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Autore: oceanointempestalu    25/03/2013    3 recensioni
Julie è la ragazza di Niall Horan, ma nasconde un grande segreto.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Come al solito avevo lasciato le persiane aperte, perciò la luce m’ investì in pieno, ma non avevo per niente voglia di alzarmi e chiuderle. Mi rigirai nel letto più volte, sbattendo contro il suo petto, non riuscendo a dormire e lo sentì mugugnare. Non volevo svegliarlo, erano rare le occasioni in cui potevamo stare insieme e lui poteva riposarsi, perciò lo lasciai dormire e io andai a farmi una doccia.
Mi tolsi il pigiama quando stavo per aprire la tenda della doccia, mi concessi uno sguardo al mio corpo. Quel viso era troppo paffuto, il seno era troppo piccolo, i fianchi erano un po’ troppo grossi, quella pancia doveva diminuire e quelle cosce anche. Ultimamente mangiavo di meno. Ogni volta che mangiavo mi sentivo in colpa e volevo rigettare tutto ciò che avevo ingerito e una volta c’ ero andata davvero vicino, ma non l’ avevo fatto perché lui, il mio angelo, era entrato in bagno e mi aveva trovata davanti al water con lo sguardo perso, mentre sentivo quelle vocine nel mio cervello.
Mi tartassavano in ogni momento della giornata. Quando mangiavo, quando mi vestivo, quando uscivo e guardavo con invidia quelle ragazze magre e perfette che sembravano delle modelle meravigliose.
Lui diceva che io gli andavo bene così, ero perfetta, per lui. Me lo ripeteva sempre, ma per quanto me lo ripetesse stentavo sempre a crederci.
Il mio sguardo saettò sui miei polsi e vidi quelle cicatrici. Dio quanto mi mancava tagliarmi, mi mancava davvero tanto. Sentire il sangue scorrere e macchiare il lavandino mi faceva sentire libera, non mi faceva sentire e, soprattutto, mi faceva sentire bene. Non mi tagliavo da un po’, forse qualche mese, ma solo perché me l’ aveva chiesto lui.Lui, il mio angelo, che è spuntato così da un giorno all’ altro e pensare all’ inizio mi stava pure antipatico. Poi venni rapita dai suoi occhi, dalla sua risata e dal suo cuore e da quel giorno, qualcosa nella mia vita andava finalmente bene.
Mi ricordo bene quel giorno.
Ero andata un po’ oltre, il mio polso sanguinava da oltre mezz’ ora e lui era entrato in bagno preoccupato perché ci mettevo tanto.
Aveva spalancato la porta e spostava lo sguardo da me, al mio polso, al lavandino, dove c’ era tutto il sangue che scendeva dai miei tagli. Senza nemmeno pensarci, si diresse verso di me, portò il polso sotto l’ acqua e cercò di far andare via il sangue che si era seccato e poi me lo avvolse in un asciugamano bagnato. Io lo guardavo inerme, mentre sentivo la testa girare e le ginocchia che tremavano, avevo il cuore in gola. Avevo paura che andasse via dopo aver scoperto il mio più profondo segreto.
Quando il sangue si fermò, ovvero un quarto d’ ora dopo, mi portò in camera da letto, mi fece sedere e lui andò a prendere il disinfettante insieme al cotone idrofilo e una garza. Faceva tutto come una macchina e io lo osservavo. Pensavo che sarebbe arrivato presto il momento in cui se ne sarebbe andato e mi avrebbe lasciato lì, da sola, con il mio dolore.
Sobbalzai quando iniziò a pulirmi la ferita con il cotone idrofilo imbevuto nel disinfettante.
-Scusa. Passerà presto, promesso.- disse tenendo gli occhi fissi sulla ferita.
Quando mi mise la garza si alzò e si sedette di fianco a me sul letto, con lo sguardo perso davanti a sé.
-M-mi dispiace.- gli dissi in un sussurro.
-No, amore, va tutto bene. Solo…- iniziò a dire, bloccandosi, girandosi verso di me e guardandomi negli occhi.
-Solo cosa?- chiesi titubante.
-Solo non farlo più, okay? Non voglio tornare a casa e non trovarti più. Io ti amo, Julie, ti amo davvero tanto. Qualunque problema tu abbia lo supereremo insieme, te lo prometto. Solo non farti più del male, fai male anche a me.- mi disse fissando quei suoi occhi blu che trasudavano dolore e paura.
Non resistetti al suo sguardo e –Sì- sussurrai prima di accoccolarmi sul suo petto per tutto il pomeriggio.
Scossi la testa per scacciare quel ricordo che mi faceva sempre salire le lacrime agli occhi.
Decisi di entrare in doccia e dare un taglio a tutte quelle vocine che continuavano a sentire.
