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Autore: Son Ken    24/03/2013    5 recensioni
«Kuroko, mi sono fidanzato. Dopo il diploma tornerò negli Stati Uniti e mi sposerò.»
«Spero siate felici insieme, Kagami-kun.»
Quel giorno, qualcosa si ruppe.
Ma, forse, quel qualcosa poteva ancora essere riparato.

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Kagami si è sposato subito dopo la fine del liceo, e solo dopo cinque anni e due figli si è reso conto di aver fatto un tremendo errore e decide di ricominciare la sua vita tornando nuovamente in Giappone.
Ciò che non si aspetta, è di ritrovare l'anima gemella che aveva sempre avuto accanto ma non aveva mai notato prima.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera.

Scusatemi per il ritardo, scusatemi davvero. Non avrei mai voluto stare lontana per così tanto, ma ne ho passate di cotte e di crude in questo mese e non ero psicologicamente in grado di scrivere qualcosa di decente.
Ma non sono qui a parlare dei miei problemi, sono qui per darvi l'aggiornamento che avete dovuto tanto attendere.
Ovviamente sono come sempre una sadicona e ho interrotto sul più bello.
E poi non so che dire, se il capitolo non vi sembrerà particolarmente... insomma, se non vi sembrerà essere come dovrebbe... scusatemi.
Ringrazio chi è ancora qui a seguire la fic nonostante il mio ritardo e ringrazio chi mi è stato vicino in queste settimane, ovvero le cinque persone a conoscenza della situazione e una sesta che mi ha aiutata inconsapevolmente facendomi ruolare con lei ogni giorno e quindi svuotare la mente.
Questo capitolo è dedicato soprattutto a voi, anche se non vi nomino.

Detto questo, vi auguro una buona lettura!


Kuroko No Basket © Tadatoshi Fujimaki.

The beauty of life is made of shadow and light

Taiga non sapeva perché lo stava facendo.
Sapeva solo che stava sprecando ogni domenica libera a sua disposizione da circa un mese, alla ricerca della perfezione.

“In fondo si tratta di latte, vaniglia e amido... non può essere così difficile!”

Questo è ciò che si era detto e che pensava ingenuamente prima di provarci, perché l'impresa di mescolare quei tre ingredienti in maniera perfetta si era rivelata difficile persino per lui che con la cucina era portato.
Il problema era che non poteva più aspettare. Era arrivato il giorno del test e lui ancora non aveva idea di come fare. Ed era troppo testardo per andare al supermercato a comprare del gelato già pronto all'uso.

Provò ad assaggiare l'ultimo tentativo per disperazione, e si sorprese.
Era buono.

Poteva finalmente preparare un vanilla shake artigianale per Kuroko.

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Le notifiche ricevute si rivelarono due e-mail da parte dello stesso mittente

«From: Ryota Kise»

Fu ciò che Kagami disse a voce e che entrambi lessero sullo schermo.

“Subject: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*”

E il rosso iniziò a insultare mentalmente il biondo, mentre Tetsuya lo guardava come a volere spiegazioni.

Text: Io e Himuro-kun abbiamo, di comune accordo, deciso di organizzare una festa per il ritorno di Kagamicchi!
Sarà una bella occasione per rivedersi tutti dopo anni, non credete? ((*w*))
Il posto è la casa di Himuro-kun e Murasakibaracchi, la data è sabato prossimo alle 19:30. Non mancate e ricordate di vestirvi bene! (•_~)/”

«Kagami-kun, se stringi più forte di così quel povero cellulare rischi di distruggerlo.»

Il ragazzo citato sospirò e cercò di calmarsi, per poi inoltrare la propria risposta.

From: Taiga Kagami
Subject: Re: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Kise, per favore, muori.
Non voglio nessuna stupida festa.”

From: Daiki Aomine
Subject: Re: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Se si tratta di irritare l'idiota dalla carminia chioma, contate sulla mia presenza per sabato sera.”

From: Tatsuya Himuro
Subject: Re: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Taiga, vedi il lato positivo! ^^ Non vuoi rivedere i tuoi vecchi amici?”

From: Satsuki Momoi
Subject: Re: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Che bella idea, Ki-chan! Contate su di me <3”

From: Riko Aida
Subject: Re: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Io e Junpei-kun ci siamo sicuramente!”

