Solo un giorno, uno soltanto
-Merlino,
Neville, possibile che tu non sia in grado di ricordarti nulla!? Nemmeno la più
piccola cosa!? Dove diavolo hai ficcato quel fiore maledetto!?-
-Io, io..Non
lo so..- balbettò il giovane, afflitto, cercando di evitare gli occhi irosi
dell’amico.
-Ma devi
almeno avere una piccola idea su dove possa essere!-
-Aspetta..-
Neville portò una mano al mento, pensoso. L’altro gli si avvicinò, tremante di
eccitazione.
-ALLORA!?-
sbottò infine, non riuscendo a trattenersi.
Neville fece
un balzo all’indietro, diventando tutto rosso in viso.
-Sei
ammattito!? Mi hai fatto prendere uno spavento! Pensi di facilitarmi le cose
comportandoti in questo modo!?-
-Paciock.
Sei un caso disperato. Assolutamente disperato.- borbottò l’altro,
appoggiandosi di spalle contro il tavolo in legno, che occupava un angolo della
stanza. Rimase qualche secondo così, immobile, contemplando l’amico in
silenzio. Poi, improvvisamente, con uno scatto repentino prese Neville per il
braccio, trascinandolo davanti ad uno specchio a figura intera.
-Guardaci.
Guardaci. E dimmi cosa vedi.-
-Ti è dato
di volta il cervello!?- protestò questo, cercando di liberarsi dalla stretta.
-Inizia a
mettere in moto il tuo, e vedrai che i risultati arriveranno. Per il momento
però, limitati a fare ciò che ti ho detto.-
Neville
sbuffò rumorosamente, iniziando a scrutare nello specchio.
-Vedo due
ragazzi.-
-Beh, un po’
più di ragazzi, Paciock. Siamo quasi due uomini, ormai!-
-E va bene.
Due giovani uomini. Sono..alti, e beh, magri.-
-Io
aggiungerei anche atletici, non troppo muscolosi, ma nemmeno tanto mosci da non
riuscire a tirare un cazzotto in grado di far andare ko l’avversario.-
-Hanno..dei
giusti capelli. E degli occhi..normali.-
-Che cosa,
che cosa!? Giusti, normali!? Ma dove sei andato a pescarli questi aggettivi
scalcinati!? Al mercatino delle sanguisughe!? Paciock,
ti dirò io cosa si riflette ora in questo specchio, dato che è evidente che tu
non sei in grado di rendergli giustizia: ci sono due modelli. Due adoni. Due
statue greche. Siamo irresistibili, Paciock.
Ficcatelo in quella zucca vuota.-
Quest’ultimo
sospirò, affranto, scostandosi dall’amico.
-Se è davvero come dici tu, com’è che Mrs
Turpin non si degna nemmeno di salutarci, quando
passiamo?-
-Oh. Beh, è
evidente che si sente in soggezione. La nostra bellezza è troppo sfolgorante.-
-Non lo so.
Sento solo che ogni volta che evita il mio sguardo un pezzo di me muore. E io
precipito in un abisso senza fine.-
Il giovane,
a queste parole, emise un verso disgustato. -E’ dall’inizio dell’anno
scolastico che ti sento ripetere queste frasi melodrammatiche. Merlino, mi
sembra di essere capitato in uno di quegli insulsi e mielosi libri di Lavanda Brown.-
Sul volto di
Neville si accese un piccolo sorrisetto.
