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Autore: Eichsmile    26/03/2013    3 recensioni
Un Harry diciasettenne, un Louis diciannovenne, due semplici ragazzi che scoprono di amarsi.
In questo scritto i protagonisti non fanno parte in alcun modo degli One Direction, di conseguenza, non verranno trattati problemi legati all'impossibilità di stare assieme, per volere di altri.
LARRY AS ROMANCE.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 A tutti quelli che non sono liberi di essere sé stessi, a causa della società.
    
A tutti quelli che sono schiavi del giudizio e dei pregiudizi altrui. 
 

A tutti quelli che vorrebbero alzarsi la mattina, con la forza di combattere le ingiustizie che caratterizzano la vita, invece di subirle.

E infine, a tutti quelli che vorrebbero distruggermi, ma non ce l’hanno ancora fatta.

 


      

 

SOMETHING LIKE A LOVE STORY
    

  

Sono solo. Questa è la triste realtà. La gente mi evita e quei pochi compagni di classe che mi salutano, lo fanno solo perché è una forma di cortesia. Io c’ho provato ad avere un rapporto di amicizia con loro, ma non mi vogliono. La gente non mi accetta per quello che sono e in alcuni periodi della mia vita ho provato ad essere anche qualcun altro, fingevo di stare bene, di sorridere, di essere menefreghista,ma non ha funzionato. Ho provato ad essere dolce e sensibile, ma è andata ancora peggio.
Così, adesso, mi ritrovo in questa maledetta panetteria, ad aspettare l’ennesimo cliente della giornata. Quello che mi fa più rabbia è che non sono qua perché ho bisogno di soldi o altro, sono qua perché mia mamma ritiene che almeno lavorando posso avere un minimo di vita sociale. Si, certo, come no. Lavoro in questo posto da quattro mesi e la mia stupida e monotona vita è sempre la stessa. E so per certo che non accadrà mai che il principe azzurro entrerà da quella porta, si innamorerà di me timido e impacciato e vissero tutti felici e contenti.
Il fatto è che io ho provato tante volte a dare una svolta alla mia vita, a perseguire i miei sogni, i miei obiettivi, ma quando sei da solo, senza amici, tutto è più triste e piatto. In realtà avrei solo bisogno di qualcuno con cui parlare invece di perdermi per ore e ore a porre domande e risposte a me stesso.
 
A risvegliarmi dai miei pensieri è la vibrazione del mio cellulare. Guardo lo schermo, un nuovo messaggio da Gemma: ‘Ciao Harry, la mamma ha detto di dirti che quando torni a casa non ci sarà nessuno, è andata ad una riunione di creme dalla sua amica e io esco con John. Ti ha cucinato la cena, è in forno, basta solo che la riscaldi..’
Perfetto, sta sera mi potrò guardare la televisione fino a tardi, tutti i film che voglio. Sorrido tra me e me per il programma della serata e le rispondo. ‘Ok, divertiti con John :)’
Porgo per un attimo lo sguardo sull’orologio appeso alla parete di fronte a me, manca mezz’ora e il mio turno finisce, per fortuna.
 
