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Autore: Hymn    24/03/2013    2 recensioni
“Smettila di comprendermi così bene.” - Julian allungò una mano verso il viso di Damian, quando quest'ultimo lasciò andare il sorriso, ed il ragazzo istintivamente abbassò la mano. Una luce scura attraversò lo sguardo cristallino del vampiro. “Non è così difficile se tu mi mostri tutto sul tuo volto.”
[Julian/Damian]
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damian Assange, Julian Lord
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Cristina/Damian, che nonostante il perenne ritardo nel rispondere alle role,

mi regala ogni volta emozioni diverse.

A Luigi, che si diletta nel betarmi ogni volta i pezzi,

e che non smetterò mai di stimare.

A Claudia, perché semplicemente mi sopporta.

 

 

Quando quella sera aveva sentito bussare alla porta del Collegio, non si sarebbe mai aspettato che sarebbe finita in quel modo.

Quando Damian Assange entrò nella sua camera, Julian Lord, matricola del Collegio di Aldenor, tutto si sarebbe aspettato ma non questo.

Non che quel vampiro, ormai accompagnato da tempo a Jeremy Addison, potesse stravolgere così tanto la sua vita.

Lo fece accomodare nella propria stanza, l'assenza di Jordan si faceva decisamente sentire.

Sedendosi sulla scrivania, ne studiò i movimenti, un nodo di tensione che lo attanagliava alla bocca dello stomaco quando Damian si sedette proprio sulla sedia, vicino a lui. Era affascinato da quel vampiro, così antico, così stranamente familiare.

Sapeva che era stato, ai suoi tempi, due volte consecutive Duca della Chiave, così come, proprio grazie a lui, lo era diventato Axel Vandemberg. E quel suo carattere, così strano, così ambiguo e decisamente infantile sotto certi versi, lo incuriosiva. Ma, nonostante tutto, rimaneva pur sempre un redivivo, un mostro, a parere di molti.

Il vampiro notò senza troppi problemi la tensione nel corpo del giovane, il suo cuore accelerato. “Smettila di comprendermi così bene.” - Julian allungò una mano verso il viso di Damian, quando quest'ultimo lasciò andare il sorriso, ed il ragazzo istintivamente abbassò la mano. Una luce scura attraversò lo sguardo cristallino del vampiro. “Non è così difficile se tu mi mostri tutto sul tuo volto.”

Un sorriso incerto comparve sul viso di Julian, i suoi occhi incrociarono quelli di Damian, una strana tristezza di fondo. Avvertiva il cuore battergli nel petto, e sapeva che il vampiro poteva sentirlo anche meglio di lui. “Non è mia intenzione essere teso.”

Allungò di nuovo la mano, e questa volta sfiorò la guancia di Damian, fredda al tatto, e alla sua richiesta provò a rilassarsi, concentrandosi sulla sensazione di frescura che la pelle del redivivo gli procurava. Il cuore rallentò i battiti, ma rimaneva ancora un certo inconscio nervosismo.

“Che cosa ti blocca?” - Damian sorrise, guardando Julian negli occhi. Ricambiò il sorriso sghembo, un respiro più profondo. La sua natura lo spaventava, l'enorme differenza di età altrettanto. Lui era un giovane studente, a malapena diciassettenne, l'altro un vampiro di oltre due secoli, nonostante l'aspetto eterno di un ventenne. Si avvicinò a lui, scivolando sul piano della scrivania.

“Non è colpa mia se io sono un ragazzo e tu un vampiro. Ma oltre l'età, non credo ci sia altro di più.” - la voce si abbassava gradualmente, e chiuse gli occhi quanto le dita affusolate di Damian gli spostarono una ciocca di capelli, facendolo rabbrividire. Il cuore lentamente decelerava i battiti, e questo non sfuggì al vampiro, che non tardò a farlo notare al giovane studente.

“Vedi che già va meglio?” - l'affermazione del vampiro fece sorridere il ragazzo, che ricambiò il sorriso nato sulle labbra di Damian quando aveva notato che Julian si era fatto di poco più vicino. Quel ragazzo lo faceva stare bene, si disse.

“Mi fa piacere che tu sia qui, anche se non sembra.”

“In un certo senso, te lo dovevo.”

