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Autore: GreMisia    24/03/2013    22 recensioni
[“Auguri Payne!” disse Harry mostrando il più grande dei sorrisi e le dolci e profonde fossette.
Liam rivolse uno sguardo esasperato a Zayn e al bicchiere di Harry che stranamente era ancora mezzo pieno…
“E’ serio Liam… “ lo rassicurò il moro.
“ Il mio compleanno era due mesi fa…” sbuffò questa volta verso Niall.
“Apri quella maledetta busta testone!”
Con sospetto iniziò a sollevare la linguetta di carta: non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere.] Una strana LiLo, con un accenna Zarry, spero possa interessare ci tengooo! =)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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  crazy little thing called love





“ E’ ora che tu ci dia un taglio!”
 
Zayn aveva ragione, era veramente un caso perso.
Nonostante fosse passato più di un anno dalla sua relazione con Danielle, Liam, non era riuscito ancora a togliersela dalla testa e ad averla finalmente  libera e leggera come l’aria .
Non che non avesse più avuto nessun tipo di contatto, parliamoci chiaro: c’era stata una tizia assurda conosciuta al lavoro, più grande di lui, con dei fluttuanti capelli voluminosi e un forte profumo dolciastro, che si era portato a letto; e un ragazzo abbastanza carino, con lo sguardo adorante, che lavorava in un bar, con il quale era uscito per non più di tre giorni, soltanto perché Niall aveva messo su una tiritera che minacciava di non finire più.
 
Ma si, era un caso perso.
 
Ovunque vedeva folte chiome di capelli ricci.
Il suo piccolo appartamento al centro di Londra, non faceva altro che ricordagli momenti della sua relazione passata,  in ogni angolo ancora aleggiava  quello strano profumo speziato di lei.
Non era bastato buttare tutto quello che la ricordasse, cancellare ogni foto, ogni messaggio, probabilmente
l’unica cosa che gli era rimasta da fare era dare fuoco  al suo appartamento.
Il che sarebbe stato veramente il colmo per un vigile del fuoco.
 
Tutte le sere era la stessa storia: lui e il suo semplice bicchiere d’acqua, perché non aveva mai visto una goccia d’alcool in vita sua, seduto al bar con i suoi amici di sempre a lamentarsi…
 
Si era proprio ora che ci desse un taglio.
 
“E’ ora che tu ti faccia una nuova vita Liam…”
 
Questa era la frase tipica, che quasi tutte le sera Niall,  gli ripeteva afferrando fiero la sua pinta di birra orgogliosamente irlandese.
“Ci siamo veramente stufati di vederti così! Se non vuoi farlo per te, almeno fallo per noi, sei così noioso!”
Zayn lanciò un’occhiataccia a Harry stringendolo forte, un po’ troppo forte, che l’altro iniziò a lamentarsi.
“Che diavolo vuol dire? Sei un idiota!” disse iniziando a pizzicarlo.
Liam sbuffò, erano veramente patetici.
“Non li sopporto…” disse a Niall sottovoce.
“Hai ragione amico, fanno venire il diabete…”
“Hey!” disse Zayn piuttosto offeso, affondando un pugno sul braccio del biondo irlandese.
Liam sbuffò di nuovo.
 
Perché  a lui no?
Era brutto pensare certe cose, ma non era invidia, era solamente ammirazione.
Zayn era il suo migliore amico fin dai tempi delle elementari, Niall il bambino strambo della porta accanto con cui aveva sempre condiviso un sacco di giochi e avventure.
Era stato felicissimo per Zayn, quando qualche anno prima si era presentato con un buffo e attraente ragazzo dai capelli ricci conosciuto al college.
Odiare Harry era un’emozione impossibile da provare, sia lui che Niall lo avevano accettato volentieri nel loro vecchio e formato gruppo di amici, a maggior ragione che era riuscito a entrare nelle grazie del moro.
Farsi amare da Zayn era stata la prova sufficiente per Liam per potersi fidare di lui e Niall  aveva sicuramente pensato la stessa cosa.
E Harry e Zayn…  erano Harry e Zayn.
Aveva  ritrovato spesso Harry, con i grandi occhi verdi lucidi e sgranati, perché non riusciva a comprendere i silenzi e gli strani momenti di solitudine di Zayn, o Zayn grugnire disturbato e lamentarsi perche non riusciva a capire le strane richieste e i piccoli capricci di Harry, ma alla fine risolvevano sempre tutto e riuscivano sempre a venirsi incontro.
Harry era buono, Zayn era comprensivo, così trovavano sempre un accordo e erano felici.
 
“Sai di cosa hai bisogno Payne?” ammise il riccio, alzandosi dallo sgabello e appoggiando il volto su una grande spalla di Liam.
“Di una botta in testa?” chiese.
“Quella è sempre disponibile” disse il biondo servendosi di una seconda pinta.
“ Di un viaggio…” soffio appena Harry.
Liam voltò appena lo sguardo per fissare il riccio negli occhi “ oh certo un viaggio … così, all’improvviso! Magari ! continua a sognare Styles! Non sono tutti fortunati come te!” ribatté acido, sprofondando tristemente il volto tra le braccia.
“No, ma sei fortunato a conoscermi Payne” disse l’altro, uno strano sorriso in volto e seguito da dei colpi di tosse piuttosto evidenti  “ a conoscerci!  certo, certo… “ si corresse, iniziando a solleticargli l’orecchio con qualcosa di  ruvido.
“Che diavolo è?”
“Auguri Payne!” disse Harry mostrando il più grande dei sorrisi e le dolci e profonde fossette.
Liam rivolse uno sguardo esasperato a Zayn e al bicchiere di Harry che stranamente era ancora mezzo pieno…
“E’ serio Liam… “ lo rassicurò il moro.
“ Il mio compleanno era due mesi fa…” sbuffò questa volta verso Niall.
“Apri quella maledetta busta testone!”
Con sospetto iniziò a sollevare la linguetta di carta: non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere.
 
Il giorno del suo compleanno, l’aveva passato in casa a guardare film deprimenti in compagnia di un enorme coppa di gelato alla vaniglia degna della peggior casalinga frustrata e abbandonata, perché i suoi migliori amici si erano magicamente volatilizzati… ma non se l’era presa.
Si era accontentato dei messaggi di auguri affettuosi e delle solite frasi ironiche, che lo avevano accompagnato comunque per tutta la giornata.
Era stato tutto il giorno a deprimersi e compiangersi addosso, cercando di capire perché era finito in quella situazione assurda e perché avesse ancora voglia di averla accanto soprattutto in quel giorno così speciale.
E ora se ne uscivano con una stupida e inutile busta di carta?
 
“Un viaggio… a Parigi?” chiese tenendo tremante il biglietto e gli occhi sbarrati.
I tre si guardarono soddisfatti.
“Sappiamo quanto sei oscenamente romantico Payne e che ti sarebbe piaciuto” disse il riccio compiaciuto, abbracciando sorridente il suo ragazzo.
“Smettila di dire il mio cognome come se fosse una parolaccia! E romantico non è la parola adatta per me in questo momento…” grugnì “ comunque grazie ragazzi non dovevate”.
“aspettavamo un’occasione giusta per dartelo!” esclamò Niall, le guance arrossate e il bicchiere vuoto.
“in realtà…  aspettavamo un’occasione economica” lo corresse subito Zayn   “e la parte più bella del regalo” disse alzandosi e andando a pizzicargli una guancia “ è che noi veniamo con te PAYNE”.
 
“oh… p-e-r-f-e-t-t-o”
 
 
 
“Che diavolo di posto è questo????”
 
