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Autore: susisango    14/10/2007    7 recensioni
Fatto sta che li sentivo strani…come se non fossero loro che suonavano! Ma decisi di aspettare con pazienza che Bill iniziasse a cantare. Mi ero concentrata su Tom, George, Gustav e neanche mi era passato per la mente di scatenarmi come quelle vicino a me tanto ero intenta ad analizzarli. Poi…la mia morte all’improvviso! Una pugnalata al cuore! Un assassino invisibile ai miei occhi mi aveva colpito in mezzo al petto lasciandomi senza fiato. Ecco spiegato il mio presentimento, la mia irrequietezza e il mio sospetto che stesse per accadere qualcosa. Un DISCO…era questo che mi aveva ucciso. Uno stupidissimo cd inserito in un lettore che mandava una sottospecie di musica. Come si erano permessi di fare questo?! Suonare e cantare per finta! Perché era questo quello che stavano facendo: finta!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cos’era una sfida? Avrei dovuto raccoglierla?

Cos’era una sfida? Avrei dovuto raccoglierla? 

Un omone si era avvicinato a me di soppiatto e prendendomi per le spalle mi fece girare verso di lui. Si era fatto spazio tra la folla come la carne putrida in un hamburger.

Ora la domanda era: cosa ci faceva lì e soprattutto cosa voleva da me tanto da rischiare il linciaggio da parte delle oche impazzite che non riuscivano a vedere i loro idoli per via della sua stazza? Certo era grosso, ma le ragazzine inferocite in gruppo sono oltremodo pericolose!

Lo squadrai per qualche secondo e poi lui mi disse «Scusa, ma il signor Kaulitz ti vorrebbe parlare nel backstage!».

Al che, più che meravigliata, mi ero

incazzata.

Insomma oltre che tutta la band (a mio parere) mi stava prendendo in giro con quel concertino da quattro soldi, adesso Tom mi voleva nel backstage per chissà cosa…!

E no! Forse avrei potuto cedere se avesse fatto un bel concerto, ma dai fatti non sarei mai andata a letto con lui!

«Dica a Tom che per farmi cadere ai suoi piedi prima deve suonarla la sua chitarra!» mi era uscita veramente una bella battutina che si sarebbe ricordato per un bel pezzo!

Ma si sa che gli equivoci esistono…

«Mi scusi, ma credo che mi abbia frainteso! Le chiede di venire il signor Bill Kaulitz!».

Questo è uno dei momenti in cui la mia testa va in tilt.

Quando sei assolutamente convinta di una cosa e invece scopri che in realtà non era minimamente quello che pensavi!

Perché mai Bill avrebbe chiesto di me? Insomma, di solito quello che ha la fama di chiamare le fan è Tom, che poi si diverte allegramente con loro nel dopo concerto! Ma Bill…non avevo mai sentito una storia del genere su di lui!

Ora il problema era: che fare? Ma soprattutto: cosa voleva? Perché se voleva una notte di svago se la poteva scordare! Ma…lui non era tipo...le sue canzoni lo dicevano…forse…

Però il tizio si era stufato di farmi da para-oche e poco gentilmente mi chiese «Allora vieni con me o devo riferire quello che mi hai detto?»

Ma dico era stupido o cosa? Quello che gli avevo detto era riferito a Tom e non a Bill, ma mi aveva chiamato Bill…e quindi era inutile riferire quelle cose a Tom…anche se se le meritava…e…mi si era ingarbugliato il cervello con i nomi Bill e Tom…era ora di prendere una decisione. Tanto se mi avesse rotto le scatole più del previsto me ne sarei potuta andare.

«Vengo! Andiamo.»

E così tra la folla delirante l’uomo mi fece  largo e con il suo aiuto scavalcai le barriere e mi condusse davanti a una porta con una scritta in rilievo incorniciata dal simbolo dei Tokio Hotel:

Camerino Tokio Hotel

Però…non si facevano mancare niente! Non era sufficiente una semplice sigla, ma il nome per intero che giganteggiava sulla porta con tanto di logo!

«Purtroppo il concerto è iniziato da poco e temo che durerà un po’. Ma si può accomodare nel loro camerino e aspettare il signor Kaulitz che appena avrà finito la raggiungerà.»

Cavolo quanta gentilezza da un bodyguard! Io mi aspettavo un rozzo individuo e invece è peggio di un maggiordomo!

«Grazie di avermi accompagnato e…per favore non riferisca quelle cose che ho detto su Tom.»

«Non si preoccupi non dirò niente.»