-Vedo che
però sei ben informato..Non è che un giorno di questi troverò per caso in
camera tua una pila dei suoi romanzi?-
-Oh, taci un
po’. Li conosco solo perché mia madre ne ha riempito la libreria in salotto.-
-Fingerò di
crederti. Ora però, dimmi per quale ragione hai inscenato questo teatrino,
inutile, tra le altre cose, dello specchio.-
-Non ti è
ancora chiaro il motivo!? Se siamo perfetti, e Mrs Turpin continua a non considerarti, la colpa non è certo
nostra. Dato che mi sono rotto della tua depressione da innamorato disperato,
che mi rovina tutte le serate visto che il tuo amore non ti permette di farmi
da spalla, ho deciso di darti una mano. Una vera. Ci serve quel fiore, così
potrai esprimere il tuo desiderio di essere ricambiato, passerai una giornata
indimenticabile, e poi, però, dovrai promettere che rinsavirai. E che tornerai
lo stesso Neville di sempre. Prima che arrivasse quella gattamorta!-
-Tanto non
ci riusciremo mai.-
-Merlino, Paciock. Raddrizza quelle spalle e stringi le chiappe.
Troveremo quel fiore, a costo di setacciare l’intero castello. O non mi chiamo
più Draco Malfoy.-
***
-E’ passata
una settimana, una settimana! Arrenditi, Draco. La
mia memoria fa acqua da tutte le parti!- esclamò il giovane, abbandonando la
testa sul piccolo tavolo, ancora imbandito dei resti di un rapido spuntino.
-Acqua,
acqua! Ci sono, Neville! Il pensatoio! Il pensatoio che ti ha regalato tua
nonna per la fine della scuola!-
Neville
rialzò il capo, guardando l’amico con
aria confusa.
-E tu che
collegamento vedresti tra dell’acqua e un pensatoio?-
-Oh,
Salazar. Non lo so! Perché devi sempre fare il testone!? Mi è venuto in mente,
è questo che conta, no!?- continuò Draco, alzandosi
con uno scatto dalla sedia e risalendo in fretta i gradini che lo avrebbero
portato in camera.
-Ma, sarà..-
borbottò Neville, poco convinto, seguendo l’amico su per le strette scale di
legno.
-Eccolo!-
esclamò Draco, spalancando le ante dell’armadio con
un colpo di bacchetta.
Lo prese,
fremente, tra le mani, e lo posò con delicatezza sulla piccola scrivania, non
prima di aver fatto crollare a terra tutte le scartoffie e i libri che la
occupavano.
-Draco!-
esclamò Neville, indignato, affrettandosi a raccogliere tutto.
-Oh, lascia
perdere quelle cartacce e vieni qui!- ordinò l’altro, scostandosi per
permettere all’amico di posizionarsi accanto a lui.
Neville
estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, e l’avvicinò tremante al
bacile in pietra. Non appena la punta toccò quella superficie increspata,
nuvole di pensieri presero a rincorrersi, come sospinti da una brezza leggera.
L’ex-Grifondoro chiuse gli occhi per qualche istante,
quando li riaprì una scena familiare gli apparse davanti. Fece un cenno col
capo a Draco, ed entrambi, nello stesso momento,
immersero il viso in quel turbinio vorticoso.
***
-Siamo in
una delle serre di Hogwarts.- mormorò Draco.
Neville
annuì appena. –La numero 7. Qui teniamo i Purvincoli.-
spiegò in tono pomposo.
-Mi fa
piacere. Ora però vediamo di trovarti.- replicò l’altro, facendo qualche passo
in avanti.
-Ehi, Paciock. Eccolo là, il vecchio te! Quant’eri imbranato, per
Salazar!- esclamò subito dopo, notando un ragazzino piuttosto in carne, poco
distante, che aveva appena fatto piombare per terra un sacco di fagioli salterini.
Il vero
Neville arrossì fino alla punta delle orecchie.
-Avevo un
buon motivo per averli rovesciati!- si schermì, indicando un fiore rosso di
fronte al naso del piccolo Grifondoro.
Draco si
avvicinò, per poter osservare meglio quella strana pianta. Non avrebbe saputo
spiegare perché, ma se ne sentiva attratto come se fosse stata reale. Poi,
quando fu solo a qualche metro di distanza, capì: quel fiore sussurrava.
