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Autore: lafilledeEris    24/03/2013    5 recensioni
ATTENZIONE: E' UNA KURTBASTIAN
“Mh…” No, non voleva alzarsi. In quel momento, con quei postumi da incubo, il letto gli sembrava l’unico posto al mondo in cui sarebbe voluto stare.
Finché Rachel non trovo opportuno sollevargli le coperte di scatto e scoprirlo.
“Rise and shine!”**
“Rachel, sappi che ti odio!”
La ragazza si lanciò a peso morto sull’amico, abbracciandolo forte.
In quell’ultimo periodo Hummel si era rivelato poco incline alle dimostrazioni d’affetto e in tutto quel casino di emozioni represse e rimosse, in qualche modo, vi era andato di mezzo anche il rapporto con la sua migliore amica. Lei ormai stava con Brody – Finn sembrava un ricordo abbastanza sbiadito a sentire i rumori che provenivano dalla camera da letto quando il ragazzo restava a dormire e Kurt era quasi sicuro che non si mettessero a spostare i mobili nel cuore della notte –, andava alla NYADA , aveva trovato il suo equilibrio newyorkese, insomma.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brody Weston, Burt Hummel, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sebastian Smythe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Track#7 Fire With fire
Artist:Scissor Sister

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Brittany?”
Kurt guardava la ragazza davanti a sé con sguardo stralunato, mentre lei gli sorrideva continuando a rimanere sull’uscio della porta tenendo stretta la valigia.
“Ci mancava solo la pazza!” esclamò Sebastian, beccandosi una gomitata dritta nelle costole dal ragazzo accanto a lui. Kurt si spostò per farla entrare, ancora un po’ spiazzato da quell’arrivo improvviso.
“Sebastian, prendi la valigia di Brittany”
“Perché devo farlo io?” esclamò questo sentendosi chiamato in causa.
“Perché altrimenti stanotte quel divano te lo scordi” Kurt gli fece un sorriso finto quanto una banconota da tre dollari, fu molto convincente però: Sebastian nonostante sbuffasse imprecando contro bionde un po’ sceme, portò la valigia in casa.
Kurt stringeva forte a sé l’amica, sentendo questa ricambiare. Era bello avere un po’ di Lima lì con lui, era come accorciare le distanze, divorare chilometri e riuscire a respirare aria di casa.
Stava comodo fra le braccia di Brittany. Non lo avrebbe mai confessato ad alta voce, ma casa sua – non quella vera e propria che divideva con suo padre, Carol e Finn, ma il liceo, il Lima Bean, il Bel Grissino: tutti posti che quando frequentava suscitavano in lui una certa inquietudine visto ciò che poteva succedergli se mai avesse incontrato qualche persona un po’ (tanto) ottusa- gli mancava. Era strano e per certi versi stupido pensarla così, ma si sa che casa è anche quel posto che può regalarti qualche dolore. Ma è questo che ti fortifica quando hai accanto chi ti ama.
Prese la mano della ragazza e la strinse fra le sue. Le sorrise d’un sorriso sincero e buono, perché con lei non si poteva fare altrimenti. La fece sedere sul divano.
Si prese un momento per guardarla. Desiderò poterlo fare con tutti i suoi vecchi amici, avere lì uno di loro gli fece desiderare di poterli abbracciare tutti.
Sebastian osservava la scena, dopo aver poggiato la valigia in camera di Kurt. Era strano: si sentì in più e fuori posto. Vedere quei due che si abbracciavano e si scambiavano sguardi pieni di fraterna amicizia gli diede un senso di solitudine. Sentiva spesso Nick, Jeff e tutti gli altri Usignoli. Ma non era la stessa cosa. Kurt non era la stessa cosa. Nonostante delle volte fosse un petulante rompiscatole, con le persone che gli stavano davvero a cuore dava tutto sé stesso.
