Scostando i lunghi capelli ramati dalla fronte, gli occhi diretti verso l’Occidente, la ninfa osservò a lungo il dipanarsi delle nuvole alla presenza di un nuovo giorno.
Il sole, timido, facendo capolino dal verde di quel prato tendente all’infinito, delimitava la sua esistenza.
- Sei veramente convinto di volerlo sapere? – chiese al viaggiatore dei Mille Mondi, il bastone in mano e il fardello dei ricordi che pian piano si disgregava nella luce.
- Ne sono convinto. –
- Non è facile gestire le conseguenze di ciò che vuoi conoscere. –
- Lo so. –
Le verdi iridi della femminea figura indugiarono qualche secondo sull’uomo. Poi sospirò. Un sospiro lungo un battito d’ali e denso come la nebbia. Un sospiro dell’anima. – Siediti vicino a me. Non parlare, non ti è concesso. Ascolta e sarai ricompensato. Comprendi e sarai dannato per sempre. -
Egli ascoltò. Infine chiuse gli occhi, le labbra contornate da limpide fiamme argentate. Una lacrima racchiusa fra le mani, rubata dalle sue ruvide guance.
Egli si alzò, saluto la donna e ripartì per la sua Strada.
La ninfa si stese sul manto erboso e aspettò la notte. In quel tempo, in quello spazio, il suo compiuto era finito.