Vei. Capelli neri e occhi così scuri che ti ci potevi perderti. Jeans stretti, scarpe alte, maglia verde.
Camminava tranquilla nel corridoio che dall’ingresso portava alla mensa. Nessuno lungo il suo cammino, ognuno nel proprio angolino che aspettava paziente che passasse.
‘Ciao’ Anne  salutò mentre si avvicinava a lei. Vei non rispose, continuò a camminare per raggiungere il proprio tavolo, dove gli altri la aspettavano.
‘Che facciamo oggi?’ Kister mangiucchiava i bordi del panino, attenta a togliere ogni pezzo di prosciutto che vi era rimasto per sbaglio.
‘Non saprei’
‘andiamo al Mistery’
‘a fare?’ la voce di Vei si alzò limpida e chiara.
 ‘A studiare’ disse Anne, poi rise. Nessuno le fece caso. Da quando era rimasta incinta era passata letteralmente in secondo piano.
‘Vi chiamo dopo ‘ ne uscii Vei, poi si alzò e abbandonò il tavolo.
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‘Ci siamo venuti davvero?’ Kister  rimase immobile di fronte all’edificio bianco, quadrato, con le persiane blu sbiadito e un orribile cartello con la scritta ‘Mistery’.
 ‘Non voglio Anne intorno e questo è l’ultimo posto in cui si aspetta che veniamo’ disse Vei. 
Si diresse verso l’entrata, con la faccia leggermente disgustata.
-Che schifo- pensò, mentre le suole delle sue Vans rosse si posarono sul pavimento di mattonelle blu.
‘Che puzza’ si lamentò qualcuno.  ‘Dai Vei solo gli sfigati vengono qui!’ Non badò ne a quello e a nessun’altro dei commentini e delle critiche che il suo girone di amici aveva da dire. Raggiunse il bancone del bar, facendo particolare attenzione a non pestare della maionese che era caduta.
‘Che alcolici vendete?’ chiese, già consapevole della risposta
‘Niente alcolici bimbi’ ecco, appunto.
Arrivarono diversi insulti dai ragazzi, che si preparavano a girare i tacchi e posarli da qualche altra parte.
Il campanellino della porta suonò nell’esatto momento in cui Vei si avvicinò all’ingresso per abbandonare l’edificio. Ne entrò un ragazzo, piuttosto alto, con i capelli castani, gli occhi profondamente blu, coperti da occhiali quadrati.
‘Permesso’ disse lui con voce debole, gentile e incredibilmente dolce.
Nessuno ci fece caso, volevano solo uscire di lì.