M’ insaponai velocemente il corpo e lavai anche i capelli. Dopo un mezz’ ora buona uscì dalla doccia e prima di mettermi un asciugamano per tornare in camera, mi concessi un altro sguardo allo specchio.
“Fai proprio schifo, Julie” mi disse una delle tante vocine. “Lui sta con te solo perché gli fai pena. Nessuno vorrebbe avere una ragazza come te.” “Non lo meriti” continuavano a dirmi e c’ era solo un modo per fermarle.
Aprì lo sportellino della cassettiera, dove c’ erano lamette, rasoi e altro e presi una di quelle. Da quanto non le prendevo in mano? Mio dio.
La portai vicino al mio polso sempre più invasa dalla veridicità di quelle parole, premetti e feci scorrere quella lametta immacolata e lucente sul mio polso, facendola sporcare di sangue.
Guardavo il sangue scorrere e finire la sua corsa nel lavandino, più lo guardavo scorrere, più stavo bene.
Appena mi accorsi di quello che avevo appena fatto mi sentì malissimo. Avevo fatto del male al mio angelo, non poteva essere vero. Tutti i nostri sacrifici erano andati in fumo solo per colpa di tutte quelle stupide vocine. Maledizione!
Iniziai a singhiozzare e mi accasciai a terra, senza la forza di alzarmi. I singhiozzi mi scuotevano fin dentro l’ anima e mi sentivo sempre meno degna di stare con lui.
-Amore, che succede?- mi chiese con la voce impastata di sonno oltre la porta. Non mi ero nemmeno accorta che si era alzato, sicuramente per colpa dei miei singhiozzi.
-N-niente Nì, n-niente.- balbettai cercando di alzarmi e pulendo tutto quel sangue dal lavandino.
Lui entrò e mi vide di nuovo alle prese col sangue, sembrava quasi un deja-vu.
-M-mi dispiace. M-ma l-le voci n-non la s-smettevano p-più. – gli dissi tra i singhiozzi continuando a pulire quel sangue.
Venne verso di me e mi abbracciò. Mi abbracciò forte facendomi sentire quanto mi amava, tra le sue braccia non avevo paura di nulla, lui era il mio angelo.
-Julie, i-io ti amo. Ti prego, Julie, basta. Finiamola qui con questa storia, ti prego.- mi sussurrò all’ orecchio continuando ad abbracciarmi forte.
-S-scusa Niall.- gli dissi una volta che i singhiozzi si calmarono.
-Ti amo ora, ti ho amato prima e ti amerò dopo. Non lasciarmi da solo. Non sono pronto a lasciarti andare, amore mio. Stai ancora qui, con me.- mi supplicò. Sentì un qualcosa di bagnato depositarsi sulla mia spalla e solo allora capì che stava piangendo.
Mi scostai e lo guardi negli occhi. Anche quella volta trasudavano paura e dolore. Gli baciai le guance dove delle lacrime solitarie scorrevano e poi lo baciai.
Lui posò le sue mani sulla mia schiena, spingendomi verso di lui. Succhiò leggermente il mio labbro inferiore e io schiusi le labbra. Sentì la sua lingua cercare la mia e poi unirsi insieme, come un puzzle. In quel bacio sentì tutto il dolore che lui aveva e la sua voglia di aiutarmi e io gli feci sentire tutto l’ amore che avevo per lui e la voglia che avevo di farmi aiutare.
Posai le mie mani dietro il suo collo e giocai con l’ attaccatura dei suoi capelli. Lui sorrise nel bacio e mi prese per le cosce, facendo scontrare i nostri bacini e facendoci sospirare di piacere.
-Ti amo, Julie.- mi disse tenendomi in braccio.
Poggiai la mia fronte sulla sua e –Ti amo anch’ io, Niall- proclamai prima di buttarmi di nuovo su quelle labbra che erano così morbide e completavano le mie.
Mi fece scendere da lui e mi curò la ferita, di nuovo.
-Grazie.- gli dissi una volta che ebbe finito. Lui posò le sue labbra sulle mie e poi mi sorrise.
-Andiamo a fare shopping, ti va?- mi chiese una volta alzatosi dal letto, mentre si vestiva.
Gli sorrisi e -Certo- dissi prima di abbracciarlo da dietro e lasciargli un bacio sul collo. Lui sogghignò e, dopo esseri messo una maglietta, andò in cucina a preparare la colazione.
Mi misi l’ intimo e poi presi un paio di jeans e una maglia di Niall, non mi andava di prenderne una mia e poi, con le sue stavo sempre meglio. Mi misi le mie solite converse e andai in bagno a truccarmi. Non trovai nessuno segno di sangue e non trovai nemmeno la lametta, sicuramente Niall aveva provveduto a buttare e pulire tutto quanto.
Mi truccai con un po’ di fondotinta, cipria e un tratto di matita e poi scesi di sotto.
Annusai curiosa l’ aria e un dolce profumo di frittelle m’ invase le narici e mi fece brontolare lo stomaco.
-Mmm frittelle, bene. Sto morendo di fame!- esclami una volta seduta al tavolo, aspettando che Niall portasse la meraviglia preparata da lui.
