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Autore: Miss Yuri    24/03/2013    6 recensioni
Ash, Misty, Drew, Vera, Paul, Lucinda e i loro Pokèmon si ritroveranno catapultati improvvisamente in una avventura più grande di loro, in una lotta per salvare il meraviglioso universo dei Pokèmon da una entità oscura e primordiale. Perchè si sa, a Lavandonia tutto può succedere, anche l'inizio del declino dell'intero mondo. Riusciranno a scongiurare questa nuova minaccia e a riportare la tanto agognata pace?
Se vi ho incuriositi, vi consiglio di leggere e se volete lasciate anche una piccola recensione.
Hope you like it!
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Capitolo 11. Notte di riposo
 

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L’imbarcazione navigava tranquilla e pacifica per le acque dei mari di Kanto, solcando l’oceano con la stessa intraprendenza di un veliero di altri tempi. Le piccole onde si infrangevano sullo scafo, producendo un delicato e coinciso sciabordare che poteva dare pace anche al più duro dei cuori.
I sei ragazzi si erano appartati nelle loro camere, dividendosi in due gruppi differenti: le femmine alloggiavano nelle camere sul lato destro della barca e i maschi sul lato sinistro.
Avevano stabilito che, ognuno di loro, dovesse darsi il cambio per il turno di guardia. In questo modo, sarebbero sempre rimasti vigili nel caso fosse capitato qualche imprevisto di ogni genere.
Il rumore sommesso delle onde li aveva cullati amorevolmente come una madre premurosa, facendoli addormentare quasi subito dopo una lunga giornata passata a scappare da pericoli di ogni genere.
Nel dormitorio delle ragazze, Vera si stava svegliando di lì a poco. Aprì gli occhi azzurri, guardandosi intorno. Grazie alla poca luce che penetrava da una piccola finestrella, riusciva a distinguere solo i contorni delle figure. La camera che divideva con Misty e Lucinda non era grandissima ma neanche troppo piccola. E poi, loro avevano preferito dormire insieme, al contrario dei ragazzi. Il mobilio era semplice, composto da un letto singolo e da un letto a castello. Un armadio e un comodino che, una volta, dovevano essere stati bianchi, completavano l’arredamento. Sulla sinistra era situata la porta che conduceva al bagno.
Distinse poi le sagome delle sue due compagne di distanza. Siccome lei aveva preferito dormire nel letto singolo, la blu e la rossa avevano tirato a sorte per decidere il loro posto per dormire. A Misty era capitato il giaciglio di sotto e a Lucinda quella di sopra. A differenza di lei, loro dormivano profondamente, abbracciate ai rispettivi Pokémon.
Scoprì immediatamente il motivo per cui il suo sonno era stato bruscamente interrotto: Blaziken, rannicchiato sul pavimento vicino a lei, le aveva involontariamente tolto la coperta nel cuore della notte. La temperatura era scesa bruscamente e sentiva brividi di freddo percorrerle la pelle. Vera si rassegnò a lasciargliela, decisa a cercarne un’altra.
Si alzò dal letto, facendo particolarmente attenzione a non svegliare il Pokémon Vampe. Si diresse verso il comodino, aprendone i cassetti uno ad uno. Nemmeno la fodera di un cuscino vi si trovava all’interno. Si mise le scarpe e uscì dalla stanza, percorrendo i corridoi nella semipenombra e nel silenzio più totale. Tutta quella calma gli dava un opprimente senso di irrequietudine.
Un ombra strisciò furtiva alle sue spalle, facendole rizzare i capelli in testa. Si voltò e non vide nessuno. Provò a proseguire per la sua strada, ma una figura che si stagliava a un palmo dal suo viso la scrutava con aria minacciosa.
Vera si lasciò scappare un breve gridolino, ma quella stessa figura le tappò la bocca.
“ Che fifona che sei Vera! Non mi riconosci? Sono Drew! ” mormorò la sagoma scura.
Un pugno ben assestato gli arrivò dritto in testa, facendolo gemere  dal dolore e dalla sorpresa.
“ Come ti è saltato in mente di spaventarmi in questo modo?! ” gridò la castana, con gli occhi che le ardevano per la frustrazione.
