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Autore: kamy    26/03/2013    2 recensioni
Partecipa al Challenge Think Angst.
What if e probabilmente anche AU che coinvolgono i personaggi di Dragonball Z. Una serie di scene particolarmente tristi e introspettive, perché il dolore può toccare tutti.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Set 02 - Luoghi
 
[Dragonball Z] Personaggio Vari/Pairing Vari

01. Vasca da bagno 

02. Camera da letto 

03. Pavimento  

04. Cucina  

05. Terrazzo 

06. Finestra

07. Vicolo

08. Soffitta

09. Macchina  

10. Giardino

COMPLETATE: 0/10




Capitolo 2 Scenari di tristezza

 

01. Vasca da bagno

Bulma appoggiò il capo sul bordo della vasca e chiuse gli occhi. Si allontanò la sigaretta dalle labbra ed espirò, dando vita a una nuvoletta di fumo, sentiva gli occhi bruciare. I capelli azzurri le aderivano al viso sudato, allargò le gambe facendo schizzare dell’acqua oltre il bordo di ceramica, facendola finire sulle piastrelle del bagno.

Bulma socchiuse gli occhi e guardò la nuvoletta di nicotina confondersi con il vapore. Si portò l’altra mano all’addome rigonfio e lo accarezzò.

“Ce la faremo anche senza quel bastardo di tuo padre, vedrai, Trunks” sussurrò con voce roca.

 

02. Camera da letto

Chichi era seduta sul letto, si avvicinò al viso la parte di sopra della tuta arancione. Affondò il viso nella stoffa e ispirò, singhiozzando. Le lacrime le rigavano il viso e qualche ciuffo le era sfuggito dallo chignon, aderendole al volto sudato. Digrignò i denti e strinse le ginocchia, arrossandosi la pelle pallida.

“Tu mi devi odiare, amore mio” mormorò. Abbassò la casacca e sollevò di scatto il capo.

“Come faccio?! Come faccio Goku?!” gridò. Appoggiò la casacca sulle ginocchia e si nascose il viso tra le mani, singhiozzando più forte.

“Sono incinta Goku, sono incinta” biascicò.

 

03. Pavimento

Chichi gridò e diede una serie di pugni sul pavimento, si cullò avanti e indietro tenendo la schiena curva. Singhiozzò e gridò, appoggiando il capo a terra.

Il padre le appoggiò la mano sulle spalle e la accarezzò.

“Su tesoro, devi farti coraggio” mormorò.

Chichi strinse le braccia al petto e si stese a terra a faccia in giù, singhiozzando più forte.

Yuma sollevò lo sguardo e osservò Gohan indietreggiare, sospirò e si passò la mano sulla fronte, spostando di lato l’elmo cornuto.

“Goku è morto da eroe” le disse e la figlia ululò di dolore.

 

04. Cucina

Crilin si voltò, strinse più forte il piatto con le mani coperte dai guanti di gomma gialla. Sorrise e piegò di lato il capo.

“Oh, Ten. Non ti aspettavo, cosa è successo?” domandò.

L’altro guerriero deglutì e strofinò le mani tra loro, chiuse due occhi su tre e sospirò.

“Lo sai che il maestro oggi veniva da me per insegnare ai bambini?” chiese con voce rauca.

Crilin si appoggiò al mobiletto sotto il lavandino e al bordo del lavabo.  

Tenshinhan guardò il suo grembiule rosa e si mordicchiò il labbro.

“Ha di nuovo importunato quelle di sesso femminile? Non aveva iniziato una via ascetica per smettere?” domandò Crilin.

Tenshinhan aggrottò le sopracciglia e sospirò di nuovo.

“Crilin, mi dispiace dovertelo dire io così, ma aveva una certa età. Si è addormentato sul bus e…” spiegò.

Crilin sgranò gli occhi, perse la presa sul piatto e questo finì a terra, spezzandosi in una serie di frammenti.

 

05. Terrazzo

Vegeta appoggiò il capo contro la parete della Capsule corporation e socchiuse gli occhi. Piegò di lato la testa e sollevò lo sguardo, osservando due stelle. Allungò una gamba sulla balaustra metallica dove era seduto e tenne l’altra piegata, stringendo il ginocchio con il braccio.

“Penso che tu non ne voglia parlare, ma sappi che Bulma era anche mia amica” sussurrò Goku. Mise le mani nelle tasche dei pantaloni arancioni e udì l’altro sospirare.

“Invecchieranno tutti e moriranno molti decenni prima di noi, Kakaroth, e questo vale anche per i nostri figli” rispose con voce roca il principe dei saiyan.

