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Autore: Ceci Princessofbooks    13/10/2007    9 recensioni
Vegeta, giovane principe senza popolo tormentato dal desiderio di vendetta e dalla solitudine,viene mandato sulla Terra per raccogliere informazioni su dei particolari oggetti dai grandi ed inimmaginabili poteri: il suo scopo è confondersi con i terrestri,nascondendo la sua identità finchè non avrà portato a termine la prima parte di un' enorme e terribile macchinazione...Ma una volta giunto sul pianeta, il guerriero incontrerà una persona :Bulma, ragazzina tutto pepe la cui monotona vita verrà scossa dall'arrivo dell' oscuro ragazzo. E mentre il principe porta avanti la sua recita,qualcosa inizia a cambiare:finalmente conosce una vita senza guerra,senza sangue,senza vendetta ,e con qualcuno che può davvero strapparlo al suo passato:Vegeta,forse, non è più solo. Ma cosa succede quando la missione arriva al suo termine? E se ora il principe non volesse più abbandonare la Terra,e tutto ciò che rappresenta?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salute a tutti voi,cari lettori, dalla vostra imperdonabile autrice

 

Salute a tutti voi,cari lettori, dalla vostra imperdonabile autrice! Lo so,il mio ritardo è pressoché indecente,e non ho scuse per la mia infinita pigrizia…non sapete quanto mi dispiace! ( Non sono sadica,o almeno non arrivo a questi inenarrabili livelli di crudeltà,quindi sappiate che ci ho messo tre ere geologiche ad aggiornare solo perché volevo sfornare qualcosa di veramente carino per voi!).

Il ogni caso, come pegno per la vostra pazienza,avete il diritto di punirmi,scegliendo tra le seguenti modalità:

-Fustigazione

 - Lapidazione

 -Crocifissione

 - Visione continua di tutta la serie completa in DVD dei Tele Tabbies (se volete farmi davvero del male,scegliete questa…ma non potete essere così malvagi!)

 Insomma,potete farmi davvero di tutto,ma per favore,lasciatemi una recensioncina,anche solo per vedere fino a che estensione arriva il vostro elenco di epiteti… Grazie comunque a chiunque vorrà leggere la mia storia, e vi assicurò che tenterò di essere più veloce…quindi forza,compiacetemi!

 Buona lettura,e Ciaociao da Ceci!

 

-Fuoco ed ebano-

“Il fiele che gli avvelena l’anima sono le lacrime che non ha versato…”

 

La placida pianura, circondata da un anello di alberi dalle chiome frondose, era ammantata della fredda e vellutata ombra della notte.

Lontano, oltre gli intricati e nodosi tronchi del bosco, il colle su cui si inerpicava il centro della città si stagliava fosco contro il cielo di un nero profondo e senza stelle.

L’intera foresta era immersa dal silenzio più assoluto, appena incrinato dal timoroso stormire del vento tra i rami protesi verso l’alto e dall’urlo lontano di qualche uccello.

Improvvisamente, una lama di luce illuminò la densa e cupa volta celeste, e un rombo assordante scosse la radura, facendo fremere gli alberi. Una figura dai riflessi metallici apparve in mezzo alla pianura, mentre nel cielo si sollevavano contorte volute di fumo opaco e sibilante.

Uno scoiattolo spaventato saettò sull’erba, andando a perdersi nei meandri della foresta, e rompendo per un momento l’innaturale silenzio che era calato sulla scena come una cappa opprimente.

La porta della navicella si aprì lentamente, proiettando sulla radura la fredda luce dell’abitacolo. Un calcio stizzito la sbatté a terra, facendola rimbalzare con un clangore metallico, e una figura ammantata di nero si erse dall’astronave,  stagliandosi contro la metallica luminescenza lunare.

Vegeta si sollevò lentamente dal cratere ancora rovente, facendo scorrere lo sguardo sul luogo dove era atterrato: la brezza leggera gli faceva volteggiare attorno i vestiti, e la luna accendeva i suoi occhi scuri di riflessi argentei; sotto di lui, la consolle della monoposto continuava a pulsare mestamente.

Chiuse gli occhi, inspirando profondamente l’aria fresca della notte: da quanto tempo non sentiva più il dolce profumo della sera, la carezza del vento, il freddo leggere che penetra piacevolmente nelle ossa? Da quanto non respirava altro che l’aria trattata chimicamente della base di Freezer, perennemente intrisa dell’acre odore del metallo e del sangue?

Sicuramente troppo.

