Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: milly92    12/10/2007    5 recensioni
Pansy scommette con Millicent Bulstrode di far diventare una ragazza facile Hermione, la quale viene coinvolta dalla McGranitt nella redazione di un giornale di cronaca rosa, in cui lei dovrà investigare su Pansy Parkinson e la sua relazione con Draco Malfoy... Tante vicissitudini le aspettano, con lo sfondo di una Draco/Herm che sorgerà poco a poco... Siete curiosi di sapere cosa succederà? Allora leggete, su ^^ Baci, milly92.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
100 giorni x vincere

100 Giorni per vincere- Mean Witches 

Capitolo uno- La scommessa

Alla fine di un’altra giornata scolastica, la regina degli Slytherin sedeva comodamente sulla sua poltrona preferita in sala comune, mentre fumava tranquillamente una sigaretta con la mano destra e le unghie della sinistra venivano limate da Daphne Greengrass.

Pansy Parkinson poteva dirsi soddisfatta della sua vita: aveva il rispetto di coloro che la circondavano, compagne pronte ad aiutarla in ogni momento, un ragazzo tra i più belli della scuola, se non il più bello in assoluto, proveniva da una famiglia ricca, era sempre la prime tra le studentesse di Hogwarts a portare l’ultima creazione degli stilisti più illustri… E ciò, apparentemente, la rendeva felice, anche se a volte era un po’ stufa di una vita sempre così facile ed agiata. Per questo si cacciava spesso nei guai, cercando di eliminare la sua noia mortale ogni tanto.

Il suo passatempo preferito, infatti, era scommettere con le sue amiche. Spesso erano scommesse davvero sciocche e insulse, volte solo verso a rovinare la vita delle persone e, quindi, a provocare il suo divertimento.

Sapeva di essere davvero bastarda a volte, ma ciò non le importava, anzi, secondo il suo parere “aumentava il suo fascino di Slytherin”.

“Pansy, hai visto che capelli orribili portava oggi la Patil?” chiese Millicent Bulstrode, seduta comodamente di fronte a Pansy e intenta a sbadigliare ogni due secondi.

Pansy si lasciò scappare una risatina,mentre posava un po’ di cenere nel portacenere, e Daphne fece lo stesso: ormai era una sua abitudine fare tutto quello che faceva Pansy, per lei era una specie di idolo di imitare sempre e comunque, nel bene e nel male.

“Milli, mi sconvolge che pensi ancora alla Patil” disse sghignazzando, “Ormai sono anni che porta sempre quella treccia insulsa, e il fatto che oggi li abbia sciolti non mi ha causato questa gran sorpresa, insomma, almeno ho avuto la conferma che quei capelli sono veri! Non ti nego che per due anni ho pensato seriamente che portasse la parrucca…”

Millicent e Daphne risero di gusto, e Pansy potè dirsi soddisfatta, perché aveva appena fatto l’affermazione più maligna della giornata.

“Si, ma ciò non toglie che quelle ciocche viola erano disgustose…” continuò Millicent, sperando di aggraziarsi il parere di Pansy per una volta.

“Beh, certo, ma solo perché le portava lei. Insomma, sui miei capelli sarebbero andate magnificamente…” affermò Pansy.

“Oh, certo!” rispose Daphne, mentre posava la lima per le unghie nel suo borsello per gli accessori.

Pansy squadrò le sue mani, e fece un piccolo cenno soddisfatto, poi buttò il mozzicone di sigaretta in un portacenere lì vicino e chiuse gli occhi, come se avesse appena finito di fare un lavoro estenuante.

“Tutto ok, Pansy?” chiesero le due ragazze in coro, preoccupate.

“Oh, beh, si” rispose scocciata Pansy.

Si voltò con sguardo critico e squadrò tre ragazze del terzo anno sedute poco distante da lei, che stavano facendo i compiti.

Il suo occhio cadde particolarmente sulle loro gonne della divisa lunghe fino al ginocchio e sui loro mocassini, poi, come per confrontare, guardò la sua gonna corta più di dieci centimetri prima del ginocchio e i suoi decolté neri con il tacco altissimo.

Fece spallucce con aria disgustata e allo stesso tempo di superiorità. 

Millicent parve subito capire le sue intenzioni, poiché annuì alla sua disapprovazione e disse: “Queste mocciosette! Non capiscono nulla della vita…”

Daphne, seduta vicino a Pansy, la guardò interrogativa e Pansy spiegò: “Niente, Daphne, ce l’aveva con quelle verginelle del terzo anno”.

Daphne si guardò intorno e poi, quando le vide, annuì.

“Oh, cavolo! Certo che fanno pena…” commentò, con l’aria di chi ha appena visto uno scarafaggio.

