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Autore: Oducchan    24/03/2013    2 recensioni
-Cadrai dalle scale. E ti spaccherai il naso. E pure gli incisivi. Tutti e due-
[Di tasseomanzia e affini][Francia - Inghilterra]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed era tutto scritto nei fondi del tè
Regalo per la Danna. Parte uno, quantomeno <3

Ed era tutto scritto nei fondi del tè





-Cadrai dalle scale. E ti spaccherai il naso. E pure gli incisivi. Tutti e due-

Francia non è minimamente in grado di nascondere il sorriso accondiscende che gli fiorisce spontaneo sul viso. Le dita della mano nel cui palmo ha affondato il mento punteggiato di barba tamburellano leggere sulla guancia, mentre inclina di più il capo per scostarsi una ciocca dispettosa che gli è scesa sugli occhi.
Inghilterra ha la pretesa di non stare minimamente guardandolo, ma Francis nota, tra un battito di ciglio e l’altro, un fulmineo scatto delle pupille al suo indirizzo. Per pura gentilezza abbassa un secondo lo sguardo.
-Poi… farai un incidente. Dopo la riunione. E ti romperai una gamba-
Inghilterra è davvero troppo spassoso, mentre cerca disperatamente di mantenere la compostezza e una severità assoluta e inscalfibile. Francia muove appena il piede, lo guarda strabuzzare gli occhi e fare un’impercettibile balzello sulla sedia, le mani che si stringono convulsamente alla tazzina, ma Arthur non cede. Non ancora.
-Ti verrà la polmonite. E la malaria. E la varicella- prosegue, la voce un filo più acuta del normale – Ticadrà il televisore nella vasca mentre starai facendo il bagno. E il phon. Ti brucerai i capelli-
Francis non riesce a trattenere una risatina, che però fa appena in tempo a nascondere in uno sbuffo e in un colpetto di tosse. Continua a sorridere, amabile e dolce come il miele, e l’altra sua mano si allunga con noncuranza fino a sfiorare, con casualità studiata al dettaglio, quella di Inghilterra. Arthur ritira entrambe le braccia come se si fosse scottato, incrociandole frenetico al petto, e aggrotta le sopracciglie sugli occhi verdi perpetuando a fissare il suo piattino. Così adorabile…
-Ti cresceranno i funghi sulle piante dei piedi e il tuo boss tenerà di soffocarti nel sonno – e stavolta è un tantino irritato, Francia non dubita chi sia che effettivamente voglia soffocarlo nel sonno, e continua con piglio più feroce –Il cameriere ti ficcherà un coltello nella schiena e ti servirà pesce avariato. Oh, e ti dimenticherai l’ombrello, e grandinerà. Chicchi di ghiaccio grossi come tartarughe-
Francia deve mordersi a sangue un labbro per non ridere a crepapelle. Deglutisce un paio di volte, giocherella con il cucchiaio, dà un altro colpetto col piede, e lo guarda dritto negli occhi.
-Mi si prospetta una settimana veramente terribile, Angleterre. Ma grazie per avermi predetto tutto questo- e poi si sporge un pochettino in avanti, abbassando la voce in un sussurro cospiratorio e sensuale, tanto che Arthur sobbalza di nuovo e i suoi zigomi assumono una deliziosa tonalità violacea –Ora, vuoi che ti legga io il futuro?-
Non aspetta di sentire una risposta, che sia una frase intellegibile o un singulto strozzato, afferra la sua sua tazza rovesciando i residui di tè nel piattino, e vi getta un’occhiata tanto fugace che si possa dire inesistente. Avvicina un po’ la sedia, si gratta la mandibola con fare pensoso, e poi scocca diretto a Inghilterra il suo miglior sorriso d’assalto
-Dunque… stasera verrai a cena con me. Andremo in un ristorante in riva al Tamigi, un posto carino che sono riuscito a scovare anche in questa tua… città, e mangeremo bouillabaisse, coq au vin e champagne, in un tavolino appartato illuminato solo dalla luce delle candele e dai tuoi occhi. Poi passeggeremo nelle vie del centro, e torneremo a casa tua; sorseggeremo un altro bicchiere di vino, seduti sul divano, ascoltando un disco di Edith Piaf, e poi… poi andremo in camera da letto, ti toglierò la camicia slacciando bottone per bottone e tu… tu mi chiederai per favore di…-
-Finiscila! Razza di rana pervertita e perversa!- e Inghilterra, rimasto ad ascoltare tutta la trafila con un’espressione di terrore e disgusto sempre maggiore ad ogni aggiunta, afferra ciò che era il suo radioso futuro e glielo spiattella in faccia, sui capelli, negli occhi, alzandosi di scatto con gran fracasso di sedie e cocci rotti, il volto paonazzo e l’espressione imbufalita. Già che c’è, gli assesta un pugno in testa per sottolineare la cosa.
-Te lo puoi scordare!- e si avvia verso l’uscita con passo di marcia. Francia riesce miracolosamente a non ingoiare quella schifezza, si toglie dal viso ciò che può, e si allunga sulla sedia urlando al suo indirizzo.
-Ti passo a prendere alle otto, cheri!-
L’unica risposta intellegibile, oltre a un gran tonfo di porta sbattuta, è un’esplosione d’insulti e di imprecazioni al suo indirizzo. Ma Francis continua a sorridere, finendo di pulirsi e cercando di specchiarsi nella porcellana per controllare lo stato del proprio aspetto: sa benissimo che alle otto e cinque minuti Inghilterra sarà, teso come una corda di violino e traboccante di imbarazzo furioso, sulla soglia di casa ad aspettarlo.




   
 
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