Con un movimento circolare tornò a terra, premendo sullo scouter il tasto della chiamata:l’apparecchio gracchiò, e poco dopo una voce burbera gli rispose dall’altra parte.

-Chi è?- biascicò l’alieno.

Il ragazzo si sforzò di assumere il tono di voce freddo e controllato con cui era conosciuto-Sono il Principe Vegeta, volevo comunicare al grande Freezer che sono arrivato sul pianeta e non registro nessun imprevisto. Domani darò inizio alla missione che mi ha affidato .-.

Gia, la missione:l’ennesimo compito affidatogli da Freezer, come da dieci anni a quella parte, da quando il suo mondo gli si era frantumato sotto ai piedi, facendolo scivolare in quell’inferno che sapeva di morte e solitudine.

-Va bene, il grande Freezer riceverà la comunicazione. Aspettiamo i tuoi aggiornamenti- rispose burbero l’interlocutore, con una nota di sufficienza nella voce che fece impercettibilmente fremere Vegeta.

- Senz’altro- assicurò a denti stretti, chiudendo con uno schiocco secco la comunicazione.

La radura cadde di nuovo nel silenzio, rotto solo dall’urlo di qualche uccello notturno.

Cercando di ignorare l’amaro in bocca che lo attanagliava ogni volta che pensava a Freezer e alla base quando era in un altro pianeta, il principe sfilò dalla tasca l’astuccio delle capsule, prendendone una e pigiando sul pulsante bianco:una tenda simile a quelle dei campi di battaglia apparve davanti a lui, illuminandosi dei riflessi opachi che mandava una piccola lampada al suo interno.

Il principe non si stupì neppure, e non stette a chiedersi come fosse possibile: entrò all’interno dell’angusto rifugiò e si lasciò cadere sul pavimento sintetizzato, incurante degli insetti, del fatto che non conoscesse nulla di quel luogo, che il giorno dopo avrebbe dovuto cominciare una recita in un mondo quasi del tutto sconosciuto.

Era stanco:stanco di quella vita, stanco di essere l’unico a non aver ancora perso quella dannata e malsana speranza che rendeva ancora più insopportabile la staticità della sua situazione, di essere l’ultimo rudere di una civiltà cancellata dall’universo…e stanco di continuare a tenere ai limiti della coscienza la sua più grande paura, quell’assillante domanda che lo logorava da dentro.

E se questa vita durasse per sempre?

 

***

 

Bulma represse uno sbadiglio, chiedendosi come mai le lancette dell’orologio avevano improvvisamente deciso di muoversi al rallentatore.

Erano solo all’iniziò della terza ora, ma già sentiva la noia sopraffarla completamente.

D’altronde, doveva ammettere che era da un po’ di tempo che sentiva una strana sensazione incomberle sopra, come un velo che ricopriva ogni momento della sua giornata e la soffocava: la noia.

La sua vita era semplice, con una bella casa, degli amici, la scuola e una carriera già dischiusa davanti a sé:era già tutto pronto, tutto scritto, e aveva la brutta sensazione che non ci fosse lo spazio perché potesse scrivere da sola il proprio destino…

-Giornata dura anche oggi,eh?-borbottò Alkmena riemergendo dal suo zaino con il libro di storia in mano.

- Eh già, oggi sono proprio depressa- sbadigliò Bulma, aggiustandosi svogliatamente il fiocco rosso dell’uniforme –e certo tutte queste lezioni non aiutano…-.

- Non posso darti torto-sospirò l’altra, sistemandosi la massa di capelli biondo miele dietro l’orecchio e fissando i suoi profondi occhi color muschio in quelli azzurri dell’amica –C’è qualcosa che non va, Bulma? Normalmente sommergi chiunque di parole, invece oggi mi sembri molto strana…vuoi parlarmi di qualcosa?-.

La ragazza mandò un impercettibile sbuffo;era incredibile come Alkmena riuscisse sempre a capire quando non le aveva detto tutta la verità:ai più dava l’impressione di essere molto intelligente ma anche molto svagata, ma la verità era che semplicemente non riteneva di fondamentale importanze quelle che definiva “incombenze pratiche”, come stare a sentire una conversazione dall’inizio o controllare che la cioccolata calda non si rovesci completamente sulle dita.

Per il resto, Alkmena era comunque una ragazza molto intelligente, e sapeva capire quando la sua migliore amica rimuginava su qualcosa.

Stava per risponderle con una negazione tanto decisa quanto poco convincente, quando il professor Newhope fece il suo ingresso in aula, riportando il silenzio sulla classe.

