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Autore: GasPanic    25/03/2013    4 recensioni
Maggie è una diciassettenne piena di quei problemi tipici della sua età, e per di più deve affrontare anche la dura realtà del trasferimento, non solo in una nuova città, ma addirittura in una nuova nazione: l'Inghilterra. Capitata a Manchester, nel quartiere di Burnage, Maggie incontrerà e imparerà a conoscere i fratelli Gallagher, in un contesto che si colloca prima degli Oasis.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Driiiiin.
La campanella, anche quel giorno, mise fine alle mie torture. Gettai noncurante il libro di matematica nella cartella, mentre i miei compagni di classe mi passavano accanto indifferenti, diretti verso l'uscita. Ma ormai ci avevo fatto l'abitudine. Ripensai a come tutto era cominciato. Probabilmente se non fossi stata un' emarginata dal primo momento, non avrei mai conosciuto Liam. E quel pensiero, subito mi diede sollievo. Camminai verso l'uscita trascinando i piedi, fissando le mattonelle che scorrevano sotto di essi. Mi ero svegliata con un presentimento strano quella mattina, chissà perché. Ma poi nel corso della giornata mi ero convinta che non sarebbe successo niente. E così fu, almeno fino a quando non mi ritrovai davanti alla scuola. E quasi senza volerlo scorsi una figura familiare. Era successo qualcosa di particolarmente eccezionale o stavo sognando? Osservai incredula Noel che avanzava con aria decisa nella mia direzione.
Che diavolo ci fai qui?” squittii perplessa, continuando a squadrarlo quasi per accertarmi che fosse reale.
E dire che mi aspettavo un 'Ciao'” replicò lui imperturbabile, la sigaretta infilata tra le labbra.
Beh, ciao.” aveva pronunciato solo una frase eppure mi stava già dando sui nervi. “Allora?” chiesi, incrociando le braccia sul petto. Lui mi osservò per qualche secondo, cercando di leggere qualcosa nel mio sguardo. “Che cazzo hai? Pensavo saresti stata contenta di vedermi”. Aggrottò la fronte, continuando ad osservarmi attentamente.
Contenta? Sei sparito per dei mesi, senza un cazzo di motivo! Ti diverti così, Gallagher?” arrossii, mentre alcuni studenti tutto intorno si giravano a vedere chi stesse facendo tutto quel baccano. Noel naturalmente non batté ciglio. “Impegni con la band. Che ti frega? Tu hai Liam.”
Booom, centro. “Mi ha dato fastidio il tuo comportamento” mi giustificai, poco convinta. “E se pensi di interessarmi in qualche modo, ti sbagli di grosso” aggiunsi, più per convincere me stessa che il mio interlocutore. Per tutta risposta fui investita da una boccata del suo fumo. Restammo qualche istante in silenzio, io a guardarlo in cagnesco, lui ad aspettare pazientemente che la mia rabbia sbollisse.

Comunque ti devo parlare, signorina ti-sbagli-di-grosso” annunciò, calpestando la cicca della sigaretta con una disinvoltura che mi irritò ancora di più. “Lo stai già facendo” gli feci notare nel tono più acido che riuscii a sfoggiare. E in men che non si dica, Noel mi stava già trascinando lontano da quel cortile affollato.

