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Autore: Mahiv    25/03/2013    3 recensioni
John poggiò il suo portatile sul tavolo e si sedette sul divano accanto a Sherlock, che ne occupava la maggior parte, essendosi messo in una delle sue strambe posizioni.
«Onestamente, non riesco a credere che tu non abbia mai visto Harry Potter.» Disse, premendo play.
Uno sbuffo provenne dalla massa informe di coperte sotto il quale si celava il suo coinquilino.
«Onestamente, non ho mai sentito il bisogno di farlo.»
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If you blow up the kitchen again, I'll force you to watch Harry Potter John poggiò il suo portatile sul tavolo e si sedette sul divano accanto a Sherlock, che ne occupava la maggior parte, essendosi messo in una delle sue strambe posizioni.
«Onestamente, non riesco a credere che tu non abbia mai visto Harry Potter.» Disse, premendo play.
Uno sbuffo provenne dalla massa informe di coperte sotto il quale si celava il suo coinquilino.

«Onestamente, non ho mai sentito il bisogno di farlo.»
Sospirò teatralmente mentre si raddrizzava, facendo un minimo di spazio al dottore, così che potesse sedersi più comodamente al suo fianco.
«Perciò...di cosa parla?»

John represse un ghigno.
«Magia.» Pronunciò, ben consapevole che il detective non tollerasse certi temi.

Sherlock lo guardò con un cipiglio oltraggiato.
«Me lo vuoi far vedere solo per farmela pagare.» Disse, assottigliando gli occhi.
«Ti ho già detto che non potevo prevedere che l'acido muriatico condensato potesse reagire in quel modo nel microonde!»

Il dottore scosse la testa, divertito, cercando di sembrare innocente.
«Non so di che parli. Voglio solo passare una serata normale con te.»

«Tu. Avrei dovuto immaginarlo.» Borbottò il più giovane, accusatorio, mentre le prime scene del film scorrevano sullo schermo.
Non ci furono che un paio di minuti di silenzio.
«Tutto questo è irrazionale, e stupido.»

John scosse la testa, cercando di non ridere della sua reazione.
«E' solo un film, Sherlock, non dev'essere razionale.»

«Ed è per questo che è stupido. Come fa un neonato a sopravvivere ad un 'anatema che uccide'? Che cosa significa, poi?»

John si permise una breve risata, e si sistemò più vicino al detective; quel giorno faceva dannatamente freddo, ed il suo corpo emanava un piacevole tepore.
Da quando Sherlock era tornato il loro rapporto si era fatto più...fisico.
Il dottore cercava spesso un contatto, che fosse un abbraccio, una stretta di mano, una carezza.
Qualcosa per potersi accertare in qualunque momento che lui fosse davvero lì, vivo.
E col tempo il detective ci aveva fatto l'abitudine, lasciandolo fare, senza porre questioni.
«Capirai più avanti, avremmo visto due minuti di film, non puoi pretendere di 'dedurlo'.»

Sherlock avvolse un braccio attorno alle spalle del dottore, tirandoselo più vicino, e sospirò.
«Potrei già aver finito l'analisi del vetrino di quell'esperimento in cucina, in questo momento.»

«Prendi questo come un esperimento, allora. 'Per quanto tempo posso sopravvivere alla noiosa ed ordinaria vita'.» Sorrise John, e colse l'occasione per poggiare il capo sulla spalla del coinquilino.

«Già provato. E' finita con una dipendenza da cocaina.» Mormorò tranquillamente.

Il dottore lo fulminò con un'occhiata. «Molto divertente.» Ricevette in risposta delle spallucce.

«Già non lo sopporto più. Oh andiamo, una moto volante? E non la sente nessuno? Come minimo quel bambino dovrebbe diventare sordo!» Gridò Sherlock, puntando indignato con indice contro lo schermo.

John rise di nuovo, non riuscendo a rimanere serio di fronte alla smorfia indignata dell'altro.
«Sapevo che sarebbe stato divertente.»

«Non lo è. E' orribile. Perchè ho lasciato che mi trascinassi in questa cosa?» Gemette lui, tentando però di reprimere un sorriso, sentendo la risata del dottore.

