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Autore: Sharon98    26/03/2013    1 recensioni
Erano passati ben 85 anni.
Damon e Stefan avevano trovato la cura. Dopo averla somministrata ad Elena se ne andarono, senza lasciare traccia, per farle avere la vita che desiderava: Una casa, dei bambini e un marito. Klaus girava il mondo al fianco di belle donne e di tanto in tanto mandava qualche ibrido a prendere il sangue della Gilbert. Elena, così, si sposò con Matt e insieme ebbero una figlia, Shaila e due nipoti gemelle: Lexi, sfacciata e viziata, e Claire, dolce e gentile, identica, nel vero senso della parola, a sua nonna da giovane. Matt ed Elena invecchiarono vedendo le loro nipoti crescere belle come rose, ma Matt fu colpito da un infarto e morì, lasciando Elena sola e..leggete la mia storia, ne vale la pena ve lo assicuro e se volete lasciate una piccola recensione. Grazie tante.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non appena il mio cervello iniziò a connettere, pensavo a vari modi per uccidere Damon. Le mie mani riacquistarono sensibilità e portai la sinistra sulla testa, dolorante. Mi alzai sui gomiti, scostando il pesante lenzuolo rosso, e osservai la grande stanza dove mi trovavo. Non era la mia camera. Il letto era matrimoniale, a baldacchino. Sedetti a gambe incrociate e mi guardai intorno. Misi i piedi a terra e, sulle punte, mi avvicinai alla porta.
<< Non potevo lasciarla andare Bonnie! >>
Sussurrò Damon.
<< Ma nemmeno addormentarla! >>
<< Cos’altro avrei dovuto fare? Accompagnarla personalmente da Klaus e aiutarlo a prosciugarla? >>
Rabbrividii al pensiero.
<< Rassicurarla e dirle che le avresti riportato sua sorella il prima possibile! >>
Ripensai a Sasha e, senza pensarci,chiusi la porta a chiave, mi avvolsi con il grande e pesante cappotto di Damon poggiato sul letto,indossai le mie scarpe da ginnastica rosse e mi avvicinai al bordo della finestra. Era abbastanza alto. Sedetti con le gambe penzolanti e chiusi gli occhi, respirando a pieni polmoni, l'aria era gelida, il vento soffiava abbastanza forte, i miei capelli neri svolazzavano nell'aria, scostai una ciocca dalla bocca e guardai di nuovo in basso, rabbrividii. Sentii la voce di Damon abbastanza vicina e, cercando di non pensarci ,saltai giù nel vuoto. Piombai a terra a faccia in giù, ringraziai il Dio di non essermi fatta nulla, mi rialzai e mi ripulì . Presi a correre velocemente per il bosco, isolato dal nulla. Non sapevo dove mi stavo dirigendo, così mi fermai per respirare. Mentre mi guardavo attorno, sentii qualcosa muoversi. Alzai la testa di scatto, mi guardai intorno velocemente e ripresi a correre. Andai a sbattere contro qualcosa di duro e caddi a terra. Speravo non fosse Damono sarebbe stato tutto inutile. Quando riaprii gli occhi vidi delle scarpe marroni davanti a me. Alzai gli occhi e colsi il sorriso sghembo di Klaus.
<< Sexy. >>
Osservai il mio abbigliamento. Indossavo solo una sottoveste trasparente. Arrossii e mi chiusi nel grosso cappotto. Klaus mi porse la mano, esitai, lui guardò altrove senta ritirarle, alla fine la presi. Mi sollevò con tutta la sua forza e mi prese tra le sue braccia. Mi mantenni alla sua camicetta in cotone per non perdere l’equilibrio, mentre correva così veloce da farmi venire la nausea. Arrivammo davanti una grotta. Doveva essere la cripta. Mi portò al suo interno e scendemmo silenziosamente per il lungo corridoio che conduceva in una stanzetta. Fui sorpresa quando vidi Sasha seduta tranquillamente sul tavolino posto al centro della stanza. Aveva i lunghi capelli spostati da una sola parte e masticava una gomma guardando la schermata del suo cellulare. Klaus sorrise ampiamente e mi ripose a terra.
<< Sasha? >>
Feci incredula.
<< Heylà. >>
Rispose lei senza spostare lo sguardo dal suo cellulare. Mi infuriai e strinsi i pugni.
<< Sei qui tutta tranquilla mentre io stavo per morire di infarto? >>
Lei sorrise e smise di masticare guardandomi.
<< Ma come ti sei vestita? Devi fare un filmino porno? >>
Scoppiò a ridere, ma io continuavo a fissarla.
<< Andiamo a casa. >>
Le imposi avvicinandomi.
<< Che scherzi? Io partirò con il mio Klaus. >>
<< C..c..cosa? >>
Balbettai infuriandomi.
<< E non saremo soli cara, ci accompagnerai, non preoccuparti. >>
<< Che palle. >>
Sbuffò Lexi. Spalancai gli occhi.
<< Ma io non voglio andarmene! >>
Urlai. Klaus si avvicinò a Sasha e le sfiorò la guancia con una mano.
<< Perché non la lasciamo qui? A cosa ti serve? >>
Chiese Lexi irritata. Io continuavo a stare con la bocca spalancata, credendo fosse tutto uno stupido sogno.
<< Perché abbiamo bisogno di lei per stare insieme. >>
Lexi sorrise a Klaus e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra.
<< Non è vero Sasha, lui ti tiene solo come esca! >>
<< Stai zitta Claire! >>
Ringhiò Klaus. Sasha era completamente impazzita per lui. Forse l’aveva soggiogata.
<< tu..non sei in te, Lexi. >>
Mi avvicinai piano a lei, ma Klaus mi si parò davanti e mi prese per i polsi, stringendoli violentemente.
<< ti ho detto di stare zitta. >>
Scandì le parole. Mi sottrassi alla sua presa, non so come, mi aveva lasciata andare, questo era sicuro.
<< Lexi, tesoro, perché non vai a cercarmi dell’acqua, deve essere in fondo. >>
Le fece l’occhiolino. Lexi scese dal piano si cui era seduta e annuii, camminando verso il corridoio buio, facendo luce con il suo cellulare. Klaus tirò fuori una siringa dalla sua borsa e si avvicinò lentamente a me. Iniziai a indietreggiare.
<< Non fare i capricci. >>
Mi ritrovai con la schiena contro il muro, e Klaus che continuava ad avanzare.
<< Sarà solo una punturina. >>
La sua voce era inquietante. Prese il mio braccio e si portò la mia mano alla sua spalla, pressandola leggermente. Avvicinò la punta dell’ago al mio braccio. Chiusi gli occhi, pensando alla libertà di Lexi, che lo stavo facendo solo per lei. Un pizzico sulla pelle mi fece sobbalzare. Aprii gli occhi e vidi il mio sangue scuro invadere la siringa. Mi sentii girare la testa e svenni nuovamente, strusciando con le spalle giù per il muro.
 