Non parlava
a lui. Le parole che fluivano non erano rivolte alle sue orecchie, ma a quelle
del bambino paffutello, che sembrava muoversi come un automa.
-Paciock!-
Una forte
esclamazione li fece sobbalzare. Tutti e tre si voltarono in simultanea verso
una donna grassoccia, piuttosto bassa, che fece il suo ingresso con
l’immancabile cappello logoro calcato sulla testa cespugliosa.
-Non c’è che
dire, la Sprite ha sempre avuto un certo gusto nel vestire.- mormorò Draco, sorridendo sarcastico.
-Ragazzo
mio! Hai trovato Florinda, a quanto vedo.- proseguì
la professoressa, posando maternamente un braccio sulle spalle dell’alunno, che
aveva tutta l’aria di volersela dare a gambe levate.
-Eh, Paciock, ma allora eri un playboy già all’epoca!-
sghignazzò Draco, tirando una gomitata al povero
Neville.
-Sai, questo
è un fiore speciale. Non si fa scovare da tutti, tu le devi essere piuttosto
simpatico.-
Il piccolo
Neville sembrava apparentemente più tranquillo ora, infatti trovò il coraggio
di chiedere:
-I fiori
possono provare simpatia?-
La donna
scoppiò in una grassa risata.
-Oh, ma
certo, Paciock, ma certo! Ma Florinda,
lei è speciale per qualcosa d’altro. Lei conosce i desideri più nascosti,
quelli che si celano in ognuno di noi.-
-Per
questo..Per questo mi stava parlando, prima? Diceva..diceva delle cose che non
ho mai svelato a nessuno.-
La Sprite
fece un cenno affermativo col capo.
-Ma allora,
allora lei può anche esaudirli, non è vero!?- domandò Neville, una lieve nota
di speranza nella voce ancora infantile.
-Si. Può
farlo. Niente dura per sempre, però. Il suo potere è in grado di far diventare
i nostri sogni realtà, ma solo per un giorno. Uno soltanto.-
La donna
sorrise tristemente, notando il luccichio di gioia spegnersi, negli occhi del
ragazzino, proprio come un lumicino, che si affievolisce al primo alito di
vento. Poteva immaginare cos’avesse desiderato il suo alunno preferito.
Draco
guardò l’amico, in piedi, accanto a lui. Gli si avvicinò, stringendogli un
braccio con forza. Neville sapeva che lui era lì, che ci sarebbe sempre stato.
-Non
dobbiamo continuare.- sussurrò. –Possiamo andare via ora. Lasciamo perdere,
d’accordo?-
-No. Sto
bene.- pronunciò Neville, deciso.
-Te la
regalo. Florinda è tua.-
-Oh, no,
professoressa! Non potrei mai accettarla!-
-Si che
puoi, invece! Oltretutto, le piaci molto più di me.-
La donna allungò le mani ruvide, le strinse intorno al vaso con il fiore, e lo
porse a Neville, sorridendogli gaiamente.
-So che ne
farai buon uso.- gli disse, prima di sparire
borbottando tra sé:
-Vanno
potate, vanno potate tutte queste birbantelle..Crescono a vista d’occhio,
ohimè, a vista d’occhio!-
Neville
rimase solo, a contemplare stranito il fiore che teneva tra le mani. Non sapeva
che farsene. Era bello, ed elegante, e prezioso. Ma non sarebbe servito a far
guarire mamma e papà. Loro non sarebbero mai tornati gli stessi.
-Un
giorno..Soltanto un giorno..- mormorò, con voce tremante. Stava per aprire
bocca, e pronunciare il desiderio, ma si bloccò.
Non avrebbe
potuto farlo. Per il semplice fatto, che era certo che non si sarebbe potuto
accontentare di un solo giorno. Ne avrebbe voluti ancora, e ancora, e ancora. E
non sarebbe stato possibile. E sarebbe impazzito, anche lui.
