Il più grande segreto di Tony - Continua
Capitolo 4
La mattina seguente si svegliarono presto per andare all'NCIS.
Mentre Ziva salì sulla sua macchina ed andò da sola in ufficio, Tony caricò figlia e cane sulla sua Mustang e partì. Arrivato davanti alla sede dell'NCIS, mentre faceva scendere Stephany e Jeth, si guardava intorno, notando, ad un certo punto, una faccia conosciuta: Fisher.
Il delinquente lo salutò con la mano, facendogli un sorriso beffardo, poi scomparve dietro un camion, che passava in quel momento.
Tony: "Su, entriamo, tesoro!" disse, prendendola per mano e prendendo anche il guinzaglio di Jeth.
La bambina, però, aveva notato che il padre era preoccupato così, quando salirono sull'ascensore, gli disse:
Stephany: "Papà, vedrai che lo prenderete."
Tony: "Cosa?"
Stephany: "Il cattivo che non riuscite a prendere. E' per questo che sei preoccupato, vero?"
Tony: "Sì. E grazie per la fiducia, Principessa."
Dopo aver portato la figlia e il cane da Abby corse in ufficio, dove c'erano già tutti.
Tony: "Fisher era di nuovo qui davanti." riferì. Gli squillò il cellulare, e rispose "Pronto?"
Bastò uno sguardo e tutti capirono chi c'era dall'altra parte della cornetta, così Tony inserì il vivavoce e gli altri si radunarono intorno a lui per ascoltare.
Tony: "Come hai fatto ad avere questo numero, lurido verme!"
Fisher: "L'ho cercato, agente. Davvero pensi che un cane e una piccola scorta possano fermarmi?"
Tony: "Cosa vuoi da me, Fisher?"
Fisher: "Fartela pagare per gli otto mesi di ospedale e i quattro anni di galera che ho passato!"
Tony: "Prova ad avvicinarti alla mia famiglia e gli otto mesi di ospedale che hai passato ti sembreranno solo una passeggiata piacevole, in confronto a quello che ti farò!"
Fisher: "Devi prima riuscire a prendermi, amico! Ah, volevo dirti anche che la tua amica è davvero un bel bocconcino..." e chiuse la telefonata, mentre Tony e Ziva si scambiarono uno sguardo preoccupato.
Gibbs, nel frattempo, aveva già contattato Abby, e riferì:
Gibbs: "Anche questa volta Abby non è riuscita a localizzarlo."
Tony imprecò, sedendosi alla sua scrivania e aprendo nervosamente il cassetto per mettere via la pistola.
Gibbs: "Datti una calmata, Dinozzo!" gli ordinò, vedendolo nervoso.
Tony: "Sarò calmo solo quando quel verme sarà di nuovo dietro le sbarre, Capo!"
Gibbs: "Capisco, ma ricordati che hai una figlia, e non puoi permetterti di farti vedere da lei in questo stato."
Tony: "Lo so, Gibbs, ma è difficile..."
Un'ora dopo, Tony e Ziva decisero di andare a trovare Stephany, da Abby.
Salirono nell'ascensore poi, dopo un attimo, l'uomo girò la leva dello stop.
Ziva: "Perchè hai fermato l'ascensore?"
Tony: "Hai sentito cosa ha detto quell'individuo?"
Ziva: "Certo che sì: avevi messo il vivavoce apposta."
Tony: "Gibbs non lo sa, perchè non era presente quando è successo, però cinque anni fa ha detto la stessa cosa su mia moglie, qualche giorno prima che le facesse quello che ha fatto."
Ziva: "Tony, tranquillizzati. Sono in grado di difendermi da eventuali aggressioni, quindi, se cercasse di avvicinarmi, quello che ci rimetterà sarà lui." lo rassicurò, prendendogli la mano.
Tony: "E' che... sono preoccupato."
Ziva: "Lo so. Ma cerca di mostrarti tranquillo, davanti a Stephany."
L'uomo, allora, la abbracciò, baciandola, come se facendo così si sentisse più tranquillo. Poi, finalmente, riavvarono l'ascensore, andando in laboratorio.
Passò qualche giorno. Fisher continuava a chiamare Tony, e ogni volta riusciva a non farsi rintracciare.
Una sera, Tony e Ziva erano a letto, e parlavano tra loro.
Tony: "Mi chiedo a che gioco stia giocando quel verme."
Ziva: "Qualunque sia, non potrà durare a lungo."
Tony: "Ultimamente gli incubi sono anche peggiorati..."
Ziva: "In che senso?"
Tony: "Non sogno più Stephany, sogno te."
Ziva: "Tony, ti ho già detto che non mi succederà niente."
Tony: "Lo spero." disse, mentre Ziva gli poggiava la testa sul petto, prima di addormentarsi.
CONTINUA...