Bè, in fondo credo avesse già capito l’equivoco.

Aprii la porta e come mi aspettavo trovai un po’ di confusione, ma del resto cosa si poteva aspettare quella povera stanza da quattro ragazzi?! Un po’ di disordine era necessario!

Mi accomodai sul divano nero che troneggiava solo al centro della stanza, adornato da chitarre, piatti, corde sparse qua e là, un basso nero e alcuni asciugamani di diverso colore.

Presi una chitarra acustica e provai a strimpellare qualche accordo che avevo imparato a casa con

‘Il Corso Comodo’

che avevo acquistato in offerta insieme ad una scadente acustica ad un supermercato. Già appena la toccai emise un suono non paragonabile alla cassa armonica della mia carretta e quando suonai le prime tre note finalmente avevo capito la differenza tra una carretta e una professionale: a paragone il suono della mia era un rantolo strozzato mentre quella era un usignolo! Decisi di provare anche gli unici due accordi che sapevo e anche lì la differenza era tanta!

(Forse a malincuore) dovetti ammettere che Tom sapeva anche tirare fuori il meglio da quella meraviglia, a differenza mia che non avevo la minima idea di come sfruttarne al massimo le potenzialità…anche se al concerto aveva suonato in playback dovevo ammettere che era bravissimo quando si impegnava.

«Però! Non sapevo che i nostri accordi erano già circolati in internet…oppure sei veramente brava!»

Una voce baritonale…una provocazione…e chi poteva essere se non Tom!

Mi girai subito e vidi sulla porta d’ingresso quattro persone ammucchiate allo stipite e primo fra tutti il moccioso con i rasta e il cappellino sempre intonato con la maglietta. Di fianco a lui il giovanotto piastrato che aveva dato un nome stupido al suo basso, dietro il ragazzino perennemente imbronciato con il suo ciuffo biondo e alla fine di tutti intravedevo il riccio del ragazzino ribelle che veniva chiamato il kaiser. C’erano proprio tutti!

«Tom non iniziare subito a importunarla, l’ho invitata io!» Bill si fece spazio tra i tre e conquistò l’entrata.

«Ed è qui il punto! Mi stai rovinando la reputazione! Oppure…come dire…ti sei svegliato!» disse Tom rivolto al fratello con un sorrisino di chi crede di saperla lunga.

«Mmmm…no, mi pare proprio che nostra madre ci abbia dato due nomi differenti. Sai…non credo di chiamarmi Tom!»

«Ahhhh! Fai lo spiritoso. Ma non sai cosa si perde a chiamarsi Tom!»

Io…mi ero…STUFATA!

Potevano andare a battibeccare da un’altra parte! Che mi avevano chiamata a fare se non mi rivolgevano la parola e l’attenzione!

«Bene! Io allora me ne posso anche andare!», ma questa mia affermazione suscitò finalmente il loro interesse per me.

«No! Aspetta! Ti devo chiedere una cosa!» era stato Bill a trattenermi con quella quasi supplica e del resto devo ammettere che ero un po’ curiosa di sapere cosa volesse. «Parla che ho fretta!» Mi ero messa in piedi di fronte a lui a braccia incrociate ( tipica posizione che assumo quando voglio levarmi dalle scatole un individuo petulante).

«Perché te ne stavi andando?»

Certo che aveva una gran bella faccia tosta a chiedermelo! Pensava che fossi scema e non mi accorgessi che non strava cantando?! Ma del resto la media delle ochette era bassa e nessuna si sarebbe accorta del sotterfugio (tranne me).

«E me lo chiedi?! Io ho pagato un biglietto per vedere, ma ancora di più sentire, una delle mie band preferite dal vivo! Pensavate che tutte le vostre fan fossero ignoranti in fatto di musica e nessuno si accorgesse della bufala?! Io non mi ritengo una grande esperta, ma appassionata di musica si e vi posso assicurare che un concerto in playback è quanto di più squallido potevate offrire al pubblico! Perciò me ne stavo andando! Non valeva la pena di vedervi!»

Ok…forse avevo un po’ esagerato ed era falso che avevo pagato per entrare al concerto (i biglietti li aveva vinti mia cugina), ma dovevano capire che un concerto come quello non era degno di essere chiamato concerto.

«Hei tu, come ti permetti di dire certe cose…» iniziò Tom avvicinandosi con fare minaccioso a me. «No! Ha ragione invece!» la voce vellutata di Bill incredibilmente prese le mie difese (dopo tutto quello che avevo detto) e vidi che il suo sguardo si era fatto un po’ triste.

