Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: IchanLaVichinga    24/03/2013    6 recensioni
Una storia avvincente, tra maghi, imperatori e fumatori accaniti, in un susseguirsi di lamentele di pasticceri fasulli e di americani fifoni, ma non è questo il problema.
Arthur, Kiku e Francis dovranno affrontare i loro più che svitati Alter Ego, più che affrontare, dovranno scappare a gambe levate per non essere fatti a fettine o magari presi a colpi di mazze, per poi diventare dei bei dolcetti colorati. Riusciranno a salvarsi o il nostro caro maghetto peggiorerà le cose ?
Bho, seguite questa storia, ve lo dicono i vostri cari e svitati 2!P !
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore dello squillare del telefono, fece sobbalzare l'americano, che lo prese e lo uscì dalla tasca dei Jeans scuri.
 
« Certo, ci voleva pure il telefono..»
 
Sbottò il francese, accorgendosi che le sigarette erano finite e alla sola vista del pacchetto vuoto, gli scappò una piccola imprecazione.
 
« Stai zitto, is my brother !»
 
« Non mi sto zitto e poi digli che ha una puntualità da far schifo !»
 
Il francese senza le sue sigarette e senza il suo vino, era come una bomba ad orologeria, meglio stargli alla larga.
 
« Pieruccio, su, calmati, non è la fine del mondo, dai, che appena torniamo a casa ti preparo i dolcetti. Ho trovato due bambini perfetti per i cupcakes, hanno una carne tanto---»
 
« Damare ! /Taci!/ Mi fai venire il voltastomaco ! »
 
Shoichi per quante persone poteva uccidere e torturare, quello che non sopportava era sapere che tipi come gli inglesi riuscivano addirittura a mangiare la carne umana. Ecco uno dei tanti motivi perchè il giapponese odiava Oscar.
 
« Per una volta do ragione a Japon, quei cosi non li mangerei nemmeno sotto tortura.»
 
« Pierre, così mi fai soffrire ! Io li preparo con tanto amore ~ »
 
« Ma dannazione, volete stare un poco zitti ?! »
 
Disse l'americano, che teneva all'orecchio il telefono e  guardava male gli altri tre del gruppo. 
 
« Oh, Michael, cosa vuoi ?»
 
- Non voglio nulla, figurati se voglio qualcosa da te, però qui ho un tizio che sembra la versione sfigata di me, che me ne faccio ?-
 
La voce del canadese arrivò forte è chiara dall'apparecchio elettronico dell'americano dai capelli rossi, che alle parole del fratello sorrise. Un sorriso poco rassicurante a dirla tutta.
 
« Non fare nulla, non ucciderlo, resta li, non ti muovere, ti dico io poi cosa devi fare, basta che non fai scappare quel verme, ok ?»
 
-Ok, basta che non mi fai marcire qui, questo tipo è abbastanza noioso e non so per quanto tempo io possa trattenermi.-
 
« Fallo e basta.»
 
Furono le ultime parole di James, che subito dopo chiuse il telefono e guardò soddisfatto i "compagni".
 
« Allora, come sta, Michaeluccio ? Gli hai detto che gli voglio un mondo di bene ? E' anche lui qui ?»
 
« In poche parole: Che ti ha detto ?»
 
Shoichi e il suo solito spirito di gruppo e con la sua solita pazienza, se ne fregava delle parole del tizio in maglioncino rosa e passò al dunque.
 
« Abbiamo un ostaggio, sembra essere il Canada di qui. »
 
« Bien, ora che si fa ?»
 
Chiese il francese, mentre incrociava le braccia al petto e guardava prima l'americano e poi il giapponese.
 
« Non è un mio problema, io vado solo, mi avete scocciato.»
 
Shoichi varcò quello che un tempo remoto era l'ingresso di una casa, ma che ormai era un campo di guerra e proseguì.
 