Liam era a dir poco esterrefatto.
Con tutti i posti, i bellissimi monumenti che c’erano da visitare, perché diavolo erano finiti lì?
Questa storia puzzava come un calzino di Niall.
Erano arrivati  da un giorno ed era riuscito soltanto a vedere la Tour Effeil, sentire blaterare Harry di quanto fosse l’unica persona utile del gruppo perché sapeva  parlare perfettamente il francese, quanto Zayn lo trovasse sexy a ogni minima parola pronunciata nella lingua(cosa veramente stucchevole) e fermarsi, ogni cinque minuti, perché Niall voleva provare il cibo locale a ogni dannata bancarella o bar o negozio che avevano incontrato nel loro percorso.
Adesso, dopo varie ore di cammino per una meta definita in vedrai Payne vedrai, erano finiti lì…
 
 
“State scherzando vero?” .
Chiese arcuando un sopracciglio, iniziando ad accusare un forte mal di testa che lo costrinse a massaggiarsi le tempie.
“Tu!  Non provare ad aprire bocca” disse, puntando il dito verso il riccio di fronte a lui “ perché so già che tutto questo è opera tua ! E no ! nemmeno tu ! Perché sei talmente infatuato da lui che ti  lasci coinvolgere nei suoi loschi piani!” disse  poi,  spostando lo sguardo verso Zayn; “so benissimo che tipo di posto è questo, anche se non capisco l’insegna in francese Harry!”aggiunse alzando un po’ il tono di voce “ Niall voglio le tue spiegazioni ! Adesso!” concluse riprendendo fiato.
 
Niall cercò, esasperato,  lo sguardo dei suoi due amici-complici, che all’improvviso sembravano così interessati al paesaggio.
“Ecco … vedi in realtà” iniziò tentennando “ non siamo qui, perché siamo qui! Siamo qui perché stiamo passando!” disse convinto.
Liam,  arcuò un sopracciglio inquisitore e Harry sprofondò la testa esasperato nella spalla di Zayn.
“Sei veramente inutile” esordì il moro.
“Hey! Che cosa ho fatto?!” ribatté offeso.
Liam iniziò a battere il piede per terra spazientito, cosa che il riccio notò immediatamente e lo decise a prendere parola per salvare la situazione.
“Le cose stanno così”  disse con tono fermo “ una volta in radio con Nick, abbiamo letto tra le curiosità di questo strano negozio in Francia…  Quindi siamo qui soltanto per  dare un’occhiata Payne” tentò.
“Oh certo Styles! Non è che siamo venuti qui solo per questo?” sputò acido e vedendo Niall arrossire, la prese come una risposta affermativa.
“Vi sto odiando, vi sto odiando immensamente…” sospirò, scuotendo la testa.
“Hey Liam…” disse Zayn avvicinandosi e appoggiando una mano calda sul collo per rassicurarlo “ sei troppo teso, prendila con filosofia… è un posto nuovo, diamo solo un’occhiata no?”
“Zayn non sono nato ieri! Questo negozio vende ragazzi! A te non serve! Niall è etero! Che diavolo ci facciamo qui?!” adesso stava iniziando ad urlare e a sembrare patetico.
 
Ma  non poteva avere degli amici normali?
Harry non poteva avere un lavoro normale? Doveva aver per forza letto quella stupida notizia?
Aveva sentito parlare anche lui di quel negozio e quando lo aveva fatto aveva riso come un matto.
Andiamo! Un posto dove vendono fidanzati o anime gemelle? Ma stiamo scherzando?
 
“solo un occhiata no?” ripeté il moro muovendo le folte ciglia bislunghe.
 
 
 
 
 
Era il posto più strano che avesse mai visto.
All’ingresso, una tizia vestita di rosa, li aveva salutati e subito aveva attaccato un’acuta parlantina francese che solo Harry riuscì a decifrare.
In pratica funzionava così: potevano dare tranquillamente un’occhiata, non potevano toccare la merce in vendita ( a quell’avvertimento, Liam, guardò Harry piuttosto stranito), dovevano dirigersi al secondo piano, perché erano li che si trovavano i ragazzi bisessuali e gay e se avessero deciso per l’acquisto (cosa assolutamente improbabile ), avrebbero dovuto rivolgersi a lei e firmare una fila di carte.
Che poi, come spiegò Harry, la cosa del fidanzato in vendita era piuttosto una trovata pubblicitaria : il ragazzo veniva comprato, ( al solo pensiero, Liam, poteva  sentire la pelle d’oca), ma il pagamento copriva un periodo che sarebbe stato deciso dal cliente e poi più avanti, poteva anche essere rinnovato.
A Liam non piaceva per niente quel posto: c’era del rosa ovunque e un profumo dolce di cannella.
Provò a dirigersi verso l’uscita, ma gli altri tre lo afferrarono e lo spinsero con forza verso il secondo piano.
“Ooooh” si lasciò scappare Niall.
Liam inorridì.
Era veramente terrificante: ragazzi ovunque, in fila dritta e divisi principalmente a seconda del colore dei capelli e degli occhi;  poi c’erano varie sotto sezioni, come la nazionalità o la prestazione fisica e ognuno di loro al collo aveva una piccola scheda dove erano spiegate le proprie generalità.
Erano tutti sistemati ordinatamente, vestiti nelle maniere più assurde: dagli abiti più eleganti a quelli più sciatti  e tutti guardavano fissi il vuoto inespressivi come delle bambole.
“Inquietante…” constatò fermo all’ingresso, non riuscendo a fare nemmeno un passo.
“Puoi dirlo forte amico” disse il biondo irlandese ben aggrappato a lui.
Harry sbuffò spazientito e deciso prese la mano di Zayn, iniziando ad addentrarsi nei corridoi fatti di persone “ andiamo !”.
Se Harry aveva deciso di vedere quello stupido negozio da depravati, era impossibile fargli cambiare idea, scuotendo la testa esasperato e prendendo Niall sotto braccio, lo seguì.
 
 
“Che ne dici di questo?” chiese il riccio indicando un tipo alto, biondo e con profondi occhi scuri.
“Che cosa stai facendo?”
“Ti ho chiesto cosa… pensi di…” Harry si avvicinò al cartellino che il ragazzo aveva appeso al collo per leggere “Trevor… ama gli animali  e …”
“Non penso niente di Trevor! Non mi interessa!” disse incenerendolo con lo sguardo e pestando un piede a Zayn impegnato a sghignazzare.
Trevor era inquietante come tutto il negozio, sembrava Ken di Barbie e il suo sguardo era più neutro di tutti gli altri uomini-manichini di lì dentro.
“Ok andiamo avanti” proseguì il riccio “Robert?” un altro biondo ( dal momento che si trovavano nel reparto apposito) con una cresta e un piercing al naso.
“Adesso ti ammazzo!” urlò iniziando a rincorrerlo e minacciandolo.
Harry si dileguò, tirandosi dietro gli altri due, passando per un ragazzo e l’altro, cercando di seminarlo.
A Liam iniziò a girare la testa, quel posto cominciava veramente a dargli sui nervi e quelle persone sembravano tutte uguali: si fermò per riprendere il fiato.
Si piegò lentamente facendo lunghi e profondi respiri.
Per fortuna domani sarebbero partiti: la cosa brutta era  che non erano riusciti a vedere veramente quasi niente  di culturale e per colpa di questo negozio stavano perdendo tutto il pomeriggio.
Uno strano rumore, come una lieve risatina, interruppe i suoi pensieri.
Alzò lo sguardo sperando di trovarsi di fronte quei disgraziati che si ostinava ancora a chiamare amici, ma niente…
Girò la testa verso la fila di ragazzi in vendita alla sua destra, ma non sembrava esserci niente di strano.
Fece per proseguire, quando sentì di nuovo quel rumore e questa volta sembrò provenire veramente dalla fila appena controllata.
Si girò di scatto come uno scemo, sperando di beccare non sapeva nemmeno lui cosa e lo vide: tutti gli altri  sguardi erano come da protocollo fissi nel vuoto, ma un paio di occhi azzurri, gli occhi più azzurri che Liam avesse mai visto, guardavano divertiti verso di lui.
Rimase impalato,  come se una forza invisibile lo stesse trattenendo bloccato al pavimento, lo sguardo sembrava sempre più vivace e divertito e si spostava lungo tutto la sua persona.
“Hey dove ti eri cacciato! Abbiamo smesso di scappare dieci minuti fa!” disse Zayn avvicinandosi.
Liam non rispose.
“Liam?”
“Hey cosa abbiamo qua ?” chiese Harry,  avvicinandosi al ragazzo di fronte al quale Liam era rimasto imbambolato.
“Louis Tomlinson” lesse il riccio rivolgendo uno sguardo curioso a entrambi.
Louis Tomlinson,  era alto poco meno di Liam, capelli morbidi e castani con una buffa frangetta gli incorniciavano il volto; aveva  sopracciglia fine e tratti delicati, labbra sottili, un grazioso naso a punta e un curioso e strano abbigliamento composto da pantaloni rossi, maglietta a righe, bretelle e mocassini.
“27 anni, inglese,  attore di teatro, ama i bambini, giocherellone…”
“che cavolo di descrizioni sono?” chiese Zayn acido.
“non lo chiedere a me tesoro, io sto solo leggendo…  adora il calcio e il surf, le patatine, le feste; odia le persone noiose, mettere in ordine e fare pulizie “ a questo il riccio iniziò a ridere “ la tua anima gemella Liam!” disse ironico.
A Liam, però, non interessava affatto cosa piacesse e cosa non piacesse a Louis Tomlinson, piuttosto continuava ad osservare incuriosito quello strano sguardo sbarazzino e di sfida che a ogni parola di Harry si accentuava sempre di più.
“Cosa ne pensi?” chiese Zayn quasi sghignazzando, avendo notato il suo interessamento.
“cosa dovrei pensare?!” rispose stizzito “è un ragazzo in vendita! E’ contro la mia morale! Tutto questo posto lo è!” disse cercando di controllare il tono di voce e sentendo subito dopo una lieve risatina.
Gli occhi azzurri del ragazzo-in-vendita Louis erano veramente divertiti.
Liam arrossì.
 
