Harry Potter, 'Io sono dolore' di chi

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Nota: questa storia è stata ispirata da un’immagine tratta dal film Harry Potter ed il Principe Mezzosangue. Le parole sono nate da sole, appena l’ho vista.
La frase del titolo è invece tratta dal mio film preferito, Ladyhawke.

Io sono dolore

Notte di morte nel cuore.
Notte di fuga, di respiro affannoso.
Sono come un vile che non sa affrontare i propri nemici. Ma io da me stesso non mi posso celare.
Il buio mi avvolge, incombe perenne sulla mia vita.
No, non è fuori, è qui dentro di me. E mai più verrà il sole a diradarne le tenebre: questa notte ogni luce s’è spenta per sempre.
Fa ancora più male di quanto mai abbia previsto in principio, consapevole ed impotente dinanzi ad una mano annerita.
Via, lontano da qui! Via i Mangiamorte da questo castello. Lontano dagli studenti!
I miei studenti. Che cosa vi ho fatto?
Eppure devo proteggervi, ora e per sempre.
Fuggo. E con questo vi lascio al sicuro.
Il vigliacco scappa assieme agli aguzzini: solo io devo soffrire.
Capisci quello che sto facendo, Potter?
Capisci che ti sto salvando la vita?
È quello che ho fatto in questi sei anni. Tu non mi hai visto, non mi hai voluto vedere. Ma sappi che continuerò a farlo, fino a quando non verrà il momento di dirti ogni cosa e sarà il mio congedo definitivo da questo mondo.
Fiamme.
L’ululato di Thor si spande nell’aria.
Vorrei poter piangere anch’io, vorrei poter gridare il mio macigno sul cuore ed invece non posso, non posso…
Lingue di fuoco. Avviluppano una povera capanna al limitare della Foresta Proibita.
Hagrid, gigante candido come un bambino, perdonami.
Avrai macerie fumanti da rimettere in piedi, quasi d’invidio. A me resteranno cicatrici brucianti, frammenti di cuore senza possibilità di guarigione.
Me lo merito.
Potter, mi scagli addosso tutto il tuo odio con inutili incantesimi. È ben poca cosa in confronto a quello che provo verso me stesso.
Impara, Potter! Impara a combattere senza parlare. Impara a difenderti! Io non potrò più farlo, non potrò più essere l’angelo nero che per questo tempo ha vegliato su di te. Dovrò lasciarti camminare da solo: un altro pezzo del mio cuore fatto a brandelli.
Ce la farai, dovrai farcela, ti ho insegnato tutto quello che potevo.
Potrei schiantarti ed andarmene in fretta, sai?
Invece intervengo, ti salvo da una tortura: questa notte non ne servono altre, io basto ed avanzo. E nemmeno adesso comprenderai quel che faccio per te.
Infatti non capisci.
Mi chiami vigliacco.
No davvero, io non sono un vigliacco.

Io sono dolore.

***

Angolino autrice: stavo cercando tra gli innumerevoli files nel mio pc, pensieri scritti sull'onda del momento, frasi sparse che possono sempre essere utili per una fanfiction. Ed incappo in questa storia, dell'ottobre scorso.
Credo di averla scritta e poi messa da parte, come consigliano sempre di fare: scrivere e poi lasciar passare del tempo, per poi gustarsi la propria storia con più calma ed a mente fresca.
Beh, credo di aver aspettato aabbastanza.
Ora passo e chiudo, altrimenti l'angolino diventa con più parole della storia stessa. :D
Le recensioni sono gradite, anche quelle che mi consigliano caldamente di darmi all'ippica.
Chiara