Julian andò in confusione, fissando Damian senza capire, e si avvicinò ulteriormente a lui, in cerca di spiegazione. Spiegazione che non ottenne, poiché il sorriso sghembo di Damian gli fece notare che, istintivamente, gli si era fatto più vicino. Distolse lo sguardo, a metà tra l'imbarazzato ed il confuso. Minacciò di bandirlo se non si fosse spiegato, e questo suscitò nel redivivo una risata divertita. Gettò la testa all'indietro, ridendo di gusto, le labbra dispiegate leggermente sui denti, i canini ritratti nelle loro sedi. Indispettito, Julian gli tirò i capelli, quel breve intermezzo gli aveva fatto dimenticare la tensione dovuta alla sua presenza.

“Meglio averti come amico, che come nemico.”

Damian sorrise di nuovo, un sorriso luminoso gli si aprì sul viso, e con un repentino gesto della mano bloccò con la propria la mano di Julian. Il ragazzo sobbalzò leggermente, trattenendo il respiro, per poi riprenderlo quando le dita di Damian si mossero a carezzarlo sul dorso.

“Mi trovi così innocuo?”

Scosse la testa alla sua domanda, sorridendo con una vena d'imbarazzo. Damian girò la mano, intrecciando le dita a quelle dello studente, pensieroso. La sua natura intimoriva Julian, l'aveva capito. E, quando chiese conferma, sorrise leggermente. Non poteva fare niente riguardo la sua natura vampiresca, ed entrambi lo sapevano bene.

“Da quando sei entrato sono però più tranquillo. Ancora non mi hai messo in pericolo.”

Damian sorrise. “Ho promesso di non farti del male.”

Poggiò il naso sul suo polso, parlando a diretto contatto con la pelle calda del giovane. Alzò lo sguardo sul suo, e Julian non si curò di non guardarlo negli occhi, come da sempre gli era stato insegnato. Ma quando Damian si avvicinò al suo viso, così tanto da avvertirne il respiro sulla pelle, memoria di una vita umana, abbassò lo sguardo, in imbarazzo.

“Ti temo, ma non per questo non voglio non fidarmi di te.”

La mano di Damian lasciò andare il polso di Julian, e il vampiro tornò a sedersi comodamente sulla sedia, la schiena poggiata contro lo schienale.

“Fiducia... Mi piace come concetto.”

Un sospiro leggero sfuggì al ragazzo, che seguì con lo sguardo ogni movimento di Damian. Sapeva benissimo quanto Damian potesse essere pericoloso. “Sbaglio a fidarmi di te?”

“No, ma non dare per scontato che io sia una creatura mansueta. Non lo sono.”

Allungò una mano, poggiandola di nuovo sul viso del giovane, la sua pelle calda che gli infondeva tranquillità. Gli lasciò una lenta carezza, e Julian sfiorò con la propria mano quella del vampiro, che non evitò di sorridergli con una certa malizia, allontanando la mano di scatto, come per provocarlo.

“Se vuoi posso aver paura di te, ed urlare.”

Damian ridacchiò, una risata bassa e un po' roca, e scosse la testa. Gli sorrise, e distogliendo lo sguardo si alzò, avvicinandosi alla finestra e allontanandosi da Julian di qualche passo.

 

[…]

 

Rideva. La risata di Damian si diffuse nell'aria fresca della Vecchia Capitale, mentre teneva ben stretto Julian tra le braccia, balzando agile e scattante come un gatto sui tetti della città.

“Vieni con me, per un po'? Ti mostro la città da un'altra prospettiva. Hai detto che ti fidi di me, no?”

La risata che ne era seguita, lo stringere il corpo caldo di Julian lo aveva fatto sentire vivo, tranquillo, una serenità che gli mancava da qualche mese. Nelle orecchie gli risuonava il cuore martellante di Julian, accelerato per via dell'improvviso sbalzo di quota, e soprattutto per la scarica di adrenalina che quel gesto gli aveva causato.

Il ragazzo fulminò con lo sguardo il vampiro, che nonostante tutto gli sorride dolcemente, divertito, mentre Julian nascondeva il viso premendolo leggermente sul petto di Damian, l'odore leggero della sua pelle che gli solleticava l'olfatto.