« Quel cazzo di giapponese è simpatico quanto un palo in culo, gli farei mangiare la mia bella mazza !»
 
« James, calm ! Shoichino fa l'asociale, ma in verità è solo che gli mancano le coccole.»
 
« Appunto, James. Se c'è qualcuno da uccidere, è l'inglese qui presente.»
 
Francia camminò, seguendo il giapponese che era già più avanti e lo stesso fece l'inglese, che correndo arrivò subito accanto al francese.
 
« But, dear, non puoi dirmi questo !»
 
L'americano corse, per arrivare a quello che era sempre stato il suo rivale, il Giappone, camminando poi accanto a lui e guardare davanti.
 
« Si può sapere che hai in mente ?»
 
Chiese, lanciandogli solo una piccola occhiata.
 
« Ora possono fare solo una cosa, chiamare le altre nazioni e fare un meeting fuori programma con la massima urgenza.»
 
« Vero ! Shoichi, you are a genius !»
 
Esclamò l'inglese appena dietro di loro che aveva sentito la discussione.
 
« Lo so.»
 
Disse poco modesto il giapponese.
 « Allora, grande genio, come ci arriviamo li prima di loro ? Hai per caso la nuvola speedy ? O magari usi il teletrasporto ? »
 
Il francese, grande ottimista, quando voleva poteva far scoraggiare pure un imperatore come Shoichi.
 
« Dovrei ridere ?»
 
« Scusatemi grandi geni, ma ho un'idea.»
 
James fece un gesto per farsi seguire e si avvicinò  al marciapiede, dove posteggiata li accanto si  trovava una macchia rossa, dove si poteva vedere una donna anziana che stava per salire.
James, di conto suo era così fine che prese la nonna e la tirò fuori, stile sacco di patate.
Quindi salì  al posto di guida, mentre nel posto del passeggero si accomodò Shoichi e dietro Pierre.
 
« Prendersela con una nonnina, ti senti un figo vero ?»
 
Shoichi che nemmeno lo guardava, era girato verso il finestrino, sì, si vergognava, non era di sicuro il tipo che rubava le macchine alle vecchiette.
 
« Di sicuro resto sempre più figo di te.»
 
« Vogliamo partire ? Perchè mi sa' che la vecchietta a momenti ci sfratta.»
 
Disse il francese mentre guardava la vecchietta che si era rialzata, mentre scuoteva la borsetta con aria minacciosa, talmente tanto da sembrare Chuck Norris in menopausa. /?/
 
« Ok, tenetevi forte !»
 
Ecco James, che toglieva il freno a mano e tenendo saldo il volante, premette più che poteva l'acceleratore e che a momenti tanto lo premeva forte che lo sfondava.
Il risultato fu che la macchina al massimo si spostò dal suo posto, camminando più lenta di un carro funebre.
 
« Wow, che velocità, attento prima che ci fanno la multa.»
 
« Si, per aver rotto le palle alla gente che sta dietro.»
 
Continuò Shoichi, subito dopo Pierre.
 
« Chi va piano va sano e va lontano.»
 
James non riusciva a convincere nessuno con un detto simile, anche perhè non era proprio  da lui.
 
« C'è poco casino.»
 
Il francese si sentiva troppo bene, anche se gli altri due continuavano a parlare, era tutto così poco confusionario, meno del solito.
 
« RAGAZZIIIIIIIIIIIIII, pleas ! Fermatevi ! Non lasciatemi qui ! Questa vecchia vuole uccidermi !»
 
Oscar che correndo come un effeminato, cercava di far accorgere gli altri che non era ancora salito, mentre dietro di lui, la vecchietta minacciosa, lo rincorreva con la sua arma micidiale, quella che sembrava una borsetta. Sembrava..
 
« Mon dieu, manca Oscar.»
 
« Hahahaha, lasciamolo li, si sta per rendere utile.»
 
Shoichi, crudele come pochi.
 
« Utile ? Per riempire una bara.»
 