Sto camminando sul marciapiedi per tornare a casa e di tanto in tanto guardo distrattamente dentro le case che costeggiano la strada. E’ l’imbrunire, di conseguenza le luci all’interno sono accese e anche se ci sono le tende, si riescono a vedere le persone, queste scene di vita quotidiana mi affascinano per la naturalezza e la spontaneità. C’è una bambina che gioca distrattamente, seduta su un divano; più in la, in un’altra villetta due persone che discutono, una donna che prepara la cena e di tanto in tanto si può vedere anche qualche scena romantica di due persone che si abbracciano e si scambiano affetto dopo che non si sono visti per tutto il giorno. Assorto nei miei pensieri, come sempre, vengo riportato sul pianeta Terra da un voce:
“Scusami, ehy, non vorrei disturbarti, ma posso chiederti un informazione?” Un ragazzo, circa della mia età, forse un po’ più grande visto che ha la patente, con una macchina utilitaria, mi affianca, e con il vetro abbassato mi chiede informazioni. Ha una cartina, della città presumo, sul posto del passeggero; sarà un turista.
“Certo, dimmi” sorrido cordialmente. Mi fa piacere parlare con le persone, anche se sembro un asociale.
“Sapresti dirmi dov’è la strada laterale alla chiesa St. Stephen?” Si è sporto di più verso di me, ha degli occhi azzurrissimi e bellissimi, un taglio di capelli sbarazzino dal colore castano chiaro, sembra un modello di quelli delle pubblicità. Il mento mascolino e pronunciato, ma senza un filo di barba.
“Ehm, si, mi sa che hai sbagliato completamente strada, da questa parte non riesci a raggiungere la chiesa, hai qualche punto di riferimento in centro al paese? Così ti spiego la strada da lì che è più semplice”
“Veramente, no, non conosco bene il posto e non ho per niente il senso dell’orientamento. Ma ho una mappa della città..” Lo vedo prendere in mano la cartina che avevo notato precedentemente e poi frugare dentro il cassetto portaoggetti.
“…E adesso anche una penna”  Sorride, Dio che sorriso; spegne il motore dell’auto, slaccia la cintura di sicurezza ed esce. E’ poco più basso di me, fisico asciutto, vestiti normali, niente di troppo particolare, un look semplice ma che gli sta divinamente. Un paio di jeans stretti gli fasciano le gambe, una t-shirt bianca e una felpa rosso bordeaux che sembra fatta apposta per lui. E’ ufficiale, è un ragazzo bellissimo.
“Ok, puoi segnarmi la strada che devo fare con la penna?” Mi porge la penna e con le mani tese tiene la cartina aperta, ma la sta reggendo al rovescio. Mi scappa un sorriso.
“La cartina… E’ rovescia..”
“Oddio, te l’ho detto, sono negato con queste cose! Io e l’orientamento siamo nemici da sempre” Si sforza di fare un sorriso ma è imbarazzato.
“Tranquillo, non le ho mai capite neanche io le cartine geografiche, ma sono nato qua e conosco il paese meglio di me, quindi, so per certo che, venendo dalla statale la piazza principale è sulla destra.” Gli sorrido cordialmente, indicando con il dito sul foglio di carta quello che dico a parole.
Poi cerco di spiegargli il più chiaramente possibile come raggiungere la chiesa e contemporaneamente traccio con la penna il percorso sulla mappa.
“Ok, grazie mille, sei stato gentilissimo, se non ti avessi incontrato sono sicuro che domani mattina sarei ancora qui a cercare la chiesa.” Ridiamo entrambi, non so, è uno sconosciuto con cui sto parlando per più o meno da dieci minuti, ma mi piace stare con lui.
“Figurati. Mi raccomando, quando vedi la fontana grande ricordati di girare a sinistra altrimenti poi la strada è tutta dritta e non hai spiazzi per girarti e tornare indietro, quindi è tutto un casino”
“Certo, me lo ricorderò senz’altro. Fontana, subito sinistra.” Sorride e poi riprende: “Grazie ancora, ciao..” lascia la frase in sospeso e mi incita con lo sguardo a continuarla.
“Harry” rispondo alla sua muta domanda.
“Harry” ripete. “Io sono Louis” poi sorride, “Non so perché te l’ho detto, scusa, è tardi e la stanchezza mi gioca brutti scherzi.” Abbassa lo sguardo, nuovamente imbarazzato e vorrei dirgli che no, non deve distogliere i suoi occhi da me perché sono  la cosa più bella che io abbia mai visto.
“Non importa, mi ha fatto piacere aiutarti Louis, buona serata” Gli sorrido, vorrei che non salisse su quella macchina, vorrei poterlo conoscere, sapere qualcosa di più su di lui, ma ormai se ne sta andato per la sua strada.
 
Entrato nell’ingresso di casa vedo mia madre, con un bellissimo abito, che scende le scale.
“Ciao amore! Ho ripensato a quello che ho detto a Gemma di scriverti per messaggio, non mi va di lasciarti qui da solo, andiamo assieme da Vicky, ti ricordi Richard, suo figlio della tua età? Bhè questa sera è a casa anche lui, così magari fate amicizia.” Mia madre sorride raggiante, io non provo nemmeno a replicare perché quando quella donna si mette in testa qualcosa, niente e nessuno riesce a scombinarle i piani.  Il problema è che non riesco nemmeno ad essere arrabbiato o scocciato all’idea di passare la serata con un ragazzino viziato e donne ricche tutte in ghingheri che discutono e provano creme di erboristeria assolutamente naturali e a base di erbe. Riesco solo a pensare ai due occhi azzurri di Louis, al fatto che per la prima volta non mi sono sentito come se lui parlasse con me per forza, è stato davvero piacevole non avere quella sensazione che provo quotidianamente.
 
