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Autore: segrel    12/10/2007    1 recensioni
Dacky è una ragazza dell’alta società. Ha tutto quello che una teenegers vorrebbe, vestiti, fama e successo. E l'unica cosa che però non può comprare è la libertà di decidere della sua vita che è sempre piena di impegni organizzateli dal suo agente. Durante un inaugurazione si imbatte nell’arrogante Micky Dolye, suo vecchio compagno di scuola che lei tanto detesta. Vedendo quanto il suo vecchio compagno è libero di fare ciò che vuole Dacky decide di scappare di casa assieme a quest'ultimo. Ma i problemi vanno affrontati. Micky è un ragazzo che non ha mete. Sempre in giro a divertirsi con i suoi amici o a criticare come lui stesso dice "gli ereditieri" della sua città. Incontra Dacky durante un'inaugurazione dove lavora lì. La prende in giro per la storia di cui tutti parlano ossia il suo fidanzamento ufficiale con Clark Parkinson. Non ostante non sia molto convinto decide di darle una mano quando capisce che la ragazza ha bisogno di evadere un pò dalla vita ripetitiva di tutti i giorni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Un Incontro Poco Piacevole


-Abbiamo deciso di unire queste due nostre e importanti...-
Sono qui da quasi un ora e l'unica cosa che mi trattiene e che sono in compania di Clarissa che almeno con la sua parlantina e il suo humour per niente inglese mantiene sveglia la mia attenzione. Cosa che comunque sono in grado di fare da sola. Insomma partecipare a riunioni alla mia età ha sviluppato il mio talento nella recitazione, o nella finzione.
Come previsto metà degli abitanti del quartiere sono venuti all'inaugurazione della nuova biblioteca. Io ne avrei fatto a meno ma il direttore è un vecchio amico di famiglia e non è per niente carino interrompere un rapporto così bruscamente.
-Guarda chi c'è...-
Meno male, Clarissa riesce sempre a farmi ritornare al presente quando sono troppo lontana dalla realtà. Avvicino il mio volto al suo senza dare troppo nell'occhio e con lo sguardo cerco di individuare ciò che ha attirato la sua attenzione.
-Rose Miles-
Viva, quella ereditiera smorfiosa che sa solo dare ordini di qua e di la e dire
-Salve ragazze, oh mio Dio, che caldo! Ma l'aria condizionata non funziona qui dentro Santo Cielo!-
Odio il suo accento! Ma mi chiedo, anch'io quando parlo ho questo orribile modo di scandire le parole..? Ma a parte questo lei è una di quelle parsone che come ho già detto ritengo viscide e si, come me, ereditieri viziati. Ha quei capelli biondi splendenti che si capisce da lontano che sono frutto della mano più costosa di Londra, in fondo non è un segreto il fatto che ogni settimana si rechi da Stevie il nostro famoso parrucchiere per farsi sistemare, bè, quella parrucca di paglia in testa. Ma quegli occhi azzurri sono autentici, come i scintillanti diamanti che porta, sia alle orecchie che ai polsi, bè, anche al collo ma, credevo che quello fosse il collarino che di solito si mette ai cagnolini.
-Clarissa, dove hai comprato quella borsetta, è bellissima, vero ragazze?- le sue dame di compania, che si aspetti, che la contraddicano?
-Ne voglio anch'io una così. Avanti dimmi da chi l'hai presa.-
E' normale che la nostra principessina debba sapere sempre tutto, non credo che gli interessi quella borsa, in fondo è classica tipa che non indosserebbe mai qualcosa che ha già messo una volta. Mi chiedo se la stanza che ha mostrato durante un servizio fotografico fosse davvero il suo unico guardaroba.
-Oh Dacky, ho saputo del fidanzamento. Congratulazioni, ma- mi sfiora leggermente la mano sinistra - non vedo nessun scintillio al tuo dito.. Clark pensa di portartelo dalla Francia?-
-Eh?- noto che Clarissa frena a stento una risatina. E' una persecuzione.
-Clarissa, tuo padre mi ha detto che Clark è andato a Parigi. Quindi Dacky, passerai il fine settimana sola? Bè se vuoi puoi venire con noi a fare un pò di shopping domani mattina. Anche tu Clarissa, eh?-
-Si, certo.- Non ne ho alcuna voglia.