Sebastian non sarebbe mai stato in grado di fare altrettanto.
“Kurt, devi darmi una mano” iniziò la bionda, facendo comparire un piccolo broncio sulle labbra.
Quest’ultimo corrugò la fronte, stupito.
“Che succede?”
“Sono incinta, devo trovare San e dirglielo. Lord Tubbington” disse mostrando il gatto obeso che teneva stretto “mi ha detto che l’avrei trovata a New York”.
Sebastian che in quel momento stava bevendo, iniziò a tossire a causa dell’acqua che gli andò di traverso; Kurt iniziò a boccheggiare senza riuscire a proferire parola. Lui che restava senza parole: bastava davvero questo per farlo zittire? Santa GaGa! Questa era una novità.
Hummel cercò di ridarsi contegno, non poteva non investigare su quanto era accaduto a Brittany.
“Ma come…ehm… è successo?”
“Oh Dio!” esclamò Sebastian che sembrava essersi ripreso “vuoi davvero farti spiegare come funziona il sesso etero?” Aveva una faccia schifata mentre prendeva posto davanti a Brittany, sedendosi sul tappeto.
“Avanti bionda!” si beccò un’occhiata in tralice da Kurt “Brittany!” si corresse “sai chi è il padre?”
“Certo che lo sa!” esordì Kurt “so che adesso stai con Sam” si rivolse alla ragazza cercando conferme.
Che non arrivarono, vista la faccia perplessa della ragazza.
“Stavo con Sam, ma l’ho lasciato” fece spallucce “Il bambino è di Santana”.
A quelle parole Sebastian si batté teatralmente la mano contro la fronte; Kurt spalancò la bocca, non riuscendo a dissimulare lo stupore per l’affermazione dell’amica.
C’era davvero tanta innocenza in Brittany, il che poteva essere un bene. Ma in questo caso non lo era, nella maniera più assoluta. 
“Non l’ha detto davvero?” la indicò Sebastian, cercando conferme da Kurt, che sembrava dover assimilare ancora la notizia. Scosse il capo in maniera vigorosa.
“Brit, senti” cercò di misurare le parole “dobbiamo parlare in maniera chiara. Il bambino non può essere di Santana perché, beh ecco vedi…”
Quali erano le parole giuste in un’occasione come quella? Non voleva assolutamente ferire i sentimenti dell’amica.
“Hummel, ti prego, spiegaci come è possibile che Brittany sia rimasta incinta di Santana, che a meno che non sia un…”
“Sebastian, chiudi quella ciabatta!” lo rimproverò.
“Io so che il bambino è di Santana” sussurrò Brittany “perché volevamo dei bambini. E questo ci aiuterà a tornare insieme. Mi ha messo incinta quando mi ha baciato il giorno che ci siamo lasciate, ne sono sicura”. Aveva gli occhi lucidi, tirò su col naso, mentre una lacrima fuggiva via lungo la pallida guancia. “Diceva che sarebbero stati belli come me e furbi come lei”.
“Grazie al cielo non il contrario” sussurrò Sebastian, che però si beccò una pantofola in pieno stomaco da parte di Kurt.
“Sta’ zitto!”
Smythe alzò gli occhi al cielo. Quella situazione stava diventando esasperante. Dovevano davvero farle credere che quella faccenda potesse reggersi in piedi?
“Kurt, dobbiamo parlare” richiamò l’attenzione dell’altro.
“Ma…”
“Adesso!” così dicendo si alzò da terra prendendo il ragazzo per un polso, sino ad arrivare in camera sua.
“Senti, con te sarò chiaro: quella è convinta di essere incinta. Di una donna.” Rimarcò sull’ultima parte per rimarcarne la stranezza e l’insensatezza.
Kurt incrociò le braccia al petto, guardando serio Sebastian.
“Non c’è bisogno che tu me lo dica, lo so da me”.
“Ma allora…” Ok, adesso Sebastian non capiva davvero nulla.
“Non sarò io a dire la verità a Brittany, né tu. Sarà Santana che dovrà affrontare il problema, a tempo debito. Quindi finché Brit avrà bisogno del mio aiuto, lo avrà.”
“Ma sai quanto me che è sbagliato”.
