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Autore: germangirl    26/03/2013    7 recensioni
Al rientro da Parigi, Castle trova una busta contenente una copia di Casino Royale e decide di raccontare a Martha una storia che avrà risvolti interessanti.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Mum, there’s something I wanna tell you

Martha osserva incuriosita e ammirata suo figlio. Lo guarda come se fosse un eroe, perché per lei è così: questo figlio strampalato, ma dal cuore enorme, ha
attraversato l’Oceano Atlantico ed è andato a Parigi a riprendersi la sua bambina. Del resto, that’s what fathers do. Adesso, questo suo figlio adorato, le vuole raccontare una storia, forse legata a quello strano pacco che è arrivato per lui stamattina.

Nel frattempo, mi siedo alla tavola traboccante di cibo, proprio come l’atmosfera che ci circonda è traboccante d’affetto. Ci ho messo un po’, ma alla fine non ho resistito all’uragano Castle & Co., un uragano che ha spazzato via quel muro che mi ero faticosamente costruita dopo la morte di mia madre. Le parole di Rick hanno incuriosito anche me, mentre Alexis osserva suo padre con un’espressione strana, come se sapesse già dove vuole andare a parare. Deve essere legato a quanto è successo in Francia, ma il collegamento fra Casino Royale, Parigi e Castle al momento mi sfugge.

“Mamma, la storia che voglio raccontarti risale a diversi anni fa. Una mattina mi hai accompagnato in biblioteca, avrò avuto una decina d’anni. Naturalmente me ne sono subito andato in giro per conto mio. Il settore dei libri per bambini già non mi interessava più, così ho cominciato a girovagare per tutto l’edificio. A un certo punto, un signore distinto mi ha consegnato questo libro, dicendomi che mi sarebbe piaciuto. Aveva ragione. E’ proprio leggendo la storia di James Bond che ho capito che da grande avrei fatto lo scrittore di gialli”.

“Richard, non capisco cosa c’entri James Bond adesso… sei sicuro di stare bene, kiddo? Forse sono ancora i postumi del jet lag…”

Rick ha un modo speciale di raccontare le storie, starei ad ascoltarlo per ore. Però il mio istinto di detective mi dice che dietro tutto questo c’è ben altro. Senza volerlo aggrotto le sopracciglia, come sempre mi succede quando sto pensando a qualche teoria. Alexis, invece, sorride affettuosamente a suo padre, al suo supereroe.

“Sto bene, mamma, anzi, Alexis e io stiamo bene proprio grazie all’uomo che mi ha mandato questo libro.”

La donna lo guarda sempre più incuriosita e a questo punto anche io pendo dalle sue labbra.

“Mamma, a Parigi ho conosciuto mio padre”.

Lì per lì, lei scuote la testa, di sicuro penserà che suo figlio si sia inventato l’ennesima storia sull’identità del padre, ma voltandosi verso Alexis, vede la nipote che annuisce. Accidenti, a questo proprio non avrei mai pensato.

“Richard, cosa….”

Martha impallidisce, così Rick la invita a sedersi, poi ci racconta tutti i fatti avvenuti a Parigi, intimandoci di non farne parola con nessuno visto che sono coinvolti i Servizi Segreti. Vedo la donna commuoversi e trattenere a stento le lacrime quando Castle le dice che, in tutti questi anni, suo padre ha sempre vegliato su di loro.

“Sai, mamma, mi ha detto che è sempre stato fiero di me”, aggiunge con la voce incrinata dalla commozione.

Accarezzandogli il volto, lei gli dice: “Oh, kiddo, come potrebbe non esserlo? Sei il dono più grande che io abbia mai ricevuto e deve essere lo stesso anche per lui.”

Che donna, Martha! Dentro di lei ci deve essere uno tsunami di emozioni, eppure il grande amore che prova per il figlio, per questo figlio fortemente voluto e che ha cresciuto da sola, nonostante tutto, le ha fatto trovare le parole giuste da dire a questo uomo imponente, apparentemente indistruttibile, ma che dentro di sé nasconde un bambino fragile. Guardo Martha e Rick che si abbracciano e mi asciugo una lacrima che non sono riuscita a trattenere. Nel frattempo, Alexis mi prende per un braccio dicendomi: “Andiamo, Kate, papà e la nonna hanno bisogno di un abbraccio familiare!”