Una volta giunti davanti la villa dell’amica di mia madre esco dalla macchina e noto che in uno dei cancelli delle villette a schiera affianco, c’è un ragazzo, sembra davvero tanto Louis, effettivamente siamo vicini alla chiesa St. Stephen, ma questa strada non è la laterale, per cui lui mi aveva chiesto indicazioni. Ma sono sicuro, è lui. Vedo una donna sulla cinquantina che scarica dal bagagliaio della sua auto uno scatolone e lo raggiunge; non so cosa fare, vorrei andare da lui, magari è la volta buona che mi faccio un amico, ma ho paura, potrebbe sembrare che io lo stia seguendo. Lo sto fissando, mia mamma se ne deve essere accorta, si avvicina a me e mi circonda le spalle con un braccio, guardando nella mia stessa direzione: “Cosa stai fissando Harold?”
“Niente, mi sembrava che quello fosse un ragazzo che conosco, ma non so”
“Vai a vedere, ma per caso si doveva trasferire? Guarda scatole e valige che ci sono davanti al cancello! Comunque, forza, vai a salutarlo, io ti aspetto dentro.”
Non so con quale forza, con quale coraggio, ma lo sto per raggiungere. Sentendo qualcuno avvicinarsi si volta verso di me e: “Harry! Cosa ci fai qui? Mi segui?” E si mise a ridere divertito. Cazzo, lo sapevo io che lo avrebbe pensato.
“No, io… Cioè sono tornato a casa e mia madre è venuta qui da una sua amica.. e… e io, sono praticamente st..” Vengo interrotto dalla sua mano che si appoggia dolcemente sul mio braccio. “Ehy, tranquillo, stavo solo scherzando! Mi fa piacere incontrarti ancora, magari è un segno del destino..” Mi fa l’occhiolino e sorride, quelle parole, quei gesti, mi mandano completamente in pappa il cervello. Lui come fa a sapere che io sono gay? Potevo benissimo essere un etero che sicuramente a quest’ora l’avrebbe già mandato a fanculo. No, ma perché io sto pensando che lui sappia che io sono gay? Ovvio che non lo sa, e non ci sta provando con me, non sta facendo il carino con me, lui è bellissimo e sicuramente avrà una ragazza da urlo, mi ha parlato così in modo amichevole.
“Tutto bene?” Mi chiede.
“Si, si, allora.. Alla fine hai trovato, quindi le mie indicazioni sono state utili, anche se questa non è la laterale alla chiesa St. Stephen” Dico io, inaspettatamente travolto da una forza interiore.
“Si, ma Giselle mi aspettava li” Ribatte lui. La donna che avevo visto prima, sta uscendo dal cancello per avvicinarsi a noi: “Ciao!” mi saluta cordialmente e io ricambio, “Louis, anche in una città che non conosci sei riuscito subito a fare amicizia! Solo tu hai questo potere” Scherza la donna ridendo.
“Lui è il ragazzo a cui ho chiesto indicazioni per raggiungerti, senza di lui starei ancora girovagando” Risponde Louis a tono.
“Ok, comunque se volete passare la serata assieme per me non c’è problema, basta che rientri in casa sobrio e ad un’ora decente, sai quali sono le mie regole!”
“Ehm, veramente non so se Harry abbia altri impegni..”  Io scuoto la testa e rispondo: “No, non ho niente da fare, avviso mia madre e se ti va andiamo a farci un giro..”
“Sarebbe perfetto” Dice il castano con entusiasmo e con quel bellissimo sorriso sul volto.
Chiamo mia madre che mi dà il permesso, felice e allo stesso tempo stupita che io abbia trovato qualcuno con cui uscire.
 
