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Autore: Viki_chan    25/03/2013    2 recensioni
Anna-chan, vent'anni, fotografa.
Questa è l'identità che il caso, l'ansia e alcuni "lost in translation" mi hanno portato a creare.
Tutto quello che viene dopo è un insieme di (s)fortunati eventi poco chiari, totalmente involontari e piuttosto divertenti. Di mezzo, oltre a una grande confusione, ci siamo io, la mia vita prima e la mia vita dopo l'incontro con i Super Junior. E l'amore, in tutte le forme che vivere a contatto con questi ragazzi mi ha permesso di conoscere.
#1: La clandestina;
#2: Mister Park...;
#3: Il lavoro extra...;
#4: L'interprete Siwon...;
#5: L'ospite inaspettato...;
#6: Il messaggio in codice...;
#7: SUKIRA...;
#8: Le diversità...;
#9: L'incubo, la canzone e...;
#10: Fantasticherie romantiche, differenze linguistiche e..;
#11: Gli angeli, l'assenza e...;
#12: L'attesa, la voce metallica e...;
#13: Gli sguardi, la cena e...;
#14: Le modelle, il chiarimento e...;
#15: l'incontro con Park, il Tokyo Dome e...;
#16: Il compagno di shopping...;
#17: Non Anna-chan, l'appartamento e...;
#18: Le terrine vuote, le forme e...;
#19: La cena, la trasformazione e gli abbracci;
#20: La valigia, Incheon e la scatola di scarpe;
#Epilogo
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una serie di (s)fortunati eventi

Evento #17





Quello che è successo dopo, è ovvio.
Ci siamo riempiti di cibo coreano, abbiamo fatto partire un film coreano di cui non ho capito praticamente niente e ci siamo addormentati.
Io nel mio angolo del divano e lui nel suo.
Niente romanticherie e rivelazioni.
E' stato naturale e divertente.
Yesung è meraviglioso.
E' diverso da ciò che ci si può aspettare vedendolo da fan.
Con quegli atteggiamenti un po' da divo e le sue infinite selca da narciso.
Yesung è, al contrario, un ragazzo timido, che, a mio avviso, teme un po' la solitudine.
E ama stare con le persone che gli piacciono.
E il primo della lista è Wook.
Ogni volta che la parola Ryeowook – Wook, Wookie, Okie, Woo – esce dalle sue labbra è sempre accompagnata da un sorriso caldo.
E io, che ho avuto il privilegio di essere la sua fidanzata in affitto, non so dire se sia un amore romantico o fraterno.
E a dire la verità, non mi importa.
Mi è passata la smania di conoscere tutto di loro.
Voglio solo godermi le ultime ore in loro compagnia da pari a pari.
Anche se Jong-woon non è un ragazzo coreano qualunque, ma è Yesung dei Super Junior.
Anche se nella lista dei miei tre fidanzati ideali non ci sono più Matsu-kun, studente universitario di Tokyo, Alex, il mio primo amore e quel tipo che ogni tanto incontro sulla metropolitana e mi sorride, ma Siwon, Donghae e la frana Kyuhyun.
Alla fine del film, l'auto della SM è tornata a prenderci e, senza che io abbia detto nulla all'autista, si è diretta verso il mio hotel.





La verità è appena sono scesa da quell'auto, pochi istanti dopo aver dato un'ultima occhiata al bel viso di Yesung, ho capito che la fine si sta avvicinando.
Anna-chan se ne sta andando.
Lentamente, dolorosamente, mi sfugge dalle mani.
Il primo passo, appena rientrata in hotel, è comunicare il mio vero nome al signor Freddi, deciso a comprarmi il biglietto Incheon – Fiumicino in ogni caso.
Tra due giorni, alle 19 ore coreana.
Poi ci sarà solo uno scalo a dividermi dall'Italia, dalla vecchia vita da cui sono scappata.
Infine non ci sarà nemmeno quello.
Il secondo passo è chiamare i miei genitori e dirgli un pezzo di verità. Raccontargli alcune delle mie difficoltà. Senza citare la Corea o il mio sempre più probabile rientro in Italia.