Smise di ridere alla faccia scocciata del ragazzo, si limitò a mantenere sul viso un sorriso allegro, riflesso della sua tranquillità, e tenendolo ben stretto atterrò su un ultimo tetto, accompagnando Julian a poggiare i piedi sulle tegole leggermente spioventi.

“Siamo in alto, come puoi vedere.”

Il ragazzo si guardò intorno, seguendo Damian quando questi cominciò a camminare sul tetto, mantenendosi ben saldo al suo busto, rilassandosi quando il braccio del redivivo saettò a cingerlo per la vita, come per tranquillizzarlo. Imitandolo, si sedette accanto a lui, sul ciglio del tetto. Si impediva di guardare di sotto, e poggiando la testa alla sua spalla quando la stretta del suo braccio si allentò leggermente.

“Com'è vivere solo dopo il crepuscolo?”

Damian si prese qualche secondo di tempo, un sorriso tranquillo gli sbucò sulle labbra, e cingendo il ragazzo attorno alle spalle, intrecciò le dita ai suoi capelli, passandovele nel mezzo e carezzandolo.

“Noioso ed interessante al tempo stesso. Ma certe volte mi manca la luce del giorno.”

Si voltò verso il vampiro mentre ne ascoltava le parole, fissando il suo viso nella tenue luce pallida della luna, annuendo alle sue parole. Si voltò di nuovo a guardare la Capitale dall'alto, mentre la mano di Damian scendeva lungo il suo corpo, e gli carezzava in un lento su e giù il braccio. Poggiò la guancia sui suoi capelli, causando un afflusso di sangue sulle gote di Julian.

Con i sensi fini tipici dei vampiri Damian notò la cosa, ma non commentò. Sorridendo si voltò a guardarlo, serrando il braccio destro attorno alla sua vita, mentre la mano sinistra si allungava a solleticarlo sul fianco. La presa di Julian attorno al corpo di Damian si fece più forte, mentre iniziava a ridere per via del solletico, fissando il vampiro con una certa paura di cadere. Di fronte a quell'attimo di spavento la mano di Damian si allontanò dal fianco del giovane, un sorriso dolce sulle labbra mentre tornava ad accarezzarlo sui capelli.

“Non ti preoccupare, non ti faccio cadere.” - sussurrò appena, sorridendogli di rimando, annuendo al suo flebile mormorio d'assenso. Intrecciò lo sguardo al suo, senza allontanare la mano dai suoi capelli.

“Ti fidi di me?” - pronunciando quelle parole, si sentì esposto, una sensazione strana che gli cresceva dentro, familiare ma altrettanto remota.

“Sì, mi fido.”

“Ne sei sicuro, Ju?” - Damian avvicinò il viso al suo, il respiro di Julian che gli solleticava la pelle e l'olfatto, gli occhi ancora intrecciati ai suoi, le braccia attorno al suo corpo, come a proteggerlo. Ne sentiva il calore anche attraverso la stoffa dei loro reciproci vestiti.

“Sì, non ho dubbi.”

Julian arrossì, nel ricambiare lo sguardo, e sorrise leggermente.

“Bene...”

Damian avvicinò ulteriormente il viso a quello del ragazzo, intrecciando meglio le dita ai suoi capelli rossicci, il respiro che andava ad infrangersi sulle labbra del giovane, il naso che gli sfiorava lo zigomo.

“Bene...”

La voce di Julian uscì in un sussurro stentato, ripetendo ciò che Damian aveva detto. Sentì il cuore martellare di nuovo contro lo sterno, incapace di pensare a qualcosa di logico. Sapeva che doveva ritrarsi, ma non lo fece. Le braccia di Damian attorno al proprio corpo lo stringevano a lui, avvertiva la sua presenza così vicina e confortante. Lo vide annuire, il sorriso sulle sue labbra, e poi successe.

La distanza tra i loro volti fu azzerata, ed istintivamente chiuse gli occhi quando le labbra di Damian si poggiarono sulle sue, delicatamente, la presa delle sue braccia che aumentava d'intensità. Serrò le dita contro le scapole del vampiro, e schiuse appena le labbra, il respiro tremolante.