Kagami sospirò e si passò una mano tra i capelli, con aria quasi terrorizzata.

«Credo proprio che questa stupida festa verrà fatta.»

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Alla fine, la “stupida festa” stava per essere fatta. L'immenso ingresso della villa della famiglia di Murasakibara, che ormai i genitori avevano lasciato al figlio, era stato sistemato a dovere per ospitare almeno un centinaio di persone. Infatti a quanto pare Ryota non si era affatto trattenuto nell'invitare persone di ogni tipo, persino gente che Kagami neanche conosceva.
E menomale che doveva essere una festa in mio onore, aveva pensato il povero ragazzo quando aveva visto l'elenco dei presenti.

Taiga si stava preparando, cercando di sembrare almeno degno di stare in una sala piena di gente incravattata e intubata in vestiti che, ne era sicuro, costavano quanto tutte le scarpe da basket che aveva in casa messe insieme.
Non sapeva neanche legarsi una cravatta -ecco perché aveva scelto un liceo che non la prevedesse nella divisa!-, al proprio matrimonio era stato talmente disperato da dover chiedere aiuto a- no, non doveva pensarci.
Era stata quasi un trauma, quella giornata che sicuramente non avrebbe mai ricordato come la più bella della propria vita ma meritava di certo un posto d'onore tra le più assurde.

Comunque nonostante la disperazione era riuscito nel proprio intento di indossare senza troppi problemi quel gessato argento che gli aveva regalato la madre circa due anni prima.
A dispetto dei propri immani sforzi sapeva comunque che si sarebbe tirato addosso l'odio di Kise, perché abbinare delle Converse All Star nere a un abito elegante per il biondo superava ogni limite di decenza esistente al mondo.

“Eppure Zachary Levi non lo critica nessuno, quindi che mi importa del senso estetico di quell'idiota?”

Si mise quindi la giacca senza abbottonarla e si diresse nella sala dove già erano arrivate un paio di persone.

Poteva chiaramente vedere ad esempio Satoshi Tsuchida in compagnia di una bella ragazza dai capelli scuri e lo sguardo solitamente bonario di Rinnosuke che squadrava entrambi con attenzione mentre prendeva un cocktail offertogli da Shinji.
Oppure la coach Riko Aida, solitamente composta e esemplare, fasciata in un bel vestito blu zaffiro e con le gote leggermente arrossate mentre stringeva la mano del capitano Hyuga, che indossava una cravatta abbinata al vestito della castana e, Taiga lo notò per un riflesso del lampadario in cristallo, aveva una fede d'oro al dito.

“Quindi alla fine si sono sposati, i piccioncini...”

Kagami ridacchiò e guardò l'orologio.
Ore 19:43, e aveva già dovuto stringere la mano a una cinquantina di persone ascoltando frasi come «Bentornato!» o «Ma perché, eri partito?» che lo avevano annoiato tremendamente.
Kise, la malefica mente organizzatrice di tutto, durante tutto ciò girava allegramente a braccetto con un Aomine che non condivideva molto quell'entusiasmo.

Ore 19:44, e Taiga si stupì di quanto si stesse annoiando.
Aveva preso qualche tartina al formaggio, giusto per non soffrire troppo la fame, continuando a guardarsi intorno e scorgendo, mentre scattavano le 19:45, un Kazunari già leggermente brillo che saltellava attorno a un Midorima che si sistemava gli occhiali un po' imbarazzato reggendo in una mano un tamburello da tarantella -perché Oha-Asa va sempre ascoltata e anche in smoking bisogna portarsi dietro il proprio portafortuna del giorno per non incorrere nella cattiva sorte.

Poi Kagami lanciò uno sguardo al portone che si era appena richiuso e sentì il respiro mancargli per più di un attimo.
Taiga non era il tipo di persona che veniva colpito dalla bellezza fisica di qualcuno, tanto da sposarsi con una ragazza che lui stesso definiva carina, non bella.
Eppure in quel momento stava pensando esattamente all'aggettivo "bellissimo" per definire ciò che il proprio sguardo aveva appena incrociato.

Tetsuya Kuroko, appena entrato in sala in smoking nero e camicia bianca, era semplicemente bellissimo ai suoi occhi.

E lui se ne rendeva conto solo adesso.

   
 
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