«Ma…»

«Tom, lo sai che ha ragione. Non era un programma televisivo, ma un concerto! La gente è venuta a vederci pagando!» e anche Gustav prese le mie difese, forse per la sua mania di fare sempre le cose perfette si era reso conto del torto che ci avevano fatto.

«Però c’è un motivo. Tu hai ragione ad arrabbiarti, ma stasera non potevamo fare altrimenti! Vero Bill? Spiegalo tu.» non capii ciò che voleva dire George. Un motivo? E quale poteva essere?

«Mi dispiace, ma è colpa mia. Ho un mal di gola temendo da due giorni e se sforzo per troppo tempo la voce mi sparisce. Ho cercato di curarmi, ma i medici mi hanno detto che più di così non si poteva fare. Però la data del concerto era stata fissata da molto e in via eccezionale per la grande richiesta, quindi non ce la siamo sentita di annullarlo.»

«Comunque non è un buon motivo. Potevate fare meno canzoni e tu Bill avresti potuto far cantare un po’ il pubblico, così la tua voce non si sarebbe dovuta sforzare più del necessario! Una soluzione comunque la potevate trovare!»

«Ma sentitela…» Tom si era scagliato di nuovo verso di me.

«Forse non ti rendi conto dello sforzo che la voce di Bill fa ogni volta per sostenere un tour con date così vicine per accontentare i fan?! Certo ammetto che non è stato un buon concerto, però per lo meno non ci siamo tirati indietro annullandolo e lasciando tutti a bocca asciutta! Sai quante persone hanno prenotato hotel, telefonato a parenti e amici facendosi lasciare un letto per passare la notte dopo il nostro concerto senza dover ritornare da soli di notte a casa?!» Gustav aveva interrotto Tom prendendo la parola, forse perché sapeva che il suo modo di parlare non era poi tanto gentile. E ad ogni modo le sue parole mi colpirono molto e mi fecero riflettere.

«Tuttavia avevamo intenzione di fare un concerto gratuito fra breve per permettere di sentirci veramente dal vivo e farci perdonare per oggi!». A questo punto le parole di George mi fecero riflettere ancora di più, ma non ero ancora del tutto convinta.

«Posso anche capire…però comunque sia la stima che avevo verso di voi è sicuramente calata. E quando non ho più fiducia nelle persone poi è difficile riconquistarla. Insomma…non so se siete ancora il mio gruppo preferito!» Avevo capito che il problema era reale, ma comunque la mia fede in loro era diminuita

(era un po’ come scoprire che la tua migliore amica, con cui raccontavi ogni segreto, ti ha detto una bugia anche se a fin di bene!).

«Bene, se la metti così ti invito personalmente al concerto che faremo il prossimo fine settimana a Magdeburgo, ultima data del tour, e scommetto che ti vedrò cantare insieme a me!»

Cos’era una sfida? Avrei dovuto raccoglierla?

«Seee, come no! E te pensi che io sborsi un sacco di soldi per venire da voi e non sono neanche sicura che sarà un concerto decente?! Scordatelo!»

No, ero decisa a non cedere, anche perché non li avevo proprio i soldi per permettermi un viaggio del genere.

«Credo che non mi hai ascoltato. Ho detto che sarai mia ospite! Prenoterò io il biglietto aereo e verrai a stare nel nostro hotel! Però…» devo dire che era stato molto convincente «se ti vedrò cantare dovrai farmi un piccolo favore.»

«Una vera scommessa! Sentiamo.» La cosa era quasi assurda: io che scommettevo con Bill Kaulitz! Roba dell’altro mondo!

«Se vinco lavorerai con me in un servizio fotografico per Dior. Mi fari da spalla come modella!»

«Cosa?! Cioè, già hai citato Dior e mi è venuto un dubbio, poi hai detto che dovrei fare la modella?! Ma scherziamo?! Mi hai visto bene o hai la febbre oltre che il mal di gola?!» La cosa era andata oltre ogni mia previsione…mi era sfuggita di mano!

«Sì che ti ho visto bene! E sei perfetta! Senza offesa, ma mi serviva una partner che valorizzasse me. Non è che sono narcisista, però me lo hanno chiesto espressamente gli stilisti. Mi hanno chiesto di cercare una ragazza molto più bassa di me, che non fosse anoressica e di una bellezza eccessiva, ma che allo stesso tempo non fosse esattamente il contrario. E visto che mi sembri adatta colgo l’occasione!»