Prendendo un piatto e posandoci dentro alcune frittelle me lo porse, sorridendo.  
-Grazie.- dissi prima di iniziare a mangiare. Mi gustai boccone per boccone quella meraviglia che Niall aveva preparato e poi lo aiutai a lavare i piatti.
-Allora Nì, usciamo?- gli chiesi mentre mettevo apposto l’ ultimo piatto appena lavato.
-Certo! Sempre se ti va..- disse sorridendomi.
-Che domande, tsk.- dissi prima di stampargli un bacio sulle labbra. Lui scoppiò in una risata che fece ridere anche me, adoravo la sua risata, mi faceva sentire allegra anche quando ero con il morale sotto le scarpe, era una delle tante cose che mi aveva fatto innamorare di lui.
Dopo dieci minuti eravamo già fuori casa con cappotti e sciarpe che ci coprivano tutti, era già tanto se riuscivamo a vedere oltre il nostro naso. Amavo l’ inverno, per via della cioccolata calda, le serate passate sotto i piumoni a mangiare popcorn e coccole a gogò, ma odiavo coprirmi così tanto. Gli eschimesi erano più scoperti.
-Nì, entriamo qui che voglio prendermi un paio di jeans?- gli chiesi fermandomi ad osservare la vetrina del negozio dove un manichino ne indossava un paio che erano perfetti.
Lui afferrò la mia mano e mi portò dentro al negozio. Chiesi alla commessa di provare quel paio di jeans e dopo aver preso la taglia giusta, mi diressi verso il camerino.
Appena mi spogliai mi voltai verso lo specchio e mi osservai di nuovo. Cosce troppo grosse, viso troppo paffuto, fianchi troppo grossi, pancia troppo evidente e polso avvolto in una garza.
“Perché non sei morta?” “Fai schifo, Julie” “Non ti ama, gli fai solo pena” “Non avresti dovuto mangiare tutte quelle frittelle, già si vedono i grassi che hai messo su” eccole, tornavano sempre. Appena me le dimenticavano, loro tornavano a ricordarmi che non andavo bene, che ero troppo poco per Niall, che non ero abbastanza per lui.
Scossi la testa cercando di non sentirle e m’ infilai i jeans. Appena l’ infilai mi guardai allo specchio e quelle odiose vocine tornarono a farmi visita.
Guarda là che fianchi, ti escono pure di fuori” “Guarda che pancia” “Guarda che gambe! Sono così grosse!” “Guarda che culo” “No, non vai per niente bene” “Fai schifo” “Sei grassa, dovresti mangiare meno”.
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi e le lacrime iniziarono a scendere sul mio volto. Mi sedetti sulla sedia che era all’ interno del camerino e mi lasciai andare ad un pianto silenzioso.
Non era possibile, non ce la facevo più. Quelle dannatissime voci non mi lasciavano in pace, nemmeno un secondo.
-Amore tutto bene?- mi chiese la sua voce al di là della tenda. Mi alzai, mi misi nuovamente davanti allo specchio e cercai di asciugarmi le lacrime, sapevo che sarebbe entrato da un momento all’ altro.
Dopo pochi minuti scostò la tenda e comparve lui con il suo meraviglioso sorriso a scaldarmi il cuore. Abbassai la testa e non ebbi la forza di guardarlo in faccia, ero sicura che sarei scoppiata a piangere.
Sentì le sue braccia avvolgersi attorno alla mia vita e stringermi forte.
-I know you’re never loved
The sound of your voice on tape
You never want to know how much you weight
You still have to squeeze into your jeans
But you’re perfect to me.
You’ll never love yourself
Half as much as I love you
You’ll never treat yourself
Right darlin’ but I want you to
If I let you know I’m here for you
Maybe you love your self
Like I love you.-
mi canticchiò nell’ orecchio, prima che scoppiassi a piangere sulla sua spalla.
Mi lasciò sfogare e quando mi staccai lo baciai. In quel bacio ci misi tutta me stessa, tutte le mie paure, tutto il mio amore per lui, tutta la mia voglia di essere aiutata e lui parve capirlo.
-Ti amo, Julie, ma lasciati aiutare, ti prego.- mi disse staccandosi un poco da me.
-Aiutami, Niall, ti prego. Ho bisogno di aiuto.- gli dissi guardandolo negli occhi e lasciando che qualche lacrima scendesse dai miei occhi.
Lui annuì e poi mi abbracciò nuovamente.
Dopo qualche minuto mi disse: -Amore, adesso andiamo alla cassa e prendiamo questi jeans che ti stanno da dio; dopo pensiamo a tutto, insieme.-
Annuì e mi rivestì velocemente.
Finalmente avevo ammesso che avevo bisogno d’ aiuto, mi sentivo più libera, ma non come quando mi tagliavo. Sentivo il cuore battere, mi sentivo viva. E tutto questo grazie al mio angelo. Non finirò mai di ringraziarlo.
 