“Andiamocene per favore”
 
Gli altri tre non poterono fare altro che annuire e lo seguirono fuori dalla porta, a parte Harry che si fermò a blaterare di nuovo in francese con la ragazza vestita di rosa all’ingresso, ma dopo qualche minuto li raggiunse all’esterno.
 
 
Click.
Click.
Liam era completamente sdraiato sul divano, esausto dopo una lunga giornata di lavoro e girava distrattamente i canali della televisione con il telecomando, sbuffando di tanto in tanto.
Non c’era niente di interessante nemmeno quella sera.
La vibrazione del telefono lo risvegliò dalla pigrizia:
 
NIALLER:
 
Birra?
 
Tradotto :  il solito bicchiere d’acqua per Liam;  ma quella sera era veramente stanco anche per quello.
Non vedeva Harry, Zayn e Niall dal ritorno a Parigi, ovvero da cinque giorni ma no… era veramente distrutto.
 
 
 
Stasera sono troppo stanco… domani?
 
NIALLER
Sicuro amico ;)
 
Non fece in tempo ad appoggiare il cellulare sul mobiletto di fronte la tv che vibrò di nuovo.
 
HAZ
 
Ricordati che ti vogliamo bene… =D
 
Liam guardò lo schermo del telefono abbastanza perplesso.
E ora che c’entrava?
Provò a rispondere a Harry ma il campanello della porta emise un suono lungo e pronunciato.
Ma che diamine c’era stasera? Quando voleva essere lasciato in pace era impossibile! Quando invece aveva bisogno di qualcuno, non c’era mai nessuno!
Si alzò svogliatamente dal divano e andò ad aprire la porta.
 
 
 
 
 
 
“Ok cominciamo tutto da capo” disse, prendendo una grande boccata d’aria “ perché sei qui?”
“te l’ho appena detto Leeyum” rispose, il tono di voce lievemente canzonatorio e le labbra fine atteggiate in un piccolo broncio.
“ Tu” lo indicò, toccandolo  con  l’indice affusolato, al centro del petto “ mi hai comprato” concluse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Liam sgranò gli occhi scuri e sentì la mascella calargli fin sotto le scarpe.
Che cavolo aveva fatto di male nella sua vita? Sicuramente qualcosa di grosso l’aveva combinato per meritarsi tutto questo.
Louis  Tomlinson, con il suo ciuffo sbarazzino e lo strambo abbigliamento, era seduto sul tavolo della sua cucina, come fosse la cosa più naturale del mondo, un grande borsone abbandonato all’ingresso e lo guardava con quei suoi profondi occhi azzurri in attesa.
In attesa di cosa?
Lui non aveva comprato proprio niente!
La parolacomprare gli faceva venire il vomito.
Si alzò di scatto e andò a prendere il cellulare, componendo freneticamente il numero di Harry.
 
Nessuna risposta.
 
Passò a quello di Zayn.
 
“So che il tuo ragazzo è lì! Passamelo così posso infamarlo ! Passamelo subito!” urlò.
Aveva perso la calma e per far perdere la calma a Liam Payne, ci voleva veramente tanto.
“Liam…” rispose Zayn, con cautela, poi lo sentì rivolgersi al riccio “ te l’avevo detto che si sarebbe arrabbiato, sei proprio uno scemo…”
“Passamelo Zayn sennò ammazzo anche te!”
“Lee…” sussurrò Harry.
“Non ci provare Harry! Ti rendi conto  cosa diavolo hai combinato?! E no! Non ti voglio bene! Lo sapevi che stava per arrivare vero?!”
“io… ecco… “
Continuava a inveire come un matto, quando sentì una mano fresca posarsi sulla sua e chiudere la chiamata.
Si girò infuriato come un toro impazzito in una corrida e rimase congelato.
 
Louis Tomlinson sorrideva.
 
Era legale avere un sorriso del genere?
 
“Credo che sia molto più rispettoso e tranquillo se tu parli con me” disse, con quel sorriso ancora stampato  in faccia.
Liam annuì, incapace di dire o fare altro e si rimise seduto di fronte a lui.
“Rincominciamo per bene;  Louis Tomlinson” disse allungando la mano.
“Liam Payne …” tentennò porgendogli la sua.
“Allora Leeyum! Piacere di conoscerti. Andiamo dritti al punto” di nuovo quello sguardo vispo e sbarazzino lampeggiò negli occhi azzurri “ i tuoi amici mi hanno comprato tramite internet e telefonate varie per conto tuo” Liam continuava a guardarlo allampanato “hai un mese di prova gratuito, a parte vitto e alloggio a cui dovrai provvedere, dopo di che dovrai comunicare alla ditta se intendi procedere per il … come definirlo.. fidanzamento… ecco… ma di quello parleremo solo se hai intenzione di concludere l’affare”.
Liam deglutì e si grattò istintivamente la testa.
“Tutto chiaro?” chiese.
Annuì “come il sole… ” borbottò, ricevendo di nuovo quel sorriso che avrebbe voluto volentieri strappargli dal volto “ e se ti trovassi un posto dove stare per un mese?”
Louis corrugò la fronte “ ti do così tanto fastidio? Hanno detto che hai bisogno di compagnia…  sono qui per questo,  è il mio lavoro Liam”.
Liam sospirò pesantemente.
“va bene” disse infine “ ma sappi che ci sono delle regole” .
Alla parolaregole l’altro sussultò.
 
uno al primo calzino che trovo in giro ti rispedisco a Parigi, due  in questa casa la parola tranquillità è all’ordine del giorno, tre dormi sul divano”
 
 
 
 
 
Era assolutamente logico che le tre regole di casa Payne non potevano durare tanto a lungo.
 
La regola numero uno venne infranta immediatamente, così velocemente che Liam pensò di non essere stato abbastanza chiaro.
 
Eppure lo era stato.
 
E Louis non portava nemmeno i calzini…
 
Erano passati due giorni da quando Louis si era stabilito nel suo salotto; le sue cose erano sparse ovunque… Non gli aveva detto niente, anche perché  il punto era che non si erano proprio detti niente.
Il primo giorno  se n’era stato tranquillo e beato sul divano a guardare la televisione e non aveva fatto il minimo sforzo di conversazione, cosa che aveva un po’ stranito Liam.
Alla fine era qui per questo no?
Fargli compagni giusto?
SeCompagnia per Louis era comportarsi come un silenzioso gatto domestico, che spargeva cianfrusaglie ovunque, non lo era certo per Liam.
Se ne stava lì fermo e appariva soltanto per mangiare o attraversare la casa per andare in bagno.
 