Si avviò
incerto verso l’uscita della serra, doveva trovare un luogo dove poter
nascondere il fiore. Quando si sarebbe sentito pronto, sarebbe tornato a
prenderlo. Scese verso il lago, attraversando tutto il parco di buon passo,
guardandosi intorno.
-Ma, così,
per curiosità, sei rimasto in giro tutta notte!?- domandò Draco,
spazientito.
Era tornato
il Malfoy di sempre.
Neville
sospirò, continuando a marciare dietro la sua copia versione mignon.
-Si.- rispose
dopo un po’.
-No, dico,
starai scherzando, spero!-
-Non sono
mai stato più serio in vita mia.-
-Ma Porco Godric! Che Salazar mi è venuto in mente di impegolarmi in
questa maledetta caccia al fiore!?- sbuffò Draco,
scocciato, e andò avanti a sciorinare un’imprecazione dietro l’altra, fino a
quando il braccio del compagno lo fece bloccare bruscamente, prendendolo alla
sprovvista.
-Che cosa
c’è adesso!?- sbottò, ma non ebbe bisogno di una risposta. Davanti a lui si
estendeva un campo infinito di fiori rossi. Rimase in silenzio, assorto, per
qualche minuto. Poi, il suo corpo cominciò a fremere violentemente, come scosso
da scariche elettriche.
Quando il
ricordo svanì, e lui e Neville si ritrovarono in piedi, nella camera da letto
di quest’ultimo, Draco non aveva ancora smesso di
tremare.
-Possibile
che mi sia scelto un amico così COGLIONE!!!?- urlò a pieni polmoni.
-Cosa ti
dice il cervello!? Bell’idea, nascondere la tua Florinda
tra milioni di altri fottutissimi fiori identici a lei!-
Neville rimase
imperturbabile, alzò le spalle.
-Florinda
ha la corolla più larga e lo stelo più sottile.- recitò, compìto.
Draco batté
le mani per tre volte.
-Bravo! Ma
bravo! Oltre ogni previsione, signori e signori. Ma che dico!? Eccezionale!-
esclamò, fingendosi entusiasta.
-E come
pensa di riuscire a ritrovarla, illustre erbiologo dei miei stivali!?- proseguì, una
nota esasperata nella voce.
-Beh..-
Neville ci rifletté su un istante. –Con molta pazienza e spirito
d’osservazione, naturalmente.-
-Naturalmente.-
ripeté Draco, sospirando rassegnato.
***
-Porco di
quel porco,porco, porco di Godric!-
Neville
ridacchiò divertito, sentendo le urla dell’amico arrivare fino a lui. Era da
ore ormai che, stando ben attenti a non calpestare nulla, esaminavano fiore per
fiore. A dire la verità, anche a lui, che pure amava stare con tutto ciò che
riguardasse le piante, aveva incominciato a dare la nausea quel mare infinito
di petali scarlatti. Stava giusto per rialzarsi, e per richiamare Draco, occupato con il versante nord-ovest, quando l’aveva
scorta. A qualche metro da lui. L’avrebbe riconosciuta ovunque. Si avvicinò
piano, come se temesse di poterla spaventare, presentandosi così,
all’improvviso. Sentì il suo sussurro familiare chiamarlo a sé. Quando le fu a
pochi centimetri di distanza, l’accarezzò con la punta delle dita, lievemente.
-Trovato
qualcosa!?-
Neville
sorrise, strappò uno dei fiori accanto a Florinda e,
dirigendosi a grandi passi verso Draco, lo tenne alto
davanti a sé.
Il giovane,
vedendolo, esplose in una risata liberatoria, e si accasciò sul prato, svuotato.
-Ce
l’abbiamo fatta.- mormorò, felice.
-Già. Ce
l’abbiamo fatta.-
Restarono
qualche istante in silenzio, rotto dalla voce di Draco,
che ora stava seduto tranquillamente sull’erba, guardando trepidante l’amico
ancora in piedi.