-Fantastico, ci vediamo dopo allora.-
-Se sapevo che c'era non ci sarei mai venuta-
-Ma.. domani non dobbiamo andare a fare shopping con lei?-
Noto il suo sarcasmo -Bryan mi ha chiesto di andarci un pò più d'accordo- sospiro - non dire nient'altro.-
Già, ora comincio a sentire di più il peso delle decisioni di Bryan. Possibile che per tutti questi anni abbia fatto decidere tutto a lui.
Insomma, è vero che doveva aiutarmi con il lavoro ma, gestire anche la mia vita privata mi sembra troppo e, comincia a stancarmi. Solo per un giorno mi piacerebbe fare tutto quello che piace a me, si esatto.
Il problema e che, non so cosa mi piacerebbe fare. Conduco questa vita da troppo che ho dimenticato ciò che mi può dare piacere. Non è che fin da piccola partecipassi a feste e riunioni ma, dovrei ritornare a giocare con le bambole se ne avessi il tempo?
E cos'altro? Cominciare a bighellonare? Ma come potrei se sono sempre accompagnata dalle mie guardie del corpo?
Ho per caso qualche speranza di condurre una vita normale, e intendo normale non eccentrica come quelle che si vede nei film per teenegers. Quelle dove i protagonisti sono sempre al centro dell'attenzione e non hanno mai problemi come, scuola, vita familiare e amorosa, e poi non sono certo una che vuol complicarsela ma semplicemente viverla con calma, serenità e senza soprattutto persone che ti dicano cosa devi e non, fare. Con i problemi di un adolescente, insomma, dare la colpa ai genitori, alla scuola e.. ho visto un film di una ragazzina ribelle che scappava di casa per attirare l'attenzione dei suoi genitori. Dovrei farlo anch'io ma, credo che con i miei bravi agenti della sicurezza sarei in grado di raggiungere, evitando i loro sguardi alla porta della camera da letto di mia madre che si trova a 5-6 metri di stanza dalla mia.
Mamma? Già, ora che ci penso bene è da tanto che non parlo con mia madre. Vi chiederete perchè?
Bè i fatti stanno così.
Da quando sono io la presidentessa, ho avuto troppo e ripeto, troppo poco tempo per comunicare con il mondo esterno.
Il mondo esterno che tanto mi attira, di cui fa parte mia madre per sua fortuna e scelta. Lei è una di quelle persone che sanno cosa vogliono e no, una di quelle che però è soprattutto brava nei fatti che nelle parole.
Mi sarebbe piaciuto ereditare un quarto del suo carattere ma, non tutto si può comprare nella vita, giusto?
Bè tralasciando il fatto che sono una delle ragazze più famose e ricche di questa nostra bella e meravigliosa città ora, mi sento un groppo alla gola. Colpa mia che non riesco a dire mai no alle persone, in particolar modo a Bryan e..
-Dacky!-
Ci risiamo.
-Ti sei distratta un altra volta!-
Scusate, mi succede troppo spesso di perdermi nei miei pensieri che mi perdo un intero atto della commedia!
-Andiamo da loro?-
-Da chi scusa?-
-Dai tuoi amici! Oh ma ti riprendi?- mi rimprovera esasperata.
Ecco, anche lei è una di quelle persone come mia madre che è sempre gentile anche se potrebbe farne a meno certe volte. Almeno con alcune persone potrebbe riservarsi il lusso di dire "E che cavolo, ora basta! Vai a quel paese!". Una frase del genere me la meriterei con tanto di calcio eh.. facciamo spinta, da dietro!
-Dicevo, andiamo dai tuoi amici? Guarda, sono la- mi indica un punto preciso.
Oh si certo, eccoli. I miei vecchi amici.
Quei ragazzi che ho frequentato prima che intraprendessi la vita da grande presidente.
Ci avviciniamo a loro, dopo che approvo con un cenno di testa, bè, non noto molta differenza dall'ultima volta che lì ho visti. L'anno scorso credo. Si, si sicuramente.