-Buongiorno ragazzi –salutò l’uomo, posando la valigetta di pelle nera sulla cattedra di mogano con le bianche dita nervose.

-Buongiorno professore-salutò il solito coro svogliato di voci.

Bulma si sistemò meglio sulla sedia, preparandosi a due inesorabili ore di matematica e cominciando a disporre con lentezza esasperante i quaderni sul banco.

-Oggi c’è una novità -cominciò il giovane insegnante, sistemandosi gli occhiali rettangolari sul naso aquilino e avvicinandosi alla porta – si tratta di un nuovo studente: è appena arrivato da una piccola cittadina dall’altra parte del paese, e ancora non conosce nessuno;spero quindi che lo tratterete con gentilezza e cercherete di farlo sentire a suo agio. Entra pure – concluse, facendo segno di avanzare a qualcuno oltre la porta.

Il chiacchiericcio, che stava tranquillamente ricominciando, si fermò di botto quando un’ombra scura scivolò nella classe.

Con passi lenti e cadenzati, simili a quelli di una fiera che si aggira in un territorio ostile, lo sconosciuto davanti agli studenti, mentre un coro di mormorii serpeggiava tra i banchi.

Bulma si fermò improvvisamente, fissando lo sguardo sul nuovo venuto:c’era qualcosa di strano in lui, di diverso, come se fosse nel posto sbagliato, come se in lui ci fosse qualcosa di vibrante e nascosto che ancora non riusciva ad isolare.

Eppure, il suo abbigliamento non aveva niente di sconcertante: una maglia rossa dai riporti gialli, dalla quale scendevano le maniche a righe color canarino, fasciava il busto asciutto; Un paio di scarpe da tennis rosse spiccava sotto gli slavati jeans azzurri, e una borsa a tracolla blu cobalto poggiata indolentemente sulla spalla attraversava la sfolgorante V gialla cucita sulla maglia.

Ma i tratti duri e seri,di una bellezza austera e algida che pareva scolpita nel marmo,  la fiamma di capelli corvini, il fisico minuto e atletico, e gli occhi ,scuri e profondi come mari di letale e magnetico fascino, lo facevano sembrare fuori posto, una creatura potente e lontana imprigionata nel corpo di un liceale…

-Vegeta,vuoi dire qualcosa ai tuoi nuovi compagni di classe?-chiese il professore, riscuotendosi dal timore reverenziale che sembrava aver soggiogato anche lui.

Il nuovo venuto scoccò un’occhiata obliqua all’insegnate, e a Bulma sembrò che per un attimo i suoi occhi insondabili venissero attraversati da un lampo di gelido rimprovero; subito il ragazzo riportò lo sguardo sulla classe, mentre quella strana luce veniva nuovamente ingoiata dalle iridi color della notte –Il mio nome è Vegeta,  Principe Vegeta- cominciò, e la sua voce, seppur alta e soggetta all’irregolarità tipica della pubertà, aveva una marcata inflessione autoritaria e controllata – ho sedici anni,e mi sono appena trasferito qui. Vengo da un piccolo paese a Nord del paese, e non ho ancora visto niente del posto.- Forse fu solo un’espressione, ma a Bulma sembrò che anche in quel discorso ci fosse una nota stonata, come se quelle parole appartenessero ad un discorso rigido e già impostato che non apparteneva minimamente a quel ragazzo dalle pupille d’ebano.

-“Principe Vegeta”…intendi dire che di cognome fai Principe, no?-chiese il professore, lanciando una risatina nervosa .

-Ovviamente- rispose a denti stretti Vegeta, posando nuovamente sull’uomo uno sguardo obliquo, e quegli occhi sembrarono bruciare di nuovo di un disprezzo tanto autoritario quanto immotivato.

-Ah…ehm, bene, puoi sederti laggiù in fondo,vicino alla finestra, e sei hai bisogno di qualcosa, chiedi pure a Bulma,la nostra rappresentante di classe!- si affrettò a spiegare l’insegnate indicando la ragazza, intimorito dalla prospettiva di incrociare di nuovo i suoi occhi con quelle fiamme oscure e incandescenti.

Con la stessa camminata flemmatica e guardinga, tenendo gli occhi alti e fieri sopra le teste dei ragazzi sempre più esterrefatti e incuriositi, il ragazzo si diresse verso il suo nuovo banco, ignorando i mille sussurri che arrivavano al suo udito finissimo.