“ Ahi! Se ti contenessi qualche volta non cascherebbe il mondo! ” protestò il ragazzo, massaggiandosi la testa freneticamente, tastandosi un grosso bernoccolo che gli era spuntato tra i capelli verde praticello.
“ Smettila di lamentarti e dimmi cosa ci fai qui! ” lo zittì Vera, puntandogli un dito sul petto, stupendosi di sentire il contatto con la sua pelle. Non ci poteva credere che non avesse la maglietta!
La ragazza arrossì violentemente ma, per sua fortuna, Drew non poteva vederla in viso a causa della semi-penombra.
“ Dovevo fare a cambio con Paul nel turno di guardia, ricordi? E tu, invece, che cosa ci fai in giro a quest’ora? ” le rispose il verde, scostando la mano di Vera dal petto e infilandosi la maglietta nera e il gilet viola che teneva sottobraccio.
“ Ecco… avevo freddo e sono andata a cercare una coperta. ” mormorò lei, cercando di attenuare il rossore sulle guancie. In fondo, quello era il reale motivo di quella passeggiata furtiva.
“ Posso darti una mano, se vuoi. ” Le offrì il suo aiuto il ragazzo. In questo modo, avrebbe ritardato un po’ ma non c’era niente di male ad aiutarla.
“ Va bene. Ma non farmi spaventare di nuovo! ” acconsentì lei, squadrandolo con sufficienza.
 
 
Un urlo la aveva svegliata nel cuore della notte, facendola sobbalzare nel letto. Si strofinò le palpebre, ancora assonnata per il brusco risveglio. Le sembrava di aver sentito la voce di Vera da qualche parte nel corridoio, ma non ne era sicura.
Sfilò la mano da sotto le coperte, adocchiando lo schermo del Pokékron: le due di notte. Possibile che fosse già arrivato il suo turno? Voleva rimanere ancora un po’ a dormire, ma era costretta a dare il cambio a Drew.
Scese a carponi dal letto a castello, facendo attenzione a non svegliare Misty e Togetic, comodamente sdraiati sul materasso e addormentati.
“ Piplup… Piplup… svegliati, è arrivato il nostro turno di guardia. ” Gli bisbigliò nell’orecchio la blu, scuotendolo con leggerezza mentre si tirava sui capelli il cappellino bianco.
Il pinguino si strofinò pigramente gli occhi con le pinne, guardandola stralunato e infastidito. Lucinda se lo prese fra le braccia, procedendo lentamente in punta di piedi e in assoluto silenzio.
Non le ci volle molto e, in breve tempo, si ritrovò davanti alla porta metallica della sala comandi. Girò la maniglia e spinse la porta, sporgendo la testa all’interno con aria circospetta.
Si sorprese, trovando Paul seduto tranquillamente sul sedile del comandante e affiancato dal suo possente Electivire. La sua figura era illuminata dalla luce rada e fioca che filtrava dalla grande vetrata. Attraverso il vetro, si potevano vedere le nuvole violastre coprire perennemente il cielo. E ovviamente, una distesa di mare nero come il carbone di cui non si vedeva la fine. Si aspettava di trovare Drew e non lui.
“ Paul! Non dovevi darti il cambio con Drew? ” gli domandò Lucinda, entrando e richiudendo la porta alle sue spalle.
“ Pi piplup! ” esclamò il pinguino dallo stupore.
“ In teoria, sì. Ma lo sfaticato non si è presentato e, allora, sono rimasto io. ” le rispose il lilla, muovendo la sedia girevole per guardarla negli occhi “ Almeno tu, ti sei presentata. ”
“ El electivire electivire! ” incrociò le braccia Electivire, concordando su quello che diceva il suo allenatore.
“ Ah. Però non è giusto chiamarlo sfaticato.! Avrà avuto un contrattempo. ” Ipotizzò la blu, avvicinandosi “ Però hai fatto bene a rimanere. Ora, dovrei darti il cambio. Puoi andare pure a dormire.”
“ Non ho sonno. ” Il ragazzo fece spallucce, rigirandosi e tornando a fissare il paesaggio esterno alla vetrata.
