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Autore: Lavandarose    25/03/2013    8 recensioni
- Ti fa star male? -
- Non sono affari tuoi -
- No, è vero - ammise lui - ma siamo inciampati uno negli affari dell'altro, perciò... -
- Perciò ficchi il naso nei fatti miei. Ho capito. No, comunque non mi tratta male -
Harry si sedette e aspettò che lei facesse lo stesso, ma Pansy rimase in piedi.
- E' solo che...che vorrei sapere se resteremo assieme o no -
[ Oneshot settima classificata al contest “Valigie pronte, destinazione... la scegliete voi!” organizzato da ArmoniaDiVento]
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nick autore Efp e Forum: Lavandarose

Titolo: Rune d'amore.

Pacchetto Europa: Bruxelles (Harry e Pansy)

Pacchetto Italia: Gorizia ("Scommettiamo?")

Genere:Avventura, What if.

Rating: Verde

Avvertimenti: Nessuno

Introduzione: - Ti fa star male? -

- Non sono affari tuoi -

- No, è vero - ammise lui - ma siamo inciampati uno negli affari dell'altro, perciò... -

- Perciò ficchi il naso nei fatti miei. Ho capito. No, comunque non mi tratta male -

Harry si sedette e aspettò che lei facesse lo stesso, ma Pansy rimase in piedi.

- E' solo che...che vorrei sapere se resteremo assieme o no -

NdA: Gli avvenimenti hanno luogo durante il Quinto Anno ad Hogwarts, quando l'aula di Divinazione viene spostata dalla Torre Nord a un'aula al piano terra.

[ Questa Oneshot partecipa al contest “Valigie pronte, destinazione... la scegliete voi!” organizzato da ArmoniaDiVento su ffz]

 

 

- Ricordami come siamo finiti in questa situazione! -

Uno spaventato Ron Weasley stava tenendo sulle spalle Harry Potter, che faticosamente tentava di raggiungere la finestra dell'aula di Divinazione.

I due ragazzi erano arrivati sotto a una finestra dell'aula, nel parco, e avevano deciso di mettere in atto il loro piano.

Ora Ron stava cercando di non fare cadere il suo amico che, in equilibrio precario sulle sue spalle, si stava allungando per aprire le imposte chiuse.

- Abbiamo fatto una scommessa per cercare almeno stavolta di avere un buon voto in Rune Antiche! - farfugliò Harry, cercando di non fare gesti troppo bruschi.

Con un sospiro Ron ripensò a quanto era accaduto qualche ora prima nell'aula Grifondoro.

 

-Miseriaccia, Harry. Questo compito sulle Rune non vuole proprio scriversi -

- Già. E continuare a sentire la tua voce non mi aiuterà a concentrarmi -

Il rosso guardò l'amico. Teneva le sopracciglia aggrottate nello sforzo di pensare. La penna però rimaneva ferma sul foglio, chiaro indice del fatto che le idee scarseggiavano.

- Ma proprio oggi ci dovevano dare il compito sulla Runa particolare della nostra data di nascita? - si lamentò.

- Il compito ci è stato assegnato la scorsa settimana - puntualizzò Harry - siamo noi che l'abbiamo preso un po' sottogamba -

- Io, comunque, non credo di avere tutte le informazioni che mi servono -

- Nemmeno io. Ho cercato di recuperare altri libri della biblioteca, ma sono tutti fuori -

- Li staranno consultando anche i nostri compagni. Dovremmo andare nell'aula e prendere quelli che sono nei cassetti della cattedra! Lì sì che potremmo trovare tutte le nostre risposte -

Ron stava scherzando, era evidente, ma smise di sorridere quando si accorse che l'amico lo stava guardando con occhi attenti.

- Che idea fantastica! Dai, andiamo a vedere se nell'aula di Divinazione c'è qualcosa che ci può aiutare! -

- Cosa? Harry, ma stai scherzando? Ma non riusciremo mai ad entrare lì -

- Scommettiamo? Dai, io entro, faccio una rapida incursione, prendo due appunti e riusciamo a finire il compito -

- Ma io non credo sia il caso... -

- Vuoi forse chiedere ad Hermione? Ti ricordi la scorsa volta quando le hai chiesto una mano? -

Ron rabbrividì pensando agli strilli che l'amica aveva loro tirato l'altro giorno.

Sospirò.

- Va bene, Harry, ma cerchiamo di fare in fretta però -

 

Ed eccoli lì, uno sulle spalle dell'altro, mentre cercavano di entrare nell'aula.

- La prossima volta giuro che studio - continuava a ripetere Ron.

- Sì, anche io...Oh, ecco, sono riuscito ad aprire la finestra! Io entro, tu aspetta qui, torno subito! -

E con un piccolo balzo il ragazzo salì sul davanzale, saltando poi dentro alla stanza.

Si guardò attorno, tutto era in penombra. L'aula non era cambiata anche se era stata spostata dalla Torre Nord al piano terra.

Ospitava sempre una ventina di tavolini tondi circondati da poltroncine. Il rosso era ancora il colore dominante e si ripeteva non solo nella stoffa delle lampade, ma anche nelle tende, che correvano lungo tutte le pareti.

Harry aguzzò la vista. Non voleva accendere una luce e quindi aveva deciso di sfruttare la luce naturale, anche se era piuttosto bassa.

Osservò gli scaffali che circondavano l'aula: erano pieni di libri, piume, mozziconi di candele e sfere di cristallo.

Sorridendo, il ragazzo si avviò verso la cattedra, sicuro di trovare nei suoi cassetti qualche libro che poteva loro essere utile.

Toccava i vari banchi mentre camminava, per darsi una direzione e non andare a sbattere da nessuna parte.