Il secondo giorno era iniziato esattamente come il primo, Louis era sempre posizionato apaticamente davanti la tv.
Liam aveva appena finito di pranzare, era sabato, fortunatamente niente lavoro ed era impegnato a leggere il giornale come faceva di solito o perlomeno era quello che sembrava: in realtà, stava sbirciando attraverso le pagine di carta, ogni minima mossa dell’altro ragazzo.
Piegò il giornale, che si era rilevato inutile, si alzò e si diresse in salotto appoggiandosi alla spalliera della poltrona, facendo capolino verso il suo ospite.
 
“Per quanto hai intenzione di rimanere così?” chiese perplesso.
Non appena detto questo, Louis balzò su in posizione eretta come se fosse stato punto da una tarantola e spense la televisione, rivolgendogli un  dolce e furbo sorriso.
“Fino a che non avessi smesso di fare finta che non esistessi e mi avresti rivolto parola”.
Liam si ritrovò a guardarlo ancora più sbalordito.
“Non è fastidioso avere una persona in più in casa e ignorarla completamente?” chiese.
Liam pensava di no, ma era bastato un giorno e mezzo per ricredersi.
 Era curioso e non aveva senso fare finta che l’altro  non ci fosse.
Annuì.
“Bene…” disse soddisfatto e batte una mano sul divano facendogli segno di sedersi accanto a lui.
 “allora, dimmi tutto Liam, perché sono qui? Chi sei in realtà? Sei veramente così noioso come sembra?”
Liam buttò un’occhiataccia all’ultima affermazione, mentre si sedette accanto a lui.
“ E’ un reato essere una persona tranquilla?” l’altro sbuffò; “ i miei amici pensano che sia ora che dimentichi la mia relazione passata, tutto qui…  Sinceramente, credo che tu sia veramente un gesto estremo…” disse.
“ Evidentemente proprio perché sei una persona noiosa…”
“Hai finito?” chiese piuttosto offeso “e tu ragazzo in vendita? Cosa hai da raccontare?”
“Quanti anni hai Leeyum?” di nuovo quel sorriso, Liam avrebbe voluto strapparglielo dal volto insieme a quei dannati occhi azzurri.
“25 anni e non mi stai rispondendo”
“sei più giovane di me?” chiese piuttosto sorpreso “ e sei così noioso?”
Liam si girò dall’altra parte offeso iniziando a ignorarlo completamente, ma Louis si stese sul divano e appoggiò la testa sulle sue ginocchia.
Poté sentire il calore della sua pelle attraversargli i jeans e il profumo del suo shampoo così dolce e non speziato appiccicarglisi addosso.
“Non fare quella faccia da cucciolo bastonato! Sei proprio adorabile lo sai?” disse sorridendo e sgranchendosi le braccia, ricevendo uno sguardo inceneritore dall’altro.
“Allora” prese un grande respiro “ Louis Tomlinson, 27 anni, Doncaster, una vita divertente” disse con un tono piuttosto ironico  “si, La definirei proprio divertente…  ex attore di teatro, ex presentatore, ex speaker alla radio, ex ragazzo immagine, ex doppiatore, ex venditore ambulante ex…”
“Ok! Credo di aver capito!” sbraitò Liam “ex un sacco di cose!”
“Si esatto… ex un sacco di cose…” sussurrò.
“Come sei finito in quel negozio?” chiese il più piccolo.
Louis aprì la bocca per rispondere poi la richiuse e si alzò di scatto “Senti ti va di fare qualcosa Leeyum?” chiese con  grande sorriso e voce raggiante.
Liam inarcò un sopracciglio titubante “piuttosto, tu che lavoro fai?” chiese curioso.
“il pompiere” disse aspettandosi  la battuta infantile, avendo ormai inquadrato che tipo fosse il ragazzo che aveva di fronte.
Esattamente il tipo di ragazzo che lui di solito evitava: fannullone e superficiale.
Però non poteva nascondere che ne fosse fisicamente attratto.
“ooooh sexy Payne ! “ disse, un sorriso malizioso sul volto che fece sussultare Liam “Allora? Dove mi porti?”
 
 
Louis era davvero divertente.
Alla fine Liam non poté negare che le sue erano state solo brutte impressioni.
I giorni seguenti erano trascorsi come mai avrebbe pensato, aveva scoperto che entrambi avevano più cose in comune di quanto avesse pensato.
Louis amava lo sport quasi quanto lui, amava la sfida e l’avventura quasi quanto lui e quei giorni non avevano fatto altro che cercare nuove attività e giochi dove affrontarsi.
 
Gli stupidi scherzi di Louis , le sue stramberie avevano invaso la sua quotidianità come un uragano.
 
 
 
Un pomeriggio gli capitò di rientrare prima e tornando a piedi dal lavoro, si ritrovò a pensare a quanto fosse diventata caotica la sua vita dall’arrivo del ragazzo.
Erano passate due settimane  e la presenza di Louis, per quanto stravagante e disordinata, era ormai diventata parte integrante della sua giornata in modo così stranamente naturale: Liam non era mai stata una persona aperta ai cambiamenti, al contrario, tendeva ad essere piuttosto attaccato alle tradizioni e alle “solite cose di ogni giorno”, anche per questo quando aveva dovuto dire addio a Danielle, ne era rimasto profondamente colpito.
In fondo, era una parte della sua giornata che se ne andava.
Anche se in una relazione ti dicono continuamente che l’abitudine è una brutta bestia, a Liam piaceva l’abitudine e abituarsi a non averla più in giro,  era stata ed era un  impresa difficile.
Ma quella strana trovata di Harry, di piazzargli un assurdo individuo in casa, aveva talmente occupato il suo cervello brulicante di inutili pensieri tristi e vittimisti, che aveva finito per dimenticarla troppo preso dal suo caffè salato, il suo viso segnato sporco di pennarello blu con dei gran bei baffi e un cuore in fronte, il giornale mancante di pagine strappate e pieno di scarabocchi e parolacce, quelle stupide bretelle impigliate ovunque insieme a quelle magliette a righe sparse in tutta la casa, che si era ritrovato a riordinare più del solito, la ridicola abitudine di Louis di non portare i calzini e quella ridicola frangetta, quei ridicoli occhi azzurri e quel ridicolo, ridicolo sorriso;  le giornate passate in bici, a correre insieme, a giocare a calcio, sulle montagne russe o semplicemente davanti alla tv litigando per cosa guardare e finendo in una scontata battaglia di pop-corn…
 
Liam sospirò, ricordandosi quella mattina quando si era alzato nuovamente presto, ( non vedeva veramente l’ora che gli  cambiassero quei dannati orari per poter riuscire  a respirare un po’) e  l’aveva accolto un’accogliente profumo di caffè  proveniente dalla cucina, la tavola era apparecchiata con una bella tazza fumante e due tost con la marmellata, Louis dormiva profondamente rannicchiato sul divano.
Liam si portò delicatamente la tazza bollente alle labbra, pregando in mille lingua che il caffè non fosse salato e stranamente non lo era, sospirò sollevato.
Louis gli aveva preparato la colazione e se n’era tornato a dormire, era…
Era una cosa piuttosto carina, doveva ammetterlo.
Quel tipo di cose che facevano breccia nel suo tenero cuore da cucciolo abbandonato.
Afferrando un tost si accorse che c’era un post-it:
 
 
Spero tu abbia una buona giornata
 
Ci vediamo stasera !
 
Hai promesso!
 
:-x
 
LOU
 
 
Anche questa era una cosa carina…
 
 
Decisamente, Louis, aveva infranto anche la seconda regola di casa Payne.
 
 
 
 
“Lou!” disse,rientrando in casa e togliendosi il giacchetto.
Nessuna risposta.
Si guardò intorno disorientato, nessuna traccia.
“Lou..” sentì un rumore provenire dal salotto, si sporse in avanti sul divano, trovandolo tutto rannicchiato su se stesso ronfante e spettinato.
“Non posso credere che tu stia ancora dormendo…”disse strattonandolo un po’.
“Non ho niente da fare e credimi quando sei abituato a stare in piedi, fermo e immobile , quasi per tutto il giorno e arrivi ad avere un po’ diciamo…di tempo libero… dormire è la cosa che ti piace più fare”.
Liam annuì; qualche volta tendeva a dimenticarsi da dove provenisse, più che altro tendeva a rimuoverlo.
“Vuoi riposare ancora un po’?” chiese sentendo la sua voce risuonare dolce.
“No…” rispose stiracchiandosi un po’ “Hai promesso Payne, ricordi?” disse allungando una mano, sfiorandogli lievemente una guancia e sorridendo con gli occhi ancora impastati di sonno.
 