La blu non lo contraddì e si andò a sistemare su una sedia accanto a lui, facendo sedere Piplup sulle ginocchia. Guardò sconsolata la volta “celeste”, desiderando, ardentemente, che uno spicchio di cielo blu si potesse intravedere fra tutte quelle deprimenti nuvole.
“ Grazie. ” Sillabò lei, voltandosi in direzione dei suoi occhi neri. Piplup la osservò stranito, alzando il capo rotondo. Perché lo stava ringraziando? Lo stesso fece l’Electivire del lilla, sorprendendosi che avesse fatto una qualsiasi buona azione.
“ Per cosa? ” domandò Paul, senza smettere di fissare l’orizzonte.
“ Per oggi. Per avermi issato sulla barca. ” Gli ricordò Lucinda, abbassando lievemente il capo “ È stato, come dire, gentile da parte tua. ”
“ Era una sciocchezza. ” La sminuì il ragazzo, appoggiando il gomito sinistro sul bracciolo.
“ Non è vero. Potevi lasciarmi lì e, invece, mi hai aiutata. Non mi sembra una cosa da niente, non trovi? ” gli spiegò la coordinatrice, abbozzando un sorriso.
“ Invece lo è. ” Si oppose l’allenatore di Rupepoli. Stava cominciando a spazientirsi con tutti quei discorsi inutili sulla gentilezza.
“ Hai fatto una buona azione, una gentilezza. Dovresti essere, perlomeno, contento di ciò. ” Riprovò di nuovo lei, cercando di convincerlo.
“ No, non lo sono. Le gentilezze e le buone azioni sono per i rammolliti come voi. ” Ribatté il lilla, sperando di metterla a tacere per sempre.
Lucinda represse la rabbia, ripetendosi che, se fosse sbottata come al solito, non avrebbe risolto nulla. Ingoiò il boccone amaro e proseguì.
“ Potresti essere un bravo ragazzo. Perché ti ostini a non avere amici? ”
“ Perché chi fa da sé fa per tre, non lo conosci il detto? ” le rispose secco, con una lieve nota di rimprovero nella voce.
“ Ma allora perché sei venuto con noi in questa gita? ” gli chiese la blu, alzandosi in piedi e facendo cadere Piplup sul pavimento, il quale si lamentò rumorosamente per la botta.
“ Perché quel buono a nulla di Ash mi aveva promesso una lotta! Ma, come vedi, ora mi ritrovo nei pasticci per colpa del tuo amichetto! Ecco a cosa servono gli amici! ” sbottò Paul, alzandosi in piedi e finendo faccia a faccia con lei.
Electivire lo guardò abbattuto. Se quella ragazza pensava di poterlo cambiare, si sbagliava di grosso.
La coordinatrice abbassò la testa e sospirò, cercando di calmarsi. Il pinguino la fissava con curiosità, attendendo che reagisse.
“ Perché sprechi tempo con me in questo modo? ” le domandò il lilla, risedendosi e riacquistando la compostezza.
“ Perché credo che tu abbia bisogno di una leggera spinta e tutto il resto verrà da sé. ” Rispose semplicemente, senza essere precisa a riguardo. Non sapeva perché, ma passando quasi tutte le ore della giornata in sua compagnia e, ovviamente, in quella dei suoi amici, sentiva di capirlo profondamente. Gli si era affezionata senza un motivo e lo aveva notato da poco. Ma non riusciva a spiegarsi il perché di quelle strane sensazioni che la prendevano quando lui la toccava.
“ Se sei stanco, vai pure a dormire. Starò bene anche da sola con Piplup. ” Disse Lucinda, sorridendo lievemente e facendo risedere il pinguino sulle ginocchia.
Paul non rispose, ma non si mosse nemmeno dalla sua postazione. La blu si stupì. Forse, non voleva lasciarla sola oppure non sentiva il sonno farsi pesante. In entrambi i casi, non le dispiaceva la sua presenza.
 
 
“ Aiuto! Aiuto! Aiutateci! ” gridò Vera, battendo i pugni contro le ante dell’armadio.
“ La smetti di urlare? Tanto, non ci sente nessuno. ” la zittì Drew, sbuffando per il trambusto che faceva.