-Che
aspetti!? Esprimi questo dannato desiderio, no!? Mrs Turpin non può aspettare!- lo esortò, rivolgendogli un
sorrisetto malizioso.
Neville
assunse un’espressione seria, strinse forte gli occhi:
-Vorrei che Mrs Turpin si accorgesse di me.-
-S’innamorasse!-
suggerì Draco, impaziente.
-Certo,
volevo dire, s’innamorasse di me!- si affrettò a correggersi Neville. Aspettò
diversi secondi, prima di aprire gli occhi piano, uno dopo l’altro.
-E’ successo
qualcosa?- domandò, esitante.
-No. Ancora
niente. Ma bisogna andare al castello per sapere se ha funzionato, zuccone! A
meno che l’incantesimo non prevedesse che Mrs Turpin apparisse a cavalcioni della piovra gigante, per poi
gettartisi tutta vischiosa tra le braccia.-
-Penso di no.- mormorò Neville, assorto.
-Oh, per
Salazar, ma da dove ti ho pescato, si può sapere, di grazia!?- sbottò Draco, incamminandosi verso il castello. Era tanto
impegnato a blaterare tra sé che non si accorse di un fiore rosso che volteggiò
piano a terra, adagiandosi sull’erba morbida.
Neville
affondò le mani nelle tasche del maglione, e si affrettò a raggiungere l’amico,
solo qualche passo più avanti di lui.
***
–Come fai a
ingurgitare tranquillamente la tua zuppa!?- sibilò Draco.
-Ho fame.- replicò Neville, ovvio.
-Ma dovresti
essere almeno un po’ agitato, no!?-
-Lo sono.-
-Non
sembrerebbe.-
Neville
ignorò l’ultimo commento.
-Sei sicuro
di aver preso il fiore giusto!?- tornò alla carica Draco.
–Perché siamo qui da almeno mezz’ora, e la Turpin,
come al solito, non ha dato cenno di averti visto. Se dopo tutta la fatica che
abbiamo fatto hai sbagliato io TI STRAN..-
Abbassò
subito la voce, notando la McGranitt scrutarlo con
aria di rimprovero.
-Ti
strangolo, hai capito!?-
-Non ce ne
sarà bisogno. Sono sicuro che fosse Florinda.-
-Beh, allora
Florinda è stata solo una bella fregatura. Un
week-end sprecato. Merlino, se ci penso mi vien voglia di estirpare tutti i
fiori sulla faccia della terra!-
-Andiamo? Io
ho finito.-
Draco annuì
appena, e seguì brontolando Neville. Erano ormai a metà della Sala, quando la
voce furente della McGranitt li fece voltare.
-Paciock, Malfoy! Dove credete di andare!? Non potete abbandonare la
cena quando vi pare e piace! Soprattutto perché è il vostro turno di sorveglianza!
Non so più quante volte dovrò ripetervelo! Non vi sono bastate le punizioni da
studenti!? Anche da professori vi devo riprendere!?-
Neville
poteva sentire il corpo di Draco fremere di rabbia e
indignazione al suo fianco. Sapeva che stava cercando con tutto se stesso di
non scagliare una fattura sulla preside. Mentre lui, lui non sentiva più una
parola del discorso della donna.
Il sorriso
di Mrs Turpin lo aveva
incantato. Aveva incantato proprio lui.
Spazio Autrice
Bonjour! J Ho scritto appositamente questa
storia per il concorso indetto da HPthebest su Efp,e, sorpresa delle sorprese, ho vinto! Vi assicuro che
non potevo crederci *.*
Spero che
possa piacere anche a voi J E, se vi va, fatemi sapere che ne pensate J
A presto,
prestissimo
Svampi :*
Ps.il
banner della storia è stato creato da HPthebest J
Pps.questo
è il link del concorso, in caso voleste controllare ;)
Ppps. Loro
*.*