Damian lo tenne contro di sé, beandosi di quella vicinanza, del calore intenso di quel giovane corpo. L'odore del suo sangue lo attraeva, tutto di Julian iniziava ad assumere un valore diverso. Intrufolò la lingua tra le sue labbra, chiudendo a propria volta gli occhi quando il sapore della bocca di Julian arrivò, amplificato dai suoi sensi di vampiro, a colpirgli il gusto.

Approfittò dell'avvicinarsi del ragazzo per stringerlo meglio contro di sé, intrecciando con tranquillità la lingua a quella di Julian, prendendo il controllo in quel bacio. Sfiorò la sua lingua con la propria, mentre sorrideva. E sorrise ancora di più quando sentì un leggero morso sulle labbra da parte del ragazzo. Gustò il suo gemito leggero, e affondò di più nella sua bocca, premendosi contro il suo corpo prima di allontanare le loro labbra, guardandolo negli occhi. Sorrise del rossore ormai evidente sulle sue guance, le sfiorò con la punta delle dita, trovandole piacevolmente calde al tatto.

“Grazie di esserti fidato di me.” - come svegliandosi, Julian lo guardò, allungando una mano e poggiandola su quella di Damian, che non accennò a voler annullare quel contatto così intimo e forte.

“Mi dispiace... Se credi che abbia esagerato...”

Istintivamente, Julian sorrise. Ricambiò il suo sguardo, poggiando la fronte su quella del vampiro, e scosse la testa. “Era qualche tempo che pensavo di farlo per primo, sai?”

Le sue parole suscitarono un lieve sospiro nel vampiro, che tornò a sfiorare le sue labbra, più volte.

“Sì?”

Il ragazzo annuì, ancora rosso in viso, e poi parlò di nuovo, praticamente sulle sue labbra.

“Perché mi hai ringraziato?”

Di nuovo le labbra di Damian sfiorarono gentilmente quelle di Julian, mentre la presa attorno al suo corpo tornava ad aumentare di intensità. Si lasciava cullare dal calore di quel corpo, facendo propria quella sensazione di tranquillità che in quel momento associava alla presenza del ragazzo.

“Ti ringraziavo per il bacio, Julian.”

Julian poggiò la testa sulla spalla di Damian, stringendosi a lui, e il redivivo tornò a carezzarlo sui capelli. Lo guardò di sfuggita quando si sentì ringraziare, e ricambiò il leggero bacio che il ragazzo lasciò sulle labbra. “Anche io volevo baciarti...”

Le parole sussurrate di Julian lo fecero sorridere, una scintilla di malizia ad illuminargli lo sguardo. “Interessante.”

Lo guardò divertito, annuendo al suo 'tu dici?'. Avvicinò di nuovo i loro volti, sfiorando con la lingua le labbra di Julian, per poi morderlo leggermente sulla carne tenera, rubandogli un mormorio. Lo vide chiudere gli occhi e allungare le braccia dietro al suo collo, e approfittando della situazione poggiò di nuovo le labbra sulle sue. Continuava a sfiorargliele, maliziosamente, lasciandogli piccoli morsi e stuzzicandogliele con la lingua.

Il ragazzo schiuse le labbra, mordendo la punta della lingua di Damian. Nell'arco di un secondo il redivivo tornò a baciarlo, rubando di nuovo un gemito sorpreso al ragazzo, affondando con la lingua nella sua bocca. Gli succhiò la lingua, e senza allontanarsi dalla sua bocca poggiò una mano sul suo petto, fino a farlo sdraiare sul tetto.

Si mise sopra di lui, spostando una mano sul suo fianco, l'altra ad intrufolarsi tra i suoi capelli, mentre Julian intrecciava una gamba a quella di Damian, le mani sulla sua schiena. Continuò a baciarlo, stuzzicandogli il palato e l'interno delle guance, risalendo con la mano direttamente sulla sua pelle, lasciata scoperta dalla camicia quando si erano sdraiati. Strusciò il bacino su quello del giovane, lentamente, mentre le dita del ragazzo sollevarono a propria volta la stoffa pregiata della camicia del vampiro, intrufolando una mano sulla schiena di Damian.

