Buonasera.
Scusatemi per
il ritardo, scusatemi davvero. Non avrei mai voluto stare lontana per
così tanto, ma ne ho passate di cotte e di crude in questo
mese e non ero psicologicamente in grado di scrivere qualcosa di
decente.
Ma non sono qui a parlare dei miei problemi, sono qui per darvi
l'aggiornamento che avete dovuto tanto attendere.
Ovviamente sono come sempre una sadicona e ho interrotto sul
più bello.
E poi non so che dire, se il capitolo non vi sembrerà
particolarmente... insomma, se non vi sembrerà essere come
dovrebbe... scusatemi.
Ringrazio chi è ancora qui a seguire la fic nonostante il
mio ritardo e ringrazio chi mi è stato vicino in queste
settimane, ovvero le cinque persone a conoscenza della situazione e una
sesta che mi ha aiutata inconsapevolmente facendomi ruolare con lei
ogni giorno e quindi svuotare la mente.
Questo capitolo è dedicato soprattutto a voi, anche se non
vi nomino.
Detto questo, vi auguro una buona lettura!
►Kuroko No Basket © Tadatoshi Fujimaki.
Taiga non sapeva
perché lo stava facendo.
Sapeva solo che stava
sprecando ogni domenica libera a sua disposizione da circa un mese,
alla ricerca della perfezione.
“In fondo si tratta di latte, vaniglia e amido... non può essere così difficile!”
Questo è
ciò che si era detto e che pensava ingenuamente prima di
provarci, perché l'impresa di mescolare quei tre ingredienti
in maniera perfetta si era rivelata difficile
persino per lui che con la cucina era portato.
Il problema era che non
poteva più aspettare. Era arrivato il giorno del test e lui
ancora non aveva idea di come fare. Ed era troppo testardo per andare
al supermercato a comprare del gelato già pronto
all'uso.
Provò ad
assaggiare l'ultimo tentativo per disperazione, e si sorprese.
Era buono.
Poteva finalmente preparare un vanilla shake artigianale per Kuroko.
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Le notifiche ricevute si rivelarono due e-mail da parte dello stesso mittente
«From: Ryota Kise»
Fu ciò che Kagami disse a voce e che entrambi lessero sullo schermo.
“Subject: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*”
E il rosso iniziò a insultare mentalmente il biondo, mentre Tetsuya lo guardava come a volere spiegazioni.
“Text: Io e Himuro-kun
abbiamo, di comune accordo, deciso di organizzare una festa per il
ritorno di Kagamicchi!
Sarà una bella
occasione per rivedersi tutti dopo anni, non credete? ((*w*))
Il posto è la
casa di Himuro-kun e Murasakibaracchi, la data è sabato prossimo alle 19:30.
Non mancate e ricordate di vestirvi bene! (•_~)/”
«Kagami-kun, se stringi più forte di così quel povero cellulare rischi di distruggerlo.»
Il ragazzo citato sospirò e cercò di calmarsi, per poi inoltrare la propria risposta.
“From: Taiga Kagami
Subject: Re: Festa per il ritorno
di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Kise, per favore, muori.
Non voglio nessuna stupida
festa.”
“From: Daiki Aomine
Subject: Re: Festa per il ritorno di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Se si tratta di irritare
l'idiota dalla carminia chioma, contate sulla mia
presenza per sabato sera.”
“From: Tatsuya Himuro
Subject: Re: Festa per il ritorno
di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Taiga, vedi il lato
positivo! ^^ Non vuoi rivedere i tuoi vecchi amici?”
“From: Satsuki Momoi
Subject: Re: Festa per il ritorno
di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Che bella idea, Ki-chan! Contate su di me
<3”
“From: Riko Aida
Subject: Re: Festa per il ritorno
di Kagamicchi! (^_^)/*
Text: Io e Junpei-kun ci siamo
sicuramente!”
Kagami sospirò e si passò una mano tra i capelli, con aria quasi terrorizzata.
«Credo proprio che questa stupida festa verrà fatta.»