-Ciao! Dacky come va? E' da tanto che non ci vediamo!-
-Allora, che si dice di bello?-
-Che ti aspettavi? E' normale che non possiamo frequentarci sempre, ha una vita impegnata!-
-Bè allora? Dai dicci come ti va?!-
Ecco, sono peggio di quegli scocciatori dei giornalisti quando si tratta di domande.
Forse è meglio che non sono come la media dei miei vecchi amici. Non capisco è così attraente la vita di noi "ereditieri"?
Meno male che sono così abituata a rispondere a mille, no, migliaia, di domande. Per mia fortuna. Rispondo così in fretta che, per mia fortuna il tempo passa in fretta, tanto da arrivare a metà serata, ma come si dice, quando meno te lo aspetti ecco che inciampi nella rompiscatole più famosa che esista!
Ylenia Sanduko. Una giornalista di una delle più famose riviste scandalistiche del nostro pianeta.
E lei che ci fa qua?
All'inaugurazione di una biblioteca e pubblica niente meno!
Chi sperava di incontrarci?
Sua maestà la regina?
Dio la benedica.
No.. sicuramente è a caccia del suo agnellino sacrificale.
Già, un agnellino dal pelo rossiccio, certo. E forse quel povero cucciolo sarei proprio io.
Dato che quel viscido saputello del mio presunto "fidanzato" non è qui devo essere proprio io a fare gli inviti.
Gli inviti per cosa poi?
No, mi dispiace ma la storia del fidanzamento è solamente una bufala inventata dai nostri fans più romantici che sperano di ufficializzare il tutto tra noi!
Ecco. Si, credo che questo articolo farebbe più notizie di un ufficiale ricevimento.
Ma dato che fidarsi alla buona dea fortuna non è mai stato il mio forte, dato i "bellissimi" rapporti che scorrono tra noi, farò meglio ad evacuare prima che mi veda.
E visto che, come ho già detto non sono mai fortunata quando lo vorrei essere, il radar di quella serpe mi ha già individuato. So fare due più due quindi giro i tacchi e comincio ad allontanarmi dirigendomi verso i bagni delle signore, sperando di evitarla e chissà perchè spero anche di incontrare Clarissa in modo da crearmi uno scudo protettivo se quella scocciatrice dovesse riuscire a fermarmi.
Non l'ho detto?
Bè, Clarissa è la mia seconda guardia del corpo quando si tratta di interviste.
Ha quella parlantina che farebbe annoiare per fino Ylenia, che purtroppo ha cominciato a inseguirmi!
Ma dove cavolo sono i bagni?
Sto per perdere la pazienza, e sarei capace di urlare per sapere dove sono!
E credetemi, non è certo facile camminare a passo svelto con un vampiro pronto a morderti dietro e i tacchi alti ai piedi!
Ma perchè noi donne dobbiamo sempre cercare di sembrare più alte di quello che non siamo?
Ma come fa quella arpia a correre con quelle zeppe ai piedi?
Oh ma certo. E' abituata. Questo si chiama allenamento. Sicuramente avranno inventato una scuola di giornalismo. In fondo, il loro lavoro è più pericoloso di quello di un agente del FBI!
E dove sono i bagni?
E poi dicono che la colpa è nostra se li aggrediamo. Ma mai provato a immedesimarvi in noi celebrità? Non è affatto facile te li ritrovi ovunque, per strada, nei negozi, all'ufficio, a casa e anche nei bagni ma, dove cavolo saranno?
Ma ritornando al discorso dei giornalisti, non vi verrebbe voglia di rompergli il loro taccuino con tanto di penna nel loro bacato cervello?
Stupiti?
Bè, so essere molto cattiva oltre che manesca se occorre!
Ma dove diavolo sono questi cavoli di...


 ***


Inaspettatamente, nel bel mezzo della mia lenta ma veloce corsa, vado a sbattere contro un "ostacolo" imprevisto.
Un ostacolo che si muove.
No, mi correggo, l'ostacolo mi ha afferrato e mi ha trascinato in una strana stanza tutta buia o semi.
Sento i passi di Ylenia e del suo cameraman allontanarsi mentre si chiedono che fine abbia fatto.