Sentiva sotto ai polpastrelli i muscoli tonici sulle sue spalle, guizzare leggermente sotto la pelle fresca al ritmo delle carezze che il vampiro lasciava sul corpo caldo del giovane. Un sospiro compiaciuto sfuggì a Damian, fino a consumarsi sulle labbra di Julian, mentre ancora continuava a baciarlo, quasi con foga, il sapore inebriante della sua saliva che lo rendeva desideroso di assaporare maggiormente il corpo del giovane. Scese con le labbra sul suo collo, la lingua a delinearne il profilo, lasciandogli ogni tanto qualche bacio. Sollevò maggiormente la sua camicia, insinuando ambo le mani sotto la stoffa e poggiandole sul suo petto caldo, muovendo leggermente le dita a carezzarlo. Poi fu un attimo, e le mani di Julian guizzarono su quelle di Damian, fermandole.

“Non credo... Non credo di...”

Damian si fermò, e aprendo gli occhi li puntò su quelli di Julian, la consapevolezza di aver superato il limite si faceva largo nella mente. Si sollevò rapido da lui, sistemandosi di nuovo la camicia ed i capelli, fissando la linea dell'orizzonte.

“Mi dispiace, Julian, non...”

Venne interrotto dal bacio leggero del giovane e dal suo abbraccio. Non ricambiò il bacio, ma le braccia si spostarono attorno al corpo del ragazzo, stringendolo a sé.

“Non scusarti... Non hai esagerato, sono io che ancora non sono pronto.” - Julian sussurrò, bloccando le sue parole. - “E poi un tetto non è romantico.”

Il ragazzo sorrise, guardandolo, smettendo di tremare. Si lasciò carezzare dalla mano di Damian.

“Non volevo forzarti... E poi no, un tetto non è romantico.”

Il redivivo gli sorrise dolce, ricambiando lo sguardo e sorridendogli dolce, posando il mento sulla sua spalla. Una mano di Julian si sollevò, intrecciandosi ai suoi capelli, per tranquillizzarlo.

“Per quanto ancora intendi scusarti, vampirastro?”

La domanda del ragazzo fece ridere Damian, che avvicinò le labbra all'orecchio di Julian.

“Fino a che non mi dici che vuoi fare, adesso.”

Gli lasciò un bacio sulla guancia, ricevendo in cambio un sorriso divertito da parte del giovane.

“Mi va bene anche rimanere abbracciato qui” - Julian si lasciò sfuggire una risata, per poi guardare di nuovo Damian. - “Qualsiasi cosa?”

Damian annuì, ricambiando la risata del giovane. “Qualsiasi cosa fattibile.”

Julian corrugò la fronte, facendosi pensieroso per qualche manciata di istanti. Una luce divertita e decisamente malandrina comparve nei suoi occhi.

“Mi porti ad una distanza ragionevolmente sicura dal Presidio? Poi torniamo al Collegio, al caldo.”

“Al Presidio? Sicuro?”

Damian lo fissò, leggermente preoccupato dalla sua domanda, e soprattutto dal suo sguardo decisamente troppo eccitato.

“Sì, sono sicuro... Che c'è, hai paura, eh?”

Julian rise, ed il vampiro rise con lui, scuotendo tutta via la testa, e poi guardandolo con serietà negli occhi.

“Dovresti averne anche tu, Julian.” - mantenne lo sguardo nel suo, ammonendolo sia con gli occhi che verbalmente - “A debita distanza. E non ti ascolterò se mi chiederai di avvicinarti ulteriormente.”

 

[…]

 

Di nuovo stretto tra le braccia di Damian, si ritrovava a saltare da un tetto all'altro, con il ricordo nella mente e sulle labbra del sapore dei baci del redivivo. Si era sentito bruciare dentro, si era sentito vivo. Sentiva ancora sulle labbra il sapore così deciso, dolce e forte della saliva del redivivo. Sorrise tra sé, destandosi, quando si fermarono su uno dei tetti più bassi della città, vicini al Presidio ed alla Cattedrale dei Frati Neri.

“Eccoci, Ju...”

La voce di Damian lo riportò alla realtà, e quando le sue braccia glielo permisero, si voltò. Seguì le indicazioni del redivivo, e puntò lo sguardo dritto di fronte a loro, individuando subito i cancelli del Presidio, perennemente avvolti dalla nebbia. Le braccia di Damian tornarono a stringersi attorno al corpo del giovane, che si appoggiò con la schiena al suo petto.

“So quanto è pericoloso... Ma credo che abbia una... Una certa attrattiva.”