Stava per oltrepassare impunemente Bulma, quando la ragazza scattò in piedi, tendendo la mano e recuperando la sua solita disinvoltura – Piacere, io sono Bulma Briefs- si presentò con un largo sorriso,mentre Vegeta si avvicinava al suo banco –molto onorata di fare la tua co…-le parole le morirono in gola. Senza nemmeno elargirle un’occhiata, il ragazzo aveva continuato a camminare col suo passo regale e cadenzato, come se non fosse abituato ad ascoltare le persone intorno a sè.

Indignata,mentre le gote le si tingevano di un rosso furioso, la giovane lo agguantò per una spalla –Ehi, tu, potresti alme…-.

Lui si girò, catturando le pupille azzurre della ragazza. E il tempo si fermò.

In un istante, Bulma vide in quei mari neri e tumultuosi il riflesso di mille battaglie, di ricordi violenti e crudeli  che non appartenevano alla sua età, di un universo oscuro e lontano, e l’ombra di un potere antico e regale, una forza ancestrale e inumana .

Bulma distolse lo sguardo, trasalendo:era stato un attimo, un battito di ciglia, eppure, guardando quel ragazzo aveva provato un brivido, le si erano spalancati davanti universi bui e sconosciuti.

Mentre il giovane andava a sedersi come niente fosse, la ragazza si accasciò sulla sedia tremante, mentre il silenzio ovattato che aveva circondato in quegli istanti il mondo esterno si diradava pian piano: in quello sguardo aveva percepito qualcosa, un misto di forti e contrastanti emozioni, una rabbia e un dolore che ribollivano fameliche nelle profondità di quelle pupille di selce, in quei ricordi così vividi e sconosciuti, quasi potesse essere stata scottata da quel contatto.

In quegli occhi, aveva visto l’inferno.

 

 

Ecco fatto! Allora cosa ne dite del mio nuovo lavoro? (sono sicura che sarete tutti affascinati ed entusiasti,veroooo?) Io spero proprio di sì,e se vorrete darmi il vostro parere sono tutta orecchi! Ma a proposito,ora posso dedicarmi ad un’ attività che rifulgeva nei miei sogni da tempi immemorabili: la risposta alle recensioni (anche se con due mesi di ritardo…)! Bene,cominciamo subito:

 

Heleamicachipss: Grazie per i complimenti,ADORO l’aggettivo intrigante… continua a seguirmi,un bacione!

 

Bulma_89: Grazie anche a te, ho fatto una ruota dalle dimensioni immani quando ho visto la tua recensione…davvero pensi che io scriva bene? Bè,sai che non c’è complimento migliore da rivolgere ad uno scrittore! Un bacio anche a te,spero di vedere qualche altra tua recensione!

 

Kikka@93: addirittura commossa dalla mia bravura?!? Mamma mia,sto spopolando! A parte le mie uscite dementi, sul mio viso si è aperto un sorriso a cinquantadue denti quando ho letto il tuo commento…se non hai deciso di punirmi con il silenzio,ti prego,dimmi cosa pensi di questo capitolo! Un abbracciane (oggi vado con gli alterati,vabbè…)

PS:Ahi ragione,Veggie è assolutamente impagabile! Lo adoro quando è tormentato ( è vero che lo adoro anche quando si lava i denti,ma questi sono particolari…)

 

BULMA_007: Ah,sono davvero contenta che l’idea ti piaccia! E che ti piaccia il mio stile! E che abbia scritto tutte quelle cose carine! Questo è il mio modo a dir poco eccentrico per ringraziarti,la tua recensione mi ha fatto davvero piacere! E se me ne lascerai un’altra sarò ancora più felice (non è un ricatto,giuro…) in ogni caso,un bacione,e continua a seguirmi!

 

aras: ed eccolo qui,dopo immani fatiche e terribili prove,il seguito! (sì,vabbè,della serie “non ci montiamo la testa”,mi raccomando…) In ogni caso,lasciando perdere i miei diverbi con il subconscio,mi dispiace di averti fatto aspettare tanto,ma mi piacerebbe molto sapere cosa pensi di questo chap! Un bacione,e Ciaociao da Ceci!

 

E infine,un grazie speciale a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra i preferiti.

E hanno strenuamente aspettato i miei comodi:

 

grazie tantissimo!

 

Bene,ora vi lascio davvero,ma voi non dimenticatevi di recensire, mentre io cercherò di sveltirmi con il prossimo chap….anche se devo ancora decidere bene cosa far succedere esattamente…ehm ehm ehm…Insomma,abbiate fiducia,e ovviamente Ciaociao da Ceci!

 

 

   
 
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