Banco, molto bene.

Banco.

Banco, ce ne dovrebbe essere un altro.

Mano...

Mano?!

- Per Merlino!- urlò Harry mentre balzava all'indietro. C'era qualcuno nell'aula!

- E non urlare, Potter! -

Una voce di donna. Ma chi?

Harry mise lentamente a fuoco, mentre una figura usciva dalla penombra.

Arrivata vicino a una fonte di luce lui la vide.

Ci mancava solo Pansy Parkinson!, pensò sconsolato.

- Che ci fai qui, Potter? -

- Ho perso una cosa e sono venuto a cercarla - mentì il ragazzo.

- Entrando dalla finestra e andando avanti a tentoni? Bel modo di cercare qualcosa-

Harry sospirò, forse gli conveniva dire la verità.

- Non sono molto preparato per il compito di Rune, allora sono venuto a vedere se qui potevo trovare un libro o qualcosa che mi sarebbe potuto servire -

Lei sorrise un po' maligna.

- Sono sicura che la Umbridge sarà davvero contenta di sapere che sei entrato qui di nascosto -

E si girò andando verso la porta.

- Aspetta un momento, Pansy -

Il tono della voce di Harry non ammetteva repliche e lei si voltò.

- Cosa? - rispose con voce annoiata.

- E tu cosa ci fai qui? -

Presa alla sprovvista, la ragazza iniziò a balbettare.

- Io...io veramente... -

- Andiamo, puoi fare di meglio Parkinson. Non dirmi che anche tu hai dimenticato qualcosa e la cercavi al buio -

Lei si avvicinò a lui seccata.

- Quello che stavo facendo io qui non ti deve interessare -

Harry la guardò aggrottando le ciglia. Non era una situazione normale, anche lei si trovava di certo lì per un motivo.

Poi, quasi per caso, posò gli occhi sul banco dove la ragazza era seduta poco prima.

E fu allora che capì.

Sulla superficie erano sparse delle Rune. E non delle Rune qualsiasi.

- Pansy... - disse mentre si avvicinava al banco.

- Non sono affari tuoi, Potter -

- Stavi facendo un rituale per sapere se qualcuno ti ama ?-

Silenzio. Per un momento la mora Serpeverde aveva perso tutta la sua baldanza.

- Ma certo che è così - proseguì lui - guarda qui: c'è Gebo, la runa che è indispensabile per i riti di purificazione. Per avere una risposta devi pensare intensamente a ciò che desideri e ripetere il pensiero più volte durante il giorno. Inoltre è la Runa dell'amore. Dico bene, Pansy?-

Ma la ragazza continuava a rimanere zitta.

- E poi c'è Vunjo, la Runa che ci aiuta ad arrivare alla felicità -

- Ne sai di cose per uno che ha detto di non conoscere le Rune! -

Harry guardò l'ultima Runa sul banco: era Inguz, la protezione per le unioni sentimentali.

Guardò la ragazza che teneva lo sguardo basso.

Gli fece in qualche modo tenerezza.

- Stai soffrendo per un ragazzo, Pansy? -

Il silenzio che ne seguì fu abbastanza eloquente. E il ragazzo pensava anche di sapere a chi stava pensando lei.

Sapeva che Draco e lei si frequentavano, ma non sapeva a che livello.

- Ti fa star male? -

- Non sono affari tuoi -

- No, è vero - ammise lui - ma siamo inciampati uno negli affari dell'altro, perciò... -

- Perciò ficchi il naso nei fatti miei. Ho capito. No, comunque non mi tratta male -

Harry si sedette e aspettò che lei facesse lo stesso, ma lei rimase in piedi.

- E' solo che...che vorrei sapere se resteremo assieme o no - disse poi all'improvviso senza che Harry capisse come mai aveva deciso di confidarsi - E' vero, siamo giovani, non è detto che ci dobbiamo sposare, ma vorrei solo capire se c'è qualche possibilità per noi... -

Il ragazzo la guardava, non sapendo bene cosa rispondere. Poi decise per la via diplomatica.

- Lo hai detto tu, siete giovani, non si può sapere ora cosa sarà. Ma non credo che le Rune abbiano tutte le risposte. Molto dipende dalla tua e sua volontà -

- Ha ragione - Pansy che gli dava ragione?Il mondo stava per finire! - E' che a volte si ha bisogno di sapere. Tutto qui. Bel colpo, eh, Potter? Ora potrai andare a dire a tutti che la Parkinson è una bimba frignona che gioca con le Rune per sapere il suo futuro con Malfoy -

Lui si alzò e le andò vicino. Le mise una mano sulla spalla e lei lo guardò con sorpresa.

- Non dirò nulla. Io lo so cosa vuol dire non avere speranze nel futuro e voler sapere con tutte le proprie forze se le cose andranno bene o no. Stai tranquilla, Pansy, non parlerò. Anzi, ora me ne vado proprio. Penso che forse riuscirò a fare il compito comunque, soprattutto senza barare -

E se ne andò verso la porta.

Lei era rimasta in silenzio.

Mentre Harry stava per aprire la porta lei lo chiamò.

- Potter? -

- Sì?-

- Non dirò nemmeno io che ti ho visto qui-

- Grazie, Pansy - e se ne uscì senza aspettare altro, sapeva che lei non lo avrebbe ringraziato, ma era comunque contento che le cose fossero andate così.

Si avviò verso l'uscita per andare a recuperare Ron che sicuramente lo stava ancora aspettando sotto la finestra nel parco.

Alle sue spalle, la testa della Parkinson fece capolino dall'aula.

Si guardò attorno prima di uscire e di chiudere la porta con attenzione.

Sorrise: forse anche per lei le cose sarebbero andate bene.

 

   
 
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