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Alla fine, la
“stupida festa” stava per essere fatta. L'immenso
ingresso della villa della famiglia di Murasakibara, che ormai i
genitori avevano lasciato al figlio, era stato sistemato a dovere per
ospitare almeno un centinaio di persone. Infatti a quanto pare Ryota
non si era affatto trattenuto nell'invitare persone di ogni tipo,
persino gente che Kagami neanche conosceva.
E menomale che doveva essere una
festa in mio onore, aveva pensato il povero
ragazzo quando aveva visto l'elenco dei presenti.
Taiga si stava preparando,
cercando di sembrare almeno degno di stare in una sala piena di gente incravattata e intubata in vestiti che, ne era
sicuro, costavano quanto tutte le scarpe da basket che aveva in casa
messe insieme.
Non sapeva neanche legarsi
una cravatta -ecco perché aveva
scelto un liceo che non la prevedesse nella divisa!-, al proprio
matrimonio era stato talmente disperato da dover chiedere aiuto a- no,
non doveva pensarci.
Era stata quasi un trauma,
quella giornata che sicuramente non avrebbe mai ricordato come la
più bella della propria vita ma meritava di certo un posto
d'onore tra le più assurde.
Comunque nonostante la
disperazione era riuscito nel proprio intento di indossare senza troppi
problemi quel gessato argento che gli aveva regalato la madre circa due
anni prima.
A dispetto dei propri
immani sforzi sapeva comunque che si sarebbe tirato addosso l'odio di
Kise, perché abbinare delle Converse All Star nere a un abito elegante per il biondo superava ogni
limite di decenza esistente al mondo.
“Eppure Zachary Levi non lo critica nessuno, quindi che mi importa del senso estetico di quell'idiota?”
Si mise quindi la giacca senza abbottonarla e si diresse nella sala dove già erano arrivate un paio di persone.
Poteva chiaramente vedere
ad esempio Satoshi Tsuchida in compagnia di una bella ragazza dai
capelli scuri e lo sguardo solitamente bonario di Rinnosuke che
squadrava entrambi con attenzione mentre prendeva un cocktail
offertogli da Shinji.
Oppure la coach Riko Aida,
solitamente composta e esemplare, fasciata in un bel vestito blu
zaffiro e con le gote leggermente arrossate mentre stringeva la mano
del capitano Hyuga, che indossava una cravatta abbinata al vestito
della castana e, Taiga lo notò per un riflesso del
lampadario in cristallo, aveva una fede d'oro al dito.
“Quindi alla fine si sono sposati, i piccioncini...”
Kagami ridacchiò e guardò
l'orologio.
Ore 19:43, e aveva già
dovuto stringere la mano a una cinquantina di persone ascoltando frasi
come «Bentornato!» o
«Ma perché, eri partito?» che lo avevano
annoiato tremendamente.
Kise, la malefica mente
organizzatrice di tutto, durante tutto ciò girava
allegramente a braccetto con un Aomine che non condivideva molto
quell'entusiasmo.
Ore 19:44, e Taiga si
stupì di quanto si stesse annoiando.
Aveva preso qualche
tartina al formaggio, giusto per non soffrire troppo la fame,
continuando a guardarsi intorno e scorgendo, mentre scattavano le 19:45, un Kazunari
già leggermente brillo che saltellava attorno a un Midorima
che si sistemava gli occhiali un po' imbarazzato reggendo in una mano
un tamburello da tarantella -perché Oha-Asa va sempre ascoltata e
anche in smoking bisogna portarsi dietro il proprio portafortuna del
giorno per non incorrere nella cattiva sorte.
Poi Kagami
lanciò uno sguardo al portone che si era appena richiuso e
sentì il respiro mancargli per più di un attimo.
Taiga non era il tipo di
persona che veniva colpito dalla bellezza fisica di qualcuno, tanto da
sposarsi con una ragazza che lui stesso definiva carina, non bella.
Eppure in quel momento
stava pensando esattamente all'aggettivo "bellissimo" per definire
ciò che il proprio sguardo aveva appena incrociato.
Tetsuya Kuroko, appena entrato in sala in smoking nero e camicia bianca, era semplicemente bellissimo ai suoi occhi.
E lui se ne rendeva conto solo adesso.