“Sebastian lascia che ti illumini un attimo: ci sono tante cose sbagliate al mondo, eppure le facciamo lo stesso”.
“Quindi che farai? Dirai alla tua amica un sacco di balle?”
“Sì, se necessario. Non sono nessuno per cambiare Brittany e distruggere ciò in cui crede. Pensa che quel bambino sia frutto del suo amore con Santana? Bene, continuerà a crederlo.”
“Perché…”
“Perché Brittany è l’unica cosa bella che Santana aveva, anzi ha. Loro torneranno insieme perché è così che deve andare”.
Sebastian continuava a non capire Kurt: combatteva per quelle due ragazze come se lo stesse facendo per se stesso, si ostinava a dire che dovessero stare insieme.
“Kurt, questa non è la tua battaglia, non ti ridarà indietro ciò che hai perso”.
Hummel si avvicinò a muso duro a Sebastian.
“Non so di cosa tu stia parlando”.
“Sì che lo sai”.
Ora che erano vicini – troppo vicini, perché quando riesci a distinguere le sfumature nell’iride dell’altro (verde e azzurro che si perdono) e si trova la propria- era una sfida persa da entrambi: l’amore (che sia il nostro o quello di qualcun altro) non fa né vinti, né vincitori, ma solo cuori che battono e si disperdono.
“Io non ho perso niente, finché ho ancora me stesso”.
“Tu sei l’ombra di te stesso”.
Quello fece scattare nel ragazzo un senso di rivalsa che lo svegliò: lui non dormiva, era ben sveglio, il suo cuore lo era, il suo cervello lo era. Kurt era lì in quel momento, vivo e vissuto, ad un passo dalle labbra di Sebastian.
Fu quella vicinanza – il richiamo di quella pelle più scura, di quelle labbra definite- che lo spinse ad un gesto irruento e per niente pensato. Spinse le labbra contro quelle di Sebastian.
Non voleva essere gentile, né pacato. Aveva bisogno – fisico, mentale, fisiologico, carnale – di metterlo a tacere.
Non gli importava se Sebastian lo avrebbe respinto (o forse sì?) perché intanto lui voleva spegnere il cervello. Non voleva pensare più a niente. E se Sebastian voleva privarlo della sua distrazione (Brittany, accidenti era ancora in salotto e di certo al loro ritorno non sarebbe stata meno incinta), lui sarebbe diventato la sua.
Sebastian non si staccò da quel bacio. Eppure era strano: Kurt, quello più pacato, assennato e tranquillo non lo avrebbe mai baciato. Ma erano cambiate troppe cose. Davanti non aveva più il Kurt che aveva conosciuto anni addietro. Fu allora che capì che doveva tirarsi indietro. Gli diede un piccolo bacio a stampo e si allontanò.
Quello che trovò quando riaprì gli occhi lo lasciò stupito: il Kurt, quello con la faccia da pinguino e lo sguardo buono, era lì davanti a lui.
Che casino. In che guaio si stavano cacciando?
“Kurt” gli accarezzò la guancia “Brittany” indicò col mento l’uscita della camera. L’altro aveva abbassato lo sguardo, nascondendosi da lui. Non seppe bene perché, ma gli venne istintivo abbracciarlo.
Lui e Kurt non avevano troppa confidenza. Tralasciando le confessioni in stile “la mia vita fa schifo” fatte davanti ad una tazza di latte caldo, le battaglie in cucina, Kurt che gli faceva da balia mentre era mezzo (ok, del tutto) sbronzo. No, in effetti. Erano più che in un rapporto confidenziale.
Sebastian si accorse di camminare su un filo sospeso a metri da terra.
Sentì la mano che si bagnava a contatto con la guancia di Kurt. Stava piangendo. Lacrime amare, che sapevano di dolore. Forse Kurt dopo che aveva rotto con Blaine non aveva mai davvero pianto. Perché se stai male, degli occhi lucidi non servono a nulla. Solo dopo che resti senza fiato, con i polmoni che hanno bisogno d’aria, il naso rosso e gli occhi gonfi che fanno male. Quello è un pianto che ti libera.
Poggiò la sua fronte contro quella di Kurt.
“Ehi, Hummel che fai piangi?” gli sorrise dolce. Kurt tirò su col naso.
