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Autore: Moony394    24/03/2013    0 recensioni
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Dalla storia:
“Lo giuri?” diceva questa volta. I due misero la destra sul cuore e risposero in coro: -Lo giuro!- Allora la pergamena fece “Giuri solennemente?” –Oh, certo!- disse Fred. –Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Cacchebombe…-

-Ce le ho!- Disse Lee, sorridendo entusiasta.

-Pallottole Puzzole…-

-Eccole!- intervenne Fred, mostrando innocue palline colorate.

-Yo-yo Ululanti…-

-Ce l’ho sempre con me- annuì Lee, con aria soddisfatta, incrociando le braccia.

-Boomerang Rimbalzatutto?-

-Ne ho rimediati alcuni…- disse ancora Fred, con un ghigno sul volto.

-Frisbee Zannuti?-

-Non potrei viverne senza!- esclamò Lee con fare teatrale, afferrando uno strano frisbee e baciandone il dorso.

-E per finire… Fuochi d’Artificio Filibuster con innesco ad acqua…-

Fred e Lee ne mostrarono a George un pacchetto pieno. Lui sorrise e se li portò dietro verso la Sala Comune dei Grifondoro.

-Bene ragazzi, abbiamo tutte le carte in regola per infrangere le regole!-

Lee e Fred risero, nascondendo i Frisbee Zannuti e i Fuochi d’Artificio Filibuster con innesco ad acqua nelle vesti, per precauzione. Fortunatamente per loro, non incontrarono il custode Gazza in giro, e riuscirono a tornare nella Sala Comune passando completamente inosservati. I tre ragazzini si trovarono delle sedie e cominciarono a confabulare tra loro. Percy, che li teneva d’occhio dal momento in cui erano sbucati dal ritratto, si avvicinò sospettoso.

-Che cosa state cercando di fare?- chiese con uno sguardo inquisitorio. –Vi ricordo che la mamma ha detto che non dovete combinare guai!-

-Combinare guai?- ribattè Fred. –Non stiamo combinando nessun guaio!-

-Esatto!- si aggiunse George. –Non fai altro che lamentarti! Per una volta che non stiamo facendo niente potresti anche lascirci in pace.- concluse poi, assumendo un’espressione altezzosa.

-So che state tramando qualcosa! Se scopro che avete combinato qualcosa, scriverò subito alla mamma!- sbottò Percy, allontanandosi mentra borbottava qualcosa tra sé. Aveva notato il ghigno sulle labbra dei suoi due fratellini.

-Bene.- cominciò Fred sprezzante, -Ci siamo liberati di Percy- aggiunse George con un sorriso.

-Adesso ci resta solo Gazza…- commentò Lee, che si teneva il mento tra l’indice ed il pollice, pensieroso.

-Be’, c’è Pix!- S’illuminò George, schioccando le dita, mentre sulle labbra degli altri due compariva un ghigno. –Perfetto!- commentarono insieme.

-Allora, facciamo così…-

Il giorno dopo, i tre ragazzini si prepararono di tutto punto, uscendo prima di tutti dai dormitori per andare a cercare Pix il poltergeist. Lo trovarono che usciva dalla Sala dei Trofei, come quasi ogni mattina. L’ometto si avvicinò ai ragazzi, che gli erano molto simpatici: gli unici che non lo detestavano o minacciavano, gli unici che condividevano con lui lo stesso spirito burlone.

-Oooh.. Siete venuti a cercarmi?- fece lui, guardandoli interessato.

-Sì, ci serve il tuo aiuto, Pix!- disse Fred. Il poltergeist incrociò gambe e braccia, sedendosi per aria e li scrutò stringendo gli occhi. –E sentiamo, cosa dovrei fare?-

-Dovresti attirare Gazza lontano dall’ufficio di Piton!- rispose Lee. Pix li guardò per un attimo, poi volò un po’ più in alto, facendo tintinnare i campanellini sul cappellino.