“ No! Rimarremo chiusi in questo armadio per sempre! Dannazione a te, Drew! ” sbraitò la castana, incolpandolo dell’accaduto.
“ Primo: non rimarremo chiusi qui perché, prima o poi, gli altri si accorgeranno che non ci siamo. Secondo: volevo solo scherzare, ma tu mi hai trascinato qua dentro! E ora, siamo entrambi in trappola! ” ribatté il verde, sedendosi sul fondo dell’armadio.
“ Perché queste ante non si aprono?! ” esclamò lei, sbattendo i palmi contro il legno duro.
“ Perché sono arrugginite, principessina. ” le spiegò lui, facendo il saputello e utilizzando quello sciocco nomignolo.
“ Se almeno mi dessi una mano! ” lo rimproverò la coordinatrice, girandosi e guardandolo con stizza.
“ Rassegnati e aspetta. ” Disse, con nonchalance, il verde, appoggiando la schiena contro il fondo dell’armadio.
Vera si sedette al suo fianco, fissando il buio davanti a lei con insistenza. Dopo un po’, i brividi di freddo tornarono a tormentarle il corpo, facendole venire la pelle d’oca. Si rannicchiò su se stessa, tenendosi la testa fra la gambe esili.
Drew la sentì tremare come una foglia e percepiva il lieve battere dei denti che lei cercava di nascondere. Le si avvicinò e le girò un braccio intorno al collo e se la strinse a sé, facendole appoggiare la testa contro il suo petto. I suoi tremori si attenuarono poco a poco man mano che i secondi passavano. Il ragazzo non poté fare a meno di pensare che fosse bellissima e innocente in quella posizione. Il profumo dolce dei suoi capelli gli penetrava nelle narici, estasiandolo come non mai. E la sua pelle era talmente morbida e liscia che si stupiva di cotanta perfezione. Sentiva il suo respiro frasi via via più regolare, fino a che non divenne meno di un sussurro.
Vera spalancò gli occhi, stupendosi di quel gesto improvviso quanto gentile. Si sistemò meglio sul suo petto, chiudendo gli occhi e rilassandosi, sentendo il calore invaderle il corpo come un incendio divampante. Si sentiva a suo agio e al sicuro fra le sua braccia, come se nessuno potesse farle del male. Alle orecchie gli arrivavano, distinti, i battiti del suo cuore. Si lasciò cullare da quel suono proprio di ogni essere vivente. Su di lei, sortì lo stesso effetto di un tranquillante, facendola appisolare per qualche secondo.
All’improvviso, le ante dell’armadio si aprirono, rivelando una Misty abbastanza preoccupata per la sorte dei suoi due amici. Sopra la sua testa, volteggiava il suo Togetic che si trovava nello stesso stato della sua allenatrice.
“ Ragazzi! State bene? ” domandò subito la rossa, in modo apprensivo.
“ Tog Tog? ” fece lo stesso il suo Pokémon, portandosi le piccole braccine sul cuore.
La capo palestra notò, in seguito, la posizione in cui giacevano i due ragazzi. Le sembrava un po’, come dire, strana come cosa, anche se non era la prima occasione in cui si abbracciavano. Ma sentiva qualcosa di diverso questa volta.
“ Ma… che state facendo? ”
“ Oh… ehm… nulla nulla. ” Si affrettò a rispondere Vera, scostando bruscamente il ragazzo e accorgendosi di essere arrossita di nuovo.
“ Gatta ci cova, non credi Togetic? ” scherzò Misty in modo malizioso, sorridendo spensierata al suo Pokémon.
“ Misty! Noi siamo solo amici e ci lega un legame affettivo! Punto e basta! ” spiegò, nervosa, la castana uscendo dall’armadio e rizzandosi in piedi.
“ Certo, certo. ” annuì, sarcasticamente, facendo l’occhiolino alla Principessa di Hoenn.
 
 
Un piacevole venticello solleticava le orecchie dei due Pokémon, dando ad entrambi una sensazione di libertà che solo il volo può trasmettere. L’aria era freschissima di notte e, soprattutto, non era contaminata come sulla Terra.