 
 
Dopo sette mesi
 
Ero seduta su quel lettino ad aspettare che Ronnie, l’ infermiera della clinica, mi chiamasse per farmi uscire. Avevo già messo tutta la mia roba nel borsone, non che ce ne fosse chissà quanta. Continuavo a camminare nervosamente su e giù per la stanza. Avevo paura che lui non venisse, che si fosse stancato di me, dei miei sbalzi d’ umore, dei miei problemi, avevo semplicemente paura che anche lui mi abbandonasse.
-Julie, sei pronta? Puoi uscire.- mi disse Ronnie aprendo la porta della mia stanza. Credo che mi ricorderò quel numero per tutta la vita.
Quando entrai in clinica per la prima volta avevo paura di entrare in quella stanza, avevo paura del fatto che, forse, non ne sarei mai uscita. Invece, eccomi qui, sei mesi dopo a sperare che il mio angelo sia qui.
Presi il borsone e mi diressi verso l’ ingresso con lo sguardo basso. Non volevo guardare chi fosse venuto a prendermi, se non ci fosse stato lui sarei stata male, ne ero certa.
-Amore nemmeno mi guardi in faccia, adesso?- mi chiese la sua voce melodiosa con quell’ accento irlandese che mi faceva sognare.
Alzai lo sguardo e mi persi nei suoi occhi che trasudavano felicità. Dio quanto era bello, quasi me l’ ero dimenticato. Le immagini che c’ erano nella mia testa non potevano essere paragonate a quella meraviglia che ora avevo davanti.
Lasciai il borsone e mi buttai su di lui. Mi prese per le gambe e mi abbracciò, facendomi sentire quanto il suo battito fosse accelerato, così come il mio. Mi scostai leggermente e lo baciai. Dopo sette mesi, sentì finalmente quelle labbra sulle mie, mi sentì completa, di nuovo. Sentì quelle labbra così morbide modellarsi perfettamente alle mie. La sua lingua chiese accesso alla mia bocca e le fu concesso. Schiusi appena le labbra e anche le nostre lingue tornarono ad unirsi, dopo tanto tempo.
-Non vorrei interrompervi, ma vorrei ricordarvi dove siamo.- ci interruppe Ronnie.
-Scusaci Ronnie.- dissi una volta scesa da Niall.
Lei ci sorrise e approfittai per abbracciarla. Volevo ringraziarla per essermi stata accanto in quei sette mesi, per non avermi lasciata sola durante le mie crisi, durante i miei crolli che avvenivano quando meno me lo aspettavano e sconvolgevano tutto. Le dovevo tutto.
-Grazie Rons.- le dissi una volta sulla porta. Niall prese il mio borsone e uscimmo finalmente da quella clinica che in quei sette mesi mi aveva vista in ogni mia sfaccettatura.
-Andiamo a casa?- chiesi una volta in macchina.
-Certo, ci sono anche gli altri che ti aspettano per festeggiare.- mi disse
-Ti amo, Nì.- gli dissi sorridendogli.
-Anche io Julie e non vedo l’ ora di recuperare questi sette mesi.-  disse prima di mettere in moto e partire.
Dopo poco arrivammo davanti casa, davanti alla nostra casa. Prima di aprire la porta, mi bloccai e venni invasa dall’ ansia e dalla paura. “E se mi guardano strano?” “E se mi considerano quella pazza?”.
Niall sembrò leggermi nella mente, perché si avvicinò a me e mi sussurrò canticchiando all’ orecchio: -You’re perfect, to me.-
Adesso avevo in mano la mia vita, adesso sapevo combattere, adesso ero felice, adesso potevo vivere, finalmente.
Non è mai troppo tardi, no?



 

Ciao a tutti!


Eccomi qui con una nuova OS. E' un po' diversa dal solito, ma quando hai l' ispirazione non puoi farci niente, no?
Spero che vi piaccia, mi sta davvero a cuore.
Un bacione enorme a tutte,
-Lù


Ringraziamo http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=187117  per il meraviglioso banner e per sopportarmi tutti i giorni con i miei alti e bassi.
Volevo ringraziare anche Ronnie, Erika, Pal, Manu, Betta, Mad per essermi vicine anche se sono lontane.
Volevo ringraziare, infine, anche Marta, la mia migliore amica che è sempre pronta a darmi una mano e non finirò mai di ringraziarla per essere rimasta con me anche quando avevo paura.
Grazie a tutte, vi voglio un bene che non immaginate.


 

   
 
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