Dico loro che è un periodo strano, poco propizio.
Mia madre è preoccupata, lo so.
Ma non posso continuare a nascondere tutto.
Con Ayane-chan non riesco ad essere altrettanto stoica.
Le dico solo che va tutto bene.
Anche se so che, anche se cerco di pensare positivo, dopo il mio rientro in Italia mi sarà difficile ripartire in fretta alla volta del Giappone.
Probabilmente non potrò seguire con lei il Super Show, il 10 marzo.
Forse, e questa cosa mi sta uccidendo, non la rivedrò mai più.
Il pensiero mi ha tenuto sveglia tutta la notte ma, questa mattina, la penultima che vivrò a Seoul, cerco di tornare di buonumore.
Cerco di pensare alla serata che sto per passare in compagnia dei ragazzi e questo mi fa subito sorridere.
La sveglia non è suonata, sintomo che non devo andare da nessuna parte.
Chiamo comunque sia il signor Freddi che Park e da entrambi ricevo notizie interessanti.
Freddi, ormai convinto della mia partenza, mi informa dei vari spostamenti di domani: devo lasciare la camera del Fraser alle 10, mi verrà a prendere un'auto che mi porterà alla sede della SM, dove io, Freddi e la sua famiglia siamo invitati per il pranzo. Poi si parte per l'aeroporto.
Semplice, lineare, doloroso.
Il signor Freddi chiude la telefonata con un “Non pensare a domani e goditi Seoul.”.
Con il signor Park, invece, la telefonata è più lunga.
Mi ha spiegato le mille regole riguardanti alla blindatissima residenza dei Super Junior.
Cose folli, del tipo che non mi è permesso portare via alcun oggetto, o che non posso fotografare nulla con il mio cellulare. Anche se cerco di stare seria, ciò che mi dice somiglia molto al regolamento di un museo, più che di un appartamento abitato da ragazzi.
Tutto quello che devo fare è fotografarli con la mia macchina fotografica e, a fine serata, devo consegnare la scheda di memoria all'autista, che me ne darà una nuova.
Il portatile della SM mi verrà ritirato prima della partenza. E' chiaro che Park sta cercando di ricordarmi che non mi è permesso tenere nemmeno una foto.
Lo so, e non lo farò. Mettere il signor Freddi nei guai dopo tutto quello che ha fatto per me è un'ipotesi che non ho mai preso un considerazione.
I ragazzi li ho negli occhi, nel cuore. Ho la loro voce nelle orecchie e so che, anche se non posso permettere alla mia memoria di dimenticare piano piano tutto, certe emozioni e sensazioni rimarranno in me per sempre.
La telefonata con Park si conclude con un “La tua auto passerà alle 18e30. Cerca anche di divertirti”.
Cerca anche di divertirti, Anna-chan.
Il resto della giornata è trascorso lentamente e, pur di far passare il tempo, sono stata nella vasca da bagno per quasi un'ora, aggiungendo acqua calda ogni volta che sentivo freddo.
Ho preparato la valigia, l'ho disfatta, l'ho preparata di nuovo.
In ogni caso me ne devo andare da questa stanza domani.
Dieci minuti prima dell'arrivo dell'auto della SM, mi do un'ultima occhiata allo specchio.
Mi sono messa i miei pantaloni preferiti, una t-shirt bianca e un maglioncino.

Quando il telefono suona, sto finendo di sistemarmi il mascara.



Il mio autista fidato mi porta velocemente al condominio dei Super Junior.
Sono agitatissima.
Ringrazio, scendo e mi dirigo verso il portoncino d'ingresso.
Quattro cifre mi separano dai ragazzi.
Uno.
Sei.
Quattro.