 

06. Finestra

Bulma appoggiò la mano sulla finestra sentendo il vetro freddo sotto i polpastrelli, le gocce di pioggia lo rigavano. Udì il rombo di un tuono, seguito da due fulmini biancastri. Si leccò le labbra, si piegò in avanti e sospirò. Appoggiò la fronte sulla finestra e chiuse gli occhi.

“Un cancro non è una cosa da niente bambina mia, dovresti ricoverarti” sussurrò con voce roca il padre.

La donna sorrise, rizzò la testa e scosse il capo.

“Me lo sono cercata con un pacchetto di troppo, papà, non ho nessuna voglia di sottopormi a terapie varie” ribatté.

 

07. Vicolo

 

“Mi sono stancato che tu sia sempre più forte in tutto, maledetta terza classe!” gridò Vegeta. Lanciò la lattina di birra e la fece cadere a terra con un tonfo, il liquido si sparse sull’asfalto.

Sssh, ti ricordo che siamo ricercati da questi maledetti mercanti” sussurrò Goku.

Il principe dei saiyan raggiunse il ragazzino, gli sfilò gli occhiali da sole che indossava e li spezzò a metà.

“Merda, non me ne fotte. Se tu non ti fossi fatto spillare tutti quei soldi…” sibilò. Le guance erano arrossate e le iridi nere erano liquide. Goku si passò la mano tra i capelli neri sentendo le ciocche dure sparate tutte nella stessa direzione.

“Guarda che anche tu ti sei fatto fregare” ringhiò. Udì un rumore, si voltò e guardò il muro che chiudeva il vicolo. Sospirò vedendo un gatto violetto.

Vegeta lo raggiunse con un colpo laterale della mano, gli occhi del Son si fecero bianco e ricadde in avanti.

Il più grande lo sbatté a terra, Goku mugolò sbattendo gli occhi. Vegeta ghignò.

“Ora te la faccio vedere” biascicò.

Goku sentì il suo alito puzzare d’alcool.

 

08. Soffitta

 

Genio si sedette su una cassa, i pantaloni colorati si sporcarono di polvere, annerendosi. Tossì un paio di volte e gli occhi gli si arrossarono. Si sfilò gli occhiali da sole e si avvicinò al viso la fotografia in bianco e nero, strinse il bordo di legno e sorrise. Si morse un labbro e accarezzò l’immagine al centro.

“Maestro, scusa se vengo poco a trovarti” mormorò. Abbassò il capo, osservò una ragnatela su un cuscino rosso e lo strato di polvere sulla candela mezza sciolta appoggiata davanti e attaccata per la cera solidificata allo strato sottostante delle piastrelle.

“Sono fatto così, non sono nemmeno ancora riuscito a dire addio al mio povero Gohan. Sai, era un allievo così promettente, ti sarebbe piaciuto”. Aggiunse con voce roca.

 

09 Macchina

 

Goten si appoggiò allo schienale della macchina volante e chiuse gli occhi. Lasciò ricadere la mano sulle gambe e avvertì gli occhi pizzicare.

“Gohan…” mormorò. Batté un paio di volte le palpebre, aggrottò le sopracciglia e appoggiò le mani sul volante.

< Non sei diverso da papà, mi hai abbandonato esattamente come lui alla fine >. Premette la frizione, accese girando la chiave e mise la prima. Singhiozzò, gli occhi neri erano arrossati e digrignò i denti.

< Era così terribile essere stato svergognato come ricercatore? Ti parevo un motivo per valide ammazzarti?! >. Le lacrime gli scivolarono lungo le guance, strinse il volante e accelerò. Mise la seconda, inspirò ed espirò un paio di volte. Riprendendo fiato a fatica.

 

10. Giardino

“Era qui che tua madre passava quasi tutto il suo tempo, le piaceva coltivare le piante” sussurrò il signor Briefs.

La bambina si diede la spinta e si mise in piedi, strofinò le mani tra loro e si voltò.

“È vero che ti sposi di nuovo? Non ami più la mamma?” domandò.

Lo scienziato le si avvicinò e si piegò in avanti. Si rigirò tra le dita un baffo color glicine con una mano e appoggiò l’altra sul capo della figlia. Il gatto nero sulla sua spalla miagolò e dimenò la coda.

“No, ma io non posso occuparmi di te, piccola mia. Vedrai, Bunny ti piacerà come nuova mamma” disse l’uomo. Si rizzò, la bambina singhiozzò e lo spinse con entrambe le mani.

“Io voglio la mia mamma!” gridò Bulma.

  
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