Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    25/03/2013    6 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: caro lettore coraggioso, perché le prossime righe richiederanno tutto il tuo coraggio e sangue freddo, prima di iniziare ti devo avvisare di una cosa! Apri bene gli occhi e leggi con attenzione le mie parole: in questo capitolo Alex farà una certa proposta ad Erik. Cosa? Lo scoprirai solo leggendo! Ma prima che la tua reazione furibonda ti suggerisca di impiccarmi ricorda quello che ti dico adesso: non so se Erik accetterà o no, ma viviamo nel 2013 e … diciamo le cose sono cambiate tanto e ci sono nuovi fattori da tenere in considerazione … per farla breve, caro lettore (perché se stai provando a capire questo delirio hai tutta la mia stima!) questo momento prima o poi sarebbe arrivato! Abbi solo un po’ di comprensione del mio punto di vista! Te lo ripeto paziente lettore: non so cosa succederà dopo! Ora caro lettore, se non ho esaurito la tua pazienza, avrei un altro favore da chiederti: se, quando avrai terminato di leggere le vicissitudini del povero Erik, mi lasciassi un commento o una recensione in cui mi dici cosa pensi del capitolo che segue te sarei molto grata!
 








  New York dodici giorni dopo
Il Fantasma guardava fuori dalla finestra le luci al neon che popolavano quella frenetica città tutte le notti. Era arrivato a New York da una settimana, sull’aereo privato che Alex aveva usato per correre a Parigi. Erano partiti di notte e, grazie al fuso orario, erano atterrati sempre di notte per giungere a casa Wandervitt prima dell’alba.
Convinto dalla sorella, il medico aveva accettato di ospitare Erik ponendo come unica condizione che, fino a quando egli non fosse riuscito a muoversi autonomamente in questo tempo, lei avrebbe dovuto lasciare temporaneamente il suo appartamento con vista sul Parco e trasferirsi nella casa di famiglia; così ora vivevano tutti e tre in quella grande casa su tre piani di fine ottocento.
Tuttavia Erik non era certo grato al suo ospite per la gentilezza dimostrata! Quell’insolente, prima di partire, aveva osato strappargli di dosso la maschera! Come osava quel folle damerino? Inoltre, cosa che Erik trovava assolutamente esilarante, aveva persino avuto l’ardire di minacciarlo! Lo aveva fatto per Emily, certo, ma il Fantasma dell’Opera non tollera simili atteggiamenti per nessun motivo. Stupido, presuntuoso mortale!
A Parigi Alex si era fatto dare una camera sullo stesso piano di Emily e gli aveva chiesto di stabilirsi con lui. Erik non aveva avuto nulla da obbiettare: era un gentiluomo e riteneva sconveniente restare nella stessa camera della fanciulla. Durante la convivenza i due uomini si erano studiati a vicenda mantenendo i rapporti molto formali. Alex non si fidava troppo del suo ospite ed Erik non gli aveva dato torto: lui era il Fantasma dell’Opera, aveva fatto un salto in avanti nel tempo di quasi cento cinquant’anni ed Emily portava ancora i segni del loro primo incontro sul collo. Nemmeno Erik si fidava del suo ospite, come non si fidava del resto del genere umano. Così i giorni era corsi fino a due giorni prima della partenza.
Devo chiedervi di togliervi la maschera Monsieur.” Aveva esordito Alex all’improvviso. Emily era riuscita a procurare dei documenti falsi tramite una sua conoscenza con le mani ed i piedi invischiati in affari poco chiari ed Alex si era trattenuto dal fare domande solo per paura di essere imputato di favoreggiamento. Ad ogni modo il passaporto era pronto e mancava solo la foto del proprietario, in oltre Alex voleva vedere il volto deformato del Fantasma per compilare un certificato che giustificasse la maschera in aeroporto. Anche se Destler era ufficialmente cittadino americano ed anche se prendevano un aereo privato per evitare controlli doganali, un uomo mascherato dava comunque troppo nell’occhio!
Erik si limitò ad una risata sarcastica seguita da un “Non credo proprio Monsieur!” detto a metà tra il divertito e l’intimidatorio. Ma Alex era rimasto serio ed aveva ripetuto la richiesta. Il Fantasma decise che era ora di porre fine alla sfrontatezza del dottore: si avvicinò con movenze sicure e rapide per afferrargli il collo, come aveva fatto con la sorella, ma l’altro con gesto preciso intercettò la mano e la bloccò. Non poteva credere ai suoi occhi! Era abituato a damerini impettiti o stolti ubriaconi, ma il dottor Wandervitt dimostrava forza fisica e riflessi a lui pari! Gli occhi di entrambi si ridussero istantaneamente a due fessure, i muscoli tesi pronti a scattare.
Dopo essersi fissati per secondi interminabili Alex ringhiò “Non lo ripeterò: toglietevi la maschera Destler! O lo farò io!