Sussurrava, ignorando la sensazione di disagio e malessere che il Presidio infondeva nella stragrande maggioranza delle creature senzienti. Distolse lo sguardo dai suoi cancelli, pensieroso, sorridendo poi per le carezze che Damian gli lasciava sulla guancia.

“Pensare che ci sono creature vive... Dà da pensare. Ti capisco.”

Le dita di Damian continuavano a sfiorare gentilmente la guancia del giovane, che si lasciò sfuggire un leggero sorriso.

“Tra cinque minuti ritorniamo al Collegio...”

Le braccia di Damian tornarono a stringersi attorno al corpo di Julian, acconsentendo a quell'attesa. Gli sorrise, e poi tornò a guardare il Presidio. Ricordava le parole di Damian, ma non poté fare a meno di allontanarsi dal suo corpo per qualche istante, prima che le braccia del redivivo aumentassero la presa attorno al suo corpo, premendoselo di nuovo contro. La sua voce gli risuonò nelle orecchie.

“Non puoi, mi dispiace.”

Non era una domanda, ma un ordine, secco, un velo di preoccupazione risuonava in quelle poche parole pronunciate dal vampiro. Il ragazzo annui, serrando le dita sulle sue braccia.

“Torniamo, JuJu?”

Le mani di Damian tornarono a muoversi tra i capelli e sulle spalle di Julian, nel tentativo di calmarlo. Il redivivo si era accorto della sensazione di disagio che Julian provava, poteva sentirla dall'odore del suo sangue, da quei movimenti impercettibili dei muscoli che il ragazzo non poteva sentire, ma che non sfuggivano ai sensi amplificati di Damian. Il ragazzo annuì, e girandosi in quell'abbraccio, tornò a stringersi a lui, mentre il redivivo tornava a balzare sui tetti, dirigendosi di nuovo verso il collegio di Aldenor.

 

[…]

 

“Eccoci qui.”

Il viaggio di ritorno, stretto tra le braccia di Damian, lo avevano percorso in silenzio. Poggiò i piedi sul davanzale, e poi si sedette sul letto, fissando il vampiro che, nel frattempo, si era seduto di nuovo sulla sedia alla scrivania. Il ragazzo si lasciò sfuggire un lieve sorriso, guardandolo.

“Non mordo se ti avvicini...”

Senza aspettare altro Damian si alzò, avvicinandosi al letto e sedendovisi sopra, poggiandosi sui talloni, sorridendo con una certa malizia al giovane.

“Non hai paura del contrario?”

L'esplicita provocazione del vampiro fece sorridere Julian, che poggiò la testa alla spalla di Damian, sorridendo tra sé.

“Mi fido della tua parola... Anche se non mi darebbe fastidio.”

Sussurrò appena, ridendo sottovoce, mentre le braccia salde e forti di Damian tornarono a stringersi attorno al corpo di Julian, tirandolo a sdraiarsi sul letto, accanto al vampiro.

“Non lo farei... Sono di parola, più o meno.” - la mano del redivivo tornò ad intrecciarsi ai capelli del ragazzo, che sorrise e poggiò una mano aperta sul petto di Damian, disegnandoci sopra con la punta delle dita.

“Sei un esaltato, Damian.”

Il redivivo soffiò una risata a quelle parole, la presa delle sue braccia sul corpo del ragazzo non accennava a diminuire, anzi, facendo leva se lo tirò sdraiato sopra. Ritrovandosi sul suo corpo Julian si lasciò sfuggire una risata, prima di alzare lo sguardo e poggiare il mento sul petto marmoreo di Damian. Lo guardò negli occhi, sorridendo.

“E anche particolarmente affascinante.”

A quelle parole le labbra del redivivo si incresparono in un sorriso, gli occhi che scintillavano maliziosi, brillando di una luce divertita.

“Particolarmente affascinante?” - il ragazzo si sporse in avanti, poggiando di nuovo le labbra su quelle di Damian alla sua domanda, annuendo.

Tentò di ritrarsi, ma Damian se lo trattenne contro, baciandolo di nuovo, leggermente. Rise di nuovo, e strinse forte il ragazzo. Julian si sistemò meglio, poggiando la guancia sulla spalla di Damian, ammirando i lineamenti decisi ed armoniosi dei suoi zigomi, la linea del suo naso e soprattutto i suoi occhi azzurri, sorridendogli. Le dita di Damian tornarono a sfiorarlo sulla guancia, mentre ricambiava lo sguardo del giovane.