Ci siamo incamminati verso la piazza, non molto distante, in cui non c’è tanta gente, anzi è tutto parecchio tranquillo e piacevole.
“Allora Harry, non so praticamente niente di te tranne il tuo nome!”
“Non c’è molto da sapere su di me, mi chiamo Harry, di cognome Styles, ho diciassette anni e… Niente, vado a scuola e lavoro in una panetteria che odio, ecco tutta la mia vita.” Sorrido tristemente io, con lo sguardo basso ad osservare la punta delle mie scarpe. Mentre parlavo,i suoi occhi, invece, li sentivo puntati su di me, mi stavano studiando, osservando e io provavo una starna sensazione a sapere di essere guardato da lui.
“Io invece ho diciannove anni e lavoro per l’azienda di Giselle, vengo da una piccola cittadina sperduta e tutte le mattine per un anno, per venire a lavorare qui in zona, mi alzavo all’alba perché avevo due ore e mezza di macchina da fare, però amo il lavoro di interprete e lei è l’unica che mi ha offerto da subito un ruolo importante, così ho accettato malgrado la distanza. Con il tempo mi ha conosciuto meglio, adesso mi considera come un figlio, tanto che mi ha offerto vitto e alloggio per non farmi fare tutti quei chilometri al giorno.”
“Quindi Giselle è la donna che ho visto prima?”
“Esattamente”  Mi sorride Louis, poi abbiamo continuato a parlare del più e del meno, del motivo per cui odio la panetteria, gli ho raccontato realmente come mi sento e quello che sto vivendo e lui mi ha ascoltato pazientemente dicendomi che non si capacitava del motivo per cui gli altri non mi volessero, dato che lui con me si trovava bene. La serata passò in un attimo mentre ci raccontavamo di noi e così adesso ci troviamo davanti il cancello della casa in cui vive temporaneamente.
“Allora ci vediamo Harry, mi ha fatto piacere stare con te, ho anche il tuo numero, quindi nei prossimi giorni penso di scriverti” Louis parla con la sua calma e dolcezza che mi fa sentire bene, a mio agio.
“Certo, buona notte Louis”
“Notte.”
E con il sorriso più luminoso che io abbia mai avuto mi incammino verso la villa dell’amica di mia madre per raggiungerla e tornare a casa.
 
6 MESI DOPO
 
Io e Louis siamo amici, molto amici, ci vediamo quasi tutti i weekend e ci sentiamo per telefono tutti i giorni. Oggi vado da lui, ha detto che mi vuole portare in un parco bellissimo, fuori città.
Arrivo a casa sua e lui è già sul cancello che mi aspetta.
“Hey, spero di non essere in ritardo!”
“Sei perfetto, in tutti i sensi” Dice scherzosamente lui. E’ questo il bello (e caotico) della nostra amicizia. Lui fa battutine su di noi, su di me, ma lui non sa che io sono gay e che credo di essere particolarmente attratto da lui. Un giorno glielo dirò, devo solo trovare il momento giusto.
“Allora, andiamo?” Chiedo io sorridente “Certo”, mi risponde.
Dopo tre ore di viaggio arriviamo al parco di cui mi parlava Louis, è bello, poi io amo la tranquillità, la natura e questo sembra un posto magico, incantato, come quelli che sono descritti nelle fiabe.
Entriamo nel grande parco naturale e di tanto in tanto ci sono delle panchine su cui sono seduti degli innamorati, delle  persone che si scambiano affetto baciandosi dolcemente, certo non mi stupisco, è un posto molto romantico, ma di solito in un parco ci sono anche famiglie, invece qui, fin’ora, ho visto solo coppie. Decido di fare una domanda a Louis: “Come mai ci sono tutte queste coppiette?”
“Ehm, si ecco, vedi io, io ti ho portato qui perché devo dirti una cosa importante che potrebbe cambiare completamente le cose, in meglio o in peggio, non lo so..”
“Ti ascolto” Dissi sorridente, magari vuole dirmi che prova qualcosa per me.
“E’ tornata la ragazza di cui ti ho parlato, Claire, quella con cui sono stato assieme un anno e mezzo e poi l’ho lasciata perché mi ha tradito; dice che si è pentita. L’altro giorno mi ha scritto e ha detto che vorrebbe rivedermi e che posso scegliere un qualsiasi posto per rincontrarla. Avevo pensato a questo parco ma volevo un tuo parere, cosa dici?” Il mondo mi crolla addosso, io ci avevo sperato, creduto, avevo immaginato tutto quanto e come sempre ero rimasto deluso. Non deluso da lui, deluso dal fatto che non si fosse realizzato quello che la mia mente sogna tutti i giorni da sei mesi a questa parte.
Ricaccio indietro le lacrime fingo un sorriso e rispondo alla sua domanda: “E’ un posto bellissimo Louis, ma non la vedi e non la senti da circa un anno, lei ti ha tradito e tu, appena ti chiede di incontrarvi, la porti in un posto così speciale, non so, penso che non se lo meriti. In ogni caso devi fare quello che ti senti, la mia è solo un opinione.”
“Ma la tua opinione per me conta! Dici che è troppo? Forse hai ragione, è meglio se la porto in un bar vicino a casa..”
“Non voglio influenzare troppo le tue decisioni, ma penso che la seconda sia un’ idea migliore. Le persone non cambiano Louis e lei non si merita un posto del genere!”
“Ma è passato tanto tempo, magari si è pentita davvero.”
“Non lo metto in dubbio, forse ha realizzato quanto è speciale la persona che si è lasciata scappare.” Non so perché ho pronunciato quelle parole, mi sono uscite di bocca involontariamente.
“Grazie.” Risponde lui con lo sguardo basso, sembra un po’ imbarazzato, ecco un'altra cosa strana, se faccio io i complimenti a lui, arrossisce ed è imbarazzato, però, si prende tutta la libertà di farli a me senza avere nessun tipo di vergogna.
 