Spalancai gli occhi e mi alzai di scatto. Mi sembrava di vivere un deja-vu. Il grande adesivo a forma di cuore sulla parete mi fece capire che ero nella mia camera. Forse era stato tutto un sogno, ma avevo sentito il dolore dell’ago, e il sangue pulsare. Alzai la manica della camicetta lentamente, ed infatti vidi un cerotto bianco sul braccio. Riabbassai la manica appena sentii dei passi. Qualcuno aprii la porta, riconobbi i capelli neri di Damon e i suoi occhi azzurri erano come spaventati.
<< Eri qui allora? >>
Annuii. Venne a sedersi sul mio letto. Istintivamente poggiai la mano sul cerotto coperto dalla camicetta di seta. Mi accarezzò una guancia.
<< Mi dispiace per averti… >>
Mi ricordai del sedativo che mi aveva somministrato e le mie guancie iniziarono ad arrossire dalla rabbia, ma i suoi occhioni mi addolcirono e presi la sua mano.
<< Non ero in me, potevo fare qualcosa di sbagliato. >>
<< Volevo solo proteggerti. >>
I sensi di colpa iniziarono ad affiorare, non volevo mentire a Damon, ma non volevo nemmeno dirgli che avevo reso vano il suo tentativo di prendersi cura di me. Mi sentivo debole e avevo un forte mal di testa. Damon sorrise. Venne avanti, iniziai a respirare a fatica. La sua faccia cominciava ad avvicinarsi alla mia. Le sue labbra si posarono sulle mie e ci baciammo. Mi lasciai andare e gli posai le mani sul viso, portandolo con più forza contro il mio. Le sue mani si fecero strada per il mio corpo, andando sotto la maglietta. Rabbrividii al tocco gelido delle sue dita sulla mia pelle.
<< Non ora. >>
Sussurrai staccandomi da lui. Ci rimase male, si capiva dalla sua espressione. Si alzò di scatto e mi porse la mano. La accettai e, con una forte spinta, mi ritrovai  nuovamente stretta al suo petto, le sue labbra nuovamente sulle mie. Sorrise alla mia faccia sorpresa e mi trascinò via. 

CIAO A TUTTE. SCUSATE IL RITARDO MA CI SONO STATI VARI PROBLEMI CON IL PC. VI E' PICIUTO IL CAPITOLO? SPERO DI SI. SCUSATE PER ALCUNI ERRORI SE CI SONO. POTRESTE LASCIARMI UNA PICCOLA RECENSIONE CON COSA NE PENSATE? HO PAURA CHE NON VI PIACCIA. GRAZIE SE LO FATE. CIAAAO ALLA PROSSIMA.


  
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