E anch'io vorrei tanto saperlo.
La curiosità è sempre stata la mia più cara amica.
Ma per questa volta aspetterò che Mrs Voglio Lo Scoop Del Secolo si sia allontanata del tutto da questo luogo sconosciuto.
Intanto cerco di guardare chi è, in questo caso, il mio salvatore e..
Cavolo ho visto giusto.
Colui che mi ha salvato da Ylenia è proprio un lui.
Un lui con un maglione scuro di sicuro, un buon profumo, anche se mi sembra di averlo già sentito da qualche parte, e una salda stretta.
Il buio però mi lascia intravedere poco.
Ma c'è qualcosa che però riesco a distinguere.
Si. Il personaggio misterioso ha i capelli biondi.
Un viso sicuramente magro perchè quella poca luce che entra dalla porta semi aperta illumina i fossi che ha sulle guance.
Pulito.
L'odore che emana sa decisamente di pulito.
Una strana sensazione tra il sorpreso e il deluso invade tutto il mio corpo.
Ma no. Mi correggo è un nodo di malinconia che mi ha appena stretto la bocca dello stomaco.
Mi stacco velocemente da quel calore facendo aprire la porta di quello che dovrebbe essere uno sgabuzzino ed esco guardando il volto di colui che speravo non incontrare mai più.
O almeno non in questa situazione.
Conosco quei capelli biondo platino.
Conosco quell'aria arrogante.
Quegli occhi con tutto il grigio scuro che può esserci al mondo, nell'iridi di quegli azzurri occhi che mi fissano con fare divertito.
-Non sai proprio toglierti dai guai da sola, vero?-
Quel tono così ironico mi fa pensare a mille cose.
La prima è che il timbro della sua voce è cambiata dall'ultima volta che l'ho udita. E' più profonda ma riserva sempre quel non so che di ragazzino immaturo.
Un ragazzo abbastanza arrogante, la cui ultima domanda non merita risposta.
Ma, mi sforzerò lo stesso di fargli comprendere ciò che significa essere una superstar.
Si, è con tanto di modestia.
-E tu? Sempre a caccia di qualcuno da salvare?-
Da dove cavolo mi è uscita questa frase del cavolo?
Il miei riflessi nel dare subito risposte dev'essere rimasta nello sgabuzzino e si dev'esse andata a fare un giro. Certo sarebbe stato diverso se mi fossi preparata a questo incontro inaspettato. Almeno ora non dovrei sopportare di vedere su quel suo viso pallido quel sorrisetto laterale divertito che mi fa rodere dalla voglia di sapere se mi sta prendendo in giro o mi ha creduto.
Vedo che si risistema il collo alto del suo dolce vita nero ancora con quel sorriso, poi si gira e apre la porta dello stanzino dove mi c'aveva trascinato dentro un attimo prima.
E' in questo momento che mi concedo di guardarlo attentamente.
Apparentemente non sembra cambiato poi tanto, dall'ultima volta che ci siamo visti.
Spavaldo come sempre e con quell'aria da viziato ragazzo che crede di avere tutti ai suoi piedi, solo, solo che è fondamentalmente diverso ecco.
Ha i capelli, biondi, a caschetto corti che gli arrivano sopra la parte superiore dell'orecchie, spettinati avrei detto ma, questa volta sono belli ordinati anche se una ciocca ribelle gli ricasca sulla marcata sopracciglia sinistra.
E' alto, si, me ne sono accorta prima, quando il mio mento si appoggiava perfettamente alla sua spalla. Ma com'è che i ragazzi crescono, e solo in questo, di più in altezza rispetto a noi ragazze?
Non avremmo problemi di tacchi se non cercassero di essere all'altezza del loro ego!
Come ho già detto prima, c'è qualcosa di diverso in lui e ora credo di aver individuato questo cambiamento.
E' la dimensione delle spalle e del petto. Si sono allargate e arrotondate!
Oh mamma no, forse questo non è il termine più giusto per rendere bene l'idea.
Diciamo che il ragazzo ha trasformato il suo fisico da ragazzino in quello di un ragazzo che si appresta a diventare uomo.