Due.
Il dito che compone i numeri sulla tastiera trema.
Ad ogni bip, strizzo gli occhi.
Pigiata l'ultima cifra, il citofono fa un rumore strano.
Eleventh floor” dice una voce metallica.
Non mi chiede chi sono, ne cosa voglio.
Il portoncino scatta, entro e chiamo il primo ascensore davanti a me.
Mentre lentamente salgo i piani, cerco di calmarmi. Conosco i ragazzi, loro conoscono me.
E' casa loro, certo.
Dovrò cucinare per loro, non è un problema.
No, certo che no.
Quando le porte si aprono, vengo investita dalla luce dell'ampio pianerottolo. Davanti all'ascensore, un uomo in giacca e cravatta mi osserva. Sono indecisa se chiedergli qualcosa o andare per la mia strada e, alla fine, opto per fargli un mezzo inchino.
L'uomo risponde e, senza aggiungere altro, prende l'ascensore accanto a quello da cui sono appena uscita.
Anna-chan?” chiede una voce alla fine del corridoio.
Sono qui!” dico in giapponese.
Sungmin mi raggiunge e mi sorride. Indossa una tutta da ginnastica e delle pantofole a forma di coniglio.
La nostra casa è di là.” dice indicandomi il corridoio.
Annuisco e lo seguo.
Stai bene?”
Sì, tu?”
Siamo stati in Cina.” dice, aggiungendo poi qualcosa in quello che immagino sia cinese. “Non mi ricordo cosa vuol dire, però.”
Mette il broncio poi, appena arrivati davanti alla porta, mi fa cenno di precederlo.
Deglutisco e spingo l'ultimo elemento che mi separa dalla casa dei Super Junior.
Un salone enorme, con annesso “angolo cottura” - se angolo si può chiamare, visto che è molto spazioso -, un divano ad angolo.
Questa è la nostra casa.” commenta Sungmin chiudendo la porta a chiave. “Qui c'è la cucina, il divano, il tavolo” ogni elemento è indicato con un dito e citato con la sua strana pronuncia coreana. “Di là ci sono le camere e le scale per l'appartamento di sopra.”
Vivete separati?”
Ci sono altre stanze su.” commenta sorridendo. “Ma siamo sempre qui, di solito.”
Annuisco.
La cosa strana è che l'appartamento è disabitato.
Vuoto e silenzioso.

Dove sono tutti?”
Sungmin alza lo sguardo e si avvina alla cucina. Lo seguo e sul frigorifero vedo una tabella, scritta in hangul. Sembra un orario scolastico.
In casa ci siamo solo io, Wook e Kyu.” dice indicandomi due caselle. “Yeye, Donghae e Siwon sono al lavoro. Eunhyuk è al Tous Le Jour. Sai cosa è?”
Il locale della sua famiglia, vero?”
Mmh. Henry e Zhou Mi arriveranno più tardi.”
Silenzio.
Lo guardo e sorrido. Sungmin abbassa lo sguardo, fa strusciare uno dei coniglietti che ha ai piedi sul pavimento.
Anna-chan!”
E' quasi un urlo.
Ryeowook esce dalla porta delle stanze e mi si fionda addosso, abbracciandomi.
Wookie ha sentito la tua mancanza Anna-chan.” dice in giapponese nel mio orecchio, sempre urlando.
Rimango immobile, incapace di muovere un muscolo.
Sungmin guarda Ryeowook e scuote la testa, ma viene totalmente ignorato.
A-a-arigatou.” borbotto dopo un po'.
Wook sorride.
Dobbiamo cucinare, vero?” mi chiede come se niente fosse. “Yesung ha sistemato la spesa ieri. Mi ha detto che vi siete divertiti.”
Già.”
Togliti la giacca.”
Sungmin mi si mette accanto con le braccia davanti al petto. Gli porgo la giacca e, dopo aver preso la macchina fotografica, anche la borsa.
Devi fotografarci anche stasera?” chiede Ryeowook iniziando ad aprire i vari pensili della cucina.
Sì.”
E come farai a cucinare?”
Ci sarai tu a farmi da aiutante.” rispondo. “La prima cosa da fare è la pasta della pizza. Quella deve lievitare.”
Ryeowook sorride e si muove velocemente tra i mobili della cucina, prendendo i vari ingredienti che ci servono senza chiedere niente.
Hai già preparato la pizza?” gli chiedo mentre lui posiziona la farina, l'olio d'oliva e il lievito sul tavolo.
Mi sono fatto dire da Yeye cosa volevi cucinare e ho studiato.”
Sorrido.
Sungmin torna in cucina poco dopo e prende la macchina fotografica.
Posso fare io le foto, tanto non so cucinare.” dice accendendola. “Wow. Questo sono io?” aggiunge poi mostrandomi la prima foto che appare sullo schermo.
Annuisco, poi alzo lo sguardo.
I nostri occhi si incrociano solo qualche secondo e entrambi arrossiamo.
Sai usarla?” gli chiedo per spezzare l'atmosfera.
Penso di sì.”
Non fotografarmi.” aggiungo poi. “Non devo esserci nelle foto.”
Ryeowook, fino a quel momento impegnato a cercare gli altri ingredienti nei pensili della cucina, si blocca.
Perchè?”
Sul book ci dovete essere voi, non Anna-chan!”
Entrambi sorridono, poi Sungmin inizia ad aggirarsi per la casa, la fotocamera in mano.
Non penso abbia capito la sua mission.” borbotta Ryeowook. “Allora, cominciamo?”