“Infatti, se avessi opere di carità da sprecare gli darei un’aggiustatina!” dichiarò Millicent, guardando Pansy in attesa di una risposta.

Quest’ultima non fece attendere il suo commento.

“Potresti sprecarti, Mili! Io ogni anno ne porto almeno cinque sulla buona strada. Solo che poi quelle piccole bastarde se ne approfittano, addirittura un paio di quelle cercarono di portarmi via Draco” e rise di gusto. “Insomma, come possono pensare che il mio Draco cada tra le loro braccia?” chiese al nulla, ma un po’ alterata, infatti le sue gote diafane le si colorirono di un lieve rosso.

“Impossibile, stai tranquilla Pansy!” la assicurò Daphne.

“Però, potrei provarci a dare alcune lezioni di vita a qualcuna di quelle, insomma, non può essere così difficile!” disse Millicent, pensierosa.

“Hai intenzione di dare vita ad una delle nostre scommesse?” chiese Pansy, con un luccichio negli occhi.

Millicent parve incerta.

“Oh, non so… Ma… Ok, ok” disse alla fine, mentre incrociava lo sguardo dell’altra.

“Che bello, erano mesi che non scommettevamo!” esclamò gioiosa Daphne, che di solito era sempre la spettatrice di quei “giochi”.

“Allora… Solo che ci mancano i soggetti su cui scommettere!” disse Pansy.

“Beh, io potrei portare sulla nostra strada una di quelle tre, e tu fare lo stesso con un’altra!” propose Millicent, speranzosa.

Ma Pansy non parve convinta. Storse il naso, come solo lei sapeva fare, e si guardò intorno.

“Insomma, non ci sarebbe gusto per me! Sarebbe facilissimo! Ci vorrebbe una preda più difficile!”

“Un attimo” la interruppe timorosamente Daphne, ricevendo lo stesso un’occhiataccia, “Quindi, come sempre, per portare sulla nostra strada intendete farle diventare delle ragazze facili?”

“Se è così che le chiami!” rispose Pansy, ancora seccata per essere stata interrotta, “Comunque, dicevo, ci vorrebbe qualcuna difficile da lasciarsi trasportare…”

Ma i suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo del suo ragazzo, come sempre accompagnato da Tiger e Goyle. Sembrava particolarmente di malumore quando si sedette sulla poltrona vicina alla sua, lasciata libera cinque secondi prima da Daphne.

“Ehi, cosa ti è successo?” chiese Pansy, squadrandolo.

Draco sbuffò e si tolse la cravatta della divisa nervosamente, come per farsi un po’ d’aria.

“Quell’idiota della Granger mi ha fatto mettere in punizione dalla McGranitt!” esclamò.

Tutti iniziarono a sbraitare indignati alla notizia, tutti tranne Pansy, che rimase come folgorata e dopo qualche secondo disse: “Ragazze, scusate ma ho deciso chi sarà la mia vittima per quella scommessa”.

Daphne e Millicent la guardarono incuriosite, poi lei, sempre sbuffando, disse: “Ma come, non ci siete arrivate?”

Loro scossero il capo, mentre Draco fece una faccia storta poiché odiava quei loro insulsi giochetti e Tiger e Goyle si guardavano come due scimmioni.

“Uffa… Chi meglio di Hermione Granger può essere disegnata come la mia vittima?”

Negli occhi delle due ragazze si aprì un luccichio di comprensione, e Daphne battè le mani soddisfatta.

“Ok, quindi è deciso” disse Millicent. “Io farò diventare una ragazza facile, tutta trucchi e ragazzi, una di quelle tre… Facciamo quella più secchiona, Mary Iang, e tu farai lo stesso con Hermione Granger” .

Pansy annuì, decisa. “Abbiamo cento giorni di tempo” dichiarò, mentre Draco si batteva una mano sulla fronte, esasperato, e si strinsero la mano tra gli sguardi ammirati di Daphne.

Quella sera Pansy andò a cena soddisfatta, adocchiando la sua ultima ed unica preda. Beh, non sarebbe stato facile, si disse, osservando la chioma crespa e la faccia senza nemmeno un filo di trucco della ragazza, ma lei ci sarebbe riuscita…. Dopotutto era o no Pansy Parkinson, la regina delle scommesse?

 

Ciao! Beh, cosa ve ne sembra? Lo so, sono impegnata in altre due fic, ma non potevo non scrivere l’inizio di questa, che mi è venuta in mente qualche ora fa, non so nemmeno io come… Aspetto un vostro giudizio, anche negativo, ma in tal caso vi prego di usare un po’ di tatto… Grazie ^^! La vostra milly92.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: milly92