E’ vero, aveva promesso.
Non aveva veramente voglia di uscire quella sera, ma ultimamente aveva passato solo il tempo con Louis e non era giusto.
I ragazzi poi erano veramente curiosi di conoscerlo.
Non poteva andare tanto male no?
 
“Così hai fatto veramente tutti questi lavori?” chiese Niall, le guance arrossate e l’immancabile boccale di birra scura in mano.
Louis annuì “si, questi sono quelli che vale la pena nominare …” disse con un sorriso sarcastico, Liam non potè fare a meno di scuotere la testa “e voi?” disse poi dondolandosi eccitato sullo sgabello alto del locale “voi chi siete? Cosa fate? Perché? Liam non mi ha detto niente!”.
“Tipico…” sbottò zayn acido.
“Hey, non è poi così importante” lo pizzicò Liam dandogli una gomitata.
“Ah grazie Payne!”  disse Harry, sgranando gli occhi verdi in un espressione da cucciolo abbandonato.
“Tu vedi di non chiacchierare!” gli puntò un dito contro.
“Posso sapere perché la colpa di tutto ricade sempre su di me?” chiese il riccio.
“Ma l’idea è stata principalmente tua tesoro” intervenne Zayn sghignazzando.
“E’ sempre colpa tua Haz” disse il biondo.
Harry sbuffò e nascose il volto sulla spalla del suo ragazzo rassegnato.
Louis scoppiò a ridere richiamando l’attenzione degli altri: un gruppo davvero strano e divertente.
“Io sono un insegnante di chitarra” disse, poi,  Niall con sguardo fiero.
“wow  interessante, insegni ai bambini?”
“non solo, a chiunque, posso insegnare pure a te “ disse con un enorme sorriso.
“non credo ce ne sarà tempo” ammise rammaricato e Liam sentì una strana fitta alla stomaco “ ma grazie dell’offerta”
“ voi due, amanti nella notte?” chiese a Harry e Zayn.
“io sono un brillante  insegnante di inglese e Harry lavora alla radio, in uno stupido programma, con uno stupido tizio famoso”.
Louis scoppiò a ridere “ bè, il nostro Liam qui salva vite, insomma siete tutti dei pezzi grossi”, disse buttando giù un sorso di birra e facendosi dei soffici baffi di schiuma bianca sopra le labbra; gli altri alzarono le spalle, ma Liam sentì nuovamente quella strana fitta allo stomaco, senza pensare sporse un dito per togliere via la schiuma  dal volto di Louis che arrossì lievemente.
Zayn non poté fare a meno di ridacchiare e lui non poté fare a meno di fulminarlo con lo sguardo.
 
“Vedi, fondamentalmente, le cose stanno così” parlò Harry, per riprendere un po’ la situazione, senza staccarsi dalla comoda schiena del moro “ci conosciamo da quando eravamo dei complicati nanerottoli con i brufoli e…”
“Hey! Noi tre ci conosciamo da quando eravamo nanerottoli complicati con i brufoli! Tu sei un infiltrato!” sbottò Liam.
“Ragazzi per favore mettevi d’accordo” ridacchio Louis.
“Liam e Niall si conoscono da quando portavano il pannolino in realtà” disse Zayn e Niall alzò un pollice in su per confermare “ io Liam e Niall da quando -eravamo –complicati- nanerottoli-con -i -brufoli-” disse, imitando la parlata lenta e profonda di Harry, prendendolo in giro e beccandosi un  cazzotto nello stomaco; “Harry è semplicemente il mio ragazzo, una piattola infiltrata” concluse, con il riccio che gli saltò addosso, iniziando una lotta senza pietà.
Louis rise di nuovo, portandosi alla bocca la birra chiara e rivolse un breve sguardo a Liam intento a guardarli con affetto.
“Non farci caso amico…  è sempre così” disse rassegnato Niall, dandogli una pacca sulla spalla.
“E’ divertente” annuì Louis “c’è mai del sangue?” aggiunse indicando i denti di Harry che cercavano di mordere il collo del moro, mentre l’altro gli teneva la testa.
“No, ma se vuoi possiamo scommettere!”
“Ok, scommetto un calzino, perché non ho veramente un soldo, che riuscirà a morderlo!”
Liam scosse la testa.
“io il mio che non ci riuscirà”
“Niall... lui non porta i calzini” disse Liam indicando verso il basso “ e comunque Harry non riuscirà a morderlo,  Zayn è troppo furbo”
“Rovini sempre il divertimento Payne” disse Louis dandogli una spallata.
Nial rise fragorosamente “se vuoi te lo do lo stesso il calzino”
Liam alzò un sopracciglio verso il ragazzo più grande dalla frangetta morbida “ vuoi morire giovane?”
 
 
 
 
 
 
Alla fine la serata era andata bene, tralasciando quando Niall aveva iniziato a raccontare  quei soliti aneddoti che uno vorrebbe dimenticare e Louis gli aveva dato man forte.
 
 
“ te lo giuro Louis,  eravamo nel mezzo del parco a giocare a calcio,  te lo ricordi Zayn? Te lo ricordi?”
“ come dimenticarlo…”
“era estate ed era pieno di ragazze che prendevano il sole, quando a Liam sono saltati tutti i bottoni dei pantaloni ed è rimasto in mutande. Tra l’altro le mutande più orribili che abbia mai visto, erano più grandi di lui, con dei rombi enormi viola!”
“me le aveva comprate mia mamma!”
“lasciamelo dire, un gran donna, un gran cuoca, ma non sa scegliere le mutande!”
 
“Oh Oh ! E quella volta in campeggio ! Ti ricordi Zayn quella volta in campeggio!”
“Quale? La volta che gli abbiamo messo una lucertola nei pantaloni o quella dove gli abbiamo nascosto tutti i vestiti e ha dovuto girare in pigiama per tutto il giorno?”
 
 
 
Non erano amici, erano dei mostri e qualcuno lassù era stato misericordioso a fargli conoscere Harry soltanto dopo l’adolescenza.
 
 
Rientrati a casa, Louis sprofondò sul divano un po’ brillo.
Fortunatamente il giorno dopo, Liam non avrebbe lavorato, il che significava una mattina di lungo sonno.
“Allora?” Chiese avvicinandosi al divano “ Ho mantenuto la mia promessa, sono stato bravo no?”
Louis annuì “ si,  mi piacciono “ disse sorridendo.
Liam alzò le spalle “ era impossibile il contrario”
“Harry è fuori come una campana” disse sgranchendosi un pò  “mi piace” .
“Bè si sicuramente, tu, andresti molto d’accordo con lui” ammise e sentì nuovamente quella strana fitta.
 
Andresti: perché Louis non poteva, una settimana e sarebbe tornato a Parigi.
Uno strano pensiero attraversò la sua mente, due settimane che era lì ed immaginare quel ragazzo pieno di vita, richiuso in quel negozio gli fece accapponare la pelle.
Lì, fermo, come l’aveva visto la prima volta, con quegli occhi vispi che cercavano di evadere in attesa di un compratore.
Un compratore che non era Liam questa volta.
Liam cercò di scacciare questi pensieri inutili e chiudere il cervello.
Non aveva bisogno di questo.
Non doveva pensarci.
 
“Tutto ok?” chiese disorientato, gli occhi azzurri luminosi nel buio.
“ si sono solo stanco, ci vediamo domattina” disse e fece per andare ma Louis si sporse dal divano e lasciò un leggero bacio sulla sua guancia .
“Buonanotte Lee”.
 
 
 
Era tutta la notte che si rigirava tra le coperte e non riusciva a dormire si alzò per prendere un bicchiere d’acqua.
Andò in cucina cercando di non fare rumore e di non svegliare Louis.
 