« Esatto.»
 
Rispose nuovamente il nipponico alla domanda del francese.
Peccato che America, per quanto anche lui non sopportasse quel piccolo confetto, si fermò, aspettando che salisse.
 
« Oh, my god, pensavo mi aveste lasciato qui ! »
 
Disse, salendo e chiudendo lo sportello, con il fiatone e l'americano partì nuovamente.
 
« Quella vecchietta ! Dovevate investirla ! I hate grandparents ! Sono così... MOLLICCI ! Non servono nemmeno a fare i cupcake ! Sono... BLEAH !»
 
Come a solito suo, quando parlava non si fermava più e iniziava a gesticolare come una ragazzina che cercava di spiegare come fossero le scarpe che aveva visto in un negozio.
 
« Merda, avevo detto che dovevamo lasciarlo li ! »
 
Disse Shoichi, che a momenti gli scoppiava la testa, era praticamente allergico a quel coso rosa, non lo sopportava, la sua voce era la cosa più irritante che esisteva.
 
Dopo una buona ora di litigi continui in quella che doveva essere una macchina, se non un mucchio di ferri che camminavano, erano arrivati nel posto dove si riunivano per i meeting.
Scesero dalla macchina e entrarono nell'edificio, dirigendosi verso la stanza delle riunioni.
Nel frattempo nella stanza, si trovavano già Benito e Lutz, l'Italia e la Germania della loro dimensione, che tranquilli come non mai giocavano a briscola.
Italia era il tipo che non amava annoiarsi, ma nemmeno saltellare qua e la e sembrava, che al contrario degli altri quattro, ovvero il nipponico, il francese, l'inglese e l'americano, era riuscito, insieme al tedesco, a catturare le loro personalità differenti, infatti, nell'angolo della stanza si trovavano Feliciano e Ludwig, legati come due salami.
 
« Briscola !»
 
Disse l'italiano, buttando l'ultima carta a terra.
 
« Basta, mi arrendo, sei imbattibile..»
 
Il tedesco dagli occhi violetti alzò le mani in segno di arresa e ruotò gli occhi.
 
« Lutz, mi annoio. Dobbiamo fare qualcosa, se come ha detto lo spagnolo ci dovrebbero essere pure gli altri, allora che aspettano ad arrivare ?»
 
« Non lo so, perchè non chiami a Shoichi ?»
 
« Secondo te un tizio arretrato come lui che combatte ancora con una spada può avere un telefono ?»
 
Rispose subito dopo, prendendo il suo amato coltello e rigirandoselo tra le mani con aria estremamente annoiata.
 
« Allor---»
 
La porta si aprì di colpo, sbattendo e facendo spazio alla figura del nipponico che teneva l'inglese in braccio, ma che subito dopo buttò a terra.
 
« Shoichi, era necessario sfondare la porta con Oscar ?!»
 
Urlò l'americano.
 
« Mi ha fatto malissimo !!! Shoichino, sei cattivissimo !»
 
Piagnucolava Oscar che tenendosi la testa si rotolava sul pavimento.
 
« Avevo sempre sognato di sfondare una porta con una testa vuota.»
 
« Perchè non usavi la tua ?! Tanto piena non mi sembra !»
 
L'americano non era tanto protettivo nei confronti dell'inglese, ma odiava gesti inutili come quelli del giapponese, che poi, non era nemmeno da lui fare cose del genere.
Sì, non era da Shoichi prendere Oscar e sbatterlo contro una porta (aperta), ma aveva bisogno di una specie di anti stress.
 
« Siete più rumorosi del solito, specialmente tu, cinese.»
 
L'italiano ghignò, sapendo quanto al nipponico dava fastidio sentire che qualcuno lo paragonava ad un cinese.
 
« Benito, dillo di nuovo e mando a farsi fottere la nostra amicizia e ti taglio la gola. »
 
« Shoichi, ti prego, siediti e giochiamo a Poker, ho voglia di farti perdere così tante volte da farti togliere pure le mutande.»
 