Si peccato che nel bodybilding non si possa sviluppare quella piccola cosina che si chiama, intelligenza.
-Che ci fai tu qui?-
Non posso fare a meno di chiederglielo. Noto che quello che mi dirà non sembra entusiasmarlo poi così tanto.
-Ci lavoro-
-Lavori qui?-
-Certo. Il proprietario aveva bisogno di personale e così mi sono offerto.-
-Wow allora ti pagano!-
Finalmente ha deciso di fare qualcosa nella vita invece di attaccarsi solo e unicamente ai soldi del padre.
Bene sono proprio contenta. Vuol dire che oltre ai muscoli anche il suo senso del dovere si è.. no, quello non c'è mai stato. Ok si è sviluppato.
-No.-
Mi ha attraversato un fulmine.
No, cosa?
No. Forse ho frainteso questa risposta. Quella negazione era per, no, non mi sento bene, non ho capito il senso della frase, non.. non..
No, cosa insomma?
-No.. non ti pagano?-
-Esatto.-
Ora si che mi sento le ginocchia che abbandonano il peso del mio corpo.
-Tu, Micky Doyle stai lavorando senza farti pagare?-
-C'è qualcosa di strano in questo?-
Si, certo! Certo che c'è. Insomma che fine ha fatto quel ragazzino viziato che non avrebbe mosso un dito se non ci fosse stato in cambio qualcosa?
Lo guardo attentamente e mi accorgo solo ora che quello che ha addosso è una divisa che riconosco l'avevano tutti quelli che mi hanno servito quando ero con le mie amiche, fuori, nell'anfiteatro della biblioteca.
-Cosa sei?-
-Bè, ho il compito di indicare, se qualcuno si perde la strada o in questo caso di aiutarti a trovare il bagno-
Ok, sicuramente sulla mia faccia è dipinta una smorfia che lo sta facendo godere, visto che mi guarda divertito.
-Vieni, ti riporto fuori dai tuoi simili-
-I miei simili? Chi sarebbero i miei simili?-
-Ma come, tutti quei figli di papà che si sono agghindati a festa, manco fosse una sfilata questa. Tutti con giacche e cravatte e abiti lunghi, acconciature che arrivano in cielo un altro pò. Per non dimenticare che camminano tutti e dico proprio tutti, con il bicchiere di champagne in mano dandosi arie!-
Ecco. Lo sapeva che partiva con la sua tirata contro gli ereditieri!
-E io sarei come loro? Non vedo nessun abito lungo o acconciatura stravagante sulla mia testa!- Meno male che ho optato per una semplice camicia con giacca nera sopra e un jeans con degli stivali al ginocchio e i capelli raccolti in modo semplice da alcuni fermacapelli all'insù.
Io come quella Rose, che sciocchezza!
Mi dispiace caro nemico degli ereditieri ma questa volta ti è andata male, perchè niente della tua descrizione si avvicina alla sottoscritta.
Niente anche se un semplice collo di un bicchiere mi fa abbassare gli occhi mentre con stupore guardo la mia mano destra che come temevo ha stretto esso.
Lui mi guarda e ancora una volta mi rivolge quel sorrisetto laterale.
E va bene che ci volete fare sono così abituata a camminare con il bicchiere in mano, che diventa una parte di me senza che me ne accorga a volte.
-Dai vieni che ti porto fuori-
-No!-
Ok, accurato che passo molto tempo a riflettere su ciò che dico e penso ora mi chiedo, perchè mi è uscita questa risposta?
Lui mi guarda stupito anche se so già che ben presto mi dirà qualcosa di pungente.
-Scusa, pensavo volessi raggiungere i tuoi amici-
-Bè, no.. devo.. oh, stavo cercando i bagni!-
Ecco, un altra frase detta così a cavolo.
-Va bene, allora da quest'altra parte-
Mi fa segno di seguirlo e dopo aver attraversato un lungo corridoio arriviamo davanti a due porte con scritte sopra man e woman.
-Un pò lontane da dove ti trovavi prima con quella giornalista ma, eccoci lo stesso-
-La gente dovrebbe morire prima di arrivarci-


  
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