Avanti, che cosa mi devi dire di così importante?” protestai, abbandonandomi su una gelida panchina di ferro. Noel non rispose subito, soffermandosi a guardare pensieroso due anatre che si rincorrevano nel laghetto. “Louise mi ha scaricato.”
La notizia arrivò tanto inaspettata quanto inopportuna. Insomma, mi aveva trascinata fino a lì per dirmi questo? Quella Louise, che non avevo nemmeno conosciuto, adesso mi stava decisamente più antipatica. Ma, -e qui mi sentii una persona orribile- una parte di me, chissà quanto remota ed insignificante, si sentiva sollevata. Cercai di reprimere quella sensazione sul nascere.
Ah... Mi dispiace tanto, Noel”. Il mio tono si era finalmente raddolcito. Perché ero certa che Noel stesse soffrendo, d'altra parte lui mi era sempre sembrato molto innamorato. Gli circondai goffamente le spalle con un braccio. Mi sentivo proprio una stupida.
Capita. Non ce l'hai più con me?” chiese con un sorriso.
Certo che ce l'ho ancora con te, non farti illusioni!” replicai assumendo un finto cipiglio stizzito, ma senza nascondere una risata divertita. “Devi dirmi qualcos'altro?” chiesi poi esitante, dato che la sua espressione era tornata pensierosa.
Nuovamente, Noel prese tempo. “No, non ora. Sono sicuro che più avanti lo scoprirai da sola”. Quelle parole mi colpirono, e mi lasciarono con il fiato sospeso per qualche secondo. Cosa vorrebbe dire? Dovevo prenderla come una dichiarazione? Ma poi conclusi che era solo una delle trovate di Noel per farmi stare sulle spine.
Come siamo misteriosi, eh?”, dissi sfilandogli il pacchetto di Benson & Hedges dalla tasca aperta del giubbotto. Lui scrollò le spalle. “Fai pure, ricordati che mi devi una sigaretta però”.
Tirchio”, sancii mentre armeggiavo con un accendino difettoso.
Se Ourkid ci vedesse in questo momento, a fumare in riva a un laghetto, andrebbe su tutte le furie” rise Noel.
Scrollai a mia volta le spalle. “Mmh, no, non credo..” biascicai tra una boccata e l'altra. “Cazzo, ma sei o non sei la sua ragazza? Ormai dovresti sapere come è fatto.” Mi trafisse con i suoi occhi di ghiaccio, osservando la mia reazione. “Che intendi dire?” chiesi perplessa.
Che è un fottuto idiota, ecco cosa”. Certo che quando si metteva era proprio stronzo. Si alzò in piedi, io feci lo stesso.
Potrebbe dire lo stesso di te, sai. Anzi, ne sono più che sicura”.
Oh, ma io questo lo so già. Nessuno lo conosce bene quanto me, fidati”, dandomi un buffetto sulla guancia. Se Noel voleva farmi venire dei dubbi, ci stava riuscendo benissimo.
Inarcai un sopracciglio. Dove voleva arrivare? Ancora un attimo di silenzio.
Andiamo, va'. Non voglio che Liam ti scarichi per colpa mia. Anche se ammetto che sarebbe divertente”.
Stronzo”, dissi sferrandogli un debole pugno sul braccio. Ci incamminammo in silenzio, tra gli alberi spogli, il sole morente alle spalle. E sebbene cercassi di rinnegarlo con tutta me stessa, capii di aver trovato un amico.

18.08.1991
Fissai l'anta aperta dell'armadio, perplessa. Come mi sarei dovuta vestire? Liam mi aveva detto che avrebbero suonato in un nightclub. Storsi il naso, frugando tra una montagna di vecchie t-shirt. Ne pescai una a caso dal mucchio: una larga maglia nera con la faccia di Ian Brown stampata in bianco. Perfetta, pensai infilandola. Un' ultima occhiata allo specchio; la chioma rossa che mi ricadeva morbida sulle spalle, maglietta XL, shorts e converse. Per una volta in vita mia, mi piacqui. “Sei bellissima, piccola”, la voce di Liam mi raggiunse dalla soglia della porta. Se ne stava lì, scomposto, a fissarmi con aria maliziosa. “Ehi, bussare ti faceva tanto schifo?”
Lui rise, avvicinandosi col suo inconfondibile passo quantomeno bizzarro. Mi cinse i fianchi, facendomi girare, per poi baciarmi. Ricambiai appassionatamente, assaporando il gusto dolce di quelle labbra, nutrendomi di quell'inconfondibile aroma di fumo misto a birra. Lo spinsi leggermente, staccandomi. “Meglio fermarci qui, altrimenti al concerto non ci arriveremo mai.”
Liam si incupì per un attimo, poi sul suo viso tornò a dipingersi un sorriso malizioso. “Okay piccola, rimandiamo a dopo”. E afferratami la mano, mi condusse giù senza troppi complimenti, evidentemente impaziente di arrivare al locale.

Il Broadwalk era esattamente come me l'aspettavo: non molto grande, cupo, e saturo di fumo di sigaretta. I ragazzi ci aspettavano vicino a quello che supposi dovesse essere il palco, scazzati e con le birre in mano. “Ce ne avete messo di tempo!” esclamò Bonehead rivolgendo un'occhiataccia a Liam. “Quando anche tu avrai una vita sentimentale, Bonny caro, forse capirai” replicò questo, accendendosi una sigaretta. “Fai meno lo stronzo, Gallagher, non è il momento” si intromise Tony McCarroll, il riccioluto batterista che finora se n'era stato in disparte. “La volete smettere, tutti quanti?” fu il mio turno. Solo quando mi ritrovai quattro paia di occhi puntati addosso mi resi conto che dovevo aver urlato. Così decisi di togliere il disturbo, mentre i ragazzi si avviavano parlottando in quello che a malapena si poteva definire un backstage. Trovai posto in un tavolino, sul quale qualcuno aveva lasciato dei bicchieri vuoti e delle cicche di sigaretta. Fissai il palco vuoto. Dopo qualche minuto fece capolino un ometto basso e sudato, che annunciò con voce stridula i The Rain. Qualche applauso sparso. Un paio di bionde semi nude più in là strillarono compiaciute. E il gruppo fece la sua comparsa sul palco. Prima, seconda, terza canzone. Liam aveva veramente una voce rock, non c'è che dire.
E mia madre mi ha fatto tante storie perché venissi. Fanno fottutamente schifo”, annunciò una voce al mio fianco.
Noel, o la smetti di presentarti così senza preavviso o un giorno o l'altro mi avrai sulla coscienza” urlai, cercando di sovrastare il suono delle chitarre. Lui bevve un sorso della sua birra. “Comunque non fanno schifo”. Noel mi guardò scettico. “Sii oggettiva. Fanno cagare. Ma li hai sentiti i testi?”. Scrollai le spalle. Sapevo che aveva ragione, ma non gliel' avrei mai data per vinta. Per un fugace momento mi tornò alla mente la canzone che mi aveva suonato quella volta, Live Forever. Ma mi costrinsi a concentrarmi nuovamente sui The Rain, per quanto terribili potessero essere le loro canzoni.