Se alzavano lo sguardo, potevano vedere le varie e luminose costellazioni che caratterizzavano il cielo notturno. La luna, quella palla bianca come il latte, dominava sulle stelle, illuminando la parte superficiale delle nuvole violacee.
Una moltitudine di grida arrivò ai due Pokémon non appena ebbero aumentato leggermente la velocità.
Mew sbuffò sonoramente, spazientito dalle ennesime urlatine isteriche di quei tre.
Celebi! Sono stufo di portarceli dietro! ” si lamentò il gatto rosa con l’amico. Erano ormai parecchie ore che usava i suoi poteri psichici per trascinare il Team Rocket con sé e, perciò, si meritava anche un po’ di riposo, no?
Abbi pazienza. Dobbiamo solo portarli in un posto sicuro. Poi potremmo proseguire con le nostre ricerche. ” Lo dissuase l’altro, convincendolo almeno in parte.
Sì. Devo ricordarti che Cresselia si è fatta catturare solo per salvare questo trio di imbranati? ” gli rispose acido Mew, sbuffando nuovamente. Non riusciva ad accettare la perdita che il loro gruppo aveva subìto e non poteva fare a meno di essere preoccupato per lei.
“ Oh! A proposito! Grazie per averci salvato! ” li ringraziò Meowth da dietro, con la sua voce gracchiante. Ma fu ignorato dai due leggendari.
Li hai individuati quei ragazzi? ” chiese il Tipo Psico al suo compagno verde.
No. Non capisco. È come se quei ragazzi si potessero individuare solo quando si trovano in qualche pericolo. ” Azzardò Celebi, sbattendo le aluccie più piano per concentrarsi al meglio.
“ Vi riferite ai mocciosi? Noi sappiamo dove si stanno dirigendo! ” intervenì James, attirando l’attenzione dei loro salvatori.
“ Si stanno dirigendo a Biancavilla, nella regione di Kanto! ” aggiunse Jessie, colmando la curiosità dei due Pokémon.
E poi dicevi che erano un trio di imbranati. ” Lo schernì il Tipo Erba, sorridendogli con un misto di superiorità e furbizia.
Mew si limitò a ridacchiare con la sua vocina cristallina, riconoscendo che si era sbagliato a giudicarli troppo presto.
 
Attendeva il ritorno di Mewtwo già da parecchie ore, chiedendosi se almeno lui non lo avesse deluso come aveva fatto Darkrai. Camminava avanti indietro tanto che, in breve, tempo, si sarebbe formata una fossa  lungo il via vai che aveva seguito. Tutto quell’attesa lo innervosiva e non riusciva a stare fermo e a pazientare.
Si arrese e si andò a risedere sul trono, convincendosi che non aveva senso proseguire in quel modo.
Sentì il cigolare del portone e, quando alzò lo sguardo, vide la figura di Mewtwo avvicinarsi in sua direzione con passo discreto e felpato, proprio dei movimenti che lo caratterizzavano. Trascinava con sé un Pokémon malmesso e ferito, apparentemente privo di sensi. Riconobbe subito di chi si trattava, avendone sentito spesso parlare nei racconti della regione di Sinnoh.
Il Tipo Psico si inchinò docilmente davanti a lui, fissandolo con sguardo spento e distaccato.
“ Lord Zuriga, mi duole informarla dell’esito della missione… ” cominciò Mewtwo, abbandonando la posizone di sottomissione che aveva assunto poco prima.
“ Hai fallito anche tu, a quanto vedo. ” Constatò il leggendario, calmo e pacato solo in apparenza.
“ La vostra deduzione è esatta. Quei ragazzini sono stati protetti da Mew, Celebi e da lei. ” Disse il Pokémon Genetico, sbattendo a terra Cresselia con noncuranza. Lei gemette, stringendo gli occhi a causa delle ferite che le facevano male.
Darkrai osservò la scena nascosto dietro una delle colonne portanti della struttura, senza farsi vedere. Era sbigottito davanti all’evidente situazione. Si chiedeva e si continuava a chiedere come fosse possibile che Cresselia fosse stata catturata. Anche se non voleva ammetterlo, era preoccupato per le sorti della sua rivale. Non la avrebbero di certo risparmiata e lui non poteva fare assolutamente niente per aiutarla.