Farina e acqua e tutto il resto.
Mani appiccicose di pasta e nuvolette di polvere bianca.
Poi ci sono gli scatti e le risate.
Abbiamo impastato due belle pagnotte e le abbiamo messe a riposare.
Io e Ryeowook, sul grande tavolo al centro della cucina, uno di fronte all'altra.
Ci siamo guardati e ci siamo fatti il tifo a vicenda, quando la pasta è diventata difficile da domare.
Circa mezz'ora dopo, Kyuhyun è uscito dalla camera e, passandosi una mano tra i capelli, mi ha salutata.
Sguardo assonnato e pantaloni grigi con il cavallo basso. Una di quelle immagini che vorresti poter vedere ogni mattina appena sveglia.
Ora la pasta deve riposare per un paio d'ore.” dico a Ryeowook.
Lui annuisce soddisfatto.
Pasta? Riposare? Io ho fame adesso.” borbotta Kyuhyun in giapponese, avvicinandosi poi al lavello. Dallo scolapiatti prende una tazza, poi lentamente va verso il frigo e si versa un bicchiere di latte. Io e gli altri due lo fissiamo, anche perché fa tutto questo borbottando qualcosa, forse in coreano.
Se hai un po' di pazienza, posso farti leccare la terrina in cui farò la crema per il tiramisù.” commento.
Kyuhyun finisce di bere e si lecca i baffi.
Mmh.
Non aggiunge altro, ma continua a bere il suo latte in un angolo, accanto al frigo.
Pochi istanti dopo la porta di ingresso si apre e Donghae e Siwon entrano. Entrambi hanno una grande borsa sulle spalle.
I ragazzi si voltano e salutano i nuovi arrivati.
Anche io mi volto e faccio altrettanto. Siwon si avvicina e mi saluta mettendomi una mano sulla testa, in modo paterno. Donghae fa un mezzo inchino, dice qualcosa in coreano e sparisce nelle stanze.
Stai bene, Anna-chan?” mi chiede Siwon. “State già cucinando?”
Sì. La cena sarà pronta per mezzanotte.”
Riuscirai a fare tutto in meno di due ore?”
Certo.” dico convinta. “Ora facciamo il tiramisù. Ryeowook?”
Non ho capito niente.” commenta lui. “Eigo, eigo, eigo.”
Ho detto che ora facciamo il tiramisù.” ripeto in giapponese.
Ryeowook, con un mezzo broncio, si avvicina al frigo e prende gli altri ingredienti.
Siwon gli si avvicina e gli dice qualcosa nell'orecchio. Per picchiarlo, Ryeowook quasi fa cadere le uova a terra. Mi lancio a prenderle e si consuma la tragedia.
Ryeowook sposta il braccio e io cado addosso a Kyuhyun, sbatto contro alla sua tazza e rovescio il latte sul mio maglione e sulla sua felpa.
Gomen.” borbotto, ancora appoggiata al suo petto.
Kyuhyun mi guarda e alza le braccia, come davanti a un poliziotto.
Shoccato.
Scusa.
Gomen.” ripeto, sfiorando la macchia bagnata sulla sua felpa. “Watashi...
Kyuhyun mi interrompe spostandomi dal suo petto e togliendosi la felpa.
Supera tutti, appoggiacon forza la tazza ormai vuota sul tavolo e se ne va.
Vorrei dire qualcosa, ma nessun suono riesce a uscire dalla mia bocca.
   
 
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