L'ultima canzone finì con un sovrapporsi disordinato di chitarra, basso e batteria, senza uno schema preciso. Liam gironzolava per il palco, lanciando di quando in quando occhiate al numero esiguo di persone presenti in sala, o agitando distrattamente il suo tamburello. Tirò una boccata alla sigaretta, e scomparve dietro il tendone, senza dire una parola. La serata era finita. Noel si stava fumando l'ennesima sigaretta, pensieroso. Lo guardai di sottecchi, percependo ogni tanto il suo sguardo su di me, cosa che mi mise non poco in imbarazzo. Le bionde di prima erano sparite anch'esse nei 'camerini'. Così, senza neanche volerlo, mi ci avviai a passo di marcia. “Dove vai?”, mi raggiunse con un mezzo sorriso. “Nei camerini, è ovvio”.
Ti accompagno”. Lo guardai, inarcando un sopracciglio. “Okay”, acconsentii infine. Trovammo Bonehead che conservava la sua chitarra. “Dov'è Ourkid?” fece Noel. L'interessato fece un cenno col capo verso una logora porta di legno.

Hai finito di vivere, Gallagher!” ci accolse l'urlo di McCarroll, che proprio in quel momento si avventava selvaggiamente su Liam, ricoprendolo di pugni. Questi lo allontanò con altrettanta violenza, il tanto giusto da poter sferrare dei pugni mirati. A Liam sanguinava un labbro. A Tony sanguinava il naso. Rimasi pietrificata da quella scena, mentre Noel, tra un'imprecazione e l'altra, agguantava per la collottola il batterista. “Non permetterti più di toccare mio fratello, stronzo.” Altro pugno sul naso. Solo allora notai il povero Guigsy in un angolino, che osservava la scena con gli occhi sgranati. Ed erano presenti anche due di quelle bionde che avevo adocchiato durante il concerto. Per fortuna, la cosa si concluse lì. Erano tutti troppo esausti per continuare la rissa, ed io mi precipitai subito a soccorrere Liam, ora accasciato a terra col fiatone.
Sto bene, piccola” biascicò, il labbro che sanguinava copiosamente.
Ma che cazzo è successo?”- l'isteria si stava impadronendo di me, mentre con le mani tremanti estraevo dalla borsetta un fazzoletto di carta e lo porgevo a Liam. Questi scosse la testa.
Lascia perdere. E' McCarroll che è un cazzone”.
Mi hai spaventata a morte” replicai sull'orlo del pianto.
Scusa.” Una parola che non pensavo sapesse pronunciare. Mi sedetti accanto a lui, lasciando che le lacrime scorressero libere. Mi ero persino dimenticata delle bionde, di Noel, di tutto. Poggiai la testa sulla sua spalla, e rimanemmo così per un po'.
Stai bene?” chiese Noel, burbero, avvicinandosi al fratello. Liam annuì. “Ho sistemato McCarroll”.
Ci sarei riuscito anche da solo” replicò il minore. Lo guardai con disappunto. “Beh, il tuo labbro dice il contrario”, lo canzonò Noel.
Fanculo, Ourkid”.
Comunque i vostri testi fanno schifo”, sancì Noel, piantando gli occhi su di me.
Lo so, grazie tante. Pensi di saper fare di meglio?” chiese Liam, provocatorio.
Io non lo penso, io ne sono sicuro.” Noel incrociò le braccia sul petto, guardando il fratello con aria di superiorità.
Bene. Ne parlerò con i ragazzi. Entrerai nel gruppo, ourkid. Sei contento?”, tamponandosi con il fazzoletto ormai completamente imbevuto di sangue.
A una condizione.”- fece una pausa, dove il suo sguardo tornò a concentrarsi su di me per qualche secondo. “Che suonerete solo le mie di canzoni. Diventeremo qualcuno, stanne certo.”
Ci sto.” I due si strinsero la mano. Sui loro volti comparvero due sorrisi soddisfatti. Ancora non sapevo chi sarebbero diventati. Ma l'amore malcelato tra di loro era palese.


















Eccomiii. Ho scritto un capitolo extra large, perdonatemi. Ero troppo ispirata e non sono riuscita a farne a meno, e devo dire che sono abbastanza soddisfatta del mio operato. Detto questo, spero mi perdonerete. ç.ç E spero vi piaccia. Le recensioni sono sempre accette! Grazie a tutti coloro che seguono questa storia. :') Cheers

  
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