Così ci ritroviamo tutti e quattro avvolti gli uni negli altri, finché Martha si riprende e ci ordina di sederci a tavola: è il momento di festeggiare il ritorno di Alexis, a tutto il resto penseremo poi.

Dopo colazione, nonna e nipote vanno a riposare, così finalmente ho un po’ di tempo per stare con Rick. Dio, quanto mi è mancato. E quanto mi ha fatto preoccupare questo dannatissimo uomo. Lo vedo che rassetta la cucina con lo sguardo perso nel vuoto. Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro. Rilascia un respiro che, probabilmente, non si era accorto di aver trattenuto e mi dice: “Kate, ho conosciuto mio padre. Ci credi? My dad’s a spy!”

Sorrido al pensiero di quante teorie si è costruito negli anni sull’identità di suo padre e di quante volte ha citato la CIA e le varie cospirazioni a sostegno delle sue supposizioni relative alle indagini. E ora viene fuori che suo padre è davvero una spia. Lo faccio voltare verso di me e gli chiedo: “Rick, come stai? Ho temuto che avrei perso te e Alexis…”

“Non ti preoccupare, Kate, sono tornato sano e salvo. Non ti libererai facilmente di me!”

“Promettimi che non farai mai più niente del genere senza di me.”

“Te lo giuro, mai più. Fatti stringere, Kate Beckett, mi sei mancata.”

“Anche tu, Castle, ti amo”

All’inizio, non mi rendo conto di quanto ho detto. O meglio, me ne rendo conto, ma averlo detto mi fa provare una sensazione estremamente piacevole.  Rick, invece, deve essere rimasto sconvolto, perché si allontana dal mio abbraccio e mi guarda con un’espressione contemporaneamente stupita, scioccata e felice.

“K-Kate, c-cosa hai detto?”

“Ho detto che ti amo, scrittore. Cosa pensavi, che stessi con te solo per il tuo bel faccino e le tue doti amatorie?” Cerco di sdrammatizzare, ma capisco che le mie parole lo abbiano colpito.

Scoppia a ridere e mi dice: “Oh di quelle non ti puoi certo lamentare! Kate Beckett, ti amo anche io. Più della mia vita.”

Ci abbracciamo di nuovo, poi il mio Rick (oh, suona proprio bene…) sbadiglia: tutta la tensione accumulata in questi giorni sta svanendo piano piano.

“Castle, fila a letto. Devi dormire”

“No, Kate, non mi va… rimani con me” e a sostegno della sua richiesta sfodera il suo sguardo da cucciolo notoriamente brevettato. Ma oggi non attacca. Ha davvero bisogno di riposare e io devo tornare al Distretto.

“Rick, ci vediamo stasera. Adesso tu hai bisogno di stenderti e poi di passare un po’ di tempo con tua madre e tua figlia. Torno presto.”

“Promesso?”

“Promesso.”

Mi accompagna alla porta, mi abbraccia di nuovo, mi stampa un bacio sulle labbra e mi sussurra in un orecchio “a dopo, amore mio”. Gli sorrido e mi chiudo la porta alle spalle. Dunque, ricapitoliamo quanto è successo nelle ultime ore: Rick ha riportato Alexis a casa dopo che era stata rapita, ha incontrato suo padre per la prima volta e ha scoperto che è una spia e io gli ho detto che lo amo. Accidenti, che giornata…


Nota dell'autrice: che dirvi, l'episodio doppio di questa stagione mi ha obnubilato il cervello, così, dopo aver scritto sulle conseguenze del suddetto episodio per il cast, ecco che mi è venuto in mente un finale più completo rispetto a quanto abbiamo visto.
Grazie come sempre a Lanie_Paciock, che, benedetta creatura, si guadagnerà il paradiso a forza di sopportarmi. E grazie a chi di voi è arrivato fino qui.
Baci,
Germangirl


  
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