La giornata passò così, mentre parlavamo del più e del meno, fino a che non mi riaccompagnò a casa.
“Eccoci qui.” Dice lui sorridente quando parcheggia l’auto difronte casa mia.
“Grazie per la bella giornata.” Replico io e con la coda dell’occhio vedo che lui si sporge verso di me, non capendo cosa sta facendo giro la testa per vedere meglio, ma le nostre labbra si uniscono. Più che un bacio è uno sfioramento che dura neanche due secondi, entrambi ci ritraiamo contemporaneamente, io penso di essere paonazzo.
“Scusami volevo darti un bacio sulla guancia!” Si affretta a dire lui.
“N-no, scus- ehm scusami tu, sono io che ho girato la testa all’improvviso, ci sentiamo, ciao.”
“Ciao.”
Entro in casa, mille emozioni hanno pervaso il mio corpo, non so se ridere o piangere se essere felice o devastato. E’ stato solo un contatto, ma farei qualsiasi cosa per averne un altro. Non ho potuto assaporare le sue labbra, ho solo sentito la sua morbidezza e il suo profumo, nulla di più. Saluto distrattamente mia madre, non ceno nemmeno, vado direttamente in camera mia, mi distendo sul letto e con lo stomaco in subbuglio prendo sonno.
 
3 GIORNI DOPO
 
Non ho più sentito Louis dalla sera del ‘bacio’ in teoria oggi si è trovato con la sua ex, in un bar. Non perché io gli voglio del male, ma spero non si rimettano insieme, quella sgualdrina non se lo merita, lui mi ha raccontato come lo ha umiliato, tradendolo  con quello che una volta era il suo migliore amico. Era una tipa in cerca di popolarità e nient’altro, da quello che aveva detto Louis.
Mi arriva un messaggio, proprio da parte sua:
‘Hey, ho bisogno di parlarti, ti va di venire da me stasera?’
Adesso le mie preoccupazioni sono due:  A) che si sia rimesso assieme alla tipa. B) che non mi voglia più vedere per un periodo,  per quello che è successo.
‘Va bene, a che ora?’
‘7.30 PM ordino le pizze e ci guardiamo un film :)’
‘Ok, a dopo :)’
Ma non aveva detto che dovevamo parlare? Vabbè, vedremo.
 
(7.30 PM CASA GISELLE, DOVE VIVE LOUIS)
 