-Facile!- esclamò con un ghigno. –Allora, pensi di riuscirci durante le lezioni?- gli chiese poi George. Pix gli fece il segno dell’OK e si allontanò fluttuando via. Fred, George e Lee si diedero il cinque a vicenda, poi si avviarono a colazione, dove Percy li osservava ancora di sottecchi, pronto a qualunque gesto, parola o comportamento che avrebbero fatto pensare a qualcosa di losco. Ma i gemelli sembravano comportarsi come al solito. Ridevano e scherzavano con l’amico Lee e si abbuffavano.

Più tardi, si avviarono nei sotterranei, per la lezione di pozioni con Piton. Poco prima di entrare nell’aula, George finse di avvertire un forte mal di pancia dovuto a tutti i dolci che aveva mangiato la sera prima e simulò conati di vomito davanti a parecchi studenti Grifondoro e Corvonero. Con riluttanza, Piton gli permise di dirigersi in infermeria.

-Va’ da Madama Chips, Weasley. Lei saprà cosa fare.- disse, entrando nell’aula facendosi strada nella fila di ragazzini che si erano avvicinati per chiedere se si sentisse bene. George filò via, tenendosi la pancia. Quando fu a distanza debita dai sotterranei, si guardò intorno. Dopo essersi accertato che i corridoi fossero deserti, si drizzò, e filò verso l’Ufficio di Piton.

Arrivato davanti alla porta, scrutò il corridoio: Gazza non sembrava essere da quelle parti. “Bel lavoro, Pix”, pensò, e si precipitò sulla porta, dicendo sottovoce: -Alohomora!-

La porta si aprì con uno scatto. Vi si infilò dentro furtivamente, e si guardò intorno, in cerca di alcune  squame di Sirena. Quando ebbe trovato il barattolo con l’etichetta “Squame di Sirena”, lo afferrò dallo scaffale, facendo molta attzione e lo aprì. Si infilò un paio di squame nella tasca del mantello e sgattaiolò via, dirigendosi dalle parti dell’aula di Trasfigurazione, dove sarebbe dovuto andare poi.

-Chissà se è riuscito a prenderle…- Lee stava mescolando la Pozione Scacciabrufoli nel suo calderone. Accanto a lui, Fred aspettava che bollisse, fissando il punto in cui ci sarebbe dovuto essere suo fratello George e vedendo invece Angelina, che si era unita a loro per quella mattina.

-Di che state parlando?- chiese lei, del tutto ignara della situazione. La sua pozione sembrava essere a buon punto, quindi poteva permettersi un attimo di distrazione.

-Oh, nulla!- le sorrise Fred. Angelina lo fissò accigliata. Quel sorriso non potava nulla di buono. Quando poi fu finita la lezione, riempirono le fialette con un po’ della loro pozione –quella di Lee non sembrava molto affidabile- e le consegnarono a Piton.
Misero i libri in cartella, e si avviarono a Trafigurazione, dove George li aspettava sorridente. Si avvicinarono, e lui li avvertì dell’impresa riuscita. A quel punto, videro la McGranitt che si avvicinava all’aula, e lì Fred finse di avvertire lo stesso malore del fratello davanti ai Grifondoro –che ormai avevano intuito le loro intenzioni, e quindi non dissero nulla- e Tassorosso, che lo guardavano preoccupati o indifferenti. La McGranitt non fece molte storie e lo mandò in infermeria senza quasi degnarlo di uno sguardo. Lui sgattaiolò verso i bagni, dove incontrò una piangente Mirtilla Malcontenta. Le chiese gentilmente se poteva usufruire del suo gabinetto, e lei gli rispose con un malinconico: -Certo… Usa pure il gabinetto di Mirtilla Malcontenta… Fa’ come se non ci fosse… Tanto lei non è importante…-

Fred roteò gli occhi e scosse la testa, e si insinuò nel gabinetto, aveva portato con sé il calderone più piccolo. Cominciò a preparare una pozione non troppo difficile, ma esagerò di proposito con alcuni ingredienti. Aspettò altri venti minuti, il tempo che le serviva per cuocersi completamente, guardando il liquido assumere un colorito giallo canarino. Quando la tonalità ebbe raggiunto il giallo limone, ne raccolse un’abbondante quantità in una boccetta di vetro che George aveva sgraffignato dall’Ufficio di Piton e se la nascose nella tasca, poi svuotò il calderone. Si affrettò allora a raggiungere gli altri all’aula di Incantesimi.