Il suo sorrisino mi sembrava da scemo! Insomma una come me a fare la modella?! Neanche a parlarne!

«Senti…io…non credo di essere adatta! Voglio dire ce ne sono a migliaia di ragazzine che ti aiuterebbero volentieri e che sono più ‘adeguate’ di me! E poi io ho l’università…»

Erano motivazioni reali. Ma…che in qualche modo mi stessi arrampicando sugli specchi?

«Credo che dieci mila euro al mese ti possano risarcire gli studi fuori corso! E comunque mi sembra che tu stia inventando un sacco di scuse, se te l’ho chiesto significa che vai bene tu e non un’altra!»

«Dai Bill andiamo via! Questa qui ha paura, non ha fegato! Non accetterà mai sta cosa!»

Credo che Tom sia la persona più insopportabile del mondo e che con le sue provocazioni ti spinge a fare esattamente il contrario (oirartnoc) di quello che ti sei prefissata di non fare!

«E va bene! Accetto! Ma diecimila euro per quanti mesi? E poi escluse le spese?»

Ok, forse erano esagerate le mie domande, però nonostante la mia pazzia volevo mettere le cose in chiaro.

«Naturalmente il servizio fotografico lo faremo quando avrò del tempo libero e quindi alberghi, da mangiare e quanto altro sarà pagato da me. È il minimo per la vita che farai sempre in movimento! Per la durata non lo so perché ho tanti impegni con la band, ma su per giù credo 3 mesi. Forse qualcosa in più o forse qualcosa in meno, anche se credo di più!»

«Bè, accetto! Anche se non mi piace viaggiare come fate voi! Ma tanto in playback non riuscirai a provocarmi emozioni così forti da vedermi cantare! Comunque se vinco io dovrete annunciare ufficialmente che il concerto di oggi era in blayback (o se preferite finto) e scusarvi con le fans restituendo tutti i soldi dei biglietti!»

Il mio tono saccente aveva suscitato un moto di orgoglio tra tutti i componenti del gruppo e lo potevo vedere sulle loro facce decise a farmi perdere la scommessa!

«Bill quando canta è capace di farti piangere mentre ridi e viceversa! Tu evidentemente non lo conosci bene come artista! E poi non dimenticarti di noi! Ci hai ferito nell’orgoglio e ti faremo vedere di cosa siamo capaci!» George era evidentemente deciso a dare il meglio di se nel prossimo live e a farmela pagare.

«Vinceremo e saprai cosa si prova a viaggiare in continuazione per il mondo! E poi così Bill non ci romperà più le scatole con questa storia della modella!» E a questo punto avevo capito che avrei avuto vita difficile con Gustav così agguerrito. Lui che di solito si vergogna a parlare in pubblico o con gli sconosciuti, aveva tirato fuori una grinta che non avevo mai visto se non quando suonava la batteria.

Ma come al solito Tom era il più diretto.

«Sta sicura che aiuterò Bill in tutti i modi! Ti farò abbassare la cresta e cadrai di fronte ai Tokio Hotel!»

«Tom adesso non la spaventare! E comunque accetto le tue condizioni!»

«Spaventare?! Non è facile! Ci vedremo fra una settimana!»

E con queste parole me ne andai dal camerino verso l’uscita.

L’incontro con i Tokio Hotel non era stato certo come me l’ero immaginato, ma mi stuzzicava l’idea di quello che avevo combinato. Nessuno ci avrebbe creduto che avevo una scommessa con loro! Non dissi niente a mia cugina all’uscita, solo che me ne ero andata dalla folla perché mi ero stufata di stare in piedi. Lei non ci ha creduto molto, però non ha fatto altre domande. A casa dissi che avevo vinto un viaggio gratuito per due giorni a Berlino e non opposero poi tanta resistenza quando partii. Ero grande ormai e potevo fare le mie scelte. Certo le solite raccomandazioni: stai attenta che sei sola là! Non andare in giro di notte! Non dare retta agli sconosciuti! E ritorna presto!

Ma non gli avevo detto niente della chiacchierata con il gruppo e della scommessa, tanto meno del concerto che andavo a vedere. Non so neanche io il perché, ma lo consideravo un mio piccolo segreto.

N.A. Bè, l'ho continuata! Adesso si capisce un po' di più la situazione. E le linee principali della storia si stanno sviluppando. Direi che ci vediamo la prossima volta con il concerto live! Ma non pensate che aggiornerò così presto, perchè questo capitolo era già stato scritto in parte. Il prossimo lo devo ancora pensare!

  
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