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Autore: susisango    13/10/2007    11 recensioni
Fatto sta che li sentivo strani…come se non fossero loro che suonavano! Ma decisi di aspettare con pazienza che Bill iniziasse a cantare. Mi ero concentrata su Tom, George, Gustav e neanche mi era passato per la mente di scatenarmi come quelle vicino a me tanto ero intenta ad analizzarli. Poi…la mia morte all’improvviso! Una pugnalata al cuore! Un assassino invisibile ai miei occhi mi aveva colpito in mezzo al petto lasciandomi senza fiato. Ecco spiegato il mio presentimento, la mia irrequietezza e il mio sospetto che stesse per accadere qualcosa. Un DISCO…era questo che mi aveva ucciso. Uno stupidissimo cd inserito in un lettore che mandava una sottospecie di musica. Come si erano permessi di fare questo?! Suonare e cantare per finta! Perché era questo quello che stavano facendo: finta!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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solo playback

Playback

Ma che ci facevo io lì?

Mi ero lasciata convincere da mia cugina, che per quanto fosse più piccola mi me di 3 anni, aveva una capacità di persuasione straordinaria. Lei si chiama Irene e da quando per caso le ho fatto ascoltare una canzone di quello che è diventato il suo gruppo preferito…bè, vi lascio immaginare il seguito!

Scema.

Questo è l’aggettivo giusto!

Ha 16 anni, ma ne dimostra di più grazie a Madre Natura che le ha donato un bel metro e settanta abbondante e un corpo niente male, con occhi azzurri e gambe slanciate. Al contrario di lei io sono bassa e non proprio magrissima…certo non mi lamento! Ho anche io delle doti, come i capelli biondo oro. Però se consideriamo che le arrivo si e no alla spalla e che quando andiamo in giro mi scambiano sempre per la sorella minore... vicino a lei sono un moscerino!

Cavolo però io ho 19 di anni e ne dimostro 16!

Ma la vita è fatta così, piena di ingiustizie…e anche quella di essermi lasciata convincere ad accompagnarla al concerto era un’ingiustizia! Certo mi piacevano i Tokio Hotel (in fondo la prima a scovarli nel marasma di musicisti sono stata io un anno fa) però avevo evitato in tutti i modi di venire al concerto.

Perché? Bè, perché era in inglese e a me piacevano molto di più le loro canzoni in tedesco! Sembra stupido, ma non lo trovo un vero concerto se cantano solo in inglese!

Ma…quella scema ha vinto i biglietti e mi ha convinta a venire minacciando…meglio non dirlo!

Avevano già aperto i cancelli e una folla di ragazzine impazzite aveva dato l’assalto alla prima fila! A quel punto non potevo più tirarmi indietro e come una furia, trascinando mia cugina per un braccio, mi ero accaparrata il posto migliore: prima fila al centro! Visto che ero in ballo, tanto valeva ballare!

«Evvai! Ci siamo prese la prima fila! Da qui vediamo veramente tutto! Sei stata grande Siria!»

E già, Irene non soffriva più di tanto il caldo, gli spintoni e i capelli di quelle più alte di me e pensava solo al posto che avevamo raggiunto (modestamente solo per merito del mio scatto felino).

«Forse! Ma adesso ho la bocca piena di capelli di questa qui da vanti! E dobbiamo sopportare tutto questo per altre 3 ore?!» Già mi ero stufata di quelle ochette che iniziavano ad intonare Monsoon senza un motivo.

Da lì in poi ogni parola che cercavamo di scambiarci veniva inevitabilmente sovrastata da vocine acute come spilli, che infilzavano ogni secondo nuove note di natura sconosciuta.

L’unica cosa positiva era che potevo rivedere di nuovo dal vivo la band al completo. Sì, perché già qualche mese prima a TRL ero riuscita a vederli dalla prima fila! Però devo dire che quella volta sono rimasta delusa: oltre che arrivati in ritardo hanno suonato e cantato in blayback, perciò per una come me che ama ascoltare musica dal vivo è stato come un piccolo tradimento.

Dal vivo si sentono le emozioni, si sentono suoni nuovi che dal cd non escono e si vede anche l’interpretazione dei musicisti.

Per lo meno questo oggi ci sarebbe stato, anche se in misura minore perché non in lingua madre.

Pazienza!

Mentre stavo ragionando sulle mie oscure elucubrazioni si creò il buio…ed ecco un suono acuto di chitarra…era iniziato il concerto.

Irene era impazzita e si era slanciata con il busto verso Tom. Scema! Ecco che ritorna il suo aggettivo.

Però sentivo che c’era qualcosa che non andava.

Un presentimento all’inizio o forse il mio orecchio assoluto (un’altra dote nascosta).

Fatto sta che li sentivo strani…come se non fossero loro che suonavano! Ma decisi di aspettare con pazienza che Bill iniziasse a cantare. Mi ero concentrata su Tom, George, Gustav e neanche mi era passato per la mente di scatenarmi come quelle vicino a me tanto ero intenta ad analizzarli.

Poi…la mia morte all’improvviso! Una pugnalata al cuore! Un assassino invisibile ai miei occhi mi aveva colpito in mezzo al petto lasciandomi senza fiato.

Ecco spiegato il mio presentimento, la mia irrequietezza e il mio sospetto che stesse per accadere qualcosa.

Un DISCO…era questo che mi aveva ucciso.

Uno stupidissimo cd inserito in un lettore che mandava una sottospecie di musica.

Come si erano permessi di fare questo?!

Suonare e cantare per finta! Perché era questo quello che stavano facendo:

finta!

E io che odio gli ipocriti e i falsi, non potevo accettare che una delle mie band preferite (se non i migliori in assoluto) si esibisse in una veste così ripugnante! Non potevo proprio!

Quanti eravamo? 10.000? 30.000? o di più? Bè, pensavo che tutti noi stavamo assistendo a uno spettacolo pietoso: traditi dai nostri idoli! Ma quelle ochette senza cervello sembravano non volersene accorgere. Certo loro guardavano solo l’apparenza! Apparenza che non vale nulla senza la sostanza!

Non potevo accettarlo! E così, mi avvicinai il più possibile a Irene. «Senti! Io ti aspetto fuori all’uscita!», ma lei a queste parole si preoccupò «Ti senti male?». No, no era quello il motivo. «No! Sto benissimo! Poi ti spiego!» e dopo l’occhiata di assenso della mia cuginetta (la chiamavo così per sentirmi grande almeno in quello, se non potevo esserlo in altezza) cercai di farmi largo tra quella mandria di galline da combattimento. Non volevo dirle la verità su quello che stava succedendo, forse non se ne era accorta e non volevo rovinarle la serata sul più bello.

Una s p i n t a.

Una pedata.

Una boccata di capelli.

Poi…

N.A. Fatemi sapere che ve ne pare dell'inizio! Così decido se continuarla o meno. Anche se il seguito è una sorpresa e dal primo capitolo non si intuisce poi molto, anzi forse per niente. Però mi piacerebbe sapere la prima impressione che suscita ( che sia bella o brutta).

  
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