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Autore: Sherley    26/03/2013    4 recensioni
Freya,una ragazzina di quattordici anni che non riesce a fare amicizie,sempre sola,indifferente al mondo che la circonda,non riesce ad esprimere i suoi sentimenti.
"Camminava a testa bassa, evitando sempre lo sguardo altrui, semplicemente per non essere giudicata o forse perché qualcuno avrebbe potuto leggerla e scoprire ciò che provava, ciò che sentiva. La sua persona era una specie di messaggio in codice e lei stessa non voleva che qualcuno lo decifrasse."
Costantemente impegnata nella ricerca, troverà ciò che veramente sta cercando?
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^^ Quello che state per leggere è il primo capitolo di una storia che mi è venuta in mente leggendo la citazione di Italo Calvino "Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori" che ho deciso di utilizzare come titolo. Tuttavia,non sono molto convinta di quello che ho scritto e non so se continuarla o meno. Quindi accetto qualsiasi consiglio e spero di riceverne tanti :) Poi deciderò se continuarla o meno. Buona lettura :)













Era una fredda mattina d’inverno quando scostò le piccole tende colorate e spalancò le vetrate della finestra della camera. D’improvviso una pungente  brezza le sfiorò il viso, facendola rabbrividire per qualche secondo. Freya era una normale ragazzina di quattordici anni, ma allo stesso tempo molto diversa da tutte le sue coetanee. Color ramato, i suoi lunghi capelli erano sempre tenuti legati ordinatamente in due morbide trecce, che le ricadevano lungo le spalle, e i suoi limpidi occhi verde speranza risplendevano nella calda luce che adesso filtrava dalla sua finestra. Si soffermò per qualche secondo a contemplare la bellezza del limpido cielo azzurro, senza la più pallida forma di nubi, nonostante fosse pieno inverno. Le sarebbe piaciuto riuscire a vedere l’alba; quel preciso istante in cui il buio cielo della notte viene sostituito dal brillante azzurro conferitogli dalla luce del giorno. Quella vista e quel silenzio le fecero dimenticare per qualche istante tutti i suoi problemi, facendola sprofondare in una stupenda sensazione di sollievo e di assoluta pace interiore. Quella pace fu però interrotta dalle grida di sua madre che provenivano dalla stanza accanto.
 -“Devi smetterla di parlarmi in questo modo, prima o poi me ne andrò di qui. Te lo assicuro!” - gridò sua madre e, sbattendo la porta della camera accanto, si precipitò al piano inferiore.                                                          
I genitori di Freya litigavano ininterrottamente. Non erano felici e lei, in un certo senso, sentiva su se stessa la causa della loro infelicità. Infatti, i suoi non avevano divorziato,solo a causa sua.                                                   
Lei era il motivo, il solo ed unico motivo per cui i suoi genitori erano ancora insieme.
Ignorò quelle grida e cominciò a prepararsi per andare a scuola. Scese al piano inferiore, prese una fetta di pane e marmellata e si precipitò in strada.

Freya frequentava la prima classe delle superiori. Tutte le mattine andava a scuola a piedi, partiva molto prima da casa in modo che potesse passare per il parco e fermarsi a gettare qualche briciola di pane nel laghetto delle anatre o, magari, sedersi in una panchina sotto il viale alberato della strada principale della città a leggere uno dei suoi libri preferiti, che portava sempre con sé. Era una ragazza solitaria, non aveva amici e non voleva averne. Non era brava a rapportarsi con i suoi coetanei, non aveva interessi comuni ai suoi compagni di scuola ed era quasi sempre sola. Camminava a testa bassa, evitando sempre lo sguardo altrui, semplicemente per non essere giudicata o forse perché qualcuno avrebbe potuto leggerla e scoprire ciò che provava, ciò che sentiva. La sua persona era una specie di messaggio in codice e lei stessa non voleva che qualcuno lo decifrasse.
Avrebbe continuato ad essere circondata da quel muro per sempre, restando in solitudine nel suo mondo, ai confini della realtà, tralasciando la vita reale.                                                                                                   
Tuttavia, quel giorno, un mattone vacillò: lei era proprio lì, accanto al laghetto delle anatre, una ragazza dalla figura leggiadra e dal dolce viso. I suoi occhi azzurri risplendevano nella superficie del laghetto e color sabbia, i suoi capelli ondeggiavano al vento. Si voltò nella direzione di Freya, i loro sguardi si incrociarono.

L’infinito, un istante, un sorriso.
  
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