che sono entrata nella sua testa è diventato un’altra persona! Parlava come un professore! Sapeva cosa dire senza ripensamenti! Era così…. Così…»
River sogghignò scuotendo la testa
«Che…c’è da ridere mamma?»
«Oh Asia, ancora non hai capito?»
«Che cosa dovrei capire?» L’archeologa indicò con gli occhi Matt addormentato sul pavimento. Asia rimase immobile ad osservarlo per un po’. «Ma…»
«Pensaci, tesoro»
La ragazza sgranò gli occhi sbalordita «No… non può essere.»
«Oh, dolcezza. È il suo stile.»
River accarezzò i capelli della figlia «Ora dobbiamo caricare il corpo di Matt sul TARDIS. Adesso è di nuovo pronto per un altro viaggio. Raggiungeremo Nitano 723 e andremo a riprenderci quell’idiota di tuo padre.»
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Ok, ora le cose si complicano … Ma pian piano verranno a galla e tutto sarà chiaro. Penso che questa fan fiction non raggiungerà i venti capitoli, forse si fermerà a quindici… non so ancora dirlo con certezza! ;)
 
Cassandra
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: CassandraBlackZone