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Autore: LucifersAngel    25/03/2013    2 recensioni
La trama, ennesimo sclero, i pensieri di una ragazza delusa che decide di andare avanti lasciando l'uomo che amava alle sue spalle... che altro dire, nata in una sera depressiva, con l'unico scopo di salvare me stessa da me. Spero che vi piaccia (sono una frana a scrivere le introduzioni si lo so)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~Castle of glass~

Allora qualche cosina prima di dare inizio all'ennesimo parto malato del mio cervello.
Iniziamo dal titolo é una canzone del mio gruppo preferito i Linkin Park  http://www.youtube.com/watch?v=ScNNfyq3d_w che ha isporato questa cosa sin dalla prima volta che l'ho sentita (ancora prima che uscisse  il video che non ci entra un tubo con la storia)
La storia dedicata all' "uomo" che ho amato e che credevo fosse il mio principe azzurro, prima di rendermi conto che ero totalmente fuori strada, beh questa è per te, non la leggerai mai, ma ti ho amato. Davvero.
Detto questo ciancio alle bande vi  lascio a quest'obrobrio di storia.
P.s questa è anche per Evazick che è una vita che mi sfava perchè devo pubblicarla :)

C’erano schegge di vetro ovunque, sparse sul pavimento tra la polvere,incastrate nella mia pelle, nei miei capelli. Attorno a me c’erano solo macerie di vetro che luccicavano e tra tutto questo chaos il tuo corpo riverso tra i frammenti di vetro che, ferendoti, avevano aperto sul tuo corpo sanguinei fiori rossi. Rimasi seduta un altro po’ cercando di realizzare cosa fosse successo…. Troppi pochi ricordi confusi e frammentati come il vetro ai miei piedi. Ricordavo poco, tu eri lì sul tuo piedistallo che avevo costruito per te, il mio grade eroe, e alle tue spalle il grande castello di vetro che avevo alzato con le mie sciocche speranze e poi? E poi il buio. Ricordavo solo l’assordante rumore di un vetro che cade in mille pezzi e il dolore lancinante che attraversava il mio corpo. Non riuscivo a realizzare com’era possibile tu, che veneravo alla stregua di un Dio, tu che amavo come si ama il caldo sole dopo il gelido inverno,fossi caduto tra le schegge che ferivano il tuo bel corpo? All’improvviso tutto si fece chiaro. Eri caduto. Eri caduto dal piedistallo,avevi fatto la mossa sbagliata, quella che aveva rivelato il vero bastardo che eri e sei caduto trascinando con te i miei sogni e le mie illusioni.
Controllai le mie condizioni, il sangue ancora fresco imbrattava il mio corpo, ero ricoperta da profonde e dolorose ferite, ma ero ancora viva. Afferrai un frammento più grande degli altri tra i nostri due corpi osservando il sangue che lo macchiava. Di chi era quel sangue? Il mio? Il Tuo? Forse  era quello di entrambi, almeno su quel frammento saremmo potuti stare insieme… mi sarebbe piaciuto. Mi diedi della sciocca e mi alzai in piedi; parole, troppo lontane nel tempo, rimbombavano nella mia testa con il loro significato “Se veneri una persona quando questa ti deluderà la caduta e il dolre saranno più forti, sarà difficile rialzarsi”.
Mossi dei passi incerti verso il tuo corpo, per poi farmi prendere dal panico e correre da te. La paura che tu fossi morto mi faceva tremare visibilmente. Mi inginocchiai al tuo fianco sentendo il tuo respiro caldo. Sospirai di sollievo e mi chinai fino a essere a pochi centimetri dal tuo volto; “ti amo” un sussurro appena percettibile uscì dalla mia bocca “ti ho sempre amato e sempre ti amerò, anche se adesso ti allontanerò dal mio cuore, dentro di me ti amerò per sempre. Ma adesso… adesso è l’ora di andare avanti, devo cancellarti se voglio sopravvivere... Lo sappiamo entrambi ….addio.. amore mio.” Mi alzai barcollando, le ferite bruciavano più che mai, feci qualche passo lontan da te per poi voltarmi un ultima volta. “Buona notte piccolo principe”. Era un addio,lo sapevo, non sarei mai più potuta tornare indietro, non sarei mai potuta tornare da te.. magari un giorno il destino avrebbe fatto intrecciare nuovamente le nostre strande… ma… fino a quel momento… addio amore mio.

  
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