L'italiano indicò la sedia accanto, continuando a ghignare, mentre il tedesco davanti a lui restava in silenzio, si scocciava pure a parlare in momenti di così tanta confusione.
Tutti si andarono a sedere nel grande tavolo, compreso il piccoletto rosa, che ancora si accarezzava la testa, da dove ne uscì pure un bernoccolo.
 
« Sapete se ci sono altri dei nostri ?»
 
Chiese il francese, che aveva preso una delle sigarette del tedesco biondo, ringraziandolo.
 
« Oltre voi so solo che c'è Spagna, mio fratello e il fratello di Lutz.»
 
Rispose secco l'italiano.
 
« C'è pure mio fratello Michael.»
 
Aggiunse l'americano.
 
« Hei, Benituccio, dov'è tuo fratello e Felipe ? Senza offesa, ma Felipe mi fa paura, non lo voglio qui, poi inizierebbe a picchiarmi insieme a Shoichi.»
 
« Non ho tempo per picchiarti, idiota, non ti credere così importante.»
 
Lo guardò male Shoichi.
 
« Ora gli chiamo.»
 
Disse l'italiano prendendo il telefono e componendo il numero del fratello e lo posò all'orecchio.
 
« 'Ture, dove cazzo sei ?»
 
-Benni, senti, non è giornata, sono qui con Felipe e non trovo niente !-
 
« Qui dove ?»
 
-Nel negozio di scarpe, vita ! Cioè, non puoi capire, le scarpe costano un casino e non sono nemmeno leopardate ! Mamma mia, ma qui ci vivono i barboni, non lo so !-
 
«... Quindi stai a comprarti le scarpe... Ma razza di idiota, porta il tuo culo con le mutandine in pizzo qui ! Renditi utile qualche volta ! »
 
-Va bene, Benni, ma non ti arrabbiare! E poi le mutante oggi  sono tigrate, non in pizzo~ -
 
« Dillo al tuo spagnolo come hai le mutande, non a me ! E muoviti !»
 
Chiuse il telefono e guardò gli altri.
 
« Allora, chi vuole giocare a Poker ?»
 
E tutti alzarono la mano.
I nostri cari 2!P iniziarono la loro partita, sotto gli occhi sconvolti di Italia e Germania, che non credevano a quello che stavano vedendo.
 
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Oh, Matusalemme, mi dispiace, dovevo spostare il capitolo ieri, ma non ci sono arrivata.
Scusate, scusate ! E' stata una settimana troppo stressante, piena di verifiche a cavolo. In verità il capitolo dovevo finirlo ieri, con l'aiuto dell'americano in vacanza, ma a furia di ridere e andare a vedere Resident Evil, non abbiamo fatto niente.
Bhè, allora, Maru-chan, cara moglie mia, ti ringrazio tanto per gli scleri mentre scrivevo sta roba senza senso e ringrazio anche le mie care amiche del fandom che mi hanno autorizzato a dare ai 2!P i nomi dei loro pg. <3
 
E ricapitoliamo i nomi dei nostri schizzati compagni di avventure:
 
Inghilterra: Oscar Kirkland
Francia: Pierre Bonnefoy
Giappone: Shoichi Honda
America: James Jones
Canada: Michael Williams
Italia N.: Benito Vargas
Italia S.: Salvatore Vargas
Germania: Lutz Beilschmidt
Spagna: Felipe Fernandez Carriedo
 
Spero che il capitolo sia piaciuto, anche se fatto in modo sbrigativo, ringrazio chi aveva recensito il primo e spero di non averli delusi. Siete delle brave persone, mi avete commossa. <3
Nel prossimo ci saranno nuovi personaggi, eh ! Ancora non abbiamo finito, dobbiamo ancora vedere cosa faranno i nostri sciagurati 1!P ! Alla prossima !
  
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