«Perchè io convivo ogni santo giorno con le tue stramberie, e non mi lamento. Quasi.»

«Ma a te piacciono le mie stramberie.» Sherlock si esibì in un leggero broncio, ridacchiando leggermente.
«Quindi non è equo. E la zia di quel ragazzino mi ricorda Mycroft.» Commentò solennemente, squadrando Petunia inclinando un po' la testa.

John scoppiò immediatamente in una risata, seguito subito da Sherlock.
«Oh mio Dio. Non sarò mai in grado di guardarlo di nuovo.»
Scosse la testa, ancora ridacchiando.
«Beh, visto? Non è poi così male.»

Sherlock si tirò John un po' più vicino, e coprì entrambi con una delle varie coperte in cui era aggrovigliato.
«Suppongo di no. Anche se immaginarmi Mycroft con una parrucca ogni volta che inquadrano quella donna mi disturba.» Disse con una risata.

«Dio, è terrificante.» John finse di rabbrividire.
«Soprattuto vederla mentre coccola Vernon.»

Il detective sembrò ponderare quell'affermazione con cura.
«Lestrade può essere Vernon.» Sorrise al dottore, come colto da un'illuminazione.
«Oh, è perfetto.»

John scosse la testa, ridacchiando.
«Nah, Greg è troppo carino per fare Vernon.»

Sherlock alzò un sopracciglio e la sua soglia di attenzione per il film calò molto al di sotto dello zero.
«Hai appena chiamato Lestrade 'carino'?»

Il dottore balbettò una risposta, messo un po' a disagio dallo sguardo intenso dell'altro.
«Uhm...sì, credo...credo di averlo fatto, sì.»

Il più giovane emise un verso stizzito, e tornò a guardare lo schermo, senza prestarci davvero attenzione.
«A stento, direi. Ha i capelli grigi e non sembra proprio essere al massimo della sua forma.» Lo criticò Sherlock.

John, da parte sua, aggrottò le sopracciglia.
«Beh, il brizzolato ha il suo fascino, e a me sembra in forma.»

Sherlock sbuffò dal naso, facendo notare la sua irritazione.
«Stai scherzando! Lui non è in forma, io sono in forma! Ed i capelli grigi significano solo che stai diventando vecchio, non sono affascinanti.» Borbottò, portandosi le ginocchia al petto.
«Per quanto tempo dovrò subire questo supplizio? E' orrendo.»

L'ex soldato alzò gli occhi al cielo.
«Oh andiamo, ti stava piacendo fino ad un momento fa.»

«Ho improvvisamente cambiato idea.» Disse il detective mettendo il broncio, e togliendo il braccio da attorno a John.

Il dottore sollevò un sopracciglio, sorridendo.
«Io credo...che tu possa essere Hermione.»

«Hermione? Grazie tante, è l'unica con un briciolo di cervello. Ma nel caso tu non l'abbia notato, non sono una ragazzina di undici anni, e la mia capacità celebrale è nettamente più elevata. Tu puoi essere quel rosso stupido, se ti senti escluso.» Sbadigliò, ora completamente annoiato.

«Sono ben consapevole che tu non sia un'undicenne, ma sei sorprendentemente intelligente, in un modo che spesso ti fa allontanare le persone, ma sei anche affettuoso, in un modo tutto tuo, e legato alle persone a cui tieni. E anche se non lo credi, sei spendido.»

Sherlock si voltò verso il coinquilino, con uno strano sguardo, tentando di sopprimere un leggero sorriso.
«Io sono legato a te.» Disse con tono serio, aggrottando lievemente le soppraciglia, per poi riavvolgere le braccia attorno al dottore.
«E so di poter risultare attraente.» Aggiunse con un sorriso soddisfatto, tornando a guardare lo schermo.

John scosse la testa, sorridente, carezzando lentamente la mano sinistra di Sherlock, tracciando disegni immaginari su di essa.