Louis: tre giorni e sarebbe scomparso dalla sua vita.
Per quello non riusciva a dormire, il suo cervello era brulicante di pensieri.
Si era scoperto fondamentalmente egoista.
Era bastato che qualcuno prendesse il posto di Danielle per fargli compagnia in casa e lui si era sentito subito meglio.
Forse la soluzione era comprarsi un cane.
Sicuramente sarebbe stato tutto migliore, un bel cagnolino per casa non avrebbe lasciato bretelle dentro la vasca da bagno e non gli avrebbe macchiato la faccia con il pennarello.
Buttò uno sguardo verso il divano dal quale non proveniva nessun rumore e nessun movimento.
Niente più Leeyum di qua e Leeyum di là.
Niente magliette  a righe e scarpe dai colori più raccapriccianti.
Niente più scherzi insopportabili.
Niente più toast bruciacchiati.
Niente più occhi azzurri e una stupida frangetta.
Nessuna voce dolce  fastidiosa proveniente dalla doccia che cantava canzoni bislacche e senza senso.
Mai più quel sorriso.
 
Si… un cane, doveva comprarsi decisamente un cane.
 
Louis sarebbe tornato a Parigi, non doveva nemmeno pensare certe cose, non doveva permettere a quei stupidi pensieri romantici e sdolcinati, che più di una volta l’avevano tratto in inganno,
 di rovinargli nuovamente la vita e non poteva di certo rovinarla a qualcun’altro.
Danielle era rimasta oppressa dalle sue troppe attenzioni, come poteva anche solo pretendere che  dei pensieri a cui non voleva pensare avessero un certo peso su uno spirito libero come Louis?
Sarebbe tornato a Parigi e di certo non avrebbe pagato per farlo rimanere.
 
 
Posò il bicchiere vuoto nel lavandino e andò a dare una sbirciata sul divano.
“Hey” sussurrò “ sei sveglio?” notando che era intento a fissare il soffitto.
Louis annuì “ non riesco a dormire” disse rigirandosi un po’.
Liam sorrise istintivamente,poi, aprì bocca di nuovo, senza pensare.
“vuoi venire a dormire con me di là?”
 
Ok,  la domanda non era uscita esattamente come se l’era immaginata.
La sua era una semplice offerta di carità, in fin dei conti erano quasi tre settimane che dormiva sul suo divano, che era comodo soltanto per guardare i film e la partita .
Ma non poté fare a meno di arrossire e incespicare in mille scuse pochi secondi dopo, quando vide l’altro guardarlo piuttosto incuriosito.
“Nel senso… il divano è scomodo e… “
“il divano è sempre lo stesso, dormo qui da quasi tre settimane” disse logicamente Louis, alzando un sopracciglio.
“no! Cioè si! Ma ecco… non importa…  Notte Louis” disse, defilandosi velocemente in camera e cercando di dimenticare la scena appena passata.
 
 
Nemmeno dieci minuti e la porta della stanza si aprì, Louis entrò, sentì il letto abbassarsi al suo peso e poi due mani lo afferrarono da dietro facendolo girare.
Ok, aveva acconsentito a farlo dormire sul suo letto, il che implicava la  trasgressione dell’ultima e importante regola di casa Payne, ma non aveva acconsentito a nient’altro.
Louis sorrise, gli occhi azzurri impastati di sonno, i capelli spettinati che ricadevano soffici sulla fronte e con voce roca sussurrò un flebile “ciao…”.
 
Non era affatto giusto…
 
“sicuro che posso stare qui?” aggiunse poi.
 
No! Non puoi stare qui! Te ne devi andare immediatamente! Avrebbe voluto gridargli in faccia, ma quello che uscì fu un misero “si”.
Liam non riusciva a smettere di osservarlo era talmente raro  vederlo così calmo e tranquillo che rendeva le cose ancora più strane.
“Devi alzarti presto domattina?” chiese stringendo la maglietta di Liam, stropicciandola un po’ e tendendo lo sguardo basso.
“No” di nuovo un monosillabo.
Louis ridacchiò “rilassati Payne…” disse, mentre una mano si staccò dalla maglietta e andò a massaggiare la pelle calda del collo.
 
Rilassarsi, certo… come no.
 
Liam sbuffò leggermente facendolo ridacchiare,nuovamente, l’altro  alzò lo sguardo rivolgendolo dritto nel suo, la mano smise di muoversi e si spostò su una guancia.
“rilassati…” sussurrò di nuovo prima di poggiare lievemente le labbra umide sulle sue.
Avrebbe potuto calciarlo via dal letto, farlo volare dalla finestra, ma non lo fece.
Louis si staccò lentamente e  lo vide  con gli occhi chiusi, rigido come un ghiacciolo, sorrise tra sé e fece coincidere ancora le loro labbra.
Una mano scivolò tra i corti capelli castani e l’altra sul petto caldo, mentre cercava di schiudere quelle labbra carnose, che dopo poco si aprirono e  lasciarono assaporare il loro dolce sapore.
Liam sapeva di buono e forte, si strinse ancora di più a lui facendo scivolare le mani lungo la grande e bella schiena, mentre l’altro continuava a rispondere al suo ritmo e infiltrava le dita tra i fini capelli castani tirandoli un po’.
Gli uscì un sospiro, quando una mano inaspettata, scese verso il basso fino a stringere il suo sedere e lo tirava  sempre più sopra il corpo di Liam, il calore che si era formato tra loro era quasi insopportabile, così  iniziò a spogliarlo fino a farlo rimanere in boxer godendosi finalmente quella visione e aspettando che l’altro facesse lo stesso.
 
Liam si fermò per aprire bocca, probabilmente per obiettare qualcosa, ma Louis glie la tappò bruscamente con la sua e prendendo entrambe le sue mani, le guidò verso i pantaloni del suo pigiama e lo aiutò a calarli giù.
 Liam deglutì e mandò giù un enorme respiro.
“Lou…” cercò nuovamente di ammonirlo, rendendosi comunque perfettamente conto che era seminudo e che il suo amico là sotto era sveglio da un bel pezzo.
 “Forse non dovremmo…” ma le dita lunghe di Louis, finirono accidentalmente verso il basso e le parole gli morirono in bocca.
 
Era tutto così tremendamente ingiusto.
 
Il tocco fu sostituito presto dalle labbra e Liam chiuse nuovamente gli occhi abbandonandosi completamente sul cuscino, stringendo le ciocche di capelli castani e sussultando al minimo movimento che quella dannata lingua avventata imprimeva sulla sua eccitazione, poi, dopo momenti che sembrarono eterni tirò su nuovamente il suo volto e lo baciò stringendolo.
 
Louis sorrise in quel bacio fatto di sperma e eccitazione : Liam Payne riusciva ad essere un inguaribile romantico, un personaggio appena uscito da una soap-opera anche in situazioni di sesso estremo, c’era d’aspettarselo.
Anche adesso che  lo stava accarezzando intimamente, non riusciva a fare a meno di pensare a quanto dovesse sembra sconvolto ,  non riusciva neanche a trattenere  quei piccolo sospiri di piacere che  uscivano involontari, mentre l’altro aveva sempre quella tenera e amorevole espressione.
“Liam…”
 
 
Liam entrò in Louis e in quel momento non pensò ad altro.
C’era solo lui, cerano solo loro ed era questo quello che contava.
Il ritmo, il movimento, i battiti e i respiri all’unisono …
Nient’altro, nient’altro a cui pensare.
 
 
Il risveglio fu nettamente diverso.
 