“No!” rispose prontamente. Ecco, questo era il Kurt che gli piaceva: quello che avrebbe fatto di tutto per non dargliela vinta, quello che lo affrontava a muso duro.
“Andiamo da Brittany” propose Kurt, cercando di far tornare alla normalità.
Quando tornarono in salotto trovarono la bionda stesa per terra che giocava (Kurt negò che stesse parlando quando Sebastian glielo fece notare) con Lord Tubbington.
“Brit, vieni è tardi e domani dobbiamo alzarci presto” la richiamò Kurt. Lei non si oppose, caricandosi il gatto obeso (- Non mi sta fissando - si ripeteva Sebastian, rimasto un passo indietro rispetto ai due amici) su una spalla e prendendo con la mano libera quella dell’amico accanto a sé.
Kurt le sorrise gentile. Non era un sorriso forzato o di circostanza, notò Sebastian. Era bello, di quelli che puoi rivolgere solo a chi ti sta davvero a cuore.
Quando entrarono in camera Brittany si buttò di peso sul letto, mentre il gatto gironzolava libero per la stanza.
“Kurt” disse lei tenendo gli occhi chiusi “ domani troveremo Santana, secondo te?”
Il ragazzo incrociò lo sguardo di Sebastian, che gli fece un segno di assenso col capo.
“Certo che la troveremo!” rispose forse calando un po’ troppo la mano sul tono euforico.
“Sai” la ragazza si toccò la pancia “sono convinta che questo bambino sarà felice quanto me di incontrare la sua mamma”.
“Ma anche tu sei la sua mamma!”
Kurt si stava mettendo il pigiama, noncurante del fatto che Sebastian fosse ancora in camera con loro. Questo gli sorrise quando incrociarono gli sguardi.
“Ha ragione Kurt!” intervenne. “Questo bambino avrà due mamme fortissime”.
Era strano per entrambi: dopo quel bacio (Kurt aveva baciato Sebastian, vero?) era una situazione alquanto sopra le righe. Sebastian stava dando man forte al ragazzo che lo aveva baciato e da cui si era allontanato. Se fosse stato qualcun altro probabilmente non gliene sarebbe importato nulla, ma negare quanto l’altro avesse fatto per lui sino a quel momento sarebbe stato da veri ingrati. Così il loro rapporto stava cambiando?
“Io penso che San sarà la mamma forte” Brit si era sollevata quando Kurt le aveva lanciato una vecchia felpa che non usava più. “Lei è quella più saggia. Mi aiuta con la colazione che delle volte è così difficile per me. Mi diceva sempre che non sarei dovuta mai cambiare, perché le piacevo così, io per lei ero perfetta. Inizio a credere che non lo pensi più”.
“Indossala” le disse “ Sì, ma il bimbo…”
“O la bimba” precisò Bas, trovando lo sguardo incuriosito di Kurt che riprese il discorso.
“Avrà bisogno di una mamma che gli farà le coccole”.
“Ma San gliele farà!” precisò la bionda, dopo essere sbucata dalla vecchia felpa sdrucita dei Patriots.
“Ehi! La mia felpa!” iniziò a protestare Sebastian.
“Così impari ad usarmi come lavandaia!” rispose piccato Kurt. “Comunque Brit ha ragione. Santana sarà un’ottima madre.”
“Finché non tirerà fuori lo spirito di Lima Height” scimmiottò Bas.
“Sebastian?” Kurt lo guardò piegando un po’ la testa.
“Sì?”
“Divano!” alzò il braccio indicando oltre il muro.
“Non mi dai il bacio de…”
Un cuscino lo colpì in pieno viso. No, quella sera Sebastian Smythe aveva già ricevuto la sua dose di baci.

 

 

 

I’m here.
Ok, mi sono fatta prendere la mano. Il bacio – tecnicamente – sarebbe dovuto arrivare dopo.
Ma non lo so, boh questi due hanno avuto la meglio, quindi eccoci qui: a sbrodolare su un pinguino e una mangusta.
Mi è piaciuto parecchio scrivere questo capitolo. Le interazione Sebastian/ Brit mi fanno morire.
Bene, se volete ditemi la vostra.
N.

   
 
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