Sherlock commutò la sua attenzione dal film alle dita di John -con più discrezione possibile così che l'altro non lo notasse-, ascoltando ancora i suoni di fondo, ma osservando qualunque cosa John stesse disegnando sul dorso della sua mano.
«Mi costringi a prestare attenzione ad un film del genere, e non appena comincio a trovarlo sopportabile mi distrai.» Mormorò, non sapendo dire se si stesse rivolgendo più a se stesso o a John, mantenendo lo sguardo sulle loro mani.

Il dottore alzò lo sguardo su di lui con un'espressione un po' imbarazzata, bloccando il movimento delle dita, come un bambino che è stato preso in flagrante a rubare dal barattolo dei biscotti.
«Oh, uhm..scusa.» Balbettò.

Sherlock portò gli occhi in quelli del coinquilino.
«Non era una critica. Non mi da fastidio.»

John deglutì ed annuì velocemente, sentendo uno strano nodo in gola,.
Cercando di evitare qualunque tipo di contatto visivo riportò l'attenzione al film.
«Tu guarda, Donovan.» Disse con una voce tesa e forzatamente ilare, all'ennesima entrata in scena di Draco Malfoy.
«E c'è anche Anderson.» Aggiunse, alla vista dei due scagnozzi Serpeverde.
Quell'immagine riuscì a strappargli una breve ma sentita risata, e decise di voltarsi per un momento verso l'amico, aspettandosi di trovarlo con lo sguardo rivolto al portatile, con un sorrisetto di scherno alla vista di quei personaggi che sicuramente stava reputando troppo intelligenti per avere la parte di Anderson.
Lo sguardo del detective, però, era ancora puntato verso di lui.

Sherlock sorrise amabilmente, mentre intrecciava le dita con quelle del dottore.

E qualcosa dentro la testa di John diceva che era stato osservato anche durante il suo scialbo tentativo di alleggerire quella strana atmosfera che era andata creandosi.
Sentì la mano del detective indietreggiare leggermente, per permettere al suo pollice di fuggire da quella stretta, andandosi a posare più in basso, sul suo polso.
L'angolo destro delle sue labbra si sollevo impercettibilmente, mostrando un sorriso per meno di un istante.
Realizzò forse troppo tardi, il buon dottore, che per aver notato quel sottile cambiamento doveva aver fissato con estrema insistenza suddette labbra.

Non fu lo stesso per Sherlock Holmes che, da eccellente consulting detective, non si perse quel particolare.
Rimase a guardare il suo coinquilino finchè questo non riportò velocemente lo sguardo sui suoi occhi, leggermente imbarazzato, capendo di esser stato colto in fallo dal detective.
Sherlock gli concese un momento di smarrimento, avvicinandosi con estrema lentezza, respirando per un breve momento sulle sue labbra, per poi premerle delicatamente sulle sue.

John spalancò gli occhi, sentendo quella soffice pressione su di sè, e maledì sia il suo coinquilino che se stesso.
Perchè quando avvertì il proprio sangue pompargli nelle orecchie, si accorse di un pulsare meno assordante, ma comunque prepotente, reso identificabile da una leggera pressione su di esso.
E mentre chiudeva gli occhi, cercando le labbra di Sherlock, scacciò quella presa che stava registrando le reazioni sul suo polso, pensando che, diavolo, quello era barare.

Sherlock, comprendendo i pensieri dell'altro, sorrise sulle sue labbra, e lo baciò con più veemenza.
E mentre il dottore portava una mano fra i suoi capelli, il detective pensò che, forse, guardare Harry Potter non era stato poi così male.




NdA
Okay, inizierò col dire che non so cosa questa ^ sia.
Oggi stavo male,ed in un moto di nostalgia ho riririririririririririririririririguardato il primo film di Harry Potter, e...non lo so, appena ho realizzato che Petunia mi ricordava Mycroft ho cominciato a ridere come una celebrolesa, e ho deciso di scriverci qualcosa su.
Credo che Sherlock mi sia caduto nella fossa dei ragni dell'OOC, ma non ne sono sicura.
Se così dovesse essere, le mie più sentite scuse, mi flagellerò.
Vi ringrazio come sempre se siete giunti a leggere fino alla fine, siete persone buone e caritatevoli, e Jawn vi vorrebbe molto bene.
Farewell!



   
 
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