Zuriga sorrise languido, alzandosi e fluttuando verso il Pokémon Falcato, atterrando proprio davanti a lei. Cresselia alzò lentamente la testa, ritrovandosi la figura del leggendario violaceo che la sovrastava completamente, dandole un senso di timore e di totale impotenza di fronte al destino. La osservava in un modo che lei non sapeva neanche lontanamente definire. Furioso? Compiaciuto? Altezzoso? Non sapeva quale dei tre scegliere.
Zuriga si chinò alla sua altezza, fissandola con i suoi occhi rosso sangue e prendendole il mento tra le dita con fare arrogante.
“ Hai finito di metterci i bastoni fra le ruote, carina. ” Le sussurrò perfidamente, solo per il gusto di schernirla.
Darkrai era indignato davanti a quello spettacolo. Si stringeva le mani in modo convulsivo, desiderando ardentemente di fare a pezzi tutti quei farabutti.
“ Anche tu soccomberai, prima o poi. E, questa volta, Arceus non ti lascerà più in vita. ” Cresselia sostenne eroicamente il suo sguardo, senza mostrare lo sconforto che la divorava dall’interno.
“ Arceus non può fermarmi e lo sai meglio di me. ” Le ricordò lui, ridendo sommessamente.
“ È vero. Lui non può fermarti. Ma, presto, Garizu farà ritorno e per te sarà la fine. ” Disse lei, ribaltando la situazione e provocando nel suo aggressore un lieve timore.
Gli occhi di Zuriga si ridussero a due fessure color rubino e il ghigno sul suo volto era sparito. Si sentì provocato da quelle affermazioni.
“ Illuditi pure. La mia fine non arriverà. Ma la tua sì. ” Mormorò, rialzandosi in piedi.
Darkrai non resistette e spostò la sua attenzione da un’altra parte. Si sentiva arrabbiato con sé stesso per essere così debole e inutile. Non avrebbe retto a quello spettacolo insopportabile.
Si fece coraggio e tornò ad osservare la scena, sperando che fosse tutto finito. Quello che lo attese era un fatto strano e senza precedenti.
Zuriga si reggeva solo sulle ginocchia e ansimava come se avesse compiuto chissà quale sforzo fisico, ma non era così. Si teneva il petto con una mano, cercando di recuperare le forze. La  lunga coda si agitava, in preda alle convulsioni come il resto del suo corpo.
Di solito quando tentava di penetrare nella mente di qualcuno, non si sentiva terribilmente affaticato come in quel momento. La mente di Cresselia era stata difficile da assoggettare, ma gli erano già capitati casi simili. Ma, allora, perché si sentiva prosciugato dall’interno? Possibile che i suoi poteri fossero diminuiti da un giorno all’altro?
Si rialzò faticosamente, curandosi che intorno non ci fossero persone o Pokémon indesiderati. A parte Mewtwo e Cresselia che erano sotto il suo totale controllo, non vide nessun'altro.
Darkrai si nascose nuovamente, sperando con tutto il cuore che non lo avesse notato. Ora, aveva capito il perché gli servivano quei ragazzini. Se voleva mantenere intatta la sua forza, doveva assorbire la loro energia vitale.
 
 


Ciao a tutti, carissimi!
Ultimamente, sto scrivendo capitoli più lunghi del solito. Spero di ritornare presto alla lunghezza standard che mi ero prefissata.
Capitolo dedicato alle coppiette, come avete ben potuto notare! Eh sì, dovevo pur soddisfare i fan della Contest e della Ikari, no? Spero che abbiate apprezzato!
Ebbene, molti di voi si staranno chiedendo: ma chi è Garizu? Oh, beh, questo lo saprete più avanti! Vi voglio lasciare un po’ sulle spine.
Ringrazio come sempre tutti i miei fedelissimi che mi seguono e le persone che hanno recensito lo scorso capitolo quali:
- Alesaphi24
- Satoshi_San
- Kuroistuki_
Aspetto i vostri pareri o critiche come al solito! Se ci sono errori le segnalazioni sono ben accette!
Bacioni e ci vediamo al prossimo aggiornamento!


  
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