Seguirono le restanti lezioni soffocando risatine e parlando tra loro. Poco prima dell’ora di pranzo, i tre raggiunsero il solito quadro con la solita natura morta e fecero il solletico alla pera. Si aprì quindi il passaggio per le cucine, dove alcuni elfi domestici che non erano impegnati alla preparazione del pranzo si erano avvicinati e chiedevano adulanti cosa desideravano.

-Preparate tanta limonata!- esordì George. –Esatto! Però…- continuò Fred, estraendo poi la boccetta di vetro dalla tasca, -dovete versare questa nel bicchiere del professor Piton-, disse con un gran sorriso, che gli elfi ricambiarono.

Uscirono dalle cucine, e corsero nella Sala Grande insieme ad alcuni studenti del secondo e terzo anno. Filarono al tavolo dei Grifondoro, dove Percy li aspettava a braccia incrociate.

-Ebbene?- cominciò, guardando i due fratelli. –Che avete combinato?- chiese, con espressione dura. –Assolutamente nulla!-

Risposero in coro con un gran sorriso sulle labbra, e corsero a sedersi al tavolo, dove trovarono i bicchieri colmi di limonata. Cominciarono a mangiare qualche costoletta d’agnello, quando una risata fece capolino tra i soliti mormorii della sala comune. Era una risata roca, agghiacciante, una risata che non si erano mai sognati di sentire. Tutti si voltarono al tavolo degli insegnanti, dove Piton si grattava il naso quasi freneticamente. Improvvisamente, questi cominciò a cantare –I’m singing in the rain… Just singing in the rain-

L’intera Sala Grande scoppiò in una spasmodica risata. Percy lo guardò atterrito, poi si voltò verso i due gemelli, che erano piegati in due dalle risate. Madama Chips si alzò, poi prese il professor Piton, che ancora cantava, per un braccio e lo trascinò fuori dalla Sala, seguita dalle risate degli studenti-tranne i Serpeverde-.
Durante il tragitto per i dormitori, Percy si avvicinò a Fred e George, che stavano parlando con Lee. –Avete visto come cantava?- chiese George, mentre gli altri due continuavano a ridere ininterrottamente. Percy si schiarì la voce, Fred e George di voltarono, riconoscendo la voce del fratello e dissero a Lee di andare avanti. Lì si accorsero di qualcosa che fece gelare loro il sangue. Gazza era proprio dietro di lui, con un ghigno stampato sul volto. –Quelli che abbiamo visto poco prima nella Sala Grande, erano gli effetti collaterali dell’Elisir dell’Euforia.- cominciò con il suo solito tono austero. –Mi sono preso la briga di comunicare al signor Gazza  che sicuramente era opera vostra, ora vi accompagnerà al suo ufficio, mentre io scriverò alla mamma.- e con un sorrisetto soddisfatto, si avviò nel dormitorio, mentre Gazza li scortava al suo ufficio. Li lasciò lì, dopo aver requisito anche tutti gli oggetti proibiti, canticchiando allegramente, ed andò ad annunciare il professor Piton della cattura dei responsabili dello scherzo e a chiedere di legalizzare le punizioni in vecchio stile.

Lì, soli, Fred e George si guardarono intorno. Volevano scappare subito dall’Ufficio, ma sentivano le voci di alcuni professori che si avvicinavano, e non volevano essere beccati. Un ripiano attirò la loro attenzione. C’era scritto “Oggetti Pericolosi”.