 
 
 
“E’ stato un errore” ribatté gelido, seduto sul letto tentando di coprirsi.
Louis era uscito dalla doccia ed era avvolto in un asciugamano di fronte a lui, non appena aveva pronunciato quelle parole,  l’enorme sorriso con cui l’aveva accolto, era scomparso.
“Buongiorno anche a te Liam” disse incrociando le braccia.
No, non era affatto un buon giorno per Liam; ma che diamine gli aveva detto il cervello?
Andare a letto, fare sesso, con un ragazzo in prova di uno stupido negozio che vendeva fidanzati?
Stava odiando Harry, stava odiando i suoi amici.
Se non fosse stato per loro non avrebbe mai incontrato Louis e la sua vita sarebbe rimasta quella di sempre.
Zero problemi e tranquillità assoluta.
Era tutto contro la sua morale, tutto contro le sue regole, Louis sarebbe partito e non l’avrebbe più rivisto.
Ma a lui cosa importava rivederlo o non rivederlo?
In fondo aveva fatto sesso anche con quel barista amico di Niall e non gli era importato niente se non si era fatto più vivo.
Che cosa stava succedendo alla sua testa? Qualcuno doveva dargli veramente una mano, una fune, un’ancora … qualsiasi cosa!
“Liam?”  chiese nuovamente Louis vedendo che se ne stava immobile a fissare il vuoto.
Al diavolo!
Al diavolo tutti!
Se ne doveva andare! Aveva bisogno di ritornare il buon vecchio Liam, il Liam  prima di Louis, ecco di cosa aveva bisogno!
Liam scosse la testa,  cercando di convincersi , quando disse di nuovo “è stato un errore “ e aggiunse “voglio che tu te ne vada”.
Louis rabbrividì,  cercò di controllare la collera che sentì salirgli su per le viscere e minacciava di  esplodergli  nel cervello “ che diavolo stai blaterando? Me ne vado domani! Non vedo perché tanta fretta!”
“appunto,  un giorno di anticipo non cambierà niente” disse gelido.
“Ma ti sei bevuto il cervello? “ sbottò, avvicinandosi e gesticolando esasperato “ io non vedo tutta questa…”
“Vai…” lo disse di nuovo.
 
Il silenzio.
 
poteva sentire lo sguardo profondo dell’altro sulla sua nuca e se avesse potuto perforarlo l’avrebbe fatto, c’era quella sensazione orribile, quella stessa che ormai lo perseguitava da due settimane, che dallo stomaco si stava espandendo per tutto il corpo.
Ma doveva farlo.
“guardami quando lo dici” sibilò Louis ancora fermo in piedi di fronte a lui.
Liam alzò lo sguardo, appellandosi a qualsiasi forza interiore esistente  dentro di sé.
 
“ Vattene”
 
 
Quello che sentì dopo,  fu il rumore della porta della sua stanza sbattere,  poi un rovistare e ancora dei tonfi in salotto e di nuovo la porta dell’ingresso chiudersi con violenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Sei un’idiota, io non posso credere che sto ancora parlando con te…” disse Harry,  appoggiando la schiena sul petto di zayn, entrambi seduti sul tappeto a casa di Niall.
Erano passati quattro giorni dalla partenza di Louis e non aveva trovato il coraggio di raccontarlo agli altri, soprattutto perché non aveva ancora realizzato quello che aveva combinato.
Quella sera Niall lì aveva invitati a vedere la partita con tanto di cartoni di pizza e birra a casa sua,  così ne aveva approfittato per trovarlo.
“Hai provato  a …”
“Chiamarlo? Si, ma naturalmente o è spento o non risponde”
“mi sembra il minimo …” disse Niall agguantando l’ennesimo pezzo di pizza,  untandosi le mani e sporcandosi anche la maglietta, per la quarta volta.
“sei disgustoso, peggio di un bambino e tu” disse guardando Liam “ sei proprio un coglione”
“ho capito idiota, coglione altro? Ma che dovevo fare?”
“Andiamo Payne! Lui ti piace” disse il riccio scalciando verso di lui “ ti piace,  è semplice, oserei dire che ne sei quasi innamorato, per questo la tua testa irrimediabilmente sulle spalle e responsabile ha cercato di proteggerti e l’hai cacciato”.
Liam aprì la bocca per contestare, poi la richiuse.
A lui piaceva Louis?
Bè si, quello era palese.
Mille immagini balenarono in testa, Louis che sorride, Louis addormentato, Louis che corre con lui nel campo da calcio, Louis che cerca di nascondere la sua tristezza, Louis disordinato, Louis ansimante sotto di lui, Louis arrabbiato, avvilito, deluso…
Amava Louis?
Probabilmente.
Probabilmente si.
Abbassò la testa e iniziò a fissare il tappeto del salotto di Niall, un tappeto veramente orribile e da vecchia signora,  che mai come in quel momento gli era sembrato così interessante.
“ cazzo lo ama sul serio “ sbottò Niall
“sei sempre il solito Payne …” disse il moro affettuosamente.
 
“e adesso che faccio?”
 
Gli altri tre si guardarono poi Niall disse “vattelo  a riprendere amico”.
 
 
 
Sicuramente, qualsiasi persona sana di mente,  non avrebbe mai dato via la maggior parte dei propri risparmi per fare toccata e fuga a Parigi, soltanto per entrare dentro ad un negozio: Liam si.
E  mai aveva odiato quel negozio come in quel momento.
Quell’antipatica commessa vestita di rosa parlava un inglese orribile e  lui non aveva la minima intenzione di sforzarsi a parlare francese;  quando le aveva chiesto se poteva parlare con Louis Tomlinson, specificando  che era stato un cliente,  aveva messo su una lagna senza fine perché:
uno non si può parlare con la merce in vendita, due una volta concluso l’affare a meno che non si è interessati a confermare l’acquisto non si può avere contatti con la merce in vendita e tre non poteva parlarci,  a meno che non avrebbe comunque acquistato qualsiasi cosa anche un arto, un unghia qualsiasi cosa della danna merce in vendita!
Ma la signorina in rosa non aveva considerato la chiacchiera veloce e incessabile del suo avversario, così alla fine aveva ceduto e aveva rivelato che Louis Tomlinson non lavorava più lì e non solo non era più nemmeno a Parigi, era tornato a Doncaster dalla sua famiglia.
 
Liam avrebbe voluto volentieri darsi fuoco, il che era sempre un colmo
 
 
Trovare la famiglia Tomlinson a Doncaster era stato piuttosto semplice e questa volta erano venuti anche i suoi amici con lui.
Zayn e Harry l’avevano accompagnato con piacere perché così potevano approfittarne per fermarsi a Bradford, dove adesso stava la famiglia di Zayn e Niall era sempre felice di fare un viaggio.
Ma la gita a Doncaster, come il volo a Parigi, si rivelò un fallimento.
Una  bella signora,probabilmente  la madre di Louis, gii aprì la porta di una casa modesta e lo informò che non c’era e non sapeva a che ore tornasse.
Poteva rimanere lì ad aspettarlo tutta la notte e la mattina dopo, ma alla fine Liam si disse che era inutile.
Se l’era cercata.
 
Di certo non poteva sapere che Louis in realtà c’era in casa e l’aveva visto arrivare .
 
Adesso non aveva più capelli ricci e un forte profumo speziato di cui preoccuparsi.
Aveva un problema molto più grande.
Un altro boccone da mandare giù, un'altra storia da dimenticare.
 
 
 
 
Era un sabato mattina come sempre beveva il suo caffè e leggeva il giornale.
Niente caffè salato, il giornale intatto.
Sospirò, era passato un mese e mezzo, era proprio un uomo senza speranze.
Lanciò uno sguardo distratto verso il divano, mentre cercava di raffreddare il caffè soffiandoci un po’ sopra:
 
 
“Mi manca la mia famiglia…” affermò Louis, gli occhi fissi sul televisore, rovistando con una mano nella busta di patatine che Liam teneva stretta “ le mie sorelle…”.
Liam si girò istintivamente verso di lui “oh…” sussurrò a bassa voce “mi dispiace” disse imbarazzato a quella rivelazione.
Louis sorrise “non è una cosa di cui dispiacersi” disse “è positivo” aggiunse poi, dandogli un buffetto sulla guancia e spostando il sacchetto di patatine per stendersi sopra di lui.
“Perché sei finito a Parigi?”chiese.
Louis sospirò strofinando un po’ la testa sul suo petto,  poi rispose “avevo bisogno di allontanarmi”.
“dalla tua famiglia?”
“No! No… Non da loro” disse allarmato.
“e da cosa?”
“dai miei continui fallimenti” ammise.
Liam si chinò un po’ in avanti per poterlo guardare “lo sai che non ha senso vero?”
“lo so”
“soprattutto se…”
“ si, lo so … ma non ho trovato niente di meglio”
“ o era la via più semplice” sussurrò Liam vicino al suo orecchio, facendolo rabbrividire “qual è la cosa che ti piacerebbe fare veramente?” chiese.
“qualsiasi cosa” sbuffò  il più grande“ qualsiasi cosa va bene”.
Liam sorrise “ forse è proprio questo il problema”.
 