“Che c'è?”

A quella domanda la matricola arrossì appena, avvicinandosi di più a lui, un sorriso imbarazzato sul viso.

“Mi fa piacere che tu sia rimasto...”

Sorrise a quelle parole, mentre continuava a muovere le dita sulla pelle arrossata e calda del volto di Julian. Ne ricambiò lo sguardo, e si sistemò in modo tale da poter avvicinare i loro volti.

“Fa piacere anche a me.” - sussurrò tranquillamente, prima di poggiare le labbra all'angolo della bocca di Julian, schiudendole sopra quelle del giovane e sfiorandone con la lingua la carne, delineandone il profilo. - “Dimmi di smettere se inizi ad infastidirti.”

Il giovane annuì, tornando a chiudere gli occhi quando la lingua di Damian percorse per intero le labbra del giovane, che le schiuse a quella implicita domanda, mugolando leggermente. Il redivivo spostò una mano tra i capelli di Julian, trattenendo il suo volto contro il proprio, mentre con la lingua cercava la sua, infastidendogliela e poi prendendola tra le labbra, succhiandola e mordendola leggermente, il sapore della saliva del giovane che tornava ad inebriarlo. Le braccia del ragazzo si intrecciarono di nuovo dietro le spalle larghe di Damian, mentre gli mordeva il labbro, leggermente. Damian sorrise, stuzzicandogli con la lingua i denti, prima di fermarsi quando Julian intrufolò una mano sul suo petto. Si allontanò dalle sue labbra, gustandosi il piacere di quel tocco caldo sulla pelle, allontanando le mani dai capelli del giovane e cingendolo per la vita.

“Che ne dici di fermarci qui per stasera, JuJu?”

A quella domanda il ragazzo annuì, allontanando quasi a malincuore la mano dal petto di Damian, solo per spostarla tra le ciocche dei suoi capelli scuri. Gli sorrise, poggiandosi contro di lui, una sensazione di sicurezza interna che non aveva mai provato. Si chiese cosa avesse di così speciale quel redivivo per farlo sentire così protetto.

“Mi piace la tua pelle, sai? È fredda.”

Quelle parole fecero sorridere Damian, che carezzò la guancia al ragazzo quando questi si lasciò sfuggire uno sbadiglio. Lo guardò con tranquillità, continuando a carezzarlo anche quando gli chiese se volesse dormire. Il ragazzo annuì, e per tutta risposta si strinse forte a lui, la fronte poggiata al suo collo, mentre inspirava a fondo, rubando alla sua pelle quel leggero odore che, in quel momento, aveva il potere di farlo rilassare.

“Ti.. Puoi rimanere finché non mi addormento?”

Aveva parlato sottovoce, una vena di malinconia ingiustificata nella voce. Damian annuì, un sorriso dolce sulle labbra perfette, gli occhi azzurri che percorrevano tutta la figura del giovane ragazzo. Continuò a carezzarlo, percorrendo più a lungo la sua pelle calda, per allontanare dal suo cuore quella malinconia di cui si era accorto.

“Sei sicuro?”

“Si, sicuro...”

Julian allungò il braccio, e strinse Damian, la mano che gli carezzava di rimando la schiena, un sorriso compiaciuto e rilassato sul viso per i movimenti gentili di Damian sulla propria pelle. Si lasciò sfuggire uno sbadiglio, e lentamente cominciò a scivolare nel sonno, conscio solamente della presenza del corpo forte e sicuro del vampiro accanto a sé.

Ormai addormentato non si accorse che Damian lo baciava lievemente sulla guancia, per poi cercare nell'armadio una coperta e coprirlo. Non si accorse che il vampiro, con un sorriso sul viso, si sporse verso di lui per dargli la buonanotte, prima di uscire di nuovo dalla finestra, sparendo nella notte, mentre nella mente rifletteva su quanto fatto quella sera, sugli abbracci saldi che il giovane gli aveva regalato senza chiedere niente in cambio, senza sapere cosa tutto quello avrebbe comportato.

   
 
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