Fissarono a lungo lo scaffale dove poco prima avevano visto Gazza posare le loro Caccabombe e si avvicinarono per riprendersele. Trovarono un mucchio di oggetti interessanti e… un vecchio foglio di pergamena. Lo afferrarono e lo guardarono interdetti.

-Oggetti pericolosi? Questo foglio sarebbe pericoloso?- fece George passandosi la pergamena tra le mani. Poi, con uno scatto improvviso la puntò contro il fratello ridendo e disse: -Ha! Attento: non ho buone intenzioni!-

Accadde qualcosa di strano. Sulla pergamena era apparsa una scritta. Recitava: “Le tue non sono buone intenzioni?”  I due la fissarono, poi si guardarono e risposero con un sorriso: -No, certo che no!- e risero. Allora la pergamena continuò. Sparì la prima frase e nello stesso punto ne comparve un’altra. “Lo giuri?” diceva questa volta. I due misero la destra sul cuore e risposero in coro: -Lo giuro!- Allora la pergamena fece “Giuri solennemente?” –Oh, certo!- disse Fred. –Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!-

A quel punto, la pergamena parve ricoprirsi d’inchiostro. “Messers Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso hanno il piacere di presentarvi: La Mappa del Malandrino”. I gemelli si guardarono l’un l’altro, con gli occhi sgranati. L’aprirono, e trovarono una mappa di Hogwarts completa. L’osservarono a lungo; migliaia di puntini segnati da un cartellino con un nome si muovevano sulla mappa. Videro Albus Silente che camminava per il suo Ufficio, videro Lee Jordan vicino ad Angelina e Katie, videro Percy che camminava verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, videro Baston andare verso l’Ingresso… e ancora, la McGranitt ferma vicino al professor Vitious, Pix che gironzolava nella Sala Trofei, Piton che veniva verso l’Ufficio di Gazza scortato da quest’ultimo… -Oh-oh- dissero entrambi, ed uscirono dall’Ufficio di Gazza. Dovevano fare presto, ma il corridoio non sembrava avere vie libere e Gazza e Piton stavano per arrivare… guardarono sulla mappa, i loro punti erano fermi vicino a poca distanza da un passaggio. Si voltarono nella direzione del passaggio, ma non videro nulla. Ricontrollarono la mappa: il passaggio era ancora lì, ma quando rialzarono lo sguardo videro solo i mattoni nel muro, e sentivano già la voce di Gazza che diceva –Oh, sì, li ho beccati! Sono nel imo ufficio, mi segua…-

Allora, più disperati che mai, si lanciarono contro il muro e, con grande sorpresa, questo roteò su sé stesso e loro si trovarono in un altro corridoio completamente vuoto. Tornarono a guardare sulla mappa. I loro punti si trovavano dall’altra parte del muro, Piton e Gazza erano entrati nell’ufficio. I due scoppiarono in una fragorosa risata, e corsero via, verso la Sala Comune dei Grifondoro. Una volta arrivati, sorpassarono il ritratto della Signora Grassa. La Sala era quasi vuota, dato che di lì a poco ci sarebbero state le lezioni. Fred e George si sedettero sulle poltrone vicino al fuoco e si guardarono.

-Be’, abbiamo proprio fatto un misfatto.- Sulla mappa allora apparve “Prova con il. I due la guardarono confusi. Poi George azzardò –Ehm… Fatto il misfatto?- Appena finì di pronunciare la frase, la mappa sparì dalla pergamena, che tornò a sembrare un vecchio pezzo di carta. –Mio Dio, George- disse Fred, -questa mappa è magnifica!- esclamò. –Esatto! È la cosa migliore che ci sia capitata!- e diede il cinque al fratello. Dopodiché, si alzarono dalle poltrone e presero le borse, per poi avviarsi verso la prossima lezione. 
  
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