 
“che cosa stai facendo??” chiese Liam allarmato notando l’altro impegnato ai fornelli.
“ sto cucinando!”  disse con sorriso smagliante.
“ l’avevo notato… per questo sono preoccupato …” disse avvicinandosi a dare un’occhiata e ritraendosi subito per il cattivo odore “ che diavolo è? Tu vuoi uccidermi!”
“ sei ingiusto! Stavo cercando di farmi perdonare per averti allagato il bagno !” disse mettendo su il broncio.
Liam sembrò pensarci un attimo.
“ facciamo così … sei perdonato se ordini una pizza ok?”
 
 
All’improvviso suonò il campanello e lui era ancora tra i suoi ricordi, con quel caffè in mano diventato più che freddo.
Si alzò e andò ad aprire.
“Hey” Zayn si fece strada nel suo appartamento, dandogli una pacca sulla spalla “ sei ancora in pigiama” constatò.
Liam gli gettò un’occhiataccia e tornò a sedersi.
Zayn sospirò “ Hai provato a richiamarlo?” chiese sedendosi di fronte a lui.
“ Mi prendi in giro? Certo che ho provato! Ma continua a non rispondere, non so più cosa fare è testardo…” disse crollando sopra al tavolo.
Ci fu una lunga pausa poi Zayn sospirò di nuovo e disse “tieni” facendo strisciare il suo cellulare sulla superficie di legno “chiamalo con il mio” spiegò il moro.
Liam alzò lo sguardo sbalordito.
 “muoviti” .
 
Il telefono squillava, dire che era ansioso è dire poco, cosa avrebbe detto?
Era stato per giorni a preparare lunghi discorsi e frasi, nel caso in cui Louis avrebbe risposto alle sue chiamate e adesso, adesso che c’era la probabilità che avrebbe risposto non sapeva proprio cosa dirgli.
 
“Pronto?”
Senti come un groppo formarsi nella gola e impedirgli di parlare, la voce di Louis fu come una secchiata di acqua gelida dopo una giornata passata al sole.
“Pronto?!”
Niente non riusciva proprio ad aprire quella dannata bocca, Zayn dall’altra parte del tavolo di fronte a lui iniziò a gesticolare disperato,ma  era così preso dai suoi quesiti interiori che non ci fece nemmeno caso.
Mille paure lo avevano colpito come  pugnali: si era reso conto dei sentimenti che provava per Louis, ma era ricambiato?
In fondo comportarsi in quel modo, andare a letto con lui, poteva essere solo stato parte del suo lavoro.
Quello che per liam era stata la rivelazione di un sentimento, per Louis probabilmente era solo nella norma e avrebbe fatto meglio a lasciare la situazione irrisolta per non soffrire di più.
“Chiunque tu sia non è affatto divertente sai? Questi scherzi li facevo quando avevo dieci anni…” lo sentì blaterare , per poi sbuffare.
Avrebbe chiuso la chiamata.
Al diavolo! Era la sua opportunità, doveva dire qualcosa, qualunque cosa!
“Louis…” sentì la sua voce uscire quasi rotta e poté percepire il respiro dell’altro bloccarsi, ma non chiuse.
“Louis ci sei?” niente.
“so che sei lì, ti prego ascoltami…” Louis sbuffò ma rimase in linea, vide Zayn alzarsi e andare in terrazza a fumarsi una sigaretta per lasciarlo solo.
“sono un idiota, lo so e mi dispiace… non volevo reagire in quel modo, solo che ero schockato… Io… Ti giuro non tratto le persone in quella maniera…  Ma tu… Era una situazione strana e … Io… Dannazione! Tu  non potevi e…”
Così stava solo peggiorando la situazione.
Lo sentì sospirare “ è la tua unica occasione, Payne, ti conviene spiegarti meglio” disse.
Liam chiuse gli e iniziò a riflettere:
 
1) ho sbagliato, in realtà volevo che tu restassi e … NO.
2) Non sapevo come reagire non sopportavo l’idea che tu partissi e non ci saremmo più rivisti e… NO.
3) Ero spaventato perché dentro di me sentivo qualcosa di strano e non poteva essere e NO.
 
“sono innamorato di te…” semplice ma efficace .
 
Silenzio tombale.
Louis chiuse il telefono.
 
“ Allora?” chiese Zayn rientrando e chiudendo dietro di sé la finestra.
Liam si limitò a scuotere la testa abbassando gli occhi.
“vado a comprare il gelato?”
“si” disse abbracciandolo.
 
 
 
Erano le cinque del mattino, già aveva fatto fatica ad addormentarsi è adesso che finalmente le palpebre pesanti e stanche erano calate per donargli l’agognato riposo il maledetto campanello di casa non voleva smettere di suonare.
Liam si coprì la testa con il cuscino per non sentirlo, poi esasperato, emettendo un grugnito spostò le coperte e andò ad aprire.
 
Non stava sognando?
Louis stava di fronte a lui: una berretta di lana in testa nascondeva i lisci capelli castani, gli occhi azzurri segnati da delle profonde occhiaie, l’aria stanca e fragile.
Entrò richiudendo la porta dietro di sé e avanzò verso di lui infuriato fino a farlo retrocedere e sbattere sulla parete gelida.
 
“Tu! Sei un maledetto idiota!” urlò.
“Io… mi dispiace…”
“No! Fammi parlare!” disse cercando di calmarsi “ io lo capisco, capisco tutto Liam… “ fece una piccola pausa “ ma…” strinse le mani in un pugno fino a far sbiancare le nocche “ non puoi decidere quello che provo io!” disse.
Liam era immobile gli occhi fissi e increduli.
“ Mi hai cacciato via credendo di sapere  quello che io sentivo per te … lo hai deciso da solo ! ma che diamine ne sai tu?! Certo, la situazione era strana… ma andiamo! Sei uno sciocco! Non puoi decidere per me !”
“Io… non…” non riusciva a dire niente, non riusciva ancora a capire, ma sapeva di essere stato ingiusto se n’era accorto subito.
“Cosa volevi sentirti dire eh? Volevi  che ti scrivessi una lettere prima di venire a letto con te? Dannazione! Era chiaro! E’ chiaro!” disse abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro fino, torturandolo.
Era stato veramente, veramente un idiota: Liam fece uno scatto in avanti e catturò quelle labbra tra le sue, stringendolo tra le braccia, strappandogli una specie di miagolio.
 
Sentire il sapore di Louis fu come un sollievo, toccare la sua schiena e percepire il suo calore…
Baciarlo era la cosa più bella che potesse fare al mondo …
E adesso aveva capito che non era l’unico a provare quei sentimenti.
 
“mi sei mancato…” sussurrò nella pelle morbida del suo collo.
“ sei un coglione…” disse l’altro aumentando la presa sulla sua vita e strofinando il naso sul suo petto.
 
“ E adesso che facciamo?” chiese Liam.
Louis sorrise “ ho trovato un lavoro” il più piccolo alzò un sopracciglio contrariato “ è serio questa volta !” aggiunse, dandogli un pizzico sul braccio “ ho trovato posto come barista in un locale qua vicino, pagano bene ed è carino” Liam sorrise.
“dove andrai a stare?”
“ancora non ne ho idea, sono in cerca di un posto…” disse intrecciando le braccia sul collo di Liam.
“ Bè… se vuole … questo  appartamento è grande,  il proprietario è un po’ noioso ma …”
“a questo possiamo rimediare” disse baciandolo e trascinandolo verso la camera da letto,  poi si bloccò facendolo sbattere contro di lui “Liam?”
“si?”
 
“ti amo anche io”


Ok spero che a qualcuno piaccia questa strana cosa...
lo so, non è chissà che però adoro Liam e Louis <3
Spero di ricevere le vostre impressioni!
Baciooo
Gre 

  
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