Voi provateci ed io vi uccido!” fu la meritata risposta del Fantasma.
Alex piegò il braccio del francese e con l’altra mano gli strappò via la maschera assieme ad un urlo d’ira disumana. Erik si liberò la mano senza sforzo ed indietreggiò di qualche passo per poter caricare meglio il suo avversario, ma prima che potesse muovere un solo muscolo Emily aprì la porta: aveva bussato ma quell’urlo, immediatamente attribuito ad Erik, le aveva fatto istintivamente abbassare la maniglia e si era ritrovata nella stanza quasi senza accorgersene. Sebbene dalla sua posizione non riuscisse a vedere Erik, Alex si spostò velocemente di un passo per essere certo che la deformità dell’uomo non fosse vista dalla sorella.
Vai in camera. Arrivo tra poco!” le ordinò con tutta l’autorità del membro più anziano di famiglia, nonché di fratello maggiore. Lei provò a balbettare un “Va tutto bene?!” ma lui la interruppe con un perentorio “Tutto ok! VAI!” e lei obbedì. Alex usava raramente quei modi e se lo faceva lei sapeva che non c’era possibilità di obbiettare.
Erik guardò l’americano non capendo il suo gesto: prima gli toglie la maschera e poi si preoccupa che la sorella non veda il suo viso deforme. Che individuo quantomeno bizzarro! O folle!
Preoccuparvi per vostra sorella non vi salverà la vita Monsieur!” sibilò il Fantasma con una voce ricca di indicibili minacce.
Mia sorella non è una creatura così delicata e fragile come può sembrare; e non giudica le persone dal loro aspetto!” rispose l’altro con voce ferma “Io proteggevo voi!” a quell’affermazione Erik rise di agghiacciante incredulità, ma il medico continuò: “Ridete pure! Ma voi temete gli sguardi altrui come gli altri temono la morte! Se Emily vi avesse visto in questo momento per voi sarebbe stato devastante!
Erik lo guardò bieco iniziando ad odiarlo molto più del dannato Visconte, ma si impose la calma “Eppure voi desideravate talmente tanto ammirare il mio viso da strapparmi la maschera!” disse ghignando.
Io sono un medico con delle formalità da sbrigare.” Rispose l’americano in modo asettico.
Il Fantasma lo fissò attentamente: non mostrava traccia di paura, ribrezzo, orrore, stupore o pietà. Il dottor Wandervitt studiava le sue escrescenze in modo neutro, sembrava non gli facessero alcun effetto. Le osservava eppure non le vedeva! Nessuno aveva mai avuto una reazione del genere al cospetto del Figlio del Diavolo!
Alex studiava ogni millimetro del volto sfigurato del Fantasma dell’Opera: la deformità sulla fronte che lasciava scoperta una grossa porzione di cranio, l’innaturale sporgenza dell’osso sopraccigliare, tutte le pieghe che percorrevano ininterrottamente la linea che collega l’orecchio fino al labbro superiore, deforme anche lui per un eccesso di tessuto cutaneo. Ad ognuno di loro il medico aveva affibbiato nome scientifico ed una soluzione chirurgica. Non era certo quel teschio senza naso descritto nel libro! Mentre restituiva la maschera al Fantasma disse pensando ad alta voce “Sarebbe anche rimediabile. Non è tanto male.
Quel “non è tanto male” risuonò nelle orecchie del Figlio del Diavolo come un insulto! Che diamine voleva dire? “Sembrate deluso Monsieur!” disse con il ghigno peggiore di cui era capace prima che la risposta pacata del dottore lo mandasse su tutte le furie:
Diciamo che non avete avuto una buona stampa, quindi mi aspettavo dell’altro. Ma quello che vedo è una situazione risolvibile.” Era stato descritto con epiteti della più vaga foggia, ma “situazione risolvibile” era un vero affronto! Erik inarcò scettico un sopracciglio: era indeciso se strozzarlo immediatamente oppure appenderlo al balcone mentre dormiva! Intanto il medico proseguiva: “Sono un chirurgo di una certa bravura, potrei aiutarvi!
Voi? E come?” era decisamente la scusa più patetica che qualcuno avesse inventato per non farsi uccidere; ma era detta in modo talmente convincente che meritava di essere ascoltata fino alla fine. Alex gli espose le sue teorie come se stesse parlando con un normale paziente, alla fine Erik rise sinceramente divertito “Voi mentite!
Mai quando si tratta di chirurgia!” puntualizzò con tono molto serio l’altro mentre andava dalla sorella con la foto del Fantasma dell’Opera nell’IPhon.
Era passata più di una settimana da quell’affronto. Quell’uomo pretendeva di trasformarlo da bestia a cigno come fosse la fata turchina! Sciocco presuntuoso e superbo! Erik non riusciva a non pensarci ed il sangue continuava a bollirgli nelle vene. Prima o poi il dottor Alex Wandervitt avrebbe pagato tanta arroganza!
   
 
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