“Ciao riccio! Finalmente”
“Ciao! Allora, sei andato oggi pomeriggio?”
“Si è di questo che ti dovevo parlare, vieni, andiamo a sederci sul divano”
La mia agitazione/preoccupazione sta salendo notevolmente, sembra felice ed è bellissimo, ma questo molto probabilmente significa che ha sistemato le cose con la ragazza.
“L’ho incontrata, avevi ragione, le persone non cambiano, è sempre la solita biondina in cerca di attenzioni, così le ho detto addio.” Lo abbraccio di slancio, non so il motivo ma sento il bisogno di abbracciarlo, lui inaspettatamente mi accarezza con una mano i capelli e con l’altra la schiena, dopo un po’ che siamo in quella posizione faccio per allontanarmi, anche se resterei così per sempre, ma lui sorprendendomi ancora, stringe la presa e mi sussurra: “Restiamo così un altro pochino, ti prego.” Il mio cuore perde un battito, mille brividi lungo la schiena, ispiro il suo profumo e mi sento in paradiso, tra le braccia di un angelo.
Quando si separa da me restiamo comunque vicinissimi e mi sfiora una mano con l’indice e la osserva con un sorriso bellissimo sul volto, poi posa lo sguardo sui miei occhi alzando il capo, senza abbandonare il sorriso. Io sono pietrificato, mi sembra di sognare o di avere le allucinazioni.
“Sai, lei ha.. Lei ha provato a baciarmi oggi pomeriggio, ma quando le sue labbra piene di rossetto si sono appoggiate sulle mie, non ho provato niente,  il nulla. Con te, invece, l’altra sera, anche se non è stato un vero e proprio bacio ho sentito le farfalle allo stomaco e non esagero. Forse adesso mi odierai e non mi vorrai più vedere, ma questa è la verità, un tuo abbraccio riesce a darmi più emozioni di un qualsiasi altro gesto di un'altra persona.” Dice Louis tutto d’un fiato, in un sussurro che se non fossi stato così vicino, non avrei percepito. I suoi occhi sono velati da lacrime e continua a torturarsi le labbra. Non posso definire come mi sento in questo momento, lo stato in cui sono, non lo so. Mi limito a prendere la sua mano e a stringerla, per fargli capire che ci sono. Poi dico qualcosa che forse stravolgerà il nostro rapporto.
“A me piacciono gli uomini. E lo so più o meno da sempre. Scusami se non te l’ho mai detto ma avevo paura del tuo giudizio.”
“Io non ti giudico.”
“Adesso lo so, ma quando abbiamo iniziato a conoscerci no.”
Il campanello della porta suona, stacchiamo le nostre mani e lui va ad aprire dicendomi che sono arrivate le pizze che aveva già ordinato prima. Le appoggia sul tavolo in cucina e torna da me.
“Io non so se mi piacciono gli uomini o le donne. So solo che quello che provo con te non lo provo con nessun altro.”
“Per adesso penso possa bastare” Gli accarezzo una guancia e lui si avvicina a me, quando siamo a soli due centimetri di distanza mi sussurra dolcemente con la voce roca “Posso?” Rispondo con i fatti, chiudo gli occhi e faccio sfiorare le nostre labbra, mi stacco un pochino per vedere la sua reazione, è immobile, gli prendo la mano, appoggio la fronte alla sua e faccio incontrare di nuovo le nostre bocche, questa volta lasciandogli un leggero bacio. Ripeto l’azione per due, tre, quattro volte. Quei piccoli e innocenti baci a stampo mi fanno tremare il cuore. Poi lui, incastra la mano libera tra i miei capelli e approfondisce uno di quei baci, mi passa la lingua sulle labbra che io dischiudo, e avviene la magia. E’ un Bacio puro, inesperto, voluto e sentito. Dopo diversi minuti, quando ci stacchiamo, mi sorride raggiante e mi abbraccia.
“Hai fame? C’è la pizza di la” Afferma lui.
“Ho lo stomaco sottosopra e le gambe che mi tremano, non so se ho fame” Dico io facendo ridere entrambi.
“Già” Dice per poi baciarmi nuovamente.
“Se fai così non mi aiuti” Scherzo io. Lui, bellissimo come sempre va a prendere le pizze e le porta in soggiorno con due birre nell’altra mano.
“Sono le 20.30 devi nutrirti” Dice scherzosamente “ E poi ho fame anche io”
Dopo un po’ che mangiamo guardandoci negli occhi gli chiedo: “Mi fai assaggiare la tua?” e gli sorrido, come farebbe un bambino, perché non riesco a fare altro in questo momento. Lui appoggia lo spicchio che sta mangiando e fa per tagliarne un pezzo da quella intera appoggiata sul cartone, io prendo lo spicchio che stava mangiando lui e ne strappo un morso, lui mi guarda incantato.
“Buona!” Dico riappoggiando il suo pezzo di pizza dov’era prima.“Perché mi guardi così?” Continuo io.
“Perché sei bellissimo, e devo abituarmi a questi gesti, che sono stupendi”
“Come te.” Mi sporgo verso di lui e lo bacio a stampo.
La serata passa in un lampo, è tardi e devo tornare a casa, prima di andarmene lo bacio un’ ultima volta prima di dargli la buona notte.
Arrivo a casa e poco dopo mi arriva un messaggio da Louis.
‘Grazie, per tutto.’ Sono un po’ in panico, non so cosa rispondere, non vorrei scrivere una sciocchezza o essere ripetitivo.
Rispondo con un semplice cuore ‘♥’ che racchiude tutti i miei sentimenti, il mio amore per lui.
La mattina seguente mi sveglio, ovviamente di buon umore e scendo in cucina.
“Ciao mamma” Dico vedendola trafficare con pentole e bicchieri.
“Buongiorno Harold!” Mi guarda un po’ e poi: “Come mai così di buon umore questa mattina?”
“Mhh, non saprei” Trattengo a stento una risatina divertita e felice, lei sorride con me e poi mi chiede: “Per caso centra Louis?”
“Mamma!” Gli rispondo divertito.
“Chiedevo solo.. Allora?”
“Si” Dico un po’ imbarazzato abbassando la testa, lei sorride contenta e mi abbraccia.
“Sono così emozionata per te! Ma quindi adesso vi frequentate da più che amici?”
“Diciamo di si” Affermo mentre sono ancora tra le sue braccia.
“Come ‘diciamo’? O è si o è no!”
“Mamma, lo sai che sei una pettegola?! Comunque, penso che si, da oggi in poi saremmo più che amici, ma andiamo con calma, non voglio illudermi troppo”
“Ok, Mr. Razionalità, tanto si vede che sprizzi gioia da tutti i pori, ed è giusto così, per una volta, lasciati andare e sii te stesso, con tutte le tue emozioni.”
“Lo farò.”
“Bravo il mio piccolino.” Mi poggia un leggiero bacio tra i capelli e mi lascia libero da qull’abbraccio un po’ troppo stretto ma colmo d’affetto.
 
1 MESE DOPO
 
“Mamma! Io adesso mi preparo ed esco!” Urlo dalla mia camera.
“Ok, divertiti!” Mi risponde prontamente.
 
Un’oretta dopo sono davanti  casa di Louis con due cornetti al cioccolato dentro un sacchettino di carta, li avevo visti nella vetrina di una pasticceria e mi sembravano buoni  così li ho comprati. Era un’idea carina, dato che è domenica mattina e sono quasi le dieci del mattino.
Suono il campanello e mi apre Giselle.
“Ciao Harry, vieni, accomodati pure” Una volta entrato mi dice che Louis sta ancora dormendo e che se voglio me lo chiama ma io le rispondo: “Tranquilla,finisca di fare quello che stava facendo, lo butto giù io dal letto vista l’ora!” Lei ride di gusto e mi dice: “Ok, ma smettila dei darmi del ‘lei’, ti prego, mi fai sentire ancora più vecchia!” Sorrido e annuisco, lei riprende le sue faccende e io mi dirigo verso la camera di Louis, sempre con il sacchetto in mano, almeno non aveva fatto colazione quindi aver preso i cornetti era stata decisamente una genialata. Apro la porta e la richiudo dietro di me, lui è disteso su un lato tra l’ammasso di coperte che lo coprono, mi avvicino di più: il suo volto angelico e rilassato contro il cuscino, le gote leggermente arrossate e gli occhi chiusi. E’ senz’altro l’essere più bello e perfetto di questa terra. Mi siedo sul letto, appoggio la colazione sul comodino e abbasso un po’ le coperte che lo avvolgono fino a sotto il mento.
Gli accarezzo piano una guancia, poi sposto quei due o tre ciuffi di capelli ribelli che sono finiti davanti i suoi occhi stupendi. Lui si muove un po’ e sospira, io, involontariamente, sorrido. Continuo a sfiorarlo dolcemente e lui sussurra ‘Harry’. Non ha aperto gli occhi, non mi ha visto, forse ha percepito la mia presenza, al solo pensiero un brivido mi percorre la spina dorsale. Mi abbasso su di lui e gli appoggio un bacio sulla guancia, lui si sveglia, si stropiccia gli occhi, il tempo di mettere a fuoco chi sono e dove si trova e mi sorride.
“Buongiorno bell’addormentato” Gli dico ricambiando il sorriso.
“ ‘Giorno amore” mi dice con la voce più bassa del solito e impastata dal sonno, vede la mia reazione, mi ha chiamato amore, non l’ha mai fatto, sono felice ma anche un po’ sorpreso.
“Posso chiamarti così?” Mi chiede preoccupato.
“Certo, tu puoi chiamarmi come vuoi, poi mi piace ‘Amore’” Affermo io, lui torna tranquillo, si mette seduto, allora mi avvicino e gli lascio un bacio a stampo. Poi prendo il sacchetto che avevo appoggiato sopra il comodino e glielo mostro.
“Guarda che bravo fidanzatino che hai, ti porta la colazione a letto!” Lui si mette a ridere e mi dice: “Oltre al fatto che non sapevo di essere ufficialmente fidanzato, visto che nessuno me lo ha chiesto, si.. Sei la persona più dolce e perfetta che io conosca”
“Ah, così vuoi la dichiarazione?” Gli chiedo avvicinandomi alle sue labbra e poi gli dico “E perché dovrei farla io e non  tu?” Gli mordo dolcemente il labbro inferiore e lui sorride dicendomi: “Hai ragione!” Si alza dal letto, si inginocchia sul tappeto, mi dice di alzarmi e di mettermi davanti a lui e mi chiede: “Harold Edward Styles, vuoi diventare il mio fidanzato?”
“Lo voglio” Dico solennemente, poi scoppiamo entrambi a ridere, lui si alza da terra e mi abbraccia.
“Sembrava tanto una proposta di matrimonio” Scherzo io e lui: “Perché secondo te ti chiederei di diventare mio marito in pigiama? In camera mia tra l’altro?” Mi chiede fintamente offeso.
“Perché invece è accettabile se mi chiedi in queste condizioni di essere il tuo fidanzato ufficiale?”
“No, hai ragione, lo farò meglio, in un altro momento, ritiro la mia proposta”
“Non si può ritirare!” Lui mi stringe a se e mi bacia “Ah, no?” “No.” replico io per poi baciarlo a stampo.
“Ok, allora visto che sei il mio fidanzato ufficiale, voglio che tu abbia qualcosa di mio, così sono sempre con te.”  Vedo che si stacca una delle collane che ha al collo e me la fa indossare, è il ciondolo color ottone con un’ancora di colore nero, istintivamente la tocco e sento un groppo in gola, per me quello che ha fato è un gesto bellissimo e significativo.
“E’ un’ancora, tu sei ancorato al mio cuore, alla mia testa, a me.” Sentire queste parole mi fa scendere una lacrima che lui prontamente asciuga con le labbra, gli sorrido e lo abbraccio forte.
“Questo è il gesto più bello che potessi fare, è il fidanzamento ufficiale migliore del mondo e guai a te se ti azzardi a volerlo annullare!” Lui ride, ancora stretto a me, sento la sua pancia brontolare così decido di ricordargli che deve fare colazione, mangiamo i cornetti, che, come previsto, sono buonissimi.
Decidiamo che nel pomeriggio andremo a farci un giro da qualche parte, nel frattempo Giselle ci avvisa che esce per delle commissioni e noi continuiamo la nostra mattina a letto, tra il caldo delle coperte, facendoci le coccole e mostrandoci tutto l’amore che proviamo l’uno per l’altro.
 
Alla fine il mio principe azzurro non è entrato dalla porta di quella maledetta panetteria, non l’ho trovato tra i banchi di scuola, ma per la strada. E molto probabilmente è stato il destino, la fortuna o qualsiasi altra entità soprannaturale a farci incontrare.
Anzi, no, semplicemente, almeno una volta nella mia vita, mi sono trovato e sentito al momento giusto, nel posto giusto, con la persona giusta.





 











 
Spazio mio :)
Ahhhhhhhh ce l’abbiamo fatta! E’ stato praticamente un parto.
Ok, allora volevo farvi sapere che ho messo l’anima in quello che ho scritto, diciamo che mi rappresenta molto, per me è stato anche uno sfogo, lo stato d’animo di Harry all’inizio, è un po’ il mio in questo momento. Se siete arrivate a leggere fino a qui siete delle sante e vi amo tutte ♥
Mi piacerebbe sapere la vostra opinione, vi prego, per me è importantissima. Adoro scrivere ma ho sempre paura di non essere all’altezza, quindi se c’è qualcosa che non va, non abbiate paura, ditemelo pure, così cerco di migliorarmi c:
Eeeee niente, grazie per aver letto, spero di avervi trasmesso un briciolo di emozioni e che vi sia piaciuto